
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Dentice |
Arma Dentice ramo dei
Pesci:
d'azzurro
al pesce dentice ricurvo d'oro, alla bordatura di sedici
pezzi d’ argento e di rosso(1).
Arma Dentice ramo delle stelle:
spaccato nel 1° d'argento al leone uscente d'azzurro
accompagnato da sei plinti rossi coricati ed ordinati in orlo;
nel 2° d'azzurro a tre stelle d'oro, ordinate 2 e 1. Alias:
spaccato nel 1° d'argento al leone
uscente d'azzurro accompagnato da nove plinti d'oro coricati ed ordinati in orlo;
nel 2° d'azzurro a tre stelle d'argento ad otto punte, ordinate 2 e 1
(2). |

Carovigno (BR) - Stemma del conte
Alfredo Dentice dei Pesci posto all'ingresso del castello di Carovigno. |
La
famiglia Dentice, originaria di
Amalfi, si trasferì prima in Sorrento ove godette di nobiltà
nel seggio di Porta e poi in Napoli, ove si divise in due rami;
quello dei Dentice dei Pesci fu aggregato al Patriziato
napoletano del
seggio di
Capuana e quello dei Dentice delle Stelle al
seggio di Nido. Entrambi
i rami furono ascritti al Libro d’oro napoletano nel 1800.
Alcuni storici sostengono che il capostipite fu Sergio, conte
della repubblica amalfitana nel X secolo. Il Casato godette di
nobiltà anche a Salerno, nel seggio di Campo e nella città di
Capua.
DENTICE DEI PESCI
A
Pandolfo Dentice,
nobile del seggio di Capuana, essendosi schierato con gli
angioini, gli furono confiscati tutti i beni da re Manfredi; nel
1272 riottenne da re
Carlo I d’Angiò
i beni, per aver partecipato con maestria d’armi alla
battaglia di Benevento.
Aloisio
detto “Naccarella”(vedi epitaffio Duomo di Napoli), Patrizio
Napoletano, Cavaliere, Signore di Viggiano,
Peschici e Ischitella,
Gran Giustiziere del Regno di Napoli durante i regni di
Carlo III di Durazzo e di
re Ladislao di
Durazzo.
Nel Duomo di Napoli vi è la lastra tombale con lo stemma dei
Dentice dei Pesci, con il seguente epitaffio: |
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Nel 1495 Carlo
Dentice fu tra gli Ambasciatori dei Sedili di Napoli, fra cui Giulio Cesare
Caracciolo, Filippo Capece, Paolo Brancaccio, Scipione Loffredo,
Girolamo Carafa, Tomaso Pignatelli, Angelo d’Anna,
Marcello Ruffo, Nicolò di Sangro, Angelo d’Alessandro,
Scipione Moccia, Cesare Agnese ed altri, che i Sedili
mandarono ad Aversa al Re Carlo VIII per dichiarare la
disponibilità dei napoletani ad accoglierlo come Re di
Napoli, come sarebbe avvenuto al suo ingresso a Napoli il
21 febbraio dello stesso anno.
Il 14 febbraio 1503, il giorno dopo la
disfida di Barletta, Consalvo
del Cordova, il Gran Capitano,
inviò da Barletta una lettera indirizzata
a
Luigi
Dentice, Barone di Vigiano, per informarlo
dell'esaltante vittoria.
Aloisio nel 1534 fu uno dei benefattori della
Santissima Casa
dell’Annunziata.
Giovanni Giacomo († 1561) sposò nel
1520 Porzia, figlia di Francesco
di Capua.
Giovanni Giacomo Dentice (1546 † 1608), del Seggio di Capuana,
sposò nel 1564 Caterina, figlia di Annibale
Mastrogiudice e di
Giovanna
Gambacorta.
Marcello († 1569) fu Vescovo di Teramo nel 1565.
Giovanni Francesco (†1562) aveva una rendita di 315 ducati sui
proventi di Belmonte; nel 1524 sposò Eleonora, figlia di
Giovanni
de Guevara Signore di
Savignano, e di Lucia
Tomacelli. |

