Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia de Matera

A cura del dr. Giuseppe Pizzuti

Arma: d’argento, alla fascia d’azzurro caricata di tre conchiglie d’oro.
Cimiero: l'aquila sorante uscente dall'elmo contornato da foglie di quercia e da due ghiande.
Dimora: Cosenza.
Titoli: patrizi di Cosenza, baroni.


Cosenza, Stemma famiglia de Matera

L’antichissima famiglia de Matera, originaria dell’omonima città della Basilicata, stabilì la sua residenza in Cosenza dove godette di nobiltà per gli alti uffici e feudali Signorie.
Tommaso de Matera nel 1196 fu Canonico cosentino.
Leone
 de Matera fu giustiziere di Calabria ai tempi di 
Federico II di Svevia.
Filippo, fratello di Leone, fu vescovo di Martirano dal 1205 al 1238; fu consigliere dell'Imperatrice Costanza e successivamente  di suo figlio Federico II. Nel 1235 partecipò al Concilio di Magonza, nel quale fu condannato il figlio di Federico II, Enrico, quest'ultimo poco più tardi fu catturato e rinchiuso nel Castello di Martirano come traditore.
Ruggiero, fratello di Leone e Filippo, fu nominato Barone del Regno nel 1239, suo figlio Guglielmo fu feudatario di Diano e Mayerà, territori poco distanti da Cosenza.
Roberto, fratello di Guglielmo, fu Preside del Patrimonio legale nel 1270.
Silvestro fu giudice della Magna Curia.
Nuccio, nel primo decennio del Quattrocento fu feudatario di Castelfranco (oggi Castrolibero, comune limitrofo a Cosenza); sposato a Ruccia 
Castiglione ebbero per figlio Tommaso che gestì le saline di Altomonte e il Fondaco di Cosenza; governò Bocchigliero e Campana (oggi comuni in provincia di Cosenza).
Da un atto del notaio Orazio Migliorella di Cosenza, stipulato nella stessa città l'8 gennaio 1596, venne stipulata la vendita di annue entrate (su beni siti in S. Marco, Bisignano nel luogo detto Ferramundi, e su censi dell'università di Rende e S. Marco) da parte di Diana de Ruggero, vedova di Scipione de Matera, ad Antonino Firrao. Entrate che furono ricomprate il 30 ottobre 1607 da Cesare Firrao, barone di Mottafellone, e di suo padre Antonino, da Diana de Ruggero madre di Tommaso de Matera, notaio Giovanni Alfonso de Planis di Cosenza. Ministero dell'Interno, pubblicazione degli Archivi di Stato XI, Archivio di Stato di Napoli, Archivi Privati, Vol. I seconda edizione, Roma 1967, Archivio Sanseverino di Bisignano: 219-246.
Angelo, vissuto nella seconda metà del Quattrocento ebbe per figlio Geronimo.
Angelo juniore, figlio di Geronimo, sposò Laura Lazzaro († 1553) baronessa del feudo di Magliacane (oggi frazione ricadente nel comune di Belcastro in provincia di Catanzaro).


Palazzo de Matera, iscrizione di Angelo de Matera autore della ristrutturazione del palazzo.

Giovanni Alfonso ( 1573) di Angelo juniore e Laura Lazzaro, alla morte di quest'ultima gli successe nel feudo di Magliacane; sposò Diana Garofalo con la quale ebbero: Claudia, sposò Flaminio Monaco barone di Malvito; Muzio ( 1616) barone di Magliacane per successione a suo padre.

Giovanni Alfonso barone di Magliacane dal 1617 per successione a suo padre Muzio; vendette il feudo a Geronimo Marincola di Catanzaro barone di Lachicello con Regio Assenso del 1621 (1).


Belcastro (Catanzaro)

Daniele nacque nei primi anni del XVII secolo, studiò filosofia e scienze naturali,  fu membro dell’accademia dei Costanti e poi dei Negligenti; fu molto stimato dai compaesani tanto è vero che durante la rivolta di Masaniello del 1647-48 non subì alcun insulto da parte del popolo a differenza dei suoi parenti.
Fu ricevuta nel S.M.O. di Malta il 14 febbraio 1631 con Diego de Matera e il 15 maggio dello stesso anno con Gerolamo.
 

