Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Orsini |
Arma:
bandato
di rosso e d'argento, col capo d'argento caricato da una rosa rossa, sul
tutto una piccola fascia d'oro caricata da un'anguilla d'azzurro(1).
L’anguilla è in ricordo
l’antica Signoria di Anguillara nei pressi del lago di Bracciano, mentre
la rosa ricorda la bolla di Papa Leone IX con la quale si ordinava di
benedire ogni anno una rosa d’oro da donare al primo barone di casa
Orsini. |
© Napoli - Stemma con le insegne delle Famiglie
d'Afflitto e Orsini, imparentate
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L’antica ed illustrissima famiglia romana Orsini, originata da
Orso di Bobone, nipote di Papa Celestino III (1191), al secolo
Giacinto di Bobone, ricoprì le più alte cariche in campo
civile, militare ed ecclesiastico.
Ebbe ben cinque Papi e numerosi cardinali, molteplici feudi e
titoli; godette di nobiltà anche nel Regno di Napoli dove
giunsero a possedere, sotto re Ferrante, cinque ducati e sette
Grandi Uffici della Corona.
Nella città partenopea fu aggregata nel 1477 al Patriziato del
Seggio di Capuana e successivamente a quello di
Nido, dopo
l’abolizione dei Sedili (1800) fu iscritta nel Libro d’Oro
Napoletano.
Il primo a passare nel Regno fu ROMANELLO Orsini († 1327) che nel
1292 ottenne da
Carlo II d’Angiò il titolo di
conte di Nola e la carica di
Gran Giustiziere del Regno; nel 1293 sposò Anastasia de Montfort,
contessa di Nola, Pitiliano e di Soana.
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© Lauro (AV) - Il castello che appartenne agli
Orsini di Nola
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I figli di NICCOLO’ Orsini (1331 † 1391) e di
Maria
del Balzo, figlia di Raimondo conte di Soleto,
diedero inizio alla linea degli
Orsini del Balzo.
Raimondo Orsini del Balzo (1361 † Taranto,1406),
Conte di Soleto,
fu Signore di Benevento, di Flumeri, Vico Equense e Marigliano;
nel 1384 fu Capitano generale e nel 1399 ottenne il titolo di
principe di Taranto
e i feudi Acerra e Guardia Lombarda. Nello stesso anno fu
Capitano generale di
Terra d’Otranto e Ciambellano di re
Ladislao di Durazzo.
GIORDANO († 1438) fu arcivescovo di Napoli nel 1401;
Giacomo Orsini
(†
1494) fu nominato vescovo di Pozzuoli il 1° dicembre 1493.
Vescovo Giacomo Orsini
(† 1438) |
Raimondo († 1459),
detto anche Raimondello,
patrizio napoletano,
nel
1381 fu nominato cardinale diacono ed è ricordato per aver
liberato papa Urbano IV dall’assedio di Lucera messo in atto
dall’esercito di Carlo III di Durazzo.
Nel 1418 sposò in prime nozze Isabella
Caracciolo, sorella di
Sergianni,
Gran Siniscalco. Fu decorato coi titoli di
conte di Sarno
e
Atripalda
nel 1426,
principe di Salerno
e
duca di Amalfi
nel 1448, ottenne i feudi di Ottaiano e Pomigliano nel 1419.
Ricoprì l’ufficio di
Gran Giustiziere
del Regno di Napoli.
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© Napoli - Monumento funebre di Caterinella Orsini
(1425 † 1470),
moglie di
Mariano d'Alagno (1425 † 1482)
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Orso
Orsini,
figlio illegittimo di Gentile Orsini,
conte di Soana, servì nel
1439
Alfonso
d'Aragona con duecento lance, ricoprì la carica di Gran
Cancelliere del Regno dal 1441 al 1447.
Dopo la morte di Alfonso I, nel 1468 Orso si ribellò a Ferrante,
nel 1460 occupò Manfredonia e Foggia. Il 7 luglio 1460 partecipò
alla
battaglia di Sarno
del 7 luglio 1460 sotto le insegne degli Angioini che riportarono
una strepitosa vittoria sugli Aragonesi. Nel 1462 Orso ottenne
la Contea di Nola e di Atripalda,
la Signoria di Baiano, Lauro, Palma, Avella, Ottaiano,
Monteforte e Forino. Nello stesso anno partecipò valorosamente
alla
battaglia di Troia.
