Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Alagna |
a cura
del dott. Giuseppe Alagna di Mothia |
Arma:
d'oro alla croce di rosso caricata da cinque gigli
d'argento.
A pag. 686 del testo di Scipione Mazzella, lo scudo è così
illustrato: "argento, una croce azzurra con cinque gigli di
Francia d'oro". |
© Stemma famiglia Alagna di Mothia. |
La famiglia Alagna, d'Alagno
o Alaneo,
originaria di
Amalfi, godette
di grande nobiltà ad Amalfi, Napoli e Sicilia; i suoi
rappresentanti ricoprirono le più alte cariche in campo civile,
militare ed ecclesiastico.
Le origini risalgono all’anno 900 con
Mauro
vicario
d’Antiochia
sotto il S. R. Impero d’Oriente Basilio (812-886) e poi della
Repubblica di Amalfi, dal 1° settembre 839. |
Pietro
fu conte della repubblica d’Amalfi nel 900;
Cesareo o Cesario
(1225 † Amalfi,13.8.1263), Nobile Patrizio e Arcidiacono di
Amalfi e Arcivescovo di Salerno per volere di Papa Onorio III,
sepolto nel Chiostro Paradiso del Duomo di Amalfi;
Andrea ( ?, -
1331) Canonico Amalfitano fu vescovo di Ravello e poi per volere
di Celestino V, Arcivescovo di Amalfi (1294-1329);
Beltrando fu
vescovo di Gubbio per volere del Papa Bonifacio IX, Arcivescovo
di Famacosta e di Amalfi (1401-1408).
Il
casato si trasferì a Napoli ai tempi di Carlo I d’Angiò e fu
ascritta
Seggio di Nido;
Palamede d’Alagno, fedautario, fu il più valoroso guerriero
della regina Giovanna I d’Angiò
insieme a Berardo
Macedonio,
Spadinfaccia
di Costanzo,
Giovanni Sorgente, Pietro e Girone Origlia, Giovanni
Boccapianola, Giovanni
Venato,
Floriano
Crispano
ed altri. |
© Napoli - Carlo I d'Angiò
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Zizzola
d’Alagna è
tra le dame della sfarzosa corte di Roberto II d’Angiò, che Boccaccio, innamoratosi
di Maria
d’Aquino, che si disse
fosse stata figlia naturale di Re Roberto, fece
partecipare alla caccia allegorica, insieme, tra le altre,
a Zizzola Barrile, Principessella, Lariella e Marella
Caracciolo, Letizia
Mormile, Caterina, Serella e Vannella
Brancaccio, Sobilia
Capece, Giovannola
Coppola, Beritola e Biancola
Carafa, Vannella
Bulcano, Tuccella
Sersale, Alessandra
e Covella
d’Anna, Berita
e Costanza
Galeota, Peronella e Covella d’Arco, Marella
Piscicelli, tutte citate con i
loro nomi nel poemetto in terzine dantesche. |
© Napoli - Stemma con le insegne
dei d'Alagno e degli Orsini, famiglie imparentate |
Nel 1345
Roberto d’Alagno ebbe in eredità il feudo di Grisolia in
Calabria per avere sposato una Fasanella. Nel 1418
Nicola
d'Alagno
fu capitano di giustizia di Torre del Greco e Signore di Torre
Annunziata, avendola avuta in feudo da Giovanna II D’Angiò
Durazzo, regina di Napoli e fu insignito della
contea di Sarno.
La dimora di Nicolò (o Nicola) d’Alagna, nobile napoletano,
signore di Rocca Rainola, nominato dalla regina
Giovanna II d’Angiò-Durazzo
capitano di giustizia di Torre del Greco, era un polo di
attrazione per letterati, artisti e musicisti. |
Palazzo comunale di Torre del Greco (NA)-
per gentile concessione di:
http://www.prolocotorregreco.it
-
fa parte del castello che
Nicola I e Nicola II hanno fatto costruire e ampliare; nella
foto si vedono le antiche mura del castello
trasformato in
palazzo baronale e oggi sede municipale.
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Il sepolcro
di Nicola I d'Alagno, sposato con Covella
Toraldo, anch'essa del
Seggio di Porto, fu fatto costruire dal nipote omonimo, figlio
di Ugo, nel 1494 nella chiesa dei Celestini dedicata alla
Vergine Annunziata "Ave Gratia Plena"
di Torre Annunziata; il monumento funebre fu poi trasportato in
Napoli per volontà del principe Gaetano
Filangieri. |
© Torre
Annunziata - la chiesa dove su seppellito Nicola I d'Alagno. |
© Napoli - Sepolcro del conte Nicola o Niccolò I
d'Alagno. |
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Il feudo di
Torre Annunziata passò a
Nicola
II d'Alagno e, per mancanza di eredi, alla sorella Luisa
e dal di lei figlio Goffredo
Galluccio.
