Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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I SETTE GRANDI UFFICI DEL REGNO
e gli Uffici minori. |
I sovrani esercitavano i poteri ed amministravano il
Regno di Napoli avvalendosi della collaborazione di alti dignitari.
Gli uffici erano sette e il re nominava, in ordine di
importanza:
1) il Gran Conestabile (o
Contestabile);
2) il Gran Giustiziere;
3) il Grande Ammiraglio
(o Amirante);
4) il Gran Camerlengo (o Camarlingo
o Camerlingo);
5) il Gran Protonotario (o Logoteta);
6) il Gran Cancelliere;
7) il Gran Siniscalco (o Maniscalco o Marescalco).
I dignitari, durante l’espletamento delle loro
funzioni pubbliche, indossavano un mantello rosso porpora foderato
di ermellino.
Quando si riuniva il parlamento reale, i posti
venivano così occupati: |
Come si evince
dall’immagine, il Siniscalco era ai piedi del sovrano mentre il più alto
dignitario, il Conestabile, sedeva al primo posto alla destra del re,
seguiva il Gran Giustiziere, primo posto alla sinistra, poi il Grande
Ammiraglio al secondo
posto alla destra del sovrano, e così via alternativamente.
1)-
IL GRAN CONESTABILE:
gerarchicamente, è il primo dei sette Uffici; definito dal Pontano
“Gran Maestro della Milizia”, da Scipione Ammirato: “Prefetto
pretorio” e da Scipione Mazzella "Generale e luogotenente del Re nelle
guerre". E’ il comandate in capo dell’esercito, difende i confini del
Regno e l’ordine interno, ha anche il compito di risolvere eventuali
dispute sorte tra cavalieri o nobili.
Per insegne, oltre a quelle del proprio casato, ha due bastoni poste in
croce di Sant’Andrea.
2)- IL GRAN GIUSTIZIERE:
è il secondo ufficio del Regno anche se alcune volte è stato preceduto
dal Grande Ammiraglio. Etimologia: giustiziere = esecutore della giustizia.
Esercita la giustizia civile e penale nel Regno, è il capo di tutti i tribunali;
il suo luogotenente è il Reggente della Vicaria, presiede la Corte della
Vicaria (in Castel Capuano).
Nel 1537 il vicerè don
Pedro de Toledo
riunì tutti i Tribunali in Castel Capuano. |
© Castel Capuano - il soffitto di
un'aula civile |
La Gran Corte della Vicaria era divisa in quattro ruote, due
civili e due criminali. La Regia Camera della Sommaria era
competente per le cause finanziarie e fiscali: il patrimonio
Reale, l'erario pubblico, le liti tra feudatari e quelle tra
i baroni e i lori sudditi. Il
Tribunale
della Zecca provvedeva al bollo delle unità di misura; il
Tribunale della Bagliva trattava le cause minori
civili di risarcimento danni.
La Vicaria criminale giudicava in
primo grado i delitti commessi a Napoli e nei suoi Casali e in
appello le cause già decise nei tribunali delle provincie del
Regno chiamati "Udienze".
La Vicaria civile trattava le cause
sino ad un certo valore, di eredità e quelle su prove
documentali (polizze bancarie, atti pubblici, ecc.). Il Capo
della Vicaria (Reggente) era un uomo d'armi (vedi il Gran
Camerlengo) e non di legge, non
aveva diritto di voto anche se poteva presiedere una
Ruota (oggi si direbbe Collegio).
La Regia Camera della Sommaria redigeva i bilanci del Regno che
veniva sottoposto al
voto favorevole del Collaterale (l'organo di governo che
affiancava il vicerè), al visto dei Seggi di Napoli
(l'amministrazione cittadina) e del Parlamento(sino al 1642). |
© Napoli - Particolare della
Cappella della Sommaria, ove i giudici pregavano prima
di emettere una condanna. |
Competente per i ricorsi contro le decisioni del Tribunale della
Vicaria e della Regia Camera della Sommaria era il
Sacro Regio Consiglio.
Il Sacro Regio Consiglio era, durante il periodo vicereale
spagnolo, la corte suprema di giustizia civile e penale; era
giudice di primo grado per le cause relative ai patrimoni
feudali.
Nelle provincie del Regno, oltre alle Udienze, esistevano nei
feudi le corti baronali
(1)
e nei comuni liberi le
Corti Regie.
Contro i provvedimenti delle Corte Regie si poteva fare appello
alle Udienze e, contro le decisioni di queste ultime, si
ricorreva al Tribunale della Vicaria.