Napoli, portale del
Palazzo fatto costruire da Orso Orsini, conte di
Nola, ora della Chiesa di Santa Maria del Rifugio |
Re Ferrante I d’Aragona aggregò gli Orsini alla Casa d’Aragona.
Raimondo
del Balzo (~1303 † Napoli,1375), conte di Ascoli
nel 1332 e conte di Soleto nel 1352,
ebbe tre mogli: Caterina
della Leonessa dei Signori di Montemarano, Margherita
d’Aquino,
contessa d’Ascoli, e Isabella Apìa.
Nominò suo erede universale il cugino
Nicola
Orsini.
Sveva del Balzo (~1300 † 1336),
sorella di detto Raimondo, sposò nel 1330
Roberto Orsini, conte di Nola. I
loro discendenti ereditarono i numerosi feudi e titoli dal
fratello di Sveva: Raimondo del Balzo, conte di Soleto, e
adottarono il doppio cognome ORSINI
del BALZO. |
© Nola - il palazzo fortezza costruito da
Orso Orsini |
Il conte
Orso Orsini fece costruire a Nola un palazzo-fortezza, chiamato
Reggia degli Orsini, dal 1460 al 1470. Una scritta recita: "Ursus
Ursino Genere Romanus Dux Ascoli Suane Nole Atripalde Q. Comes
Ha Hedes Fecit ".
Il 29 aprile 1500, i suoi discendenti fecero apporre una scritta
della lunghezza della facciata principale, che così recita in
italiano: "Orso, Alo, i cui avi, provenivano dall'Umbria, fu
insigne, giovanetto, nel maneggio delle armi. Divenuto uomo,
ricostruì il Campidoglio, completamente distrutto, tenne in onor
le leggi; liberò la Repubblica dai Falisci, riportò dall'esilio
i Quiristi; ricostruì i ponti, placò la plebe, riconciliò
l'Impero diviso, visse 48 anni ed otto giorni. Cosa sacra,
Vituria carissima, moglie di Orso Alo, nipote di Cesare Augusto,
scrisse versi sulla castità; visse 40 anni, 10 mesi e tre
giorni. I loro superstiti, otto figli e sei figlie, per sé e per
i loro discendenti, 29 aprile D.M."
Il monumentale
palazzo passò a Francesca Monbel, principessa di Sulmona; poi a
suo figlio don Ferrante
Lannoy; successivamente a donna Ippolita
Castriota
Scanderbeg,
vedova di Clemente Lanoj, che lo vendette a Maria
Sanseverino dei Principi di Bisignano, vedova del
conte Enrico Orsini. |
© Nola - Arma Famiglia Orsini di Nola |
Gli
Orsini conti di Nola possedevano, oltre alla reggia di Nola,
oggi Tribunale, uno splendido palazzo in Napoli eretto nel 1470,
oggi chiesa di Santa Maria del Rifugio e annesso Conservatorio
creato nella seconda metà del 1500 per ospitare le fanciulle.
Sull’architrave vi è ancora, quasi illeggibile, tra due rose la
seguente scritta: “HEC ROSA MAGNANIMI DEFENDITUR UNGUIBUS URSI –
HINC GENUS URSINUM ROMA VETUSTA TRAMIT. ANNO DOMINI MCCCCLXXI”
(Questa rosa è difesa dalle unghie del mirabile orso. Da qui
l’antica Roma fa discendere la famiglia Orsini. Anno del Signore
1471).
Il titolo di
principe di Salerno pervenne a
FELICE Orsini del
Balzo, figlio di GIANNANTONIO e di Anna
Colonna, che nel 1462
lo perse per ribellione e fu assegnato a Roberto
Sanseverino. |
©
Napoli - Stemma Famiglia Orsini |
GIOVANNI BATTISTA Orsini fu il 39° Gran Maestro
dell’Ordine di S. Giovanni in Gerusalemme dal 1467 al 1476; gli
Orsini vestirono più volte l'abito di Malta (vedi
lapidario).
NAPOLEONE Orsini nel 1519 fu abate di Farfa; è ricordato come
uomo crudele e feroce, tentò di rapire la sorella GIULIA per non
farla sposare con Pietro Sanseverino di Bisignano. Il
fratellastro GIROLAMO lo uccise ponendo fine alle sue azioni
criminali.
Anna
Orsini, figlia di
Raimondo principe di Salerno, conte di Nola, Sarno e
Atripalda,
sposò
Giovanni
della Ratta (†
1458), conte di Caserta e di Sant’Agata dei Goti.
