Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.     

Famiglia Spinelli

Stemma Famiglia Spinelli

Armi:
Spinelli di Napoli:

- d'oro all'aquila coronata di nero, linguata di rosso, caricata in cuore da uno scudetto del campo alla fascia di rosso carica con tre spini di argento a cinque punte
(1);
- d’oro alla fascia rossa caricata di tre stelle d’argento
(1).

Spinelli di Giovinazzo: di rosso alla spina di pesce d'argento sormontata nel capo da due rose bianche.

Motto: Undigue sursum.
Dimora: Napoli

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© Napoli - Arma Famiglia Spinelli dei principi di Cariati

La famiglia Spinelli è una delle più antiche e illustre di Napoli, feudataria sin dai tempi dei normanni e decorata dei più illustri ordini cavallereschi: Toson d'oro, Reale Ordine di S. Gennaro, Gran Croce di S. Ferdinando e del Merito, Grandato di Spagna; godette di nobiltà nel Seggio di Nido e, dopo la soppressione dei sedili (1800), fu iscritta in tutti i suoi rami  nel Libro d’Oro napoletano.
Le prime notizie risalgono al 1094 con Ugone Spinello crociato in Terra Santa insieme ai figli Filippo e Giacomo.
Ai tempi dei normanni, a Napoli vi erano due famiglie omonime e, per distinguersi l'una dall'altra, la prima era detta Spinelli di Somma per i possedimenti che avevano alle falde del Vesuvio, e la seconda Spinelli di Giovinazzo per la provenienza o le proprietà che avevano in detta città.
Gli Spinelli di Giovinazzo si estinsero nel 1680 con Laura andata in sposa ad Ascanio Raetano; a questo ramo appartenne
Niccolò (Napoli 1325 † Padova, 1407), conte di Gioia, dottore in legge, Consigliere di Giovanna I d'Angiò, Regina di Napoli. Nel 1366 fu nominato Gran Cancelliere del Regno. 

C.- S.P.a M.

Napoli - Arma Spinelli di Giovinazzo. A destra: Cappella Spinelli di Giovinazzo ereditata dai Raetano

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Napoli -  Altra Cappella Spinelli di Giovinazzo. A destra: Arma degli Spinelli di Napoli

Nella maestosa Cappella gentilizia degli Spinelli di Giovinazzo in Napoli, passata poi alla famiglia Muscettola, furono sepolti, tra gli altri e oltre al citato Niccolò, il fratello Matteo († Napoli, 1358, dottore in legge, Ciambellano Regio e poi Maestro Razionale, e Giovanni († Napoli, 1339) Reggente della Gran Corte Vicaria. Quest'ultimo edificò la Chiesa di S. Maria e l'ospedale annesso in Giovinazzo.

La famiglia godette di nobiltà anche in Firenze, Benevento, Lucera; un ramo degli Spinelli di Scalea si trasferì a Messina.
Gli Spinelli di Napoli, divisi in più linee o rami, possedettero numerosissimi feudi ed ottennero vari titoli, fra questi:

barone di: Accettura, Avella, Bellorisguardo, Bocchigliero, Bonito, Buonalbergo,  Calopezzati, Cerenza, Campana, Castelluccio, Fogna, Forniello,  Frasso,  Fuscaldo,  Grisolia, Guardia Lombarda, Montagna, Monte Spinello, Montemalo, Morano, Pantoliano,  Papasidero, Piagine Soprana e Sottana, Regina, Roccapimonte, San Giorgio, Sant’Anastasia, Saracena, Summonte, Trefeudi, Umbriatico.
conte di
: Acerra (1895), Bianco, Bovalino, Cariati (1505), Santa Cristina, Oppido, Quaranta, Scala, Seminara
marchese di: Altavilla, Buonalbergo (1623), Cirò (1585), Fuscaldo (1565), Laino (1895), Misuraca (1523-per successione casa Caracciolo), Romagnano, S.R.I. (1623), Ursonovo, Vico (1598 - per successione casa Caracciolo),
S. Maria a Gallo, Spinoso, Vico
duca di: Aquara (1598), Caivano, Castelluccio, Castrovillari (1526), Laurino (1704), Marianella (1854), Seminara
principe di: Cariati (1565),
Marano (passato per successione ai Caracciolo Pisquizi), Montacuto, Oliveto (1614), Scalea (1556), S.Arcangelo, S.Giorgio la Montagna (1677), Tarsia (1642), Venafro (1690).

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© Napoli - Particolare palazzo dei conti Spinelli

Vestì l'abito di Malta sin dal 1474 con Giacomo Spinelli del Priorato di Caua
Giovan Battