Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.   

Case Regnanti: gli Aragonesi

Napoli - Stemma aragonese  Napoli - stemma aragonese - esterno Castel Nuovo

Gli Aragonesi provenivano da una regione della Spagna comprendente le province di Huesca, Teruel e Saragozza. I primi principi discesero da Ramiro I (1035 - 1063) e da Ramiro II d'Aragona detto il Monaco (1086 1157), re di Aragona, conte di Sobrarbe e di Ribagorza; quest'ultimo è noto per aver giustiziato, tramite decapitazione, molti nobili a lui ostili.


Ramiro II d'Aragona con le teste decapitate dei nobili
Quadreria N.H. Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona

Lo stemma degli Aragonesi di Napoli è costituito da quattro quattro pali di rosso in campo oro.

I RE ARAGONESI (1442 - 1501):

Alfonso il Magnanimo - Re di Napoli - ©Proprietà Fondazione Biblioteca Pubblica Arcivescovile "A. De Leo" di Brindisi.
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Alfonso V d'Aragona, I come re di Napoli - detto il Magnanimo
(1442-1457)

Ferranre I - Re di Napoli - ©Proprietà Fondazione Biblioteca Pubblica Arcivescovile "A. De Leo" di Brindisi.
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Ferdinando I, detto Ferrante I
(1458-1493)
 

Alfonso II - Re di Napoli - ©Proprietà Fondazione Biblioteca Pubblica Arcivescovile "A. De Leo" di Brindisi.
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Alfonso II
(1494)
 

Ferrante II d'Aragona - Re di Napoli - ©Proprietà Fondazione Biblioteca Pubblica Arcivescovile "A. De Leo" di Brindisi.
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Ferdinando II , detto Ferrante II o Ferrandino
(1495-1496)

Federico d' Aragona - Re di Napoli - ©Proprietà Fondazione Biblioteca Pubblica Arcivescovile "A. De Leo" di Brindisi.
©
Federico
(1496-1501)
 



 

Alfonso V d’Aragona e I come Re di Napoli detto il Magnanimo (Medina del Campo, 24-2-1396 Napoli, 27-6-1458), prima di entrare in città, rende onore alla ferrea resistenza dei Napoletani, stremati dal lungo assedio, vietando ai propri soldati di compiere rappresaglie e saccheggi.
Questo provvedimento divide gli abitanti in due partiti: i sostenitori della nuova dinastia e i nostalgici degli Angioini.
Il monarca sposa Maria di Castiglia e  decide di vivere a Napoli; la capitale diventa il centro pulsante della confederazione formata da Aragona, Catalogna, Valenza, Baleari, Corsica, Sardegna, Sicilia e alcuni territori della Toscana.

Napoli - Alfonso il Magnanimo - esterno Palazzo Reale
        Napoli - Alfonso V, I come Re di Napoli, il Magnanimo,

Sorge l’accademia Pontaniana, il dialetto napoletano diviene la lingua ufficiale e si innalzano magnifici edifici come la chiesa di Monteoliveto, definita un gioiello del Rinascimento.  Lo splendido arco di trionfo, posto all’ingresso di Castel Nuovo, immortala l’ingresso in città di re Alfonso, avvenuto il 26 febbraio 1443.
Il sovrano concede ampia autonomia in materia di giurisdizione per saldare l’intesa con l’aristocrazia, istituzionalizza l'Ordine della Giara, dà impulso allo sviluppo economico, rafforza l’esercito e la marina, a protezione della flotta mercantile; aiuta Giorgio Castriota Scandeberg, impegnato a contrastare l’avanzata dei Turchi.


Ritratto di Alfonso I d'Aragona - scuola napoletana del 1500, olio su tavola
Quadreria Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona

Nel giugno del 1458 Alfonso muore lasciando a Ferrante, figlio naturale avuto con una sua cugina, il trono del Regno di Napoli e all’altro figlio Giovanni, il Regno di Sicilia.
Lo rimpiange la sua bella amante Lucrezia d'Alagno che il popolo considera la vera regina di Napoli.
Ferdinando d'Aragona, detto Ferrante (Valencia, 1423 Napoli, 1494), poi duca di Calabria, il 30 maggio 1445  sposa Isabella di Chiaromonte (Copertino, 1424 Napoli, 1465), principessa di Taranto, figlia di Tristano di Chiaromonte, conte di Copertino, e di Caterina di Taranto, sorella quest'ultima del principe di Taranto, Giovanni Antonio Orsini Del Balzo (1401 1463), di cui Isabella fu nominata erede.


Ferdinando d'Aragona, detto Ferrante, primo re di Napoli
Quadreria Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona


Ritratto di Isabella di Chiaromonte (1424 1465), moglie di Ferdinando d'Aragona, detto Ferrante
Quadreria Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona

Su Ferrante, incombe la minaccia di Giovanni d’Angiò, figlio di Renato, che scende in Italia per restaurare il dominio angioino.
Il Sovrano
faceva parte dell'Ordine del Dragone (o del Drago), un ordine militare  istituito dall'imperatore del Sacro Romano Impero Sigismondo di Lussemburgo (1368  1437),  per contrastare  il potere dell'Impero Ottomano.