Nel 1517 a Manfredino de Bucchis, poi al figlio Tiberio, che
morì senza eredi; i due fratelli germani: Giacomo e Vincenzo si
divisero il feudo. Il figlio del primo, Geronimo, vendette la
sua parte al conte di Sarno Muzio
Tuttavilla nel
1593 per 45000 ducati, alla morte di quest'ultimo ed a quella
del figlio Vincenzo, la figlia Maria che lo aveva ereditato. Nel
1614 il feudo fu acquistato dal marchese di Alfadena Ludovico
Bucca. Nel 1618 il conte Colonna, marito di Maria Tuttavilla ne
divenne signore, unendolo all'altra metà appartenuta agli eredi
di Scipione Bucca. A lui successe il figlio Pompeo Colonna, che
per aver parteggiato con i francesi nella rivoluzione di
Masaniello del 1647, fu costretto nel 1649 a fuggire, perdendo i
suoi diritti sul feudo e il Regio Fisco spagnolo lo vendette nel
1662 al principe Maffeo Barberini. Nel 1705 Giuseppe Massarenghi
comprò il feudo dal principe Urbano Barberini, per donarlo alla
figlia primogenita Maria che sposò don Gerardo
Dentice, l'ultima famiglia feudataria di Torre
Annunziata. |
© Torre Annunziata (NA) - Palazzo d'Alagno,
chiamato il Fortilazzo, costruito da Nicola I
e ultimato
dal nipote Nicola II |
I figli di Nicola e di Covella
Toraldo,
quattro femmine (MARGHERITA,
ANTONIA, LUIGIA e
Lucrezia ) e tre maschi
[GIOVANNI
(morto in tenera età),
Ugo
e Mariano,
emergevano nella società dell’epoca sia in bellezza che in
intelligenza e cultura, suscitando espressioni di ammirazione e
stupore tra le nobildonne e i dignitari aragonesi.
Anche l’anziano re
Alfonso I d’Aragona,
che conobbe Lucrezia (1430 † 1479)
alla vigilia della festa di S. Giovanni a Mare(1)
nel 1448, fu
affascinato dalla grazia della fanciulla che da poco aveva
compiuto i diciotto anni, e ben presto tra i due scoppiò una
grande passione; il popolo era a conoscenza di tale amore e
considerava Lucrezia la vera regina di Napoli. |
Napoli - al centro la "Fortuna" con
le sembianze
di Lucrezia che precede i musicisti e guida i
cavalli che trainano
il carro di re Alfonso I |
Il sovrano voleva ardentemente sposare la sua favorita ed
ottenere l'annullamento del matrimonio con Maria di Castiglia,
perchè sterile. |
Per tale scopo, Lucrezia si recò a Roma per
incontrare Papa Callisto III (1445 † 1455), al secolo Alfonso
Borgia, suo cugino
acquisito, già segretario particolare e intimo consigliere di re
Alfonso. Il viaggio e l'incontro
fu descritto dai cronisti dell'epoca come un avvenimento
caratterizzato dalla pomposità e dal grande seguito di
cortigiani. Il gran numero di dame e cavalieri
era tale che si contarono più di cinquecento cavalli. Lucrezia
fu accolta e trattata dal Sommo Pontefice come una regina;
furono organizzate in suo onore sontuose feste e solenni
ricevimenti ma, alla fine, papa Callisto si oppose fermamente
alla richiesta e non firmò alcuna bolla per l'annullamento del
matrimonio. |
Caiazzo (CE) - il castello di Lucrezia
|
Re Alfonso donò a Lucrezia il feudo di Sarno,
i castelli di Caiazzo, Montesarchio, Taurasi, Baia e
Roccadaspide; la nominò contessa di
Caiazzo. |
Somma Vesuviana (NA) - il castello di
Lucrezia d'Alagna (1440) poi passato ai
de Curtis
da
www.insomma.com
per gentile concessione. |
Ben presto Lucrezia divenne una delle donne più ricche
del Regno; il suo senso degli affari la spingeva a sfruttare al
meglio tutti i castelli e i feudi ricevuti in dono
trasformandoli in poco tempo in prospere terre. Acquistò il castello di Somma Vesuviana, fu anche donna
giusta con i poveri ma severa con i cortigiani. Alla morte
del re si ritirò nel castello di Ischia.
La sorella
Margherita, sposò in prime nozze Marino
del
Giudice e nel 1451, in seconde nozze Rinaldo
Brancaccio.
L’altra sorella Luigia, anch'ella bellissima, sposò il nobile Auxia
Milano, nipote del
Papa Callisto III.
