
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
A cura del dott.
Giuseppe Pizzuti |
Arma:
d'argento, alla banda di rosso accostata da due ricci al
naturale, col capo d’oro caricato di un'aquila di nero.
Altra: d'oro, alla banda di rosso accostata da due ricci
al naturale, col capo d’oro caricato di un'aquila di nero
coronata.
Dal 1910: d'azzurro, alla banda d’oro accostata da due
ricci al naturale, col capo d’oro caricato di un'aquila di nero. |

© Stemma famiglia Ricciulli |
Antica
famiglia di Rogliano in
Calabria Citra,
Luigi III d'Angiò-Valois (Angiò, 25 settembre
1403 † Cosenza, 15 novembre 1434), re titolare del
Regno di Sicilia Citra (in seguito detto Regno di
Napoli), in quanto con la perdita della Sicilia a
seguito della rivolta dei Vespri Siciliani del
1282 da parte degli Angioini a favore di Pietro III
d'Aragona, il Regno di Sicilia si trovava diviso
in due parti: l'isola siciliana, in mano agli aragonesi,
e la parte continentale, tenuta dagli angioini, entrambe
rivendicanti il titolo di re di Sicilia; Luigi era
successore designato della regina di Napoli Giovanna
II d'Angiò-Durazzo che lo aveva
investito del titolo di erede al trono, duca di Calabria
(9°), alla quale premorì, con privilegio del 20 marzo
1428, dato a Cosenza, al primo stipite Giova
Bernardino de Fosso, concesse,
come fedele milite, le tenute di: Vallo di
Chiazza, Coppola e Mirabella in Sila, devolute per ribellione di Nicola de Venuto da Cosenza;
la famiglia diede illustri personaggi nel campo della
cultura, grandi teologi e vescovi alla Chiesa Cattolica. |

“Chiazza”
nella Sila Piccola |

“Mirabello”
nella Sila Piccola |
Druso,
figlio di Giova Bernardino, con privilegio di re
Ferdinando I
d'Aragona dato in Castel Nuovo il 10 agosto
1489, confermava i possessi concessi a suo padre per
essersi dimostrato fedele nelle guerre come Castellano
di Amantea.
Giovan
Bernardino juniore,
figlio di Druso e suo erede, ebbe confermati i possessi
con privilegio dato a Napoli il 12 giugno 1538; con
privilegio del 13 aprile 1556 venne nominato Capitano di
Reggio, con suo fratello Tommaso furono
aggregati alla
nobiltà di Reggio, il quale, tra il 1573 ed il
1596 fu per cinque volte Sindaco dei Nobili.
Gaspare
(1496
†
1592), di un ramo collaterale di Rogliano,
Superiore Generale dell'Ordine dei Minimi di San
Francesco di Paola, partecipò alla XVII sessione del
Concilio di Trento
del 1545 nella quale pronunciò il
discorso di apertura, fu membro
della commissione conciliare che esaminò il caso di
Giovanni Grimani.
Arcivescovo
di Reggio Calabria dal 1560 fino alla sua morte, al suo
seguito si trasferirono alcuni nipoti di Rogliano e
furono aggregati alla nobiltà di Reggio, con essi si
trasferì Belluzio
Parisio,
capostipite dei Parisio di Reggio, che sposò sua nipote
Medea; fondò un Monte di Pietà a Rogliano ed uno
a Reggio Calabria. |

Stemma del vescovo
Gaspare Ricciulli
Immagine tratta da “Collezionismo
e politica culturale nella Calabria vicereale borbonica
e postunitaria”
a cura di Alessandra Anselmi - Gangemi Editore. |
Girolamo
(1585
†
1626), vescovo di Belcastro dal 1616 fino alla sua
morte; ebbe un fratello di nome Tommaso.
Antonio
(Rogliano, 1582
†
Napoli, 1643) figlio di Sempronio,
giurista, si portò a Reggio Calabria dove fu aggregato
alla nobiltà, nel 1622 pubblicò a Roma il
Tractatus de
iure personarum extra Ecclesiae gremium existentium.
Successe a suo zio Girolamo come vescovo di Belcastro
dal 1626 al 1629 quando si dimise; nel 1632 fu nominato
vescovo di Umbriatico e dal 1639 vescovo di Caserta, dal
1641arcivescovo di Cosenza fino alla sua morte; ebbe un
fratello di nome Girolamo. |
Insegne ecclesiastiche dell'arcivescovo
di Cosenza Antonio Ricciulli |
Altro
Antonio fu vescovo di Umbriatico da giugno 1659 ad
agosto del 1660 a causa del suo decesso, ebbe un
fratello di nome Giovanni; Luigi, un suo
discendente, Tenente dei Lancieri della Guardia, con
Sentenza della Gran Corte della Vicaria del 6 settembre
1805 fu dichiarato appartenente a famiglia nobile del
Regno di Napoli. |

