Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.   

Famiglia de Cardenas

Arma: d'oro ai due lupi azzurri passanti l'uno sull'altro.

Titoli: duca di Malvito, marchese di Laino, conte d'Acerra, barone di Pisticci.

Dimore: Laino, Acerra, Pisticci e Napoli.

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© Napoli - Stemma con le insegne delle Famiglie Spinelli e de Cardenas, imparentate

La famiglia de Cardenas di origine spagnola giunse nel regno di Napoli con Alfonso ( 1476), cavaliere al seguito di re Alfonso V (1) poi Alfonso I d'Aragona re di Napoli, figlio di don Ferdinando e di Anna Emanuele appartenente alla casa reale di Castiglia; fu suo consigliere come anche del suo successore re Ferdinando, maggiordomo maggiore dell'infante Pietro, aio (precettore) del duca di Calabria Alfonso; fu vicerè di Gaeta, di Lauroro; possedette la terra di Traietto, Castelforte e Suio; sposò la castigliana donna Eufemia Villaraut con la quale ebbero per figli: Vincenzo, abate; Federico; Eleonora, sposò don Giovanni Ruffo di Calabria conte di Sinopoli figlio di Carlo e di Maria Centelles sorella del marchese di Crotone; Caterina, sposò Nicola d'Alagno, signore di Rocca Rainola.

Ferdinando ( 1511), primogenito d'Alfonso ed Eufemia, fu consigliere di re Federico d'Aragona il quale con privilegio del 7 ottobre del 1499 gli vendette la città di Acerra, sulla quale ottenne il titolo di conte con privilegio del 9 maggio del 1500 e, per il prezzo di 2.500 scudi ottenne il feudo di Laino in Calabria Citra (oggi comuni omonimi di Laino Borgo e Laino Castello in provincia di Cosenza) in quanto ne fu spodestato, nel 1797, Bernardino Sanseverino, su questa terra gli fu concesso il titolo di marchese, titoli che gli vennero confermati dal re cattolico nel 1507. Sposò Lucrezia d'Alagno di Marino, conte di Bucchianico e, di Caterina Orsini, vedova di Giovan Tommaso Brancaccio.


Laino Borgo e Laino Castello (Cosenza)

Alfonso ( 1519), 2° marchese di Laino e conte d'Acerra, figlio del precedente; sposò Sidonia Caracciolo di Lonardo, conte di Sant'Angelo e, di Diana Cantelmo; Sidonia, durante l'invasione francese del 1528 ad opera di Lautrec difese eroicamente Laino dall'assedio del capitano Simone Romano, conte di Capaccio, il quale dopo aver conquistato Cosenza ed i borghi sul fiume Crati, e, nella resa di Senise avendo fatto prigionieri il marchese di Laino e suo suocero, il principe di Stigliano,  notificava alla marchesa la consegna della roccaforte pena l'uccisione del marchese suo figlio Ferdinando (del quale si scriverà di seguito), lei rispose che se ciò fosse accaduto gli sarebbero rimasti altri quattro figli per continuare a combattere; nel castello trovarono rifugio tra gli altri: la principessa di Bisignano, la principessa di Stigliano e la contessa della Saponara; in seguito a questa risolutezza al castello, difeso dai soldati agli ordini di Filippo Maradia fu tolto l'assedio, per il rilascio del marchese si pretese il pagamento di 6.000 ducati.


La Marchesa di Laino accoglie i reduci della disfatta di Cosenza (incisione ottocentesca)

Ebbero per figli: Lonardo, sposò Faustina Villaut, signora della Terra della Rocchetta in Principato Ultra, ebbero per figlia Caterina la quale sposò: in prime nozze Giovanni Caetano d'Aragona, signore di Pedimonte e di Grottola, ed in seconde nozze Ercole Gonzaga di Ferdinando, principe di Molfetta, non avendo avuto prole suo zio Diego le succedette nella Terra della Rocchetta; Carlo; Guttiere; Diego; Diana, sposò Vincenzo Piccolomini d'Aragona; Lucrezia, sposò Luigi di Capua signore di Fornello ed il primogenito

Ferdinando o Ferrante (m.1539), 3° marchese di Laino e conte d'Acerra, fu affidato alla tutela di sua madre in quanto infante alla morte di suo padre, ebbe significatoria di rilevio per il marchesato di Laino come erede di suo padre Alfonso il 21 febbraio 1525; nel 1522 era stato aggregato al seggio di Nido (2).