Antonia nel 1452 sposò Giovanni
Ruiz de Corella, governatore del Regno di Valenza. |
A loro volta i fratelli di Lucrezia ottennero per la loro
saggezza e cultura alti incarichi:
Ugo († 1498),
conte di Borrello e
di Gioia dal 1456, da cui discente il ramo
siciliano, fu nominato senatore romano e
Gran Cancelliere, sposa Francesca Pietramala nipote di Floramonte e
ricevette come dote il feudo di Roccarainola; una loro figlia, LUIGIA,
sposò
Berardino
Galluccio,
barone di Tora. |
© Napoli - Arma della famiglia d'Alagno,
Signori di Torre Annunziata |
Mariano (1425 † 1482),
nominato conte di
Buchianico di Monteleone,
Guardiagrele e
Maino in Abruzzo prende per moglie
Caterinella
Orsini
(1425 † 1470),
figlia di Giovanni († 1457)
Conte di Manopello, Signore di Guardiagrele e di Latino, nobile romano, i cui resti
riposano nella basilica di S. Domenico di Napoli.
Monumento edificato, non a caso, accanto alla
Cappella della Natività,
nel 1324 ad Amalfi esisteva una cappella del presepe di casa
d'Alagno. |
© Napoli - Monumento funebre di
Mariano d'Alagno (1425 † 1482)
e della moglie
Caterinella Orsini
(1425 † 1470) |
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Nicola I
(† 1461),
Cavaliere del Seggio di Nido, fu Maggiordomo Maggiore di Re
Ladislao nel 1404; nel 1415 Regina Giovanna II di Durazzo lo
nominò Signore di Torre Annunziata.
Laudonia d’Alagno, figlia di
Nicola II, Signore di Roccarainola e di Caterina
de Cardenas dei
marchesi di Laino, sposò
Giovanni Luigi
Loffredo († 1508),
barone di Carovigno.
Nel 1481 ALFONSO d'Alagno partecipò valorosamente con 3
cavalli alla
battaglia d'Otranto; partirono da Napoli insieme a
lui Alberico
Caracciolo con 6 cavalli, Aldasso d'Aiello con 5
cavalli, Filippo
Anzani, Andrea Caffarelli, Federico Boccalino
con 3 cavalli, Galderisio de Rinaldo con 5 cavalli, Florio
Gizzio con 5 cavalli, Filippo Mareri con 6 cavalli, Andrea
Brusca regio Cortigiano, Ferdinando
Quaranta
con 6 cavalli, Galiotto
Pagano con
6 cavalli, Giovanni Azzia con 12 cavalli, Giovanni
Capano con 6
cavalli, Carlo
Gesualdo, Ausio Apicella, Antonio Gentile,
Michele
Barrile, Giacomo Palagano, Battaglino
Sanseverino con 20
cavalli, Baldassarre
di Costanzo ed altri.
Nicola II d’Alagno († 1512) ebbe gran merito nella
vittoria contro i francesi consentendo a
re Ferrante I di riconquistare il Regno di Napoli nel 1481. |
Famiglie imparentate con casa Alagna |
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La
famiglia si imparentò, nel coso degli anni, con i
Confalone (nel
1485 Antonio Confalone
sposò Lavinia
d'Alagno), i
Dentice, i
Loffredo (a
Carovigno, nel Santuario del Belvedere, nella prima cripta è
collocato l’altare dove vi sono in bassorilievo gli stemmi dei
Loffredo e dei d'Alagno), i
Mastrilli,
i Morra, i
Piscicelli, i Rufolo, i
Vulcano, i Fasanella, i
Mormile.
Donna
Luigia d’Alagno,
figlia di Don
Ugo, gran cancelliere del Regno di Napoli, conte di Borrello e
Gioia
sposò
Don
Berardino
Galluccio,
barone di Tora. |
© Capua - Palazzo
Antignano - nelle cuspide gli stemmi delle famiglie Antignano e
d'Alagno |
Lucrezia d'Alagno, insieme
ad Alfonso I d'Aragona, soggiornava spesso a Capua, nel palazzo,
meglio conosciuto come palazzo dei principi di San Cipriano, di
proprietà del cognato Francesco Antignano (1401 † 1478),
giureconsulto e portulano della città di Capua, nobile ascritto
al seggio di Capua detto degli Antignano. Il sovrano aragonese,
durante il periodo di permanenza a Capua, teneva udienza nel
castello delle Pietre.
Nelle cuspide del portale d'ingresso del palazzo, oggi Museo
Campano, campeggiano le insegne degli Antignano e d'Alagno,
famiglie imparentate. |
© Stemma con le insegne delle
famiglie d'Alagno e Antignano - XV secolo |
Gli Alagna goderono sempre del patriziato
d’Amalfi. Il ramo della Sicilia e di Taranto si riannodano a
questa di Napoli.