La giurisdizione ecclesiastica era
competente per le persone e cose che si trovavano nelle chiese e
nel fabbricati annessi (monasteri, abitazioni, botteghe e
giardini dei chierici); spesso le chiese diventavano rifugio dei
malviventi. |
3)-
IL GRANDE AMMIRAGLIO:
è il terzo ufficio del Regno, salvo alcune eccezioni in cui ha preceduto
il Gran Giustiziere.
E' il capo delle forze navali del Regno, definito da Scipione Mazzella
"Generale del Mare". Difende le coste del Regno dalle incursioni nemiche
e garantisce la libera navigazione della flotta mercantile; esercita la
funzione giurisdizionale su tutte le genti del mare, nomina i giudici
che sentenziano nella Cappella Reale, situata dopo l'ultimo ufficio
civile della Vicaria. Nomina in ogni provincia del Regno un
Vice-Ammiraglio.
Per insegne ha due fanali oppure due ancore poste in croce di
Sant’Andrea.
4)- IL GRAN CAMERLENGO (o CAMARLINGO o CAMERLINGO):
etimologia: dal ted. Kammerling, Kammer = camera, fisco o tesoro
pubblico, ling = desinenza puramente germanica.
E' colui che riscuote le tasse, il
Soprintendente delle Finanze, deve tener conto di tutte le entrate ed
uscite. Il suo Luogotenente ha un suo tribunale detto Camera della
Sommaria dove vengono trattate le cause relative al fisco.
Per insegne, oltre a quelle proprio casato, ha due chiavi poste in palo.
5)- GRAN PROTONOTARIO:
etimologia: vocabolo ibrido composto dal gr. Protos = primo e lat.
Notarius = notaio.
Chiamato anche
LOGOTETA, parla in nome del sovrano nei pubblici
parlamenti e custodisce i suoi scritti. E’ il Presidente del Sacro
Consiglio, il Capo della Segreteria regia. E’ il primo ambasciatore del
re, il grande diplomatico; nomina notai e giudici, legittima i figli
nati al di fuori del matrimonio.
Per insegne ha un libro aperto.
6)-
GRAN CANCELLIERE:
il
sesto Ufficio, è il
custode dei regi sigilli, il Segretario del Re, sottoscrive i negoziati,
i decreti e gli atti emanati dal sovrano. Nomina i dottori di tutte le
facoltà.
Per insegne ha una ghirlanda di alloro.
7)- IL GRAN SINISCALCO (o
MALISCALCO):
etimologia: dal latino Seniscalcus, Seni = vecchio, scalcus = servitore;
il più vecchio servitore o ministro della casa.
E’ sottoposto al Conestabile; definito dal Pontano “Maestro di Campo” e
da Scipione Ammirato “Maggiordomo della Casa Reale”, “il supremo
ufficiale preposto alla tavola”. Provvede al vitto del Re e della Corte.
Per insegne, oltre a quelle del proprio casato, ha una coppa di Leocorno.
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GLI ALTRI UFFICI:
La carica di
Portolano
era quella di un magistrato con compiti di sorveglianza sulle
nuove costruzioni nella città, nonché gestiva i permessi per edificare.
Il Montiero Maggiore aveva la
giurisdizione sui reati di caccia.
L'Uditore Generale dell'Esercito
aveva la giurisdizione sui militari di terra; dipendeva dal Gran
Conestabile.
La Dogana aveva giurisdizione su
chiunque possedesse animali e terreni.
Il Grassiere
era un magistrato di nomina regia.
Gli eletti dei Seggi, detti capitani del Tribunale dell’Annona,
con il Prefetto dell’Annona nominavano il Grassiere, con il
compito “di fare, che le cose vadano per lo loro dritto
sentiero, e andando altrimenti, impedirle, e darne contezza al
Re o al Capitan Generale”(2).
Gli eletti con il Grassiere, poi, potevano punire i misfatti con
varie pene, esclusa quella della morte.
I
maestri razionali erano
magistrati fiscali, fino all’epoca di
re Ladislao.
Questi formavano una “curia” preposta al controllo dei conti
fiscali, oltre alla direzione e sorveglianza della coniazione
delle monete, nonché le locazioni, appalti sui dazi e gabelle. |
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Note:
1) - I magistrati erano scelti e
pagati dai baroni che sostanzialmente amministravano i loro
feudi.
2) - Capecelatro - Origine della
città.., p.143 |
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