Fu tra i partecipanti all'incoronazione di Carlo V a Bologna che avvenne il 30 agosto del 1529; sposò Bernardina Carafa della Stadera dei principi di Stigliano, ebbero come figli: Ferdinando; Ascanio; Ippolita, Sidonia e Giovanna presero i voti; Antonia, sposò in prime nozze Giovan Francesco Carafa, conte di Montecalvo ed in seconde nozze Filippo Caracciolo, marchese di Vico;  il primogenito fu

Alfonso, 4° marchese di Laino, conte d'Acerra, ereditò i feudi nel 1545; sposò in prime nozze Caterina Orsini dei duchi di Gravina ed in seconde nozze Camilla Carafa della Spina; sua figlia Lucrezia sposò Pietro Borgia, principe di Squillace.

vedi Spinelli di SCalea
Acerra (NA), Castello, oggi sede del Comune.

Carlo ( 1564), 5° marchese di Laino e conte d'Acerra, figlio d'Alfonso e Camilla, ereditò i feudi nel 1566. Fu preside di Calabria Ultra nel 1603; sposò in prime nozze Maddalena Rossi delle Onde dei conti di Caiazzo ed in seconde nozze Vittoria Caracciolo dei duchi d'Airola con la quale ebbero: Berardino, fu signore di Pisticci, soldato valoroso, partecipò sotto don Giovanni d'Austria alla battaglia navale di Lepanto, sposò Fulvia Caracciolo con la quale ebbero per figli:


Pisticci (Matera)

Giovanni, Giulio, Girolamo, Guttiere, Diana e Maria i quali non ebbero discendenza; Francesco, entrò nell'ordine dei Teatini; Ferdinando, Cavaliere di Malta; Pietro, maestro di campo; Luigi, Cavaliere di Malta; Roberta; Lavinia ed il primogenito

P.N.

P.N.

Il principe Pietro de Cardenas, Ferdinando Sanfelice, Marcello Caracciolo, principe Placido Dentice
ed altri ristrutturano la statua del Nilo in Napoli.

Alfonso ( 1664), 6° marchese di Laino e conte d'Acerra in qualità di erede del precedente; sposò in prima nozze Isabella di Troiano Spinelli, principe d'Oliveto, in seconde nozze Faustina di Fabio Carafa, principe di Colubrano.

Carlo, 7° marchese di Laino e conte d'Acerra per successione, nel 1665, a suo padre Alfonso, inizialmente ne fu tutrice sua madre Faustina, sposò Francesca Spinelli dei principi di Scalea.

Alfonso (n. Pisticci 1680 Capodistria, 1742) (3), 8° marchese di Laino e conte d'Acerra, erede di suo padre Carlo; sposò Caterina Pignatelli, ebbero per figli, tra gli altri, Giovanna (n. 1722 1779), la quale sposò Antonio II Spinelli, principe di Scalea i cui discendenti successero nel patrimonio araldico della famiglia de Cardenas, portò in dono di nozze la villa situata a Barra, casale di Napoli.

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© Barra, oggi Comune di Napoli, Villa Spinelli già de Cardenas. A destra: arma partita con le insegne delle
famiglie Spinelli e de Cardenas

Nicola Caracciolo ( San Giorgio a Cremano , 3 Aprile 1754 ), duca di Lavello e principe di Torella, sposò  Faustina de Cardenas ( 30 Marzo 1793), figlia di Alfonso IV de Cárdenas, 8° conte di Acerra e Caterina Pignatelli ( 16 Novembre 1728) dei duchi di Monteleone.

S.G.a C. - Ch. S.G.M.

S.G.a C. - Ch. S.G.M.

San Giogio a Cremano, lapide eretta da Vincenzo Caracciolo in ricordo di Nicola e Faustina de Cardenas

Ferdinando († 12 dicembre 1803), 9° marchese di Laino e conte d'Acerra, ne prese intestazione nel 1753 a seguito della morte di suo padre Alfonso e della premorienza del fratello primogenito Carlo. Nel 1797 fu nominato Cavaliere del Real Ordine di San Gennaro. Sposò Maria Francesca Pignatelli dei Conti di Fuentes.
Maria Giuseppa de Cardenas (1756 † 1812), 10^ marchesa di Laino, ebbe l'ultima intestazione come erede di suo padre Ferdinando il 17 dicembre 1805 prima dell'eversione (abolizione) della feudalità. Sposò in prime nozze il duca di Maddaloni della famiglia Carafa, ed in seconde nozze il generale Francesco Pignatelli dei principi di Strongoli, morì improle di conseguenza i titoli di casa de Cardenas passarono ai discendenti di sua zia Giovanna (già citata), la quale ebbe con Antonio II spinelli, principe di Scalea, Francesco Maria Spinelli (1749 † 1807), il quale sposando Maria Giuseppa Ungaretti ebbero per figlio Antonio Spinelli (1795 † 1884), sposato con Luisa Marulli dei duchi d'Ascoli  ed ebbero per figlio

Ch. S.C. a F.
Napoli, sepolcro di donna Maria Giovanna de Cardenas.

