Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Case
Regnanti: gli Aragonesi |
Gli Aragonesi provenivano da una
regione della Spagna comprendente le province di Huesca, Teruel e
Saragozza. I primi principi discesero da Ramiro I (1035 - 1063) e da
Ramiro II d'Aragona detto il Monaco (1086 †
1157), re di Aragona, conte di Sobrarbe e di Ribagorza;
quest'ultimo è noto per aver giustiziato, tramite decapitazione,
molti nobili a lui ostili.
Lo stemma degli Aragonesi di Napoli è
costituito da quattro quattro pali di rosso in campo oro.
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I RE ARAGONESI (1442 - 1501):
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© Alfonso V d'Aragona, I come re di
Napoli - detto il Magnanimo
(1442-1457) |
© Ferdinando I, detto Ferrante I
(1458-1493)
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© Alfonso
II
(1494)
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© Ferdinando II , detto Ferrante II
o Ferrandino
(1495-1496) |
© Federico
(1496-1501)
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Alfonso V
d’Aragona e I come Re di Napoli detto il Magnanimo (Medina del
Campo, 24-2-1396
†
Napoli, 27-6-1458), prima di entrare in
città, rende onore alla ferrea resistenza dei Napoletani, stremati dal
lungo assedio, vietando ai propri soldati di compiere rappresaglie e
saccheggi.
Questo provvedimento divide gli abitanti in due partiti: i sostenitori
della nuova dinastia e i nostalgici degli Angioini.
Il monarca sposa Maria di Castiglia e decide di vivere a
Napoli; la capitale diventa il centro pulsante della confederazione
formata da Aragona, Catalogna, Valenza, Baleari, Corsica, Sardegna,
Sicilia e alcuni territori della Toscana. |
Napoli - Alfonso V, I come Re di Napoli, il Magnanimo,
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Sorge l’accademia
Pontaniana, il dialetto napoletano diviene la lingua
ufficiale e si innalzano magnifici edifici come la chiesa di
Monteoliveto, definita un gioiello del Rinascimento. Lo
splendido arco di trionfo, posto all’ingresso di Castel Nuovo,
immortala l’ingresso in città di re Alfonso, avvenuto il 26
febbraio 1443.
Il sovrano concede ampia autonomia in materia di giurisdizione
per saldare l’intesa con l’aristocrazia, istituzionalizza l'Ordine
della Giara, dà impulso allo sviluppo economico,
rafforza l’esercito e la marina, a protezione della flotta
mercantile; aiuta Giorgio
Castriota Scandeberg,
impegnato a contrastare l’avanzata dei Turchi. |
Nel giugno del 1458 Alfonso muore lasciando a Ferrante, figlio naturale
avuto con una sua cugina, il trono del Regno di Napoli e
all’altro figlio Giovanni, il Regno di Sicilia.
Lo rimpiange la sua bella amante
Lucrezia d'Alagno
che il popolo considera la vera regina di Napoli.
Ferdinando d'Aragona, detto Ferrante
(Valencia, 1423 † Napoli, 1494), poi duca di Calabria, il
30 maggio 1445 sposa Isabella di Chiaromonte (Copertino, 1424 † Napoli, 1465), principessa di Taranto,
figlia di Tristano di Chiaromonte, conte di Copertino, e di Caterina di
Taranto, sorella quest'ultima del principe di Taranto, Giovanni Antonio
Orsini Del
Balzo (1401 † 1463), di cui Isabella fu nominata
erede.
Su Ferrante, incombe la
minaccia di Giovanni d’Angiò, figlio di Renato, che scende in Italia per
restaurare il dominio angioino.
Il Sovrano
faceva parte dell'Ordine del
Dragone (o del Drago), un ordine militare istituito
dall'imperatore del Sacro Romano Impero Sigismondo di
Lussemburgo (1368 † 1437),
per contrastare il potere dell'Impero Ottomano.
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Napoli - Le navi aragonese nel porto,
particolare della
Tavola Strozzi (1465); a destra: Castel Nuovo
soldati
aragonesi |
Dopo una prima
sconfitta a
Sarno, il sovrano riesce a scacciare definitivamente i
Francesi, uscendo vittorioso nella battaglia terrestre di
Troia e,
principalmente, in quella navale di Ischia nel 1464; decisivo risulta
l’apporto dato dagli
albanesi e dalla potentissima famiglia napoletana dei
Sanseverino, come si evince dalla tavola
Strozzi che celebra il successo navale, su ogni nave sventolano le
insegne dei Sanseverino a prua, quelle degli Aragonesi a poppa.