Rogliano, Palazzo
Ricciulli
Immagine tratta da “Un presidio di
civiltà - Dimore storiche vincolate in Calabria”,
a cura di Giorgio Ceraudo, Rubbettino editore, 1998. |
Ritornando
al ramo principale, Aloisio o Loise ed Antonio,
figli di Giovan Bernardino juniore e di Francesca
Garofalo
dei patrizi di Cosenza, furono eredi di suo padre, il
quale testò nel 1594, lasciandogli le tenute silane di
Coppola e Mirabella, ed in caso di morte dei suoi figli
li sostituisce con suo fratello Tommaso.
Aloisio sposò Brigida Muti ed ebbero per figli:
Isabella, Vittoria e
Stefano,
Auditore a Bari, sposò Elisabetta de Piro ed ebbero per
figli: Brigida, Lucrezia e Luigi (†
1726) il quale possedeva un predio rustico in agro di
Rogliano in località
Li Parenti nel
quale aveva costruito delle case coloniche ed una
chiesa, fece istanza affinchè il nuovo agglomerato fosse
eretto in feudo nobile, l'istanza fu accolta con
privilegio dato a Barcellona il 27 novembre 1709 ed
esecutoriato nel regno il 6 marzo del 1710, prese
intestazione del feudo di
Parenti il 7 aprile 1711 con giurisdizione civile
e criminale; sposò Felicia Parisio. |
.gif)
Parenti (Cosenza) |
.gif)
Rogliano (Cosenza) |
Stefano
(†
1743) barone di Parenti, come erede per la morte di suo
padre, il barone Luigi, nel 1729 sposò Anna Montalcino,
nobile di Crotone, figlia di Valerio, maestro di campo,
e di Giovanna Nani; ebbero per figli Gaspare,
Antonio (il quale ottenne, il 6 giugno del 1792, la
reintegra alla nobiltà di Reggio con i suoi nipoti,
figli del barone Luigi) e Luigi (Napoli, 1730
†
Parenti, 1772) barone di Parenti, come erede per
la morte di suo padre, barone Stefano; sposò Maria
Aniella Friozzi di Ignazio, patrizio di Capua, e di
Maria de Regina dei conti di Macchia.
Gaetano,
barone di Parenti, prese l'ultima intestazione del feudo
come erede per la morte di suo padre, barone Luigi,
sposò Paola
Medici,
non ebbero discendenza.
Francesco Antonio
Andrea (Napoli, 1766), erede di suo fratello,
barone Gaetano; ricevuto, nel 1773, nell'Ordine
di Malta; sposò Giovanna
Firrao
dei patrizi di Cosenza ed ebbero per figlio Antonio
(1801
†
1871), sposato a Giuseppina
Giannuzzi Savelli
dei baroni di Pietramala.
Francesco
(Rogliano, 1845
†
15 aprile 1918), figlio di Antonio e Giuseppina,
con Decreto Ministeriale del 4 dicembre 1910 fu
riconosciuto nel titolo di Nobile ed iscritto nel Libro
d'Oro della Nobiltà Italiana; nel 1871 sposò Carolina
Telesio,
figlia di Baldassarre, patrizio di Cosenza e di Maria
Vincenza
Passalacqua
dei baroni di Pittarella ed ebbero per figli: Elena;
Baldassarre (1889
†
1966), ricevuto nel 1965 nel S.M.O. di Malta come
cavaliere di Onore e Devozione; Vincenza;
Pasquale; Pietro; Gioacchino (1883
†
1970) ricevuto nel 1965 nel S.M.O. di Malta come
cavaliere di Onore e Devozione; Michele (1882
†
1965), sposato ad Eleonora
Albani,
nobile di Crotone, hanno avuto per figlia Maria
Carolina; Maria Isabella, sposata a Francesco
Cavallo Marincola,
patrizio di Amantea; Giovanni (1877
†
1917), sposato ad Ilde Gervasini ebbero per figlio
Pasquale (Milano, 1914
†
2004), Ambasciatore d'Italia, sposato nel 1951 a
Donata Giorgi de Pons, nobile di Fiesole ed hanno avuto
per figli: Francesco di Paola (Tokyo 1958) che
sposando Francesca Santoro hanno avuto Gian Lorenzo;
e Giovanni Roberto (Basilea, 1952), Ambasciatore
d'Italia, che sposando Mibo Takimoto hanno avuto per
figli Elena e Luigi (1997); Giuseppina;
Nicola ed il primogenito
Antonio
(1872
†
1932), cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e
Lazzaro, nel 1905 sposò Ida Natale ed ebbero per figli:
Maria; Luigi; ed Enrico (1910
†
1982), sposato ad Anna Ingami hanno avuto per figli:
Giovanna; Paola; Angela ed Antonio
(Roma, 1961), avvocato, che sposando Anna Carlevaro
hanno avuto come figli Beatrice, Francesca
ed Enrico (Roma, 1995). |
_________________
Bibliografia
- Mario Pellicano Castagna “Processi di
Cavalieri Gerosolimitani calabresi”, Frama Sud, 1978.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei
Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Vol.IV, a
cura di Umberto Ferrari, Editrice C.B.C. 2002.
- Franz von Lobstein “Settecento
Calabrese”, Vol. II, Fausto Fiorentino Editrice S.p.A. –
Napoli.
- Enciclopedia Treccani.
-
Vittorio Spreti “Enciclopedia storico-nobiliare
italiana”, Arnaldo Forni Editore.
- Gaetano Montefuscoli “Imprese ovvero
Stemme delle Famiglie Italiane”, Biblioteca
Universitaria di Napoli. |
|