
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Garofalo |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Armi:
ramo di Cosenza: d'azzurro, al leone d'oro lampassato
di rosso, tenente con le zampe un garofano rosso, fiorito di
tre pezzi.
ramo di Sicilia: d’oro, allo scaglione nero,
accompagnato in punta da un seme di garofano al naturale.
Titoli:
patrizi di Cosenza, nobili di Palermo, baroni di Venere,
baroni di Cairano, marchesi della Rocca (1644 - ramo di
Cosenza), marchesi di Camella (1670 - ramo di Cosenza),
duchi di Postiglione (1711- ramo di Cosenza), duchi di
Rutino (1749, con l'anzianità del titolo di duca di Giungano
concesso nel 1710, riconosciuto con il titolo di marchese di
Rocca con Regio Rescritto del 19 giugno 1854), duchi di
Bonito (ramo di Cosenza).
Motto: GENERI NOSTRO FIDAMUS |

© Napoli - Stemma della Famiglia Garofalo |
La famiglia
Garofalo, di origini catalane, si trasferì a Palermo nel
1340 ai tempi di Pietro II d'Aragona, re di Sicilia,
in carica dal 1337 al 1342, e, successivamente si diramò in
Catania, Trapani, Aquila, Cava, Teano, Cosenza e Napoli, in
quest'ultima città vi si trasferì un ramo da Cosenza, ed un
ramo da Palermo. |
Andrea,
visse tra Quattro e Cinquecento, avvocato fiscale a Napoli,
Giudice della
Gran Corte della Vicarìa.
Francesco,
U.J.D., oratore presso
Ferdinando III d'Aragona
detto il Cattolico, fu giudice della Vicarìa.
Vincenza,
figlia di Francesco, sposò Giovanni
Telesio,
i
capitoli matrimoniali in occasione delle nozze, avvenute nel
1508, furono redatti dal notaio Benedetto
Arnone
di Rovito,
ebbero per
figlio, tra gli altri, il filosofo Bernardino.
Pirro o
Pietro,
ebbe in possesso il feudo di
Venere, nei dintorni di Cosenza.
Giuseppe,
figlio di Pirro, ereditò il feudo di Venere, sposando Maria
Ursini ebbero per figlio Tomaso che fu chierico
regolare.
Francesca,
sposò Giovan Bernardino
Ricciulli, nel 1556 nominato Capitano di
Reggio.
Giovan
Matteo
ebbe per figlio Giulio il quale ebbe per figli, tra
gli altri, Giovan Bernardino, capostipite del ramo
dei Garofalo cosentini in Napoli, ed Antonino,
sposato a Vincenza
de Matera ebbero per figlio Scipione,
che sposando Francesca
Montalto, figlia di Vincenzo, patrizio di
Cosenza, e di Beatrice
Cavalcanti
sorella di Ottaviano, ebbero per figlio Alessandro,
ammesso nell'Ordine
Gerosolimitano nel 1598, la famiglia era
stata ricevuta nel Sacro Ordine di Malta nel 1578, come
quarto del Cavaliere Maurizio Telesio.
Altro
Giovan Matteo († ante 1775) ebbe per figli: Eliadora,
Lucrezia, Giovanni Andrea, e Mario.
Nell'anno 1557-1558 fu eletto tra i nobili per il reggimento
annuale unitamente a: Cesare Barone, Epaminonda
Ferrari,
e Urbano Beccuti; Sindaco fu Geronimo
de Donato.
Ippolita,
Abbadessa delle Clarisse di Cosenza, nel mentre erano suore,
tra le altre, Velia Catroppo, Francesca
di Spirito,
Richetta
Caputo,
Felice
Pascale.
Il 12 agosto 1577, il Vicerè, accompagnato dal capitolo e
dalla nobiltà cosentina, partecipò al trasferimento
dell'Ordine delle Clarisse dal Monastero delle Vergini al
Monastero di Santa Chiara. |
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Cosenza, Chiesa del Monastero di
Santa Chiara; a destra: il Chiostro |
Diana,
sposò Giovanni Alfonso de Matera († 1573), barone di Magliacane.
Fabrizio,
vissuto tra il Cinque e Seicento, fu scultore, scolpì il
coperchio della sepoltura di Cesare
Tosti in San Francesco d'Assisi di Cosenza.