Intanto, le attività artigianali e manifatturiere si
incrementano;
viene
riedificata Porta Capuana con le insegne dei Tastamara, la dinastia di
Alfonso d’Aragona.
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Napoli - Porta Capuana |
Ferrante, come il padre, dà un forte impulso alla cultura; compaiono le
prime stamperie. Giungono sempre più numerosi i forestieri, attratti
dalla floridezza economica, dalla splendore della corte, dalle
suggestive feste e dall’elevato numero di tornei, tanto che il Sovrano è
costretto ad emanare un editto contente i criteri per acquisire la
cittadinanza napoletana. Nel 1465 fonda l'Ordine
dell'Ermellino. |
Nel luglio del 1480 i Turchi, guidati da Akmet Pascià,
assaltano la cittadina di
Otranto
e la conquistano; i Pugliesi compiono gesta eroiche nella difesa e
preferiscono morire pur di non rinnegare Cristo, la carneficina avviene
sul Colle della Minerva.
Da Napoli parte, con le sue milizie,
Giulio Antonio
Acquaviva che
muore in
battaglia, ma le sue milizie
scacciano
i Turchi dopo un anno di duri
scontri e i corpi dei martiri, trovati incorrotti, vengono portati nella
Cattedrale d’Otranto e in parte nella chiesa di S. Caterina a Formiello
a Napoli. |
Napoli - Chiesa di S.Caterina a Formiello
dove riposano i Martiri d'Otranto. |
I baroni
del Regno ostili al sovrano aragonese ordiscono una congiura, Ferrante
gli invita al castello per una trattativa di pace ma vengono arrestati
nel salone che dal 1486 porterà il nome di “Sala dei Baroni”, oggi sede della Giunta comunale
di Napoli.
Tra i vari
baroni arrestati e strangolati risultano i nomi di Pirro
del Balzo (†1491),
conte di Acerra, e di suo fratello Angiliberto, conte
di Noja; Salvatore
Zurlo († 1486)
che
fu imprigionato e tutti i suoi averi furono confiscati;
Pietro Giovanpaolo
Cantelmo, duca di Sora e di Alvito, conte di Popoli
e di Arce; Antonio
Coppola, conte di Sarno, fu decapitato. |
I re Aragonesi
aggiungono nel loro stemma le insegne dei d’Angiò, dando una continuità
istituzione alle due Case, partendo dal presupposto che la regina
Giovanna II aveva, in un primo tempo, designato come suo successore al
trono Alfonso il Magnanimo, nominandolo duca di Calabria, titolo
ereditario della corona del Regno. |
Napoli - stemma aragonese inquartato con
le
insegne dei d'Angiò |
Napoli, sepolcro di Giovanna III
d'Aragona, figlia di Giovanni († 1517), ultima moglie di re
Ferrante I d'Aragona |
Ferrante muore nel gennaio del 1494 lasciando il trono al figlio Alfonso II
(Napoli, 4-11-1448 † Messina, 18-12-1495), duca di Calabria dal 1458 al
1494, re di Napoli dal 25-1-1494 al 23-1-1495.
E’ l’inizio del tramonto della dinastia aragonese, le due grandi potenze
d’Europa, Spagna e Francia, decidono di conquistare il Regno.
Carlo VIII, re di Francia, marcia verso Napoli e Alfonso II, non essendo
un cuor di leone, abdica a favore di Ferrandino (Ferrante II) che è
costretto a rifugiarsi ad Ischia, mentre i francesi occupano Castel Nuovo.
Dopo circa un anno, con l’aiuto del popolo, Ferrandino riesce a
riconquistare la capitale alla fine dell'anno 1495. Il monarca passa a miglior vita
giovanissimo, nell’ottobre del 1496.
Cinge la corona lo zio Federico I d’Aragona (Napoli, 1452 † Tours,
1504) ma solo per cinque anni;
nell’agosto del 1501 i Francesi occupano Napoli.
Termina così la dinastia dei Trastamara.
I francesi restano a Napoli solo due anni, dopo la
disfida di Barletta e la
battaglia di Cerignola, gli
spagnoli entrano trionfanti nella città.
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