
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia di
Costanzo |
Arma: d'azzurro, a sei coste d'argento 3 e 3 poste in fascia,
abbassate sotto una riga rossa sormontata da un leone passante d'oro.
Dimora: Napoli. |

© Napoli - Stemma della Famiglia di Costanzo
dei duca di Camposano |
L'antica
famiglia di Costanzo, originaria di Pozzuoli dove la si trova
attestata dal 1179 con Messer Cristofaro di Costanzo, fu ascritta al Patriziato napoletano
dei Seggi di
Portanova
e
Montagna. Nel 1788
ottenne il titolo di
duca di Paganica e
nel 1793 il titolo di
marchese di S. Martino.
Nel 1272
la famiglia prestò a
Carlo I d'Angiò somme di denaro per sostenere
la guerra contro
Corradino di Svevia, insieme
insieme ai nobili
Pappacoda,
Macedonio,
Galeota, Caputo,
ed altri.
Nel 1353
Cristoforo di
Costanzo
fu Cavaliere dell'Ordine
del Nodo.
Il
7 agosto 1380 Spatinfaccia di Costanzo, insieme ai i suoi
fratelli Paolo e Clemente e a Buffillo
d’Anna,
prese parte ad una sanguinosa zuffa avvenuta
nella piazza della Sellaria fra i nobili di Capuana e Nido da
una parte e i nobili di Portanova e Porto dall’altra.
Giacomo de Costanzo detto
Spatinfaccia, Cavaliere dell'Ordine
dell'Argata, Signore di Teverola e di Scafati,
nella seconda metà del ‘300 sposò Mattiella d’Anna (†1399),
da cui Carlo e Tomaso, capitani di cavalli di Ladislao di
Durazzo, che presso Scafati uccisero Pietro
Acciapacia,
famoso cavaliere, in una disputa per il possesso di alcuni
bufali e quindi, riconosciuti dal Re nelle loro ragioni, furono
indultati.
Nel 1386 Giuliano di Costanzo fu uno degli otto uomini del bon governo della città
di Napoli insieme a Martuscello dell'Aversana, Andrea
Carafa,
Giovanni de Dura, Tuccallo di Toro, Paolo Boccatorto, Stefano Marzaro e
Otto Pisano. |
Ludovico di Costanzo (†
Pozzuoli, 1459), per i servigi resi dal padre Alessandro,
patrizio di Pozzuoli, alla causa aragonese, nel 1442, con
l’assenso del re
Alfonso d’Aragona, usurpò violentemente la
cattedra Vescovile di Pozzuoli, quantunque occupata dal vescovo
Fra Lorenzo III da Napoli, che per timore si riparò in Napoli;
il Pontefice Nicolò V, con Rescritto del 31 maggio 1447, Datum
Romae apud S. Petrum, concesse perdono al di Costanzo
dell’usurpazione consumata, e lo riconobbe qual legittimo
Vescovo di Pozzuoli(1). Successore di Ludovico fu Angelo
di Costanzo (†
1465 circa). |

Sepolcro di
Ludovico di Costanzo (†
1459), vescovo di Pozzuoli |

Sepolcro di
Angelo
di Costanzo (†
1465 circa), vescovo di Pozzuoli |
Lastra marmorea del 1643 con
inciso i nomi dei personaggi illustri di casa di Costanzo, e di
Agnesotta
Filomarino e
Caterina
Brancaccio |