In Sicilia,
prima è stata in Messina dal secolo XIV al XVI dove godette
nobiltà in quella mastra e s’imparentò con i
Mastrilli, con i Ventimiglia, in
provincia di Messina possedette come feudo Tortorice e nel
ragusano Giarratana.
Un
Fulco d’Alagna
fu giurato a Mazara del Vallo dal 1415 al 1416(2)
. |
© Marsala (TP) - una delle residenze dei
baroni di Mothia |
Alla
fine del cinquecento e ai primi del 1600 si è trasferita a
Marsala con
Paolo
Alagna Mastrilli dei marchesi di Romagnano e notaio in Marsala. |
© Marchese Paolo Alagna,
notaio. |
Da lui discende, Natale
Nicola Alagna Ventimiglia (1691
†
1755) da cui,
Rosario
Alagna Clavica, notaio e giudice criminale in Marsala (1720
†
1799), nel 1792 fu insignito della
Baronia dell’isola di Mothia, avendola in feudum, per se
e i suoi libero e immune di gravezza, trasmissibile al
primogenito, da
Ferdinando IV re di Napoli e III re delle due Sicilie(3);
Archeologo per passione, incomincia nel 1793 i primi scavi
archeologici a Mozia a seguito incarico dei sovrintendenti alle
antichità della Sicilia occidentale, il principe di Torremuzza e
poi Monsig. Airoldi, portando alla luce diversi reperti
archeologici conservati in parte al museo Whitaker. In seguito è
stato nominato sovrintendente alle antichità del territorio di
Trapani, fu giudice criminale dal 1794 al 1795, alla sua morte
nel 1799, è stato sepolto nella chiesa del Carmine a Marsala,
oggi sede dell'archivio storico. |
©
Notaio Rosario Alagna Barone di Mothia. |
Primogenito di Rosario, B.ne Don
Natale Alagna
Sansone-Milo (1752
†
1810), giuriconsulto
sepolto nella stessa tomba del padre, nel 1798 fu incaricato
dalla magistratura di Marsala a contrattare con il comandante
della flotta francese, proveniente dall’Egitto e ancorata a
largo di fronte Marsala; ed altri sei fratelli. Di cui uno si è
trasferito a Partanna, dando origine al ramo di Partanna da cui
discende
Rosario
Alagna (Partanna, 12/6/1853
†
Palermo, 1924) matematico, docente all’Università di Catania e
di Palermo uno dei fondatori del Circolo dei Matematici di
Palermo. |
© Rosario Giuseppe M. Alagna, 3°
Barone di Mothia e Marianna Canino in Alagna |
Figlio di Natale: B.ne
Rosario Giuseppe Alagna Cusa (1787
†
1856), sposo di Marianna Canino. |
Figli: B.ne
Natale Alagna
Canino (1828
†
1908) dottore in farmacia, fondatore del laboratorio
farmaceutico “Alagna”,
Carlo Alagna Canino (1834
†
1914) da cui ha origine il ramo secondogenito,
annotato sull’Annuario della Nobiltà Italiana(4)
e sorelle. |
© Natale Alagna, 4° Barone di
Mothia. A destra: Natale Alagna, 6° Barone di
Mothia |
Figlio di Natale, B.ne D.
Giuseppe Alagna
Tumbarello (1863
†
1943), farmacista, e sorelle; figlio: D.
Natale Rosario Maria
Alagna Martines, (1901
†
1962) e sorella
Girolama.
Figlio di Natale e attuale rappresentante:
Giuseppe, Rosario,
Jacopo, Maria Alagna Bertolini, architetto n. nel 1937 e
sorella
Marianna,
n. nel 1935 farmacista.
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La Famiglia risulta iscritta nell’Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922, nel registro delle
famiglie nobili italiane, nell’Albo Nazionale Famiglie
Nobili.
Per
la genealogia si consiglia di consultare le
tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace. |
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© Napoli - Stemma Alagna.
A destra: Napoli - Cappella Palatina del Maschio
Angioino -
Conferenza su "L'amor Cortese a Napoli" e "I Cavalieri
dell'Ordine
del Nodo" |
Ancora oggi, quando si
parla dei personaggi che hanno dato lustro alle città del
Meridione, la famiglia d'Alagno,
i cui rappresentanti furono Cavalieri
dell'Ordine del Nodo, viene
ricordata
nelle conferenze che hanno
per tema la storia e l'araldica.
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Note:
1) - Nella ricorrenza del
23 giugno, era consuetudine fare il bagno a mare, gli
innamorati si scambiavano doni e le fanciulle portavano
un vaso con l’orzo coltivato, col quale predicevano il
loro destino amoroso.
2) - Catania 20/10/1415
R.C.f.143
3) - Vedi Appunto I° Volume
regie investiture 1129 foglio 63
4) - Vol.I, Parte II,
Ediz.XXX. SAGI |
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