Filippo,
vissuto nello stesso periodo del precedente, sposò Cinzia
Migliarese,
figlia di Claudio. |

© Napoli - Cappella Famiglie Manzo e
Garofano |

Stemma famiglia Garofalo
di Cosenza |

Cosenza, Chiesa di San
Francesco d'Assisi,
lapide famiglia Garofalo |
Ramo dei marchesi della Rocca e duchi di Rutino |
Angelo
Garofalo, discendente da Giova Bernardino da Cosenza, nel 1661
acquistò da Michele Vitale il
feudo della Rocca con il Casale di Rutino (oggi comuni in provincia
di Salerno), nel 1667 vi rinunziò in favore di Marco, il
quale l'11 giugno 1684 vi ottenne il
titolo di marchese, nel
1706 acquistò i feudi di
Spinazzo, Convincenti e Giungano (oggi comune in
provincia di Salerno, nel 1705 erano stati devoluti al Regio
Fisco per la morte senza eredi di Pirro Pinaideis de Guinara)
sul quale l'11 settembre 1710 ottenne il titolo di duca, fu
Presidente della
Regia Camera della
Sommaria,
nel 1690 è attestato Preside della città di Bari, per i
provvedimenti presi in occasione della peste, scoppiata in
provincia di Bari, gli fu concessa la facoltà di appartenere ad
una delle Piazze nobili della
Città di Napoli. Sposò Francesca
de
Dura,
famiglia appartenente al
Seggio di Porto,
ebbero per figli, tra gli altri: una figlia, che sposò suo
cugino Domenico, Teresa, sposò don Francesco
Carafa,
marchese di Tortorella, e Giustino I († 1749), marchese
della Rocca, nel 1749 furono venduti i feudi di Spinazzo,
Giungano e Convincenti al marchese Marcantonio III
Doria, 5°
Principe di Angri, 5° Duca di Eboli, 4° Conte di Capaccio etc.,
fu Reggente del
Supremo Consiglio
Collaterale.
Giustino II
(†
1825), nipote del precedente, duca di Rutino, sposò
Vincenza Piro dei marchesi di Trelingue († 1865), ebbero per
figli:
Rosa, Maddalena, Teresa, e Francesco
(1804 † 1879), sposato a Carolina
Mascaro dei marchesi di Acerno († 15 febbraio
1884), ebbero per figli: Raffaele (1831), patrizio
di Cosenza, nel 1854 sposato in prime nozze a Teresa Mammana (†
1882), con la quale ebbero per figlia Maria Antonietta
(1855) sposata nel 1876 a Filippo
Invitti, principe di Conca, in seconde nozze,
nel 1884, sposò Clorinda de Sartoris; Luigi (1828 †
1874), patrizio di Cosenza, sposato nel 1859 a Clotilde
Raffaella
Pescara di Diano dei marchesi di Castelluccio, ed
ebbero per figlio Attilio (1859), patrizio di Cosenza, il
quale nel 1912 ottenne il titolo di marchese di Castelluccio; ed
il primogenito Giustino III (1827 † 1898), patrizio di
Cosenza, marchese della Rocca, duca di Rutino, sposato nel 1851
a Teresa
Capomazza
(† 1873), ebbero per figlio Giuseppe (1858), patrizio di
Cosenza, marchese della Rocca, duca di Rutino, sposato il 7
maggio 1885 a Matilde Veltri, hanno avuto per figli: Adelaide
(1892); Marco (1891), patrizio di Cosenza; Carolina
(1889); Teresa (1888); ed il primogenito Francesco di
Paola (1886 † 1957), patrizio di Cosenza, marchese della
Rocca, duca di Rutino, che sposando, il 3 giugno 1914, a Maria
Enrica dei conti Marcolini generarono Giuliana (1920 †
2012), sposata il 22 settembre 1955 al generale Antonio D'Addario,
e la primogenita Franca (1915 † 2000), sposata il 30
aprile 1936 a Ferdinando
Capece Minutolo
dei duchi di San Valentino. |
Ramo dei duchi di Postiglione e Bonito |
Marcantonio seniore,
patrizio di Cosenza, zio di Marco, marchese della Rocca,
nel 1659 acquistò il feudo
di Postiglione (oggi
comune in provincia di Salerno) da Ippolita Pelagnao di
Cellamare, ebbe per figli, tra gli altri, Giuseppe,
patrizio di Cosenza, che combattè in Gallia Cisalpina, e
Domenico, patrizio di Cosenza, Preside di Catanzaro nel
1696, Presidente della Regia Camera
della Sommaria, Reggente del Supremo Consiglio
Collaterale, sposò una figlia di suo cugino Marco, ebbero per
figli, tra gli altri, Marcantonio juniore, patrizio di
Cosenza, il quale, il 28 settembre 1759, diede in permuta
al
re Carlo di Borbone
il feudo di Postiglione e Controne, il quale gli concesse
i feudi di Bonito,
Teverola ed
Isola di Morrone, in
provincia di
Principato Ultra,
per ampliare la tenuta di caccia di Persano. Sposò Feliciana
Dentice
(1700
†
1769), figlia di Francesco, patrizio napoletano, e di Anna Maria
Campione.