©
Napoli - targa in memoria di
Ladislao Dentice, benefattore della SS. Casa dell'Annunziata |
Nel
1638
Placido
(Napoli,1595
†
ivi, 1650) fondò a Napoli, insieme ad altri cavalieri
napoletani, tra cui Carlo Onero
Cavaniglia, Tommaso
Filangieri,
Scipione
Filomarino, Carlo
Dentice delle Stelle,
barone di Fornelli,
Scipione
di Sangro duca di
Casacalenda, Giovan Battista di Sangro principe di Viggiano e
Giovan Francesco di Sangro principe di Sansevero, il
Monte Grande de’ Maritaggi, istituzione benefica con lo scopo di
assicurare una cospicua dote alle fanciulle aristocratiche che
si sposavano
(3).
Nel 1725 Placido
(Napoli, 1669
†
ivi, 1751) fu decorato col titolo di
principe di Frasso.
Il
principe Placido Dentice, Ferdinando Sanfelice, Marcello
Caracciolo, principe Pietro de Cardenas
ed altri ristrutturano la statua del Nilo in Napoli. |
Nel
1724 Gerardo (Napoli, 1695 †
ivi, 1777), 2° Principe di Frasso alla morte del padre, sposò la
contessa Maria, figlia ed erede del conte Giuseppe Masserenghi,
che nel 1705 acquistò il feudo di Torre Annunziata
dal principe Urbano Barberini; nel 1747, per successione di casa Massarenghi, ereditò il titolo di
Conte
e nel
1761 il feudo di Torre Annunziata.
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© Torre Annunziata - Cappella
Dentice - Massarenghi |
Nel 1756 il
conte Placido (Torre Annunziata, 1725
†
Napoli, 1785), 3° Principe di Frasso e Signore di Torre
Annunziata, sposò Donna Francesca Caracciolo, principessa di San
Vito dei Normanni, in
terra d'Otranto,
e Crucoli, in
Calabria
Ultra II.
Nel 1787 il
conte Don Gerardo (Napoli, 1761
†
ivi, 1811), 4° Principe di Frasso e Signore di Torre Annunziata,
fu insignito dei titoli di
principe di San Vito
e di
principe di Crucoli.
Nel 1785 sposò
Donna Ippolita
di Tocco, figlia del
principe di Montemiletto e di Donna Maria Maddalena
d’Aquino dei principi di Caramanico. Fu
reggente del Consiglio Collaterale del Regno di Napoli.
Nel 1792 comprò il feudo di Carovigno e divenne
proprietario del castello,
che dal 1742 apparteneva Michele
Imperiali, principe di
Francavilla che aveva trasformato la fortezza a residenza
signorile. |

Carovigno, stemma Dentice dei Pesci |
Nel 1811 il conte
Michele (Napoli,
1789 †
ivi, 1812), principe di Frasso, di San Vito e di Crucoli, sposò
Donna Anna Maria
Doria, figlia di
Marcantonio, principe d’Angri.
Nel 1819 il conte Luigi ( Napoli, 1791 † ivi, 1850),
principe di Frasso, sposò Donna Marianna
Serra, figlia di
Pasquale dei Duchi di Cassano; il loro figlio secondogenito
Alfredo Dentice (Napoli, 1828 † ivi, 1886) intraprese la
carriera militare, fu prima Guardia del Corpo del 1° Reggimento
Ussari e nel 1859 Aiutante di Campo. |

Don Alfredo Dentice (1828 † 1886) |
Nel 1904 il castello di Carovigno divenne residenza del conte
Alfredo Dentice
(Napoli,
† 1940)
e della
moglie, la contessa Elisabetta Von Schlieppenbach. |

