Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
Armi:
la più antica: d’argento
poi: d’argento alla fascia
rossa(1).
ramo dei principi di Salerno:
inquartata, nel primo e nel quarto d’argento alla fascia
rossa, nel secondo e nel terzo d’oro a quattro pali rossi
(d’Aragona)
ramo dei conti di
Tricarico: d’argento alla fascia rossa con la bordura
di azzurro intorno allo scudo.
Motto: Nec morsus timebo.
Dimora: Bisignano, Salerno, Marcellinara e Napoli |
© Napoli
- Stemma Famiglia Sanseverino principi di Bisignano |
L’antica e illustrissima
famiglia Sanseverino, annoverata tra le Serenissime Sette
Grandi Case del Regno con i
d’Aquino,
gli
Acquaviva, i
del Balzo,
i
Ruffo, i Celano e i de Moliso, arrivò a possedere oltre
trecento feudi, tra cui Padula ove
nel
1306 Tommaso II Sanseverino
(1252
†
1324),
conte di Marsico
e
barone
di Sanseverino,
figlio di
Ruggero e di Teodora d'Aquino fondò la Certosa dedicata a San Lorenzo, dieci principati, dodici ducati, nove marchesati
e quaranta contee.
Certosa di Padula, sepolcro di
Tommaso II Sanseverino
(1252
†
1324),
conte di Marsico
Foto inviate dal collaboratore Matteo Fimiani da
Montoro (Av) |
L’epitaffio tradotto in italiano
dall’avv. Rosario Migliaccio di Sanfelice, così recita:
“In questo sasso sono chiuso io che posi le
fondamenta della tua casa Certosina;sono il conte di
Marsico, Tommaso Sanseverino; dal profondo del cuore
eleva
preghiere a Dio per me”. |
I
suoi rappresentanti ricoprirono cinque dei
sette Grandi Uffici del Regno:
Gran Conestabile, Grande Ammiraglio, Gran Camerlengo, Gran
Protonotario e Gran Giustiziere.
Vestì più volte l’abito di Malta.
Fu insignita delle più alte onorificenze: Grandato di Spagna di
1^ classe, dell’Ordine del Toson d’oro, dell’Ordine
dell’Ermellino, dell’Ordine
del Nodo, della Gran Croce dell’Ordine di S. Ferdinando e
del Merito, del Real Ordine di S. Gennaro e di molti altri.
Arrigo Sanseverino,
conte
di Mileto, nel 1381 fu cavaliere dell'Ordine
della Nave.
Godette di nobiltà in Genova, Venezia, Milano, Piacenza, Modena,
Capua, Salerno e Napoli ove fu aggregata al Patriziato
Napoletano del
Seggio di Nido
e, dopo l’abolizione dei sedili (1800), fu iscritta al Libro
d’Oro Napoletano nelle sue linee dei
principi di Bisignano,
principi
di Paceco e
conti di Saponara. |
Bisignano (Cosenza) |
Capostipite fu TURGISIO, discendente dei duchi di
Normandia, il quale passò nel Napoletano nel 1045 per seguire
Roberto il Guiscardo. Ottenne la contea di Sanseverino, in
Principato
Citra, oggi Mercato Sanseverino, dalla quale prese il nome
il Casato.
Roberto,
feudatario di Lauro, fu il capostipite della famiglia
de Lauro.
San Tommaso
d'Aquino ebbe l’ultima
visione nel castello di Sanseverino ove si recò in visita alla
sorella Teodora d’Aquino, nipote di Papa Innocenzo IV e moglie
di RUGGIERO II, conte di Sanseverino;
quest’ultimo sfuggito alla persecuzione di
Federico II di
Svevia. |
Mercato Sanseverino (SA) col suo
castello. A destra: Padula (SA) la Certosa
|
Il Casato si divise in varie linee e rami che
ottennero vari titoli, tra i quali:
Baroni di: Calvera,
Domanico,
Maldotto,
Marcellinara (1445),
Malvito,
Mendicino, Rocca Augitola, S. Fele
Conti di: Aliano, Altavilla, Altomonte, Anglone, Belcastro (1376),
Biccari, Caiazzo (1461), Capaccio, Caserta
(1166), Chiaromonte, Chiavenna, Colorno, Corigliano (1346),
Lauria (1465), Loseto (1346, Marsico (1266), Matera, Mileto,
Montescaglioso (1373), Montuoro,
Potenza, Ruvo (1346), Sanseverino (1045), Saponara, Soleto,
Terlizzi, Terranova, Tricarico (1380)
Marchesi di: Casalbora,
Rojano,
San
Lorenzo, Valenza,
Duchi di:
Amalfi, Corigliano, Erchie, Jelsi, Venosa (1391), San Marco (1445), S.