 I de Matera e la Bagliva di Cosenza

Ottavio, fu sindaco dei nobili nel 1678, sposò Artemisia Hurtado de Mendoza.

Andrea (1646 † 1693), figlio di Ottavio, comprò la bagliva e la dogana di Cosenza messe all'asta dalla Regia Corte con Regio Assenso del 1693; sposò Margherita Piniglia con quale ebbero tra gli altri: Artemisia (sposò un suo parente Giuseppe de Matera), il primogenito fu Ottavio juniore, nel 1693 ereditò la bagliva e la dogana di Cosenza da suo padre, non l' intestò in quanto la vendette al barone di Pittarella suo parente; sposò Saveria Abenante di Diego; ebbero per figlia Aurelia che sposò Emanuele Mollo.

Francesco (1696 † 1724), figlio di Nicola e di Giovanna Scaglione baronessa di Pittarella (feudo ricadente nell'attuale comune di Pedivigliano in provincia di Cosenza e oggi ne costituisce una frazione)  ereditò il feudo ed il titolo da sua madre, nel 1716, acquistò da Ottavio juniore la bagliva di Cosenza.

Maria de Matera († 1744) successe al fratello Francesco nella bagliva di Cosenza e nel feudo di Pittarella; sposò Giuseppe Passalacqua, patrizio di Cosenza.

Domenico de Matera (1720 † 1762) con Scipione suo fratello (figli dei citati Artemisia e Giuseppe de Matera) acquistarono dalla loro parente Maria, nel 1737, la bagliva di Cosenza; sposò la crotonese Teresa d'Aragona de Ayerbe.

Giuseppe, figlio di Domenico fu erede nel possesso della bagliva di Cosenza, intestata nel 1768; sposò Teresa Guzzolino figlia del barone di Cervicati, ebbero per figli, tra gli altri: Antonia la quale sposò Francesco Passalacqua barone di Pittarella ed il primogenito Domenico juniore il quale, nel 1787, ebbe intestata la bagliava di Cosenza, fu l'ultimo intestatario fino all'eversione (abolizione) della feudalità; sposò Carolina Vercillo dei baroni di San Vincenzo (oggi comune di San Vincenzo la Costa poco distante da Cosenza).
Giuseppe (Cosenza, 18 agosto 1807 † ivi, 10 febbraio 1856), successe al padre nelle prerogative nobiliari, sposò Giuseppina Firrao, (Cosenza, 19 giugno 1807 † ivi, 15 aprile 1877) ed ebbero per figli: Giulia (n. Cosenza, 1850), sposata a Michele Parise; Arrigo (Cosenza, 16 gennaio 1845 † ivi, 9 gennaio 1894), sposato in San Fili il 16 aprile 1888 a Ginevra Vercillo (n. San Vincenzo la Costa, 1° maggio 1859) figlia di Matteo e Laura Arena, generarono Giuseppa Maria (n. Cosenza, 19 giugno 1889), sposata il 6 febbraio 1909 a Pietro Mancini, e Luigi (Cosenza, 1891 † ivi, 1954), avvocato, socio onorario dell' Accademia Cosentina, fu presidente della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, sposato a Maria Fera, figlia di Stanislao e di Edvige Collice; Guglielmo (n. Cosenza, 8 aprile 1843); Luciano (n. Cosenza, 16 novembre 1840); Francesco (n. Cosenza, 16 giugno 1837), sposato in Napoli il 12 giugno 1864 ad Angela Maria Gallozzi, già vedova di Giorgio de Paolis, ebbero per figlio Giuseppe (n. Napoli, 15 marzo 1865), Capitano di Fregata nella Real Marina da Guerra; Domenico (n. Cosenza, 31 marzo 1832), successe al padre nelle prerogative nobiliari; e la primogenita Maria Carolina (n. Cosenza, 11 ottobre 1830).