Carovigno (BR) - Atrio castello del
conte Alfredo Dentice dei Pesci |
DENTICE DELLE STELLE
Giovanni, ai tempi della regina
Giovanna II di
Durazzo, fu il capostipite dei Dentice delle Stelle che si
divise, a sua volta, in altre due linee.
Luigi Dentice
nel 1530 partecipò alla
presa di Tunisi,
insieme ad altri cavalieri napoletani tra i quali Fabrizio
Villani,
G. Cesare
Brancaccio e
Ferdinando
Sanseverino,
principe di Salerno.
Nel
1667 Carlo vendette il
feudo di Fornelli col titolo di
barone ai
Carmignano,
nel 1695 sposò Margherita
Recco
duchessa di Accadia, acquisendone il titolo.
Fabrizio, patrizio
napoletano del Sedile di Nido, sposò Luisa
Venato,
baronessa di Pagliara e contessa di Santa Maria Ingrisone; il
feudo di Pagliara (o Torre Pagliara) fu venduto dai coniugi
nel 1689 a don Pietro Paolo
Alfieri. Il feudo di Santa Maria Ingrisone
col titolo di
conte passò nel 1706 a Carlo Dentice (†
Castello di Acadia, 1720) figlio
primogenito di Luisa e Francesco.
Francesco Dentice delle Stelle, discendente di Carlo (1520 † ?)
e Giovanna
della Tolfa dei conti di Serino, nel 1733 fu
decorato da re
Carlo VI col titolo di
principe di Arecco, titolo poi passato alla famiglia
de Dura. |

© Napoli - stemma famiglia Dentice
delle Stelle |
Nel 1929 Francesco Dentice ottenne il titolo di
marchese.
Nella Basilica di S. Domenico Maggiore di Napoli vi è la cappella gentilizia dedicata a Santa
Caterina da Siena, il cui patronato appartenne ai Dentici delle
Stelle dalla prima metà del XIV secolo; oltre ai magnifici
dipinti, sulla destra si può ammirare il monumento trecentesco
eretto da Ludovico Dentice per onorare la memoria della moglie Dialta
Firrao, la cui immagine è
scolpita sulla lapide che copre la tomba. Sulla parete sinistra
vi è il sepolcro eretto da Carlo Dentice (1583†1668),
capostipite del Dentici di Accadia, per la prima moglie
Feliciana Gallucci (†1636) all’età di 27 anni, figlia di Lelio,
Patrizio napoletano, e di Vittoria della Leonessa.
Sul pavimento, la tomba risalente al 1564 di Carlo Dentice e
della moglie Giovanna della Tolfa, con ai lati due lastre
marmoree trecentesche di Ludovico e Ranuccio Dentice. Nella
parte più interna, vi è la lastra tombale, sempre del Trecento
di Costanza Dentice.
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© Napoli - Lastra marmorea di
Ludovico Dentice - Sec. XIV |
Nel 1734 il principe Paolo Dentice ristrutturò, insieme ad altri
nobili, in Napoli la
statua del Nilo. |
Gli eletti del popolo don Scipione Dentice,
don Pietro
Macedonio,
don Fabrizio
Caracciolo, don
Marc'Antonio
Muscettola, don Orazio
Sanfelice e Don Carlo
Grimaldi, in nome della città di
Napoli, si recarono nella chiesa di San Giovanni a Carbonara,
ristrutturata nel 1735, per portare ricchi doni a Maria Vergine
Consolatrice degli Afflitti, la cui immagine nel giorno della
SS. Trinità del 1620 comparve dopo la caduta della tonica di un
muro della bottega di un falegname. Nello stesso giorno, la
figlia del falegname acquistò miracolosamente la vista;
seguirono altri numerosi miracoli. |