Giorgio
(†
Napoli, 29 dicembre 1811), patrizio di Cosenza, duca di Bonito
come erede di suo padre Marcantonio juniore, ebbe l'ultima
intestazione. |
Ramo dei marchesi di Camella e baroni di Cairano |
Tommaso
Garofalo, patrizio di Cosenza, di Cava de' Tirreni, della stessa
agnazione dei duchi di Rutino e Bonito, nel 1670 acquistò il
feudo di Camella in
provincia di
Principato Citra
(oggi frazione del comune di Perdifumo in provincia di Salerno)
messo all'asta dalla Regia Camera della Sommaria su istanza dei
creditori di Domenico Altomare; nel 1675 gli successe suo figlio
Nicola, al quale successe suo figlio nel 1691, il 10
dicembre del 1711 vi ottennero il
titolo di marchese, il feudo passò a suo fratello
Tommaso (†
1763), nel 1728 attestato Governatore della città di Bari, il
quale nel 1734 lo vendette a Francesco Antonio
Gagliardi
di Cava. Tommaso nello stesso anno acquistò il
feudo di Sessa (oggi
comune di Sessa Cilento in provincia di Salerno) dal duca Nicola
Petrone.
Il titolo di marchese di Camella fu ereditato da Giuseppe
Garofalo (†
1786), figlio di Tommaso, come anche il feudo di Sessa, ebbe per
figlio Nicola (1765
† Bacoli,
1812), il quale nel 1792 vendette il feudo di Sessa ad Ercole
Giordano;
sposato a Maria Cimadoro,
baronessa di Cairano, feudo in provincia di
Principato Ulteriore
(oggi comune in provincia di Avellino), che lo portò in casa
Garofalo, figlia del barone Fabrizio II Cimadoro, aveva preso
l'investitura del feudo il 27 giugno 1789, ebbero per figlio
Pasquale (†
1838), patrizio di Cosenza, barone di Cairano, marchese di
Camella, sposò Enrichetta
de
Gaeta (†
1837), figlia di Gaetano,
duca di San Nicola, la quale portò in dote lire 105.600 in
moneta effettiva d'argento, generarono: Luigi (1827),
sposato a Maria di Giovanni dei duchi di Precacore; Raffaele
(1825), sposato nel 1860 a Concetta Eriquez; Carlo (1819
†
1863), nel 1848 sposato a Carolina Corrado hanno avuto per figli
Clotilde, Elena, Fulvio, Virginia,
ed Eduardo (1849); Nicola (1816
†
1862), sposato nel 1847 a Clementina Corrado hanno avuto per
figlia Enrichetta (1849), sposata nel 1875 a Pasquale dei
marchesi Gallarano; Maria Rosa (1815), sposta nel 1844 al
marchese Gaetano Maria Gallarano; Giuseppe (1812
†
1879), Ufficiale dell'Esercito Napoletano, Real Guardia del
Corpo a cavallo, sposato nel 1850 a Maria Francesca Cimmino dei
marchesi di Casolla Valenzano hanno avuto per figli Lucia,
Maria, Teresa, ed Enrico (1853), sposato
nel 1879 a Francesca Pizzorusso ebbero per figlio Giuseppe
(1880); Teresa (1811
†
1846), sposata a Giovanni de Siena; ed il primogenito Marco
(1806
†
1884), patrizio di Cosenza, barone di Cairano, marchese di
Camella, sposato nel 1845 a Maria Carlotta
Spinelli
dei principi di San Giorgio (1810
†
1879) ebbero per figlio Pasquale, patrizio di Cosenza,
marchese di Camella (1846
†
1912), Commendatore dell'Ordine di Alberto di Sassonia, fu
artista, letterato e filosofo, nel 1878 sposò Chiara
Caracciolo
dei duchi di Lauriano, con il quale si estinse la linea
primogenita dei marchesi di Camella. |
Onofrio III
(† 1539), da Palermo si trasferì a Napoli, fu maestro di campo
agli ordini di
Consalvo
de Cordova; nel 1590 Onofrio IV, capitano e
maestro di campo, fu insignito da re
Filippo II d’Asburgo-Spagna
del titolo di marchese sul cognome.