Sepolcro del milite
Giovannello di Costanzo, fratello del
vescovo di Pozzuoli, Ludovico |
"A questa chiesa, un tempo
resa squallida dalla vetustà, è stata data nuova decorazione:
la facciata, chiusa da una recinzione di ferro, e le pareti
restaurate con intonaco;
e per i sacri canti è stato aggiunto un soppalco con due altari.
Il sacrario è stato ampliato acquistando il terreno adiacente.
duca Francesco Maria di Costanzo
che per i suoi meriti verso San Gennaro fu considerato degno,
volle che fosse scritto come suo erede universale.
I custodi della chiesa, nel 1915,
sotto la guida dell’architetto conte Carlo
Marullo,
si presero cura di tutto ciò.
Bernardo M. Caieta, rettore della chiesa." |
Nel 1481 Balbassarre di Costanzo partecipò valorosamente alla
battaglia d'Otranto; partirono da Napoli insieme a
lui Alberico
Caracciolo con 6 cavalli, Aldasso d'Aiello con 5
cavalli, Alfonso
d'Alagno, Andrea Caffarelli, Federico Boccalino
con 3 cavalli, Galderisio de Rinaldo con 5 cavalli, Florio
Gizzio con 5 cavalli, Filippo Mareri con 6 cavalli, Andrea
Brusca regio Cortigiano, Ferdinando
Quaranta
con 6 cavalli, Galiotto
Pagano con
6 cavalli, Giovanni Azzia con 12 cavalli, Giovanni
Capano con 6
cavalli, Carlo
Gesualdo, Ausio Apicella, Antonio Gentile,
Michele
Barrile, Giacomo Palagano, Battaglino
Sanseverino
con 20 cavalli, Filippo
Anzani
con 3 cavalli ed altri. |
L’immobile
del Casato in Napoli al cui
ingresso capeggia lo scudo, fu costruito agli inizi del 1500 e nel 1569
passò in eredità a Giambattista
della Porta; la figlia Cinzia sposò
Alfonso di Costanzo. Di successione in successione, il palazzo pervenne
a Francesco Maria di (o de) Costanzo, duca di Camposano.
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Giambattista Della Porta, scienziato, filosofo e commediografo |
Nell'anno 1766, per volontà del duca, lo stabile fu regalato alla
Deputazione del Tesoro di
San Gennaro.
Giovanni Battista
della Porta
(1535 † 1615), proveniente da famiglia facoltosa essendo il padre
armatore di navi, potè dedicarsi sin da piccolo agli studi. Uomo di
grande cultura, come si evince dai numerosissimi scritti che ha
lasciato, spaziò in numerosi campi della scienza (cosmologia,
geologia, ottica, prodotti delle piante, medicine, veleni, cucina,
cambiamenti chimici dei metalli, distillazione, colorazione del
vetro, smalti e ceramiche, proprietà magnetiche, cosmetici, polvere
da sparo, crittografia).
Fu anche filosofo, alchimista e commediografo. Fondò insieme a
Girolamo Ruscelli in Napoli l’Accademia dei Segreti, vi poteva accedere solo
chi dimostrava di aver effettuato una nuova scoperta scientifica.
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Si dedicò allo
studio della camera scura che spalancherà le porte alla fotografia
(il Daguerre solo nel 1836 si servì degli studi di Della Porta sulle
azioni chimiche prodotte dalla luce per ottenere immagini di oggetti) e
del cannocchiale perfezionato successivamente dal suo amico Galileo
Galilei.
Come
Galilei anche Giovambattista fu perseguitato dal Clero per eresia. Fu
grande amico di
Giambattista Manso, marchese di
Villa, che fondò l'Accademia
degli Oziosi. |
© Giugliano in Campania (NA) -
Cappella gentilizia famiglia di Costanzo, dove riposa in pace
anche Don Leonardo di Costanzo. |
Il feudo di Ripalimosani, sito in Contado di Molise, nel 1415 fu
donato a Riccardo de Aldemorisco dalla regina di Napoli
Giovanna II di Durazzo
(1414-1434); successivamente passò ai
Gambacorta,
quindi nel 1495 ad Andrea
di Capua, nel
1521 circa fu acquistato da Marino
Mastrogiudice. Il
feudo fu venduto , col diritto a ricomprarlo, a Giovan Vincenzo
del Tufo;
nel 1539 Fabio Mastrogiudice l’alienò per ducati 3.100 a Giulia
Pappacoda che sposò nel 1560 Orazio di Costanzo.
Nel 1584 Fulvio di Costanzo cedette il feudo di
Ripalimosani a Gio: Antonio di Stefano; infine, passò alla
famiglia
Mormile con
titolo di marchesato. |
Ripalimosani (CB), Croce viaria del sec. XVI con lo stemma
partito di Costanzo e Pappacoda |
Fulvio
di Costanzo,
marchese di Corleto, fu uno dei
benefattori dell'Augustissima
Arciconfraternita
ed
Ospedali della
SS. Trinità dei
Pellegrini e
Convalescenti,
insieme a tanti altri nobili tra i quali
Domenico
Campanile conte palatino,
Ferrante
Carafa
marchese di S. Lucido, Andrea
Giovene duca di Girasole,
Girolamo de Ponte marchese di Collenise,
Rodolfo
Acquaviva duca d'Atri,
Marcantonio Doria principe di Angri,
Vincenzo di Somma principe di Colle,
marchese Giovanni
Sanfelice, Filippo
Albertini principe di Cimitile, conte
Emmanuele Gaetani d'Aragona dei duchi di
Laurenzana. |
© Napoli - Cappella gentilizia della
Famiglia di Costanzo |
Angelo di Costanzo (Napoli, 1507 † ivi, 1591), figlio di Alessandro
e di Roberta Sanframondo, patrizio napoletano ascritto
al seggio di Portanova,
barone di Cantalupo, feudo in
Contado di Molise, fu uno storico e un poeta. Scrisse
la “Storia del Regno di Napoli”, fu amico dello
scrittore Berardino
Rota, del
poeta e storico Francesco
Poderico, del poeta Bernardo Tasso e di suo
figlio Torquato e del poeta Jacopo
Sannazzaro.
Era innamorato della bellissima Vittoria
Colonna dedicandole
alcune delle sue rime amorose. Nel 1540 fu bandito
dal Viceré di Napoli don Pedro
de Toledo e
si rifugiò nel suo feudo di Cantalupo; ritornò a Napoli
nel 1549 e nel 1589 fu uno dei sei membri della
magistratura napoletana. |

Angelo di Costanzo (Napoli, 1507 †
ivi, 1591) |
Giovanni Battista Costanzo, arcivescovo di
Cosenza dal 1591 al 1617; nel 1610 accolse i resti
mortali delle Sante,vergini e martiri Urbicina e
Secondina, inviati in Cosenza da Cladio
Acquaviva, generale dei Gesuiti, e le
depositò nel sarcofago preparato appositamente. Oggi i
corpi delle Sante sono collocate sotto l’altare maggiore
della Cattedrale. |
Cattedrale di Cosenza, sepolcro
predisposto nel 1610 dall'arcivescovo Giovanni Battista Costanzo
per i corpi
delle Sante
Urbicina e Secondina |
Girolamo di Costanzo (†
1633), patrizio napoletano, fratello di Flaminio
principe di Colle d'Anchise,
fu vescovo di Trivento dal 9 gennaio 1623 e dal al 1º
marzo 1627 al settembre 1633 arcivescovo di Capua. |
Trivento (Campobasso), al di
sotto dell'acquasantiera (a sinistra) lo stemma di Girolamo di
Costanzo, vescovo di Trivento |

Bojano (Campobasso),
stemma di Costanzo su portale dell'omonimo palazzo |

Venosa (Potenza),
Largo
Cavour palazzo Cufaro, stemma
di Costanzo |
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Nota:
(1) - Cenni biografici degli uomini
e donne illustri della città di Pozzuoli per l'Ab. Giuseppe de
Criscio, Lux in Fabula, Pozzuoli 1801. |
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