Pietro in Galatina (1539), Scalea, Somma (1521), Villermosa
Principi di: Bisignano (1465), Luzzi, Pietralcina, Salerno (1463), Paceco,
della Riccia, Sant’Agata, San Giorgio, Torrenova,
Primo Principe del Regno di Napoli (1662).
|
I PRINCIPALI RAPPRESENTANTI DEL CASATO |
I
Sanseverino furono acerrimi nemici degli
Svevi e sostennero la
venuta di
Carlo I
d’Angiò; nel 1266 RUGGIERO Sanseverino, col suo esercito,
partecipò valorosamente alla
battaglia di Benevento. Per incoraggiare i suoi militi e
terrorizzare gli avversari legò alla sua arma una maglia nemica
grondante di sangue; per tale motivo il sovrano gli concesse di
inserire nello scudo d’argento la fascia rossa. |
© Rappresentazione di Ruggiero
Sanseverino alla Battaglia di Benevento |
Nel 1276 il citato Ruggiero si recò alla conquista di
Gerusalemme e Cipro con la sua flotta, sotto le insegne
angioine; fu nominato vicario generale a Gerusalemme.
ROBERTO, conte di
Corigliano, gran ciambellano di re Roberto II d’Angiò e
gran giustiziere della Terra di Otranto, partecipò alla guerra
di Sicilia del 1335. La figlia MARGHERITA sposò Luigi di Durazzo
e fu la madre di re
Carlo III di
Durazzo.
Tommaso III (1311
†
1358), figlio di Enrico (†
1314) 4° Conte di Marsico, fu il 5° conte di Marsico, barone di
Sanseverino, Cilento e Lauria,
Gran Connestabile
del Regno di Napoli, sposò nel 1326 in prime nozze Sibilla
Pipino, figlia di Nicola Conte di Minervino e nel 1337, in
seconde nozze, Margherita de Clignet, figlia ed erede di
Giovanni de Clignet, Signore di Caiazzo e di Margherita
Stendardo dei Signori di Arienzo e Arpaia.
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Teggiano, sepolcro di
Enrico Sanseverino
(†
1314),
Gran Connestabile del Regno di Napoli. A destra:
Chiesa
di S. Antonio in Mercato San Severino (Sa ), monumento
di Tommaso III Sanseverino, vestito del saio francescano
Foto inviate dal collaboratore avv. Matteo Fimiani da
Montoro (Av) |
Nel 1400 BARNABO’, valoroso comandante, sconfisse a Galatina
Raimondo del Balzo Orsini, principe
di Taranto.
TOMMASO, decorato col titolo di conte di
Montescoglioso nel 1373, con i suoi militi liberò papa
Urbano VI,
al secolo Bartolomeo
Prignani (Napoli,1318 † 1389),
assediato a Nocera dall’esercito di Carlo III di Durazzo.
|
ROBERTO (1418 † 1488), valoroso combattente, fu
alle dipendenze dello zio Francesco Sforza; divenne primo
capitano d’Italia e governatore di Milano. Per aver aiutato
re
Ferrante I d’Aragona, nel 1461 ottenne il titolo di
conte di Caiazzo e il
privilegio di aggiungere il cognome d’Aragona al suo e di
inquartarne le armi. Sposò Elisabetta, figlia di Federico da
Montefeltro duca di Urbino. |
©
Caiazzo col suo castello - il feudo di Roberto Sanseverino |
La linea primogenita dei conti di Caiazzo si
estinse con MADDALENA che sposò Giulio de Rossi di San
Secondo.
Nel 1445 NICCOLO’ I, valoroso condottiero, con le sue milizie
conquistò Catanzaro ed ottenne per ricompensa la
baronia di Marcellinara da
Alfonso I
d’Aragona. |
Cosenza, Chiostro di San Domenico, portale e stemma Sanseverino |
VENCESLAO,
conte di Tricarico e Chiaromonte, duca di Venosa e poi di
Amalfi, sposò Margherita Di Sangineto, 4^ contessa di Altomonte
come erede per la morte di suo fratello Giovannello Di Sangineto
(†
1380), 3° conte di Altomonte, sposato con Sveva
Orsini non
avevano avuto prole; era figlia di Filippo o Filippello Di
Sangineto (†
1378), 2° conte di Altomonte e di
ILARIA
Sanseverino.