FULVIO († Napoli, 1581) dei
duchi di Monterotondo fu nel 1560
vescovo di Muro e cinque anni dopo cardinale; ebbe l’incarico di
convincere il re di Francia, Carlo IX, a cacciare gli eretici
dal Regno.
Gli Orsini generarono molti rami, il più illustre fu forse
quello dei
duchi di Gravina
(1468),
conti di Conversano,
di Campagna,
di San Gemini,
Signori di Sant’Agata,
principi di Scandriglia,
di Solofra (1620)
e
di Vallata
(in cambio di Galluccio con anzianità 1653),
del S.R.I.,
conti di Muro (1483).
Il primo duca di Gravina fu
Giacomo Orsini nel
1468. |
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Ferdinando
Orsini, duca di Gravina e conte di Muro,
fece erigere nel 1513 (completato nel 1549) in Napoli un
palazzo, oggi sede della Facoltà di Architettura. Fu restaurato
nel 1762 dal cardinale Domenico Orsini; la facciata
dell'immobile è abbellita dai busti dei rappresentanti della
famiglia e una targa ci ricorda che: "Ferdinando
Orsini, di famiglia romana, duca di Gravina e
conte di Nerola, eresse dalle
fondamenta quest’imponente dimora per sé, per i suoi e per tutti
gli amici".
Ferrante
Imperato
(1550
† 1631),
Capitano della
Piazza di Nido a
Napoli (1589), realizzò un museo naturalistico
presso il Palazzo Gravina a Napoli, all’epoca visitato da numerosi studiosi naturalisti
europei. |
Napoli, lastra tombale di Flaminio
Orsini, figlio di Ferdinando, duca di Gravina,
conte di Muro, e di Beatrice Ferrillo,
fatta realizzare dalla consorte Lucrezia
del Tufo |
Donna Felice Maria
Orsini
(†
Napoli, 1647), 9° duchessa di Gravina alla morte
del fratello Michele Antonio I (†
1627) patrizio napoletano e nobile romano,
figlia di Ferdinando II (1538 †
1583) 7° Duca di Gravina e Signore di
Sant’Agata, e di donna Costanza
Gesualdo dei principi di Venosa, donò parte delle sue
proprietà in Napoli alla Congregazione dei
Chierici Regolari della Madre di Dio e finanziò
la costruzione del monastero e della chiesa, i
cui lavori iniziarono nel 1632, detta in
Portico.
Nel 1683 il complesso conventuale, composto da
tre edifici, giardini, logge e fontane ospitò
provvisoriamente il vicerè di Napoli Gaspar de Haro (1683-1687), marchese del Carpio.
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Napoli, la chiesa edificata da Donna
Felice Maria Orsini,
duchessa di Gravina. A destra: stemma |
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DOMENICO II Orsini d’Aragona (Napoli,1719 †
Roma,1789),
15° duca di Gravina, 6° principe di Solofra, 5° principe di
Vallata, 2° principe di Roccagorga, principe del S.R.I. e conte
Palatino, conte di Muro Lucano,
patrizio
Napoletano, patrizio Genovese, patrizio Veneto, patrizio di
Ancona, cavaliere dell’Ordine
di San Gennaro
nel 1743 fu creato cardinale
diacono e fu oratore della regina
di Napoli, Maria Amelia. Re
Carlo III di Borbone lo nominò
grande di Spagna di prima classe.
Sposò nel 1738 la principessa Paola
Flaminia Odescalchi
(Roma, 1722 †
Napoli, 1742), figlia del principe Baldassarre duca
di Bracciano, principe del S.R.I., e di Eleonora Maddalena
Borghese di principi di Sulmona.
Ritratto di Paola Orsini,
nata Odescalchi, duchessa di Gravina - dal volume in
collezione di Donna Viviana Bilotti Odescalchi
Per gentile concessione del N.H. Roberto
Bilotti Ruggi d'Aragona |
Paola Flaminia Orsini,
duchessa di Gravina, nata Odescalchi Borghese con i
figli
Per gentile concessione del N.H. Roberto
Bilotti Ruggi d'Aragona |
Roma, Basilica di San
Giovanni in Laterano, lastra tombale del cardinale
diacono
Domenico Orsini d'Aragona |
Il ramo dei duchi di Gravina risulta tra le famiglie patrizie
napoletane ascritte al Seggio di Nido e aggregate come montiste
al
Real Monte di Manso.