Giuseppa Maria de Matera consorte di Pietro Mancini


Sila Grande, da sinistra: Maria Fera de Matera, Luigi de Matera, Raffaella Collice sposata Vittorio Vercillo;
seduto Enrico Abbati ed i piccoli Maria Teresa, Luigi, ed Adolfo Vercillo


Sila Grande, Federici di Collice, da sinistra: Francesco Fera e consorte Adele Passalacqua, Maria Fera de Matera con in braccio Maria Rosaria Nicoletti (figlia di Paolo e di Maria Adelaide Collice, visse con gli zii Luigi de Matera e Maria Fera), Maria Adelaide Collice (sposata a Paolo Nicoletti), le ultime due non conosciute; in basso: Edvige Collice (sposata a Stanislao Fera e madre di Maria) con in braccio Massimo Collice (figlio di Raffaele e di Caterina Clausi), barone Adolfo Collice, Anna Nicoletti, Olga Nicoletti


Giuseppina Firrao


Guglielmo de Matera


Giulia e Maria Carolina de Matera


Arrigo de Matera


Cosenza, stemma su portale palazzo de Matera
© Foto di proprietà del Dr. Giuseppe Pizzuti


Cosenza, palazzo della famiglia de Matera
© Foto di proprietà del Dr. Giuseppe Pizzuti

Pasquale, patriota, partecipò  come Capitano alla Repubblica  Napoletana, con la Restaurazione fu afforcato in Piazza Mercato a Napoli il 10-X-1799 e fu sepolto nella Congrega della Basilica del Carmine Maggiore.


Napoli - targa con l'elenco dei giustiziati in Piazza del Carmine, rei per aver partecipato
 alla Repubblica Napoletana del 1799

La famiglia risulta iscritta nell’Elenco Regionale Napolitano col titolo di nobile patrizio  di Cosenza a tutti i maschi discendenti per linea maschile da Domenico (1769 † 1825), figlio di Giuseppe e Teresa, godente nel Seggio di detta città nel 1797, ed il titolo di nobile (personale) a tutte le femmine della stessa discendenza.
Il citato Domenico fu deputato al parlamento nazionale nel 1820, letterato, tradusse in italiano "Euriade"  di Voltaire, Accademico Cosentino, direttore della Salina di Lungro.
Giuseppe, figlio di Domenico, fu patriota, partecipò ai moti del  1843, 44, e 48; pagò con la prigionia e la tortura, sino alla morte. Erudito in economia politica, lasciò dei trattati manoscritti. Fu tra i collaboratori del giornale cosentino "Il Calabrese" fondato nel 1842 da Francesco Scaglione e Saverio Vitari; Davide Andreotti in merito scrisse: "... lo scopo del giornale tendeva a diffondere tra le masse quella luce, che il Governo del tempo si era sforzato di mantenere eclissata specialmente nelle nostre Provincie... ".
Michele de Matera risulta iscritto nell’Albo degli Avvocati del 1780, istituito per la prima volta al Mondo, elaborato dal legislatore del Regno di Napoli.


Ex libris del Cavalier de Matera del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Napoli 1770

Cosenza, Palazzo de Matera, Stemma. A destra: Luciano de Matera. - Archivio Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona

“Il Calabrese”, uno dei tanti articoli scritti da Giuseppe de Matera.

Il palazzo de Matera di Cosenza, recentemente restaurato, è abitato dall' On. Giacomo Mancini, ultimo discendente della nota famiglia di politici italiani, la cui nonna paterna, Giuseppina de Matera, sposò Pietro Mancini (1876 1968).

Palazzo de Matera, la biblioteca composta da circa duemila volumi in gran parte di materia giuridica del Seicento

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.

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Note:
(1) -
Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria”a cura di Umberto Ferrari, Vol.III pagg.53-54; Editrice C.B.C. 1999.
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Bibliografia:
- Luigi Palmieri, "Cosenza e le sue famiglie attraverso testi atti e manoscritti", Pellegrini Editore, 1999
- Eugenio Arnoni, "La Calabria illustrata Vol. III Cosenza", Edizioni Orizzonti Meridionali
- Vittorio Spreti, "Enciclopedia storico-nobiliare italiana", Arnaldo Forni Editore
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, "Famiglie nobili e titolate del Napolitano", Arnaldo Forni Editore, 2005
- Davide Andreotti, "Storia dei Cosentini", Vol. 2, Napoli 1869.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria”a cura di Umberto Ferrari, Vol.II pagg.155-157; Editrice C.B.C. 1996.
- L'Araldo “Almanacco Nobiliare del Napoletano 1911”, Enrico Detken, libraio editore, Napoli 1910.


Casato inserito nel quinto volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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