Questo ramo fu decorato del
titolo di barone in due linee secondogenite per
concessione del 21 maggio 1855 trasmissibile ai figli.
Onofrio V(14
maggio 1769), ammesso nel Venerando Gran Priorato delle Due
Sicilie dell'Ordine di Malta il 21 aprile 1797 come Cavaliere di
Giustizia, fu Deputato del Supremo Magistrato di Sanità,
residente a Napoli nel Palazzo Garofalo in Largo
Garofalo a Chiaja n° 29 (oggi Piazza Giulio Rodinò);
nel 1835 ebbe rinnovato il titolo di marchese da
re
Ferdinando II di
Borbone,
ebbe come fratello Giuseppe, e per madre Gabriella
Palumbo.
Francesco
Saverio
(1781 † 1866), figlio di Onofrio V, nel 1809 partecipò, agli
ordini di Giovanni Bausan e Giovanni Caracciolo, alla battaglia
navale di Baia contro la flotta inglese che aveva occupato
Procida ed Ischia. Fu nominato Vice Ammiraglio e Ministro della
Marina da
re Francesco II di Borbone,
rifiutò la nomina a Senatore del Regno d’Italia,
Cavaliere di San Giorgio
della Riunione,
ammesso il 7 ottobre 1819.
Sposato a Caterina Maddalena de Grasset, ebbero per figli:
Clotilde (1818), sposata a nel 1838 a Raffaele Pinedo,
Ufficiale Generale dell'Esercito Napoletano; Elisa (1815
† 1887), sposata nel 1846 a Giulio di Giovanni; Antonietta
(1812), sposata nel 1839 a Luigi Marriello, Retro-Ammiraglio
della Regia Marina; ed Errico (1813 † 1887), marchese,
nel 1836 sposato in prime nozze ad Augusta Everett († gennaio
1885), ed ebbero per figlie: Augusta (1842), sposata nel
1869 a Nicola
Spena; e
la primogenita Maria (1837), sposata nel 1879 ad Edmondo
Pilloton. In seconde nozze, nel settembre 1885, sposò
Matilde
Dusmet. |

© Baia (NA) - In queste acque di svolse
l'impari battaglia navale del 1809 |
Gaetano
(1782 † 1869), Tenente-Colonnello del reggimento Regina
artiglieria, Sotto Capo dello Stato Maggiore dell'Esercito del
Regno delle Due Sicilie, fratello di Francesco Saverio,
per il suo attaccamento alla patria, il 21 maggio 1855 dal re
Ferdinando II di Borbone fu decorato del
titolo di barone
trasmissibile ai figli, Cavaliere di
San Giorgio della Riunione, ammesso il 7 ottobre 1819;
sposato a Raffaella Palumbo,
generarono: Giuseppina (1817), sposata nel 1839 a
Francesco
Pironti;
Gabriella (1816), sposata nel 1848 a Camillo Buonopane,
Ufficiale Generale dell'Esercito Napoletano; barone Giovanni
(1813), Colonnello di Stato Maggiore, Cavaliere Mauriziano,
Cavaliere di San Gregorio Magno,
Cavaliere di San Giorgio della Riunione, sposato nel 1850
a Carolina
Zezza,
figlia di Felice, barone di Zapponeta, e di Luisa
di
Sangro
di Casacalenda, hanno avuto per figli Luisa (1853) e
Raffaele (Napoli, 1851 † ivi, 1934), Cavaliere della Corona
d'Italia, Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro,
Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore francese,
magistrato, giurista, criminologo, fu Primo Presidente della
Corte di Appello di Napoli, nel 1909 nominato Senatore del Regno
d'Italia, sposò Antonia Zavaglia ed ebbero per figlia Luisa;
ed il primogenito barone Francesco (1812 † 1887), Tenente
Colonnello del Real Corpo d'Artiglieria dell'Esercito
Napoletano, partecipò alla difesa di Gaeta contro i piemontesi
nel 1860-1861, nel 1853 aveva sposato Rosa
d'Ancora,
figlia di Ferdinando e di Gaetana Morcaldi, ebbero per figli:
Onofrio (1868); e Camillo (1862), che sposò Anna
Carignani
dei duchi di Nevoli. |

Napoli, sepolcro di Guglielmo Garofalo, figlio del marchese
Errico |

© Napoli - Stemma Famiglia Garofalo
© Napoli -Stemma con le
insegne del marchese
Errico Garofalo e della moglie Augusta Everett
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Napoli, stemma Garofalo |
Altro ramo:
Giacinto
(† 1804), sposato a Maria Giuseppa Maurizio († 1797), ebbero per
figli: Raffaele (1778 † 1889), sposato a Gaetana Sessa,
ebbero per figlia Giulia (1811), sposata nel 1838 a
Francesco Correras; e Giovan Battista (1777 † 1848),
sposato a Maria Giuseppa Andreini, hanno avuto per figlio
Enrico (1828), sposato nel 1861 a Filomena Rosati. |
Altro ramo:
Carlo
(1752 † 1842), sposato a Teresa Laviano dei baroni di Salvia (†
1854), hanno avuto per figli: Agostino (1799), sposato
nel 1837 a Maria Elisabetta
Pinto;
Giuseppe (1795 † 1886), sposato nel 1837 a Giulia
Colonna
dei principi di Stigliano († 1879), hanno avuto per figlie:
Maria Giuseppa (1848), sposata nel 1884 a Francesco
Pitocco, Laura (1845), sposata nel 1883 a Luigi Laviano
dei baroni di Salvia, e Giovanna (1838); ed il
primogenito Gennaro (1795 † 1875), sposato nel 1817 a
Cecilia
Ferrara
hanno avuto per figlie: Raffella (1823), Francesca
(1822), e Maria Maddalena (1818). |
Altri personaggi di Famiglia |
Frà Pietro
da Cosenza, Cavaliere dell'Ordine di Malta, per l'anno 1631 fu
Commendatore della Commenda di San Giovanni di Cosenza.
Frà Giacomo
da Cosenza, ammesso nei Cavalieri di Malta nel 1717.
Frà Angelo
da Cosenza, ammesso nei Cavalieri di Malta nel 1718.
Saverio
Garofalo, Presidente della
Regia Camera
della Sommaria, fu iscritto sin dal 1754 quale
confratello dell’Augustissima
Compagnia della Disciplina della Santa Croce.
Maddalena,
figlia del marchese Nicola, Consigliere del Sacro Regio
Consiglio, nel 1775 sposò Antonio di Martino (Montefusco, 1728 †
1803), barone di Silvi, feudo sito in Abruzzo, figlio del barone
Francesco e di Angela Susanna dei nobili di Crotone. |
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Bibliografia:
- Fabrizio
Castiglione Morelli “De
Patricia Consentina Nobilitate Monimentorum Epitome”,
Venezia 1713.
- Luigi
Palmieri,
“Cosenza e le sue famiglie attraverso testi atti e manoscritti”,
Tomi I-II, Pellegrini Editore 1999.
- Mario Pellicano Castagna “Processi ai Cavalieri Gerosolimitani
Calabresi”, Frama Sud 1978.
- Giuseppe Recco “Notizie di famiglie nobili, ed illustri della
città, e del Regno di Napoli”, presso Domenico Antonio e Nicola
Parrino, Napoli 1717.
- Pietro Ebner “Chiesa Baroni e Popolo nel Cilento”, Tomo II,
Edizioni di Storia Letteraria, Roma 1982.
- Davide Shamà “Il registro delle famiglie dei Cavalieri di
Malta di Giustizia”, prima parte (PDF).
- L'Araldo “Almanacco Nobiliare del Napoletano 1891”, Anno XIV,
Enrico Detken, libraio editore, Napoli 1890.
- Gustavo Valente, “Compendium, dizionario storico, geografico,
biografico ragionato della Calabria” Vol.III,
Ferrari editore 2017.
- Gustavo Valente, “Il Sovrano Ordine di Malta e la Calabria”,
1996, La Ruffa Editore.
- Erasmo
Ricca, “La
Nobiltà delle Due Sicilie”, Vol. I, Stamperia di Agostino
de Pascale, 1859. |
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