
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Capece |
Arma:
di
nero al leone d'oro coronato dello stesso e lampassato di
rosso.
Titoli:
nobili di: Napoli (seggi
di Capuana e
di
Nido),
Benevento,
Lecce
e
Sorrento
baroni di:
Casapesenna,
Corsano,
Curdugliano,
Lucugnano
marchesi di:
Alvignano,
Brugnaturo,
Montefalcone,
Montesisa,
Polignano,
Pontelatrone,
Rofrano,
S. Marzano
duchi di:
Maglie,
Rodi,
Torre
Orsai
principi di:
Montaguto,
Montedoro. |

©
Napoli, piazza Riario-Sforza
Stemma famiglia Capece su lato palazzo ad
un'altezza di mt. 10 |
Lo storico Elio
Marchese afferma che la famiglia Capece faceva parte del nucleo
antico della nobiltà napoletana e che i Capece, essendo
numerosi, aggiunsero ai vari rami altri cognomi:
Aprano, Bozzuto, Galeota, Latro, Minutolo, Piscicelli, Scondito,
Tomacelli, adottando una varietà di insegne araldiche.
Per Scipione Ammirato le predette Case appaiono nobilissime e
antichissime, ognuna indipendente l'una
dall'altra.
Di certo i Capece
all'interno del
Seggio di
Capuana rappresentavano un gruppo unito, che divideva gli
onori e gli uffici insieme ai Caracciolo e alle famiglie più
recenti aggiunte nella piazza.
Si innamorarono di Don
Filippo Capace, appartenente
alla potente famiglia del
seggio di Nido, le
figlie
del barone
Toraldo:
Donna Regina, Donna Albina e Donna Romita, orfane nel 1320.
Un antico documento del Cinquecento “Chronica de la Nobiltà
della Piazza Capuana di Napoli” rappresenta i Capece, “nobili
homini di sangue gentile”, come la prima Casa nobile del
Seggio di Capuana, elencando separatamente la consistenza in “cavalieri”
delle
case Latro, Aprano, Zurlo, Piscicelli, Galeota, Scondito, senza
alludere ad alcun vincolo di parentela.
Il 1° gennaio 1584 fu istituito il Monte dei Capece e condizione
indispensabile per aderire ad esso e goderne dei benefici era
l’adozione del doppio cognome e inquartare la propria arma con
quella dei Capece, ossia un leone d’oro in campo nero.
Lo statuto fu modificato l'8 maggio 1591 da 23 cavalieri di casa
Capece che si riunirono nella dimora di Federico Capece
Tomacelli. |
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© Napoli - Stemma Famiglia Capece. A destra: Napoli - Palazzo Capece Tomacelli |
Il
Monte dei Capece assicurava alle fanciulle una cospicua dote in
caso di matrimonio o una sostanziosa rendita nel caso non
trovassero marito; ai cadetti si garantiva, oltre alla rendita,
lo studio, l’arte delle armi e “l’accompagnamento” verso
una carriera militare, civile o ecclesiastica.
Il primo rappresentante che si incontra negli
scritti è MARINO Capece di Sorrento, contestabile ai tempi
dell’imperatore Alessio Commeno (1081-1118).
La famiglia godette di grande nobiltà ai tempi degli Svevi
ricoprendo le più importarti cariche.
ANFRIGO fu uno dei cavalieri napoletani che nel 1130
presenziarono all’incoronazione di re Ruggiero II il Normanno.
ARRIGO e PIETRO furono contestabili sotto i re
Ruggiero I e
Guglielmo I detto il Malo.
GIACOMO fu
Gran Siniscalco
dell’imperatore Federico II di Svevia.
BERARDO fu giustiziere ed ENRICO vicerè di
re Manfredi.
CORRADO (†
Napoli, 1270), patrizio del Seggio di Nido, parteggiò per
Manfredi e Corradino di Svevia. |
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© Napoli - Monumento di
Corrado Capece († 1270).
A destra:
Napoli - Arma dei Capece
del Seggio di Nido |
Il Casato possedette molti feudi tra cui Atripalda, S. Martino,
S. Angelo, Pantanella, S. Mango, San Giovanni a Teduccio, ecc.
Fu insignito di numerosi titoli tra cui:
principe di: Monteacuto
(1638)
duca di: Rodi (1623)
marchese di: Bugnaturo (1622),
Pontelatrone (1635), Rofrano.
I Capece ascritti al Patriziato napoletano del
Seggio di Nido
ricoprirono le più prestigiose cariche in campo militare, civile
ed ecclesiastico.
Ebbero molti feudi nel tenimento di Aversa, oltre Morciano,
Casapesenna, Collelungo, ecc. e furono baroni di Siano e
Roccagloriosa;
quest'ultimo feudo fu acquistato da POMPEO Capece nel 1529 dalla
famiglia Carafa e poi fu venduto a Matteo
d'Afflitto.
CORRADO († 1482) fu governatore e arcivescovo di Benevento.
ANTONIO, dottore in legge, fu inviato dall'imperatore
Carlo V d'Asburgo-Austria
in Sicilia per riformare di Tribunali.
SCIPIONE († 1551),
Signore di San Giovanni a Teduccio (NA), umanista e
giureconsulto napoletano, fu presidente dell'Accademia
Pontaniana; scrisse molte opere tra cui "De principiis
rerum" nel 1546.
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© Napoli - Monumento funebre di
Bernardo
Capece (†1614),
Cavaliere del
S.M.O. di Malta |

© Napoli - Sepolcro di don Fabio
Capece e Porzia Dentice - anno 1622 |
Pompeo
d'Anna, figlio
primogenito di
D. Francesco barone di Laviano
e Duca di Castelgrandine, nel 1694 fu ucciso, a seguito di una futile disputa, nel Teatro di San
Bartolomeo,
alla presenza del Vicerè Santesteban, da
Giuseppe Capece,
fratello del
marchese di Rofrano e
dal cugino Bartolomeo Ceva Grimaldi, duca di Telese, i quali
riuscirono, al momento, a fuggire. Il delitto fu
particolarmente grave, “lesae maestatis” in quanto avvenuto in
presenza del vicerè, e i rei furono perseguiti con
determinazione, al duca di Telese furono sequestrati i beni
feudali e quindi i due furono catturati e incarcerati.
Evasi
di prigione, furono poi tra i cospiratori della famosa congiura del
Principe di Macchia contro
Filippo V, succeduto a
Carlo II nel 1700
al trono di Napoli, finendo il Capece fuggiasco ucciso dagli archibugieri del
vicerè e la sua testa affissa a un torrione del Castel Nuovo. |
Napoli - Volta sala per accedere alla Cappella Capece e stemma
famiglia Capece |
Nicola Maria Capece-Bozzuto Carofilio (1415
†
1473), nobile patrizio napoletano fu signore di
Afragola, Caivano, Frattaminore e Loseto.
Nel XVIII secolo, Carlo Andrea Capece (1715
†
1779) costruì una grande masseria lungo la via Regia a
Caivano, che divenne poi Palazzo Capece. |

Caivano (Napoli), Palazzo Capece |
Il palazzo passò al figlio Nicola Capece (1751
†
1823) e successivamente al nipote Michele Capece (1790
†
1873).
Michele ebbe dieci figli, tra cui Giorgio (1826
†
1872), che ereditò il palazzo
(1). |

Girgio Capece
(1826
†
1872) |
Dopo la sua morte, la proprietà passò alla moglie, la nobildonna
Maria Libertini, e successivamente al loro figlio Pietro
Capece (1881
†
1956). |
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Note:
(1) - vedi "Il Giornale di Caivano".
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