Napoli - ingresso Castel dell'Ovo - particolare della Tavola Strozzi

Napoli - soldati aragonesi
 

Napoli -  Le navi aragonese nel porto, particolare della Tavola Strozzi (1465); a destra:  Castel Nuovo soldati aragonesi

Dopo una prima sconfitta a Sarno, il sovrano riesce a scacciare definitivamente i Francesi, uscendo vittorioso nella battaglia terrestre di Troia e, principalmente, in quella navale di Ischia nel 1464; decisivo risulta l’apporto dato dagli albanesi e dalla potentissima famiglia napoletana dei Sanseverino, come si evince dalla tavola Strozzi che celebra il successo navale, su ogni nave sventolano le insegne dei Sanseverino a prua,  quelle degli Aragonesi a poppa.
Intanto, le attività artigianali e manifatturiere si incrementano; viene riedificata Porta Capuana con le insegne dei Tastamara, la dinastia di Alfonso d’Aragona. 

Napoli - Porta Capuana
Napoli - Porta Capuana

Ferrante, come il padre, dà un forte impulso alla cultura; compaiono le prime stamperie.  Giungono sempre più numerosi i forestieri, attratti dalla floridezza economica, dalla splendore della corte, dalle suggestive feste e dall’elevato numero di tornei, tanto che il Sovrano è costretto ad emanare un editto contente i criteri per acquisire la cittadinanza napoletana. Nel 1465 fonda l'Ordine dell'Ermellino.

Nel luglio del 1480 i Turchi, guidati da Akmet Pascià, assaltano la cittadina di Otranto e la conquistano; i Pugliesi compiono gesta eroiche nella difesa e preferiscono morire pur di non rinnegare Cristo, la carneficina avviene sul Colle della Minerva.
Da Napoli parte, con le sue milizie,  Giulio Antonio Acquaviva che muore in battaglia, ma le sue milizie scacciano
i Turchi  dopo un anno di duri scontri e i corpi dei martiri, trovati incorrotti, vengono portati nella Cattedrale d’Otranto e in parte nella chiesa di S. Caterina a Formiello a Napoli.

Napoli - La chiesa rinascimentale di S. Caterina a Formiello dove riposano i Martiri d'Otranto
Napoli - Chiesa di S.Caterina a Formiello dove riposano i Martiri d'Otranto.

I baroni del Regno ostili al sovrano aragonese ordiscono una congiura, Ferrante gli invita al castello per una trattativa di pace ma vengono arrestati nel salone che dal 1486 porterà il nome di “Sala dei Baroni”, oggi sede della Giunta comunale di Napoli. 
Tra i vari baroni arrestati e strangolati risultano i nomi di Pirro del Balzo
(1491), conte di Acerra, e di suo fratello Angiliberto, conte di Noja; Salvatore Zurlo ( 1486) che fu imprigionato e tutti i suoi averi furono confiscati; Pietro Giovanpaolo Cantelmo, duca di Sora e di Alvito, conte di Popoli e di Arce; Antonio Coppola, conte di Sarno, fu decapitato.

I re Aragonesi aggiungono nel loro stemma le insegne dei d’Angiò, dando una continuità istituzione alle due Case, partendo dal presupposto che la regina Giovanna II aveva, in un primo tempo, designato come suo successore al trono Alfonso il Magnanimo, nominandolo duca di Calabria, titolo ereditario della corona del Regno.

Napoli - Stemma con le insegne degli Aragonesi, dei d'Angiò, di Gerusalmme e di Ungheria
Napoli - stemma aragonese inquartato con le insegne dei d'Angiò


Napoli, sepolcro di Giovanna III d'Aragona, figlia di Giovanni († 1517), ultima moglie di re Ferrante I d'Aragona


Ferrante muore nel gennaio del 1494 lasciando il trono al figlio Alfonso II (Napoli, 4-11-1448 † Messina, 18-12-1495), duca di Calabria dal 1458 al 1494, re di Napoli dal 25-1-1494 al 23-1-1495.

Ritratti di Alfonso II d'Aragona, duca di Calabria dal 1458, (a sinistra) e re di Napoli dal 1494 (a destra)
Quadreria Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona

E’ l’inizio del tramonto della dinastia aragonese, le due grandi potenze d’Europa, Spagna e Francia, decidono di conquistare il Regno.
Carlo VIII, re di Francia, marcia verso Napoli e Alfonso II, non essendo un cuor di leone, abdica a favore di Ferrandino (Ferrante II) che è costretto a rifugiarsi ad Ischia, mentre i francesi occupano Castel Nuovo.
Dopo circa un anno, con l’aiuto del popolo, Ferrandino riesce a riconquistare la capitale alla fine dell'anno 1495. Il monarca passa a miglior vita giovanissimo, nell’ottobre del 1496.


Ritratto di Ferrandino (Ferrante II d'Aragona)
Quadreria Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona


Ritratti di Alfonso II d'Aragona, Alfonso I d'Aragona (al centro) e di Ferrandino (Ferrante II d'Aragona)
Quadreria Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona


Cinge la corona lo zio Federico I d’Aragona (Napoli, 1452 † Tours, 1504) ma solo per cinque anni; nell’agosto del 1501 i Francesi occupano Napoli.
Termina così la dinastia dei Trastamara.
I francesi restano a Napoli solo due anni, dopo la disfida di Barletta e la battaglia di Cerignola, gli spagnoli entrano trionfanti nella città.

 

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