RUGGERO,
5° conte di Altomonte, conte di Tricarico e Chiaromonte etc.,
primogenito di Venceslao, sposò Covella
Ruffo,
figlia di Antonio, 4° conte di Montalto e di
GIOVANNELLA
Sanseverino dei conti di Mileto e di Belcastro.
Antonio
(1395 c.a † 1457 c.a), figlio del precedente, 6°conte di
Altomonte, 5°conte di Tricarico, 5°conte di Chiaromonte, conte
di Corigliano, 1° duca di San Marco (oggi San Marco Argentano)
etc.; promosse la costruzione del convento dei Domenicani di
Cosenza donando l'area di edificazione ubicata tra il suo
palazzo e la chiesa di San Domenico nel mentre era vescovo
Berardo
Caracciolo Pisquizi (1425-1452).
LUCA,
7° conte di Altomonte, 2° duca di San Marco etc. come erede di
suo padre, duca Antonio, servì il re
Ferdinando I d'Aragona
nelle guerre di Calabria ed ottenne, nel 1462, il possesso della
città di Bisignano e ne divenne il 1° principe. |
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A sinistra: Cosenza, Chiostro di San Domenico |
Altomonte, Duomo, stemma Sanseverino. Foto di
Bruno Pino |
Nel 1463 ROBERTO († 1474), conte di
Marsico, fu insignito del titolo di
principe di Salerno ed ottenne
il privilegio di battere moneta e nominare feudatari i suoi
vassalli; sposò Raimondina
del Balzo
e divenne il più importante personaggio del Regno. Fu nominato
grande ammiraglio e, al comando della sua flotta, le cui navi
innalzavano le insegne degli Aragonesi e dei Sanseverino, fu il
vincitore della battaglia di Ischia (1464) contro Giovanni
d'Angiò che aveva occupato l'isola, su invito di Giovanni
Torella, genero di
Lucrezia d'Alagno.
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© Napoli - Tavola Strozzi - la
flotta con i gonfaloni degli Aragonesi e dei Sanseverino rientra
a Napoli
dopo la vittoriosa battaglia di Ischia del 1464. |
Il figlio di Roberto, ANTONELLO († 1499),
conte di Marsico e principe di Salerno, sposò Costanza di
Montefeltro, figlia del duca di Urbino. Abitò nel sontuoso
palazzo di piazza del Gesù in Napoli, di cui oggi resta sola la
facciata facente parte della Chiesa del Gesù, fatto costruire
dal padre e terminata nel 1470. Nel 1486 fu il promotore
della
Congiura dei Baroni, fece imprigionare Federico
d’Aragona, secondogenito del re, durante la sua visita a
Salerno, il quale riuscì miracolosamente a fuggire. Il
Sanseverino dovette, quindi, espatriare e gli furono confiscati
tutti i beni. Ritornò in Italia con
Carlo VIII, re
di Francia, che, conquistata Napoli, costrinse re Ferrante II a
rifugiarsi ad Ischia.
Alla Congiura dei Baroni partecipò anche GIROLAMO Sanseverino († 1487),
figlio di don LUCA
(† 1470),
secondo principe di Bisignano,
duca di S. Marco,
conte di Tricarico e
Chiromonte,
fu arrestato rinchiuso nelle carceri di Castel Nuovo
ove morì nel 1487. Egli favorì lo stanziamento degli
Albanesi nelle sue terre, accordando
loro esenzioni tributarie e lo sfruttamento gratuito delle
terre. Sposò
Mandella
Gaetani
dell’Aquila d’Aragona, figlia di Baldassarre conte di
Morcone; la moglie dovette fuggire con i figli a Terracina ove
conobbe Francesco Gonzaga, nacque Carlo che diede origine al
ramo dei Gonzaga in Cosenza, grazie alle donazioni dei feudi
fatte da BERARDINO († 1517), figlio del citato Girolamo (†1487), terzo principe di Bisignano
e duca di San Marco,
Grande Almirante del Regno e
sposo di Eleonora
Piccolomini,
figlia di Antonio duca di Amalfi.
I coniugi abitavano, come i genitori, in
Napoli nel palazzo di loro proprietà oggi noto come palazzo Filomarino
di Rocca d'Aspide. |
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© Napoli - Palazzo Filomarino di
Rocca d'Aspide. A destra: Bisignano, Palazzo Sanseverino |
Il citato Berardino, dopo essersi rifugiato presso
re Luigi XII, ritornò a Napoli nel 1507. I cronisti
dell'epoca narrano che la moglie, in assenza del marito,
conduceva una vita libertina ed era l'amante del cardinale
Pier Luigi Borja, figlio naturale di Papa Alessandro VI, al
secolo
Rodrigo Borgia.
La duchessa di Amalfi morì, forse avvelenata dal marito per
vendetta, che mal sopportava i continui tradimenti.
Successivamente vi abitò il principe
PIETRANTONIO († 1568),
di cui si parlerà in avanti, con la seconda moglie Giulia
Orsini, figlia di Gian Giordano Signore di Bracciano.
Anche la Orsini conduceva una vita a dir poco "allegra" e,
pur di soddisfare i suoi desideri amorosi, ricompensava i
suoi occasionali amanti con grosse somme di danaro.
Il principe, dopo aver partecipato con un suo proprio
esercito alla
battaglia di Tunisi insieme all'Imperatore
Carlo V d'Asburgo-Spagna,
tornò a Napoli e si vendicò della moglie infedele facendola
uccidere.
Prima che il palazzo passasse alla famiglia
Filomarino, vi abitò il
principe Nicola Berardino († 1606)
con la moglie Isabella Feltre della Rovere, più avanti
citati.
STEFANO, conte di Matera, fratello
di VENCESLAO, conte di Tricarico e duca di
Venosa, partecipò come i suoi parenti alla Congiura
dei Baroni, fu condannato ed ucciso e il palazzo in Napoli
venne da re Ladislao di Durazzo confiscato e regalato alla
Repubblica di Venezia per farne sede dell'Ambasciata. In seguito
il palazzo fu acquistato dalla famiglia
Capone. |
© Napoli - Palazzo appartenuto ai
Sanseverino di Matera |
FERRANTE Sanseverino (Napoli, 1507 † Avignone, 1568), principe di Salerno, conte
di Marsico e duca di Villermosa,
ebbe per segretario il padre di Torquato Tasso; sposò Isabella
Villamarina, contessa di Capaccio. Nel 1535 comandò le truppe
napoletane
all'assalto di Tunisi.
Nel 1537 fu sfidato a duello da Vincenzo
Toraldo, marchese di Polignano;
il principe lo fece arrestare per aver il Toraldo violato
una severa prammatica che proibiva i duelli (B.Croce -
Duelli nel Seicento, in Curiosità storiche - pagg. 153-157).
Ferrante, non ancora soddisfatto, ritenendo la sfida giunta da
un titolato inferiore, fece uccidere il marchese da un suo uomo
appostato con l'archibugio dinanzi al carcere della Vicaria.
Fu perseguitato dal vicerè
Alvarez de Toledo per avergli impedito
di istituire il famigerato Tribunale dell’Inquisizione. Accusato
ingiustamente di tradimento dall’imperatore Carlo V, rinunciò a
tutti i suoi feudi e titoli, si trasferì in Francia ove fu
accolto con grandi onori. Si estinse così il ramo primogenito
dei principi di Salerno. |
Napoli - Targa in memoria del
popolo Napoletano che impedì l'istituzione del famigerato
Tribunale dell'Inquisizione |
Il Palazzo di piazza del Gesù, anch'esso confiscato, fu
acquistato nel 1584 da Niccolò
Grimaldi e rivenduto ai Padri
della Compagnia di Gesù, fu trasformato in Chiesa, consacrata
nel 1601 dal vescovo Alfonso
Gesualdo,
grazie alle cospicue donazioni fatte da Isabella
Feltria della Rovere, principessa
di Bisignano. |
Napoli - Piazza del Gesù, con
l'omonima
chiesa già Palazzo dei Sanseverino
principi di Salerno. A destra: lo stemma con le insegne
dei Sanseverino,
principi di Bisignano, e Isabella Feltria della Rovere |
PIETRANTONIO († 1568),
grande di Spagna, principe di Bisignano, duca di San Marco e di
Corigliano, conte di Tricarico,
Chiaromonte e Altomonte,
barone di Rocca Augitola,
Mendicino,
Domanico e San Fele, sposò
in terze nozze nel 1539 Irene Castriota Scanderbeg, figlia ed
erede di Ferdinando, duca di San Pietro in Galatina e Conte di
Soleto.
Alla morte del suocero e per maritali nomine divenne
duca di San Pietro in Galatina e
conte di Soleto; fu il primo nel
Napoletano ad ottenere l’Ordine del Toson d’Oro.
Nel 1527 Fagnano e Joggi erano casali e pertinenze della
baronia
di Malvito. Il principe di Bisignano gli smembrò e li vendette
ai Falangola.
NICCOLO’ BERARDINO († Napoli,
1606), principe di Bisignano e duca di Corigliano, sposò a
Napoli nel 1565 la già citata
Isabella Feltria della Rovere (Urbino, 1554 † Napoli,1619)
principessa di Urbino, figlia del duca Guidobaldo II e di
Vittoria Farnese principessa di Parma e Piacenza.
LUIGI
(Saponara,1587 † 1669),
conte di Saponara, di Tricarico e
Chiaromonte, barone di Rocca Augitola, Domanico, Mendicino,
Carole e San Fele, nel 1607 sposò Margherita Tagliavia d’Aragona,
figlia di Carlo duca di Terranova e di Giovanna
Pignatelli dei duchi di Monteleone;
nel 1662 ottenne da
re Filippo IV d'Asburgo-Spagna
i titoli di principe di Bisignano col Grandato di Spagna, e
primo principe del Regno di Napoli,
ereditò il ducato di San Marco alla morte di Michele Antonio
Orsini, duca di Gravina.
Don Carlo (?, 1590 † Napoli, 1677),
principe di Bisignano, primo principe del
Regno di Napoli, Grande di Spagna di prima classe alla
morte del fratello Luigi, sposò, in prime nozze, nel 1617 Orsola
Montalto, figlia di Bernardino
marchese di San Giuliano; in seconde nozze a Napoli nel 1620
Cecilia
Orefice, figlia di Francesco principe di Sanza e della
nobildonna Imara de Mendoza. |
© Napoli, altra variante dell'arma
dei Sanseverino ascritti al
Seggio di Nido e conti di
Aliano, terra in Provincia di Basilicata |
GIUSEPPE LEOPOLDO
(† Altomonte 1726), 10°
principe di Bisignano ecc., erede di suo padre
CARLO MARIA,
9° principe di Bisignano; Grande di Spagna di prima classe e
primo principe del Regno, nel
1717 fu nominato da
Carlo VI Gran Giustiziere del Regno, Cavaliere del
Toson d'Oro; ebbe significatoria di rilevio il 20
giugno 1705, s'intestò le terre di: Bisignano, Acri ed Altomonte.
Sposò Stefania Pignatelli, figlia di Nicola duca di Monteleone e
di Giovanna Pignatelli dei principi di Noia. Costruì in Acri il
palazzo Sanseverino, poi Falcone.
Acri (Cosenza), Palazzo
Sanseverino, facciata ed interno con affreschi |
Acri, Palazzo Sanseverino,
portale e affresco con stemma |
LUIGI
(Napoli,1705 † Acri, 1772), patrizio napoletano, 11°principe di
Bisignano, primo principe del Regno di
Napoli, conte di Tricarico e Chiaramonte, ecc., Grande di
Spagna di prima classe, cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro,
figlio primogenito ed erede di suo padre Giuseppe Leopoldo.
Sposò in prime nozze, a Napoli nel 1723, Ippolita
Spinelli dei Principi di San Giorgio († Napoli, 1734); in
seconde nozze, nel 1734, Cornelia
Capece Galeota duchessa di Sant’Angelo e Fasanella († 1773).
Acri, Chiesa del Convento
di San Francesco di Paola, lapidi del principe Luigi e
della Consorte
(2) |
Luigi Sanseverino, 11°
principe di Bisignano |
FRANCESCO (1745
†
1787), conte di Saponara, figlio secondogenito di NICOLO’
(†
1793)
principe di Paceco e marchese di S.
Lorenzo, nel 1771 sposò a Napoli Maria Saveria
Pescara dei duchi
di Calvizzano (†
1822);
succedette a Bartolomeo
di Capua,
principe della Ricca, gran
conte di Altavilla e conte di
Montuoro e Biccari. Assunse il doppio cognome
di CAPUA SANSEVERINO, inquartando
le armi. |
|
|
© Napoli - Cappella dei Sanseverino con le tombe
dei dei tre figli di UGO, fatti avvelenare da un parente
che sperava di ereditare (sec. XVI). Ugo era conte
di Saponara,
terra in Provincia di Basilicata (oggi comune di Grumento Nova);
fu generale del duca di Milano
Gian Galeazzo Maria Sforza, nominato senatore di Milano, fu
investito del feudo di Pandino
presso Crema, e successivamente di
signore di Florenza e della sua Pieve. IPPOLITA,
figlia di Ugo, nel 1528 sposò Sermone Vimercati di Crema, al
quale portò
in dote il feudo di Pandino; i suoi discendenti aggiunsero al
proprio il cognome Sanseverino creando la casata
VIMERCATI SANSEVERINO (3). |
Stemma inquartato Vimercati
Sanseverino |
TOMMASO (Napoli, 1759 † ivi, 1814),
fratello di Luigi, patrizio napoletano, principe di Bisignano e
di Terranova, Primo Principe del Regno di Napoli,
duca di San Marco e di Erchie,
marchese di Casalbore, conte di Tricarico, Chiaramonte e
Altomonte, Grande di Spagna di prima classe, fu ministro di
stato napoletano,
Gran Cancelliere dell’Ordine Reale delle Due Sicilie e socio
onorario della Reale Accademia di Storia e Belle Lettere. Sposò nel 1789 Livia
Firrao, figlia ed erede di Tommaso
principe di Sant’Agata, principe di
Luzzi, principe di Pietralcina
e duca di Jelzi.
PIETRO
ANTONIO (Napoli, 1790 † Roma,
1865), principe di Bisignano, Sant’Agata, Luzzi, Pietralcina e
San Giorgio, Primo Principe del Regno di Napoli , duca di Jelzi,
conte di Tricarico e Chiaramonte,
ecc., insignito dei maggiori Ordini equestri napoletani ed
esteri, fu Intendente Generale della Casa Reale di Napoli fino
al 1859; sposò nel 1807 Maria Antonia
Serra (Napoli,1790 † Roma, 1864),
figlia di Luigi duca di Cassano e di Giulia
Carafa della Spina dei principi
di Roccella.
Alla caduta del Regno
delle Due Sicilie seguì
Francesco II di Borbone nel suo esilio romano.
Giulia
Sanseverino, figlia dei predetti Pietro e Maria Antonia Serra,
impalmò Michele
Imperiali
d’Afflitto
di Villafranca (1793 † 1867); ebbero Maria Antonia che il
20.05.1850 sposò il conte Antonio
Coppola
(1824 † 1888).
FRANCESCO di Capua Sanseverino
(Napoli,1803 † ivi,1870),
conte di Saponara, figlio del conte
Luigi (Ruggiano,1776
†
ivi,1828),sposò
a Roma nel 1831 la principessa Costanza
Capece Zurlo († 1872),
figlia di Giovanni Antonio e Teresa
Imperiali dei principi di
Francavilla. |
© Napoli - Epitaffio su monumento
funebre di Francesco Sanseverino e della moglie Costanza Capece
Zurlo |
LUIGI (Napoli, 1823 † ivi, 1888), figlio di detto
Pietro Antonio (1790 † 1865),
patrizio napoletano, primo principe del Regno di Napoli,
principe di Bisignano, ecc., cavaliere del S.M.O. di Malta,
cavaliere del
Real Ordine di San Gennaro e di numerosissime
altre onorificenze, nel 1841 sposò Giulia
Imperiali de principi di Villafranca
(†1851). |
© Napoli - Villa Bisignano |
Fece apporre nell'androne del palazzo,
acquistato nel 1765 dal conte PIETRO ANTONIO Sanseverino dalla
famiglia Pignatelli, una scritta in ricordo del centenario del primo restauro della villa
fatto eseguire ALOISIO nel 1776. TOMMASO, principe di Bisignano,
trasformò il giardino della villa ad orto botanico con piante
rarissime. |
© Napoli - interno Villa Bisignano
e targa commemorativa |
Dal matrimonio nacquero sei figlie femmine e i
titoli passarono in Casa Costa per successione, a seguito di
matrimonio celebrato in Napoli nel 1864 tra la primogenita MARIA
ANTONIETTA (Napoli,1843 † Foggia,1875), contessa di Tricarico e
Chiaromonte, e il cugino Francesco Costa dei marchesi di
Arielli (Napoli,1835 † ivi,1899); il loro figlio primogenito LUIGI
Costa (Napoli, 1870 † ivi, 1939) nel 1897 acquisì il doppio cognome
COSTA SANSEVERINO. |
Stanislao Sanseverino (Napoli, 1764 † Forlì, 1826) dei principi di Bisignano
fu nominato cardinale da papa Pio VII nel 1816; partecipò
al conclave del 1823, che si concluse con l'elezione di papa
Leone XII. Il 21 marzo 1825 divenne cardinale diacono di Santa
Maria ad Martyres. Fu confratello
dell'Augustissima
Arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini e
Convalescenti, fondata a Napoli nel 1578. |
Napoli, ritratto del Cardinale
Stanislao Sanseverino |
La linea secondogenita maschile di Capua Sanseverino si estinse
con FRANCESCA SAVERIA (Napoli, 1832 † 1892), contessa di Saponara
e marchesa di Rojano, figlia del
conte Francesco Saverio e della principessa Costanza Capece
Zurlo, precedentemente citati, andata in sposa a Napoli nel
1851 al patrizio napoletano Luigi Bianchi de Dottula, marchese
di Montrone. |
© Napoli - Stemma di Capua
Sanseverino |
La linea di Marcellinara, ancora fiorente,
risulta iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana col
titolo di barone di Marcellinara,
nella persona di PATRIZIO Sanseverino (n. Catanzaro, 1879),
discendente di CARLO (Marcellinara, 1847 † ivi,1917),
barone di Marcellinara e Senatore del
Regno d'Italia nel 1913. |
© Napoli - Stemma Famiglia
Sanseverino |
Giovan Francesco
Rodinò
(1838 † 1913),
barone
di Miglione e
gentiluomo di
camera di Re Ferdinando II nel
1859, seguì re Francesco II a Roma dove sposò Maria Giuseppa Sanseverino,
marchesa di Sangineto, figlia del principe
di Bisignano Luigi; con il suocero si impegnò nel movimento
cattolico napoletano e fu
tra i componenti del
Comitato napoletano dell’Opera dei congressi e comitati
cattolici, costituitosi a Napoli il 28 luglio 1879. |
_________________
Note:
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
2)
- Nella lapide di Luigi è scritto per errore IX principe
di Bisignano, ma in realtà è XI.
3)
-
Marc'Antonio Vimercati Sanseverino,
figlio di Sermone e d'Ippolita, combatté nella guerra di
Cipro per la Repubblica di Venezia e fu ricompensato col
titolo di conte, sposò Cassandra dei conti Secco
d'Aragona.https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgibin/pagina.pl?TipoPag=prodfamiglia&Chiave=27411.
Milano, stemmi di Lantelmina
Secco e del consorte Gaspare Vimercati,
conte di Valenza |
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Bibliografia:
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Ivan Pucci "Guida agli stemmi nobiliari
di Cosenza e casali", pag 15. Editrice - Arti Grafiche
Barbieri. Cosenza 1996.
- Biagio Aldimari “Memorie historiche di diverse
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- Filiberto Campanile “L’armi, overo insegne dè nobili”,
Napoli 1610.
- Berardo Candida Gonzaga “ Famiglie nobili”, Napoli
1875.
- G. B. di Crollalanza “Dizionario storico-blasonico
delle famiglie nobili e notabili Italiane”, Pisa 1896.
- Vittorio Spreti “Enciclopedia storico-nobiliate
Italiana”, Arnaldo Forni Editore.
- Lorenzo Giustiniani “Dizionario geografico- ragionato
del Regno di Napoli”, Napoli 1797 – 1816.
- Nicola della Monica “Le grandi famiglie di Napoli”,
Newton & Compton editori 1998.
- Carlo Padiglione “Trenta centurie di Armi Gentilizie”,
Napoli 1914.
- Vincenzo di Sangro “Genealogie di tutte le famiglie
Patrizie Napoletane e delle Nobili fuori Seggio”, Napoli
1895.
- Luca Irwin Fragale, Microstoria e
araldica di Calabria Citeriore e di Cosenza. Da fonti
documentarie inedite, Milano, Banca CARIME, 2016.
- Enciclopedia Treccani. |
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