Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Barrile

Arma: d'azzurro al grifo d'oro, attraversato da un lambello a tre pendenti di rosso. Alias: d'azzurro al grifo d'oro. Alias: d'azzurro al grifo d'oro, lo scudo con la bordura dentata d'oro.

P.zza S.G. - Ch. S.L.M.
© Napoli - Arma della famiglia Barrile

Le origini della famiglia napoletana Barrile si perdono nella notte dei tempi; probabilmente discende dai conti di Marsi e il cognome, secondo le leggi longobarde, fu assunto dai figli di Tommaso, Signore di Barile fortezza presso l'Aquila in Provincia di Abruzzo.
La famiglia Barrile ha goduto di nobiltà nelle città Napoli dove fu ascritta al Patriziato del Seggio di Capuano, Siracusa, Tropea, Messina, Reggio Calabria e Lavello; fu proprietaria di numerosi feudi e decorata con vari tritoli tra i quali:
baroni di: Fasanella (1486), Turolifi, San Leonardo
conte di: Monteodorisi

marchese di: Mongiuffi, Savonetta
duca di: Caivano (1623), Marianella (1635)

principe di: Sant'Arcangelo

Nicola Barrile fu uno dei comandanti delle galere di Carlo I d'Angiò che presero parte alla guerra di Acaja.
Nel 1327 Giovanni Barrile, governatore della Provenza per re Roberto II d'Angiò, insieme a Nicola Caracciolo, Nicola della Gatta, Angelo di Somma, ed altri nobili, seguì il Duca di Calabria in Toscana. Nel 1345 fece parte della Deputazione, insieme a Bartolomeo Carafa, Roberto d'Arminio, Andrea di Toro, Filippo Coppola, Nardo Ferrillo e Mastro Leonardo Terracciano, convocata da
Luigi re d’Ungheria che era giunto a Napoli col suo potente esercito per vendicare la morte del fratello Andrea, assassinato dalla moglie Giovanna I d'Angiò. I Deputati, subito dopo aver ascoltato l'elenco dei riscatti e balzelli che il re d'Ungheria voleva imporre, fecero armare la città i cui abitanti, venuti a conoscenza che tra le file nemiche vi erano alcuni ammalati di peste, erano determinati ad uccidere e dare fuoco a tutti gli ungheresi per evitare che il morbo si diffondesse anche in città. Il re nemico si impaurì a tal punto che fuggì precipitosamente.
Zizzola Barrile
è tra le dame della  sfarzosa corte  di Roberto II d’Angiò, che Boccaccio, innamoratosi  di Maria d’Aquino, che si disse fosse stata figlia naturale di Re Roberto,  fece partecipare  alla caccia  allegorica, insieme, tra le altre, a Letizia Mormile, Principessella, Lariella e Marella Caracciolo, Giovannola Coppola,  Caterina, Serella e Vannella Brancaccio,  Sobilia Capece,  Zizzola d’Alagna,  Beritola e Biancola Carafa, Vannella Bulcano, Tuccella Sersale, Alessandra e Covella d’Anna,  Berita e Costanza
Galeota,  Peronella e Covella d’Arco,  Marella Piscicelli, tutte citate con i loro nomi nel poemetto in terzine dantesche.
Pietro Barrile acquistò il feudo di Sant’Arcangelo da Carlo III d’Artus ai tempi di re Ladislao di Durazzo.

P.zza S.G. - Ch. S.L.M.
© Napoli - Variante dell'arma dei Barrile

P.zza S.G. - Ch. S.L.M.
© Napoli - Lastra tombale del nobile
Vincenzo Barrile - 1520