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© Napoli - Epitaffio in memoria di Maria Giovanna de Cardenas, sposa di Antonio Spinelli,
principe di Scalea e del S.R.I.

Francesco Spinelli (n. Napoli 1820 † ivi 1898), 11° marchese di Laino, conte d'Acerra per successione a Maria Giuseppa de Cardenas, titoli riconosciuti con Decreto Ministeriale del 21 aprile del 1895. Fu sindaco di Napoli, morì improle, gli successe un pronipote, Carlo Spinelli (n. 1883), 12° marchese di Laino e conte d'Acerra.

Duchi di Malvito

Giovanni de Cardenas ( 1675), Utroque Jure Doctor acquistò la terra di Malvito (oggi comune omonimo in provincia di Cosenza) dai fratelli Ignazio, Orazio, Domenico, Tommaso e Pietro Telesio, eredi universali del padre Bernardino, con seconde e terze cause, portulanìa e zecca per ducati 27.000 con Regio Assenso del 18 aprile 1667 registrato nel Quinternione 121, f. 207.

Fu il 1° duca di Malvito con privilegio dato da re Carlo II da Madrid il 17 agosto 1671.

Geronimo, 2° duca di Malvito per successione a suo padre Giovanni, ebbe significatoria di rilevio il 18 febbraio 1677.

Nel 1689 Paolo Sambiase, patrizio di Cosenza, acquistò il feudo di Malvito messo all'asta dal Sacro Regio Consiglio contro il patrimonio del duca di Malvito extinto titulo ossia il titolo di duca era estinto con i de Cardenas, successivamente, il 28 dicembre 1695, il re Carlo II gli concesse il titolo di duca sullo stesso feudo (4).

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.

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Note:
(1) - Alfonso, detto il magnanimo, principe della casa reale di Castiglia, divenne re Alfonso V d'Aragona e di Sicilia, Alfonso III di Valencia, Alfonso II di Sardegna, Alfonso I di Maiorca e di Napoli, re titolare di Corsica, di Gerusalemme e d'Ungheria, conte Alfonso IV di Barcellona.
(2) - Giuseppe Lumaga, “Teatro della Nobiltà dell’Europa”, Napoli 1725.
(3) - Dal testo di Gedeone Pusterla, I rettori di Egida, Giustinopoli, Capo d'Istria, Capodistria, 1891, p. 21:
“1742 S. A. Alfonso de Cardenas.
Principe del Sacro Romano Impero, Grande di Spagna  di I. classe ecc. ecc.; morì in questa città (Capodistria) nella casa Petrini sulla piazza della Fontana, e la sua salma venne depositata nella chiesa di S. Francesco. La lapide che copriva il di lui avello si trova nella campagna fu Petrini, poscia di Giuseppe Clanfer, Giacomo cav. Godigna, ed ora di Francesco  Deponte fu Francesco detto Lecuco, in contrada Provè, o Rivalta.
Egli figura tra i gentiluomini ascritti, nel secolo XVIII, al Terz'Ordine di S. Francesco ed alla Confraternita dei Cordiiglieri nella chiesa di S. Francesco dei Minori Conventuali in Capodistria, soppressa nel 1806.”
Si ringrazia il collaboratore Ottavio de Manzini per aver inviato questa interessante notizia.
(4) - Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Vol. III pag.79; Editrice C.B.C.1999.
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Bibliografia:

- Carlo de Lellis, “Discorsi delle famiglie Nobili del Regno di Napoli”, pagg.152/156, Napoli 1671-
- Franz von Lobstein, “Settecento Calabrese”, Vol. II,  Capitolo V “Laino e le sue famiglie nobili”, pagg. 331 – 356.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” a cura di Umberto Ferrari, Vol. III pagg.3/8; Editrice C.B.C. 1999.
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana”, 1928 – 1935.


 Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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