© Napoli - Chiesa di S. Giovanni a
Carbonara |
Vari rappresentanti della famiglia Dentice delle Stelle furono
confratelli dell’ Augustissima Compagnia della Disciplina della
Santa Croce, prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel
1290 con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al
secolo
Giovanni Gaetano
Orsini (1216
†
1280),
ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72). L’
istituzione che fin dalle origini ha operato per il bene della
collettività, assistendo i più bisognosi, vanta tra i suoi
membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e il fior
fiore della nobiltà, con innumerevoli togati, uomini d'arme,
pubblici reggitori, esponenti delle lettere e delle arti, tra i
quali spiccano Jacopo
Sannazaro (1455
†
1530), i Cardinali Rinaldo Brancaccio (nel
1384 fece erigere la prima navata della chiesa) e Astorgio
Agnese,
e il duca di Maddaloni Domenico Marzio
Carafa, Priore
dell’arciconfraternita nel 1724.
Nell’oratorio
vi sono le insegne delle famiglie aggregate alla Compagnia della
S. Croce decorate nel pavimento in piastrelle di ceramica e
sugli scudi ovali in legno inseriti nel fregio del cassettone
ligneo del soffitto. |

© Napoli - Arma Famiglia Dentice
delle Stelle (4) |
Il complesso della Congregazione in Napoli dei nobili sotto il
titolo di S. Maria della Misericordia, fondata da San Gaetano
Thiene (Vicenza, 1480 † Napoli, 1547), istituzione benefica che
si occupava, fra le altre opere di misericordia, di curare i
sacerdoti poveri e i pellegrini nell’ospedale costruito accanto
alla chiesa, di dare degna sepoltura, di offrire alloggio ai
pellegrini, fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1806 e
dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Il S.M.O.
di Malta e le famiglie Dentice, Longo, Tufarelli, Capuano, Sanfelice, Maresca,
Lancellotti, Cattaneo, de Liguoro, de Brayda, Fasulo, Gagliani,
Rossi, de Werra, de Lutio, Paternò, Pasca, Gomez Paloma,
de Clario, Guarini, Spasiano, Piromallo, Campagna, Giusso,
Battiloro, Belli, de Lieto, Mazzarotta, Ammone finanziarono la
ristrutturazione della Chiesa. In ricordo di tale atto di
generosità, nell’Oratorio è stato affrescato la platea degli
stemmi dei predetti casati. |
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Note:
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
2) - Libro d'Oro Napoletano -
Archivio di Stato di Napoli - Sezione Diplomatica.
3) -
Nella
raffigurazione di armi in bassorilievi, monumenti funebri,
quadri e affreschi, per i motivi più disparati, spesso vengano
introdotte varianti sostanziali negli smalti o addirittura delle
pezze araldiche.
4) -
Istituirono il Monte Grande de’ Maritaggi 38
nobili, essi furono: Tommaso (detto anche Giovan Tommaso)
Filangieri figlio di Luigi barone di San Lorenzo e Filetto dei
duchi di Laurino, Scipione Filomarino Mastro di Campo, Carlo
Dentice delle Stelle, Pacido Dentice del Pesce, Carlo Cavaniglia
marchese di San Marco, Landolfo d'Aquino, Giovanni d'Aquino,
Alfonso del Doce duca di Cufriano, Giulio Caracciolo, Carlo
Andrea Caracciolo marchese di Torrecuso, Ettore Caracciolo
marchese di Barasciano, Giovan Francesco Caracciolo, Giuseppe
Caracciolo principe di Torella, Marcantonio Carafa, Carlo della
Leonessa principe di Sepino, Donato Coppola duca di Cassano,
Fabrizio de Silva, Federico Pappacoda marchese di Pisciotta,
Orazio di Gennaro, Francesco Galluccio, Ottavio Guindazzo,
Giovan Battista Brancaccio di Cesare, Ferrante Brancaccio di
Rinaldo principe di Ruffano, Paolo Marchese marchese di Camarota,
Giovan Francesco di Sangro principe di Sansevero, Scipione di
Sangro duca di Casacalenda, Giovan Battista di Sangro principe
di Viggiano, Goffredo Morra marchese di Monterocchetta e
Principe di Morra, Vincenzo Mora, Ottavio Monaco, il Consigliere
Tommaso de Franchis, Andrea de Franchis marchese di Taviano,
Francesco Maria di Somma, Carlo Spinello principe di Tarsia,
Giovan Battista Pisanello, Antonio Castigliar marchese di Grumo,
Orazio Suardo e Vincenzo del Tufo. |
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