Monteodorisi, terra in Abruzzo citra, nel 1419 apparteneva a Perdicasso Barrile col titolo di conte; il feudo nel 1455 apparteneva alla contessa Giovannella del Borgo che la donò ad Antonella d’Aquino, moglie di Innigo d’Avalos.
Dopo l’uccisione di Sergianni Caracciolo nel 1432, la Regina Giovanna II designò detto Predicasso Barrile conte di Monteodoriso, tra gli esecutori testamentari e i sedici Baroni Governatori del Regno con Raimondo Orsini conte di Nola, Innico (Henricus) d’Anna, Gran Siniscalco del Regno,  Giorgio della Magna conte di Buccino, Baldassarre della Ratta conte di Caserta, Ottino Caracciolo conte di Nicastro Gran Conestabile del Regno, affinché lo conservassero alla sua morte (1435) per il suo erede Renato d’Angiò. 
Nel 1481 Michele Barrile partecipò valorosamente alla battaglia d'Otranto; partirono da Napoli insieme a lui Alberico Caracciolo con 6 cavalli, Aldasso d'Aiello con 5 cavalli, Alfonso d'Alagno, Andrea Caffarelli, Federico Boccalino con 3 cavalli, Galderisio de Rinaldo con 5 cavalli, Florio Gizzio con 5 cavalli, Filippo Mareri con 6 cavalli, Andrea Brusca regio Cortigiano, Ferdinando Quaranta con 6 cavalli, Galiotto Pagano con 6 cavalli, Giovanni Azzia con 12 cavalli, Giovanni Capano con 6 cavalli, Carlo Gesualdo, Ausio Apicella, Antonio Gentile, Filippo Anzani con 3 cavalli, Giacomo Palagano, Battaglino Sanseverino con 20 cavalli, Baldassarre di Costanzo ed altri.
Il conte di Monteodorisi nel 1486 acquistò Santangelo a Fasanella, terra in Principato citra che comprendeva la baronia di Fasanella, Santangelo, Bellosguardo e i casali di Ottani e Civita.
Caivano, un tempo casale di Aversa, apparteneva nel 1417 a Marino de Santangelo conte di Sarno, nel 1452 Gio. Antonio Marzano duca di Sessa la vendette a Cola Maria Bozzuto per 7.500 ducati, nello stesso anno pervenne ad Arnaldo Sans, nel 1456 pervenne a Onorato Gaetani conte di Fondi, nel 1504 a Prospero Colonna, nel 1535 a Costanza Pignatelli, nel 1545 a Baldassarre Acquaviva, nel 1596 l’acquistò per 38.000 ducati Andrea Matteo Acquaviva d’Aragona, ed infine ai Barrile. Nel 1648 Gio. Angelo Barrile risulta essere duca di Caivano.
Marianella era un tempo villaggio di Napoli.

P.zza S. Gaetano - M.O.S.L.M.
© Napoli - Sepolcro di Giovanni († 1356) e
Giacomo Barrile (†
1383)


© Napoli - Arma di Giovanni Calogero Barrile
Cavaliere del S.O.M. di Malta nel 1846

Giovanna Barile, figlia di Don Giovanni Angelo, secondo duca di Caivano, sposò nel 1638 Pompeo Colonna Romano († 1694) che nel 1608 aveva acquistato Altavilla in Principato citra, Valle in Terra di Lavoro e San Giovanni a Teduccio all'epoca casale di Napoli. Erede di Pompeo fu il nipote Giacomo che ottenne il titolo di duca di Altavilla; suo successore fu il nipote Giuseppe, figlio di Vittoria Barile coerede con sua sorella Silvia, principessa di Sant’Arcangelo, dei beni del padre Antonio Barrile e cioè le terre dell'Accettura Gorgoglione, Spinoso e Guardia Perticara, tutte nella Provincia di Basilicata, oltre alla proprietà dell'Ufficio di Segretario del Supremo e Regio Collaterale Consiglio del Regno di Napoli.
I titoli di principe di Sant'Arcangelo, duca di Caivano e Marianella passarono in casa Spinelli a seguito di matrimonio celebrato nel 1662 tra Tommaso Francesco Spinelli (1642 † 1689) marchese di Fuscaldo e Silvia Barrile (Napoli, 1650 † Caivano, 1672), principessa di Sant'Arcangelo e duchessa di Caivano e Marianella. Il loro figlio Giovanni Battista (1666 † 1696), Gran Giustiziere del Regno di Napoli, ereditò i titoli e assunse il doppio cognome Spinelli Barrile.
Giovanni Calogero Barrile fu cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1846.
Nicola Barrile, capitano del Reggimento Dragoni prese parte alla difesa del Regno delle Due Sicilie nel 1860, partecipando alla battaglia di Caiazzo e del Volturno.

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.


Casato inserito nel 3° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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