Pietro Francesco, (Gravina,
12 febbraio 1649 †
Roma,
21-febbraio 1730), figlio di Ferdinando III (Gravina, 1623
†
Napoli,
1658), 11° duca di Gravina, 2° principe di Solofra e di
Galluccio, conte di Muro Lucano, Signore di Vallata, nobile
Romano e Patrizio Napoletano, e di Giovanna
Frangipani della Tolfa, figlia di Carlo 2° duca di Grumo,
rinunciò alla successione paterna per diventare monaco
domenicano col nome di “Vincenzo Maria”. Fu ordinato
arcivescovo di Siponto (Manfredonia) dal 28 gennaio 1675 al 22
gennaio 1680 e di Benevento dal 18 marzo 1686 ed eletto Papa con il nome
di Benedetto XIII nel 1724. Fu sempre forte e costante il legame
con i Domenicani di Santa Caterina da Siena tanto che, nel
convento in Napoli, vi era una stanza destinata ad ospitarlo nei
numerosi soggiorni partenopei. Fece deporre nel lato destro
dell’altare della cappella di famiglia le reliquie dei
martiri di Otranto, dove rimasero sino al 1901.
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Napoli, cappella Orsini. A destra: stemma di Papa
Benedetto XIII |
Di seguito alcune
lapidi che ricordano le visite pastorali del cardinale
Orsini molto attivo nelle sue diocesi. |
San Giovanni in Galdo,
Chiesa di Santa Maria del Carmine, interno. A destra:
stemma del cardinale Orsini posto all'esterno della
chiesa |
Chiesa di Santa Maria del
Carmine, quadro con il ritratto del cardinale Orsini. A
destra: particolare libro con stemma |
Chiesa di Santa Maria del
Carmine, epitaffio in ricordo di Vincenzo Maria Orsini,
frate dell'Ordine (Domenicano), vescovo di
Frascati e cardinale arcivescovo di Santa Romana Chiesa,
che il giorno 19 giugno 1707, con rito solenne, consacrò
l'altare
maggiore della Chiesa dedicandola la culto della Beata
Vergine Maria del Monte Carmelo |
Pietracatella, altare
della Beata Vergine Maria e S.S. Giacomo Maggiore
Apostolo, di Gennaro vescovo e martire e di Antonio Abb.,
consacrato il 16 maggio 1703 da Fr. Vincenzo Maria
Orsini, Predicatore vescovo tuscolano, Cardinale
arcivescovo. A tutti coloro
che qui innalzano preci anniversarie, concesse 1oo
giorni di indulgenze in perpetuo |
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Filippo Bernualdo
Orsini
(Roma, 1742 † 1824), duca di Gravina e principe di Solofra,
Gentiluomo di Camera del Re di Napoli e Primo Cavallerizzo della
Regina di Napoli, sposò nel 1762 donna Maria Teresa
Caracciolo Rossi
(Napoli 1738 † San Giovanni a Teduccio, 1789), figlia di don
Marino Francesco, principe di Avellino e duca di Atripalda,
Gran Cancelliere del Regno di Napoli e generale di cavalleria
dei catafratti, e di donna Maria Antonia
Carafa della Stadera
dei duchi di Maddaloni.
Domenico
Orsini (Napoli,1790 † Roma,1874), Duca di Gravina,
Principe di
Solofra, di Vallata, di
Roccagorga, del S.R.I. e
Principe Assistente al Soglio
Pontificio,
Conte Palatino,
Conte di Muro Lucano, Grande di Spagna di prima classe, Patrizio
Romano, Napoletano ascritto nel Libro d’Oro napoletano,
Genovese, Veneto, fu Senatore di Roma dal 1834 al 1847;
nel 1850 Luogotenente Generale dell’armata pontificia, e
Ministro della Guerra l’8-XI-1850; sposò nel 1823 Donna Maria
Luisa Torlonia, figlia di Don Giovanni Duca di Poli, ed ebbero
per figli: donna
BEATRICE
(n. 27 luglio 1837), sposata il 27 febbraio 1877 al marchese
Urbano Sacchetti; donna
TERESA
(n. 2 febraio 1835), sposata il 2 ottobre 1853 al principe
Barberini
Colonna;
ed il primogenito don
FILIPPO
(1842
†
1924), patrizio napoletano, patrizio veneto, conte di Muro
Lucano, duca di Gravina, principe di Solofra e Vallata, principe
del S.R.I, assistente al Soglio Pontificio,
Cavaliere di Gran Croce del Sovrano militare Ordine di Malta nel
1875, sposato il 17 ottobre 1865 a Giulia, contessa de Hoyos
Sperinzestein (n. 1847), dama di Devozione dell'Ordine
Gerosolimitano, generarono: donna
MARIA ISABELLA
(n. 15 marzo 1867); don
DOMENICO NAPOLEONE (n. 7 novembre 1868),
principe di Solofra, sposato il 22 giugno 1891 a Domenica Varo;
donna CLARISSA
MARIA (n. 12 giugno 1871); don
LELIO NICCOLO'
(n. 5 dicembre 1877); donna
ALFONSINA MARIA
ANTONIETTA (n. 12 agosto 1779). |
VINCENZO GIORDANO
Orsini (Palermo, 1817 †
Napoli, 1889), dei
duchi di Bracciano
e conti di Nola, Comm. dei SS. Maurizio e Lazzaro, fu
dapprima ufficiale borbonico poi si dimise e si recò a
Costantinopoli; nel 1860 fu nominato da Garibaldi
ministro della Guerra e della Marina per aver
partecipato alla spedizione dei Mille. Col grado di
generale partecipò alla campagna del 1866 nei corpi dei
volontari. |
© Napoli - Busto del Generale
Vincenzo Giordano Orsini (1817 †
1889) dei duchi di Bracciano e conti di Nola |
Il
generale rimase in contatto epistolare con gli ex
garibaldini non nascondendo la delusione per aver
combattuto per un'Italia diversa da quella che si
auspicava; cercò di limitare gli immani disastri causati
al Mezzogiorno d'Italia come Sindaco di Napoli. Lo
stesso Giuseppe Garibaldi, nel 1688, così si espresse in
una lettera indirizzata ad Adelaide Cairola: "...Gli
oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono
incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male,
nonostante ciò non rifarei oggi la via dell'Italia
meridionale, temendo di essere preso a sassate,
essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo
odio...".
A distanza di oltre mezzo secolo, Antonio Gramsci
ammise: "Lo stato italiano, ovvero sabaudo, è stato
una dittatura feroce che ha messo a fero e fuoco
l'Italia meridionale, squartando, fucilando, seppellendo
vivi i contadini poveri che scrittori salariati
tentarono di infamare col marchio di Briganti".
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Altro personaggio illustre fu
Camillo
Orsini (Roma, 1492 † ivi, 1559), terzo signore di Lamentana
(2), figlio di Paolo e di Giulia
Santacroce, si trasferì a Napoli subito dopo
l’assassinio del padre ad opera di Cesare
Borgia
nel 1503. Intraprese la carriera militare e ben presto
partecipò a varie battaglie; fu nominato generale della
cavalleria da Papa Leone X, al secolo
Giovanni di Lorenzo
de' Medici, per aver
partecipato alla guerra di Urbino contro Francesco Maria
della Rovere.
Sposò, in prime nozze, Brigida Orsini di Bracciano e,
nel marzo 1520 in seconde nozze, Elisabetta Baglioni,
figlia di Giampaolo, signore di Perugia.
Al comando di 100 lancieri a cavallo nel 1524 partecipò
alla presa di Garlasco e nel 1525 alla
battaglia di Pavia.
In Puglia, insieme alle truppe francesi del maresciallo
Odet de Foix, visconte di Lautrec, occupò Barletta,
Trani, Monopoli, Mola e Polignano, e fu nominato
governatore generale in Puglia.
Nel 1529 dovette resistere all’assedio di Monopoli posto
da Alfonso
d’Avalos,
marchese del Vasto. A seguito del trattato di pace di
Cambrai del 5 agosto 1529, perse i feudi irpini di
Atripalda e Montefredano. Nel 1547 Paolo III lo nominò
governatore generale dell’esercito pontificio,
affidandogli il governo di Parma. |
Camillo Orsini
(1492
†
1559) |
Stimigliano (Rieti),
Castello Orsini
Foto inviata dal collaboratore Matteo Fimiani da
Montoro (Av) |
Napoli,
Lastra tombale della famiglia Orsini
del ramo detto Apostolico. Si noti in alto lo stemma
di questo ramo che ha
in aggiunta i carichi araldici della tiara ed a sinistra
una bandiera caricata di un crescente e nel capo tre
rose |
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Note:
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica. Codice miniato di Santa Marta -
Archivio di Stato di Napoli.
2) - Sul feudo di Lamentana,
i dicendenti di Camillo Orsini, ottennero il titolo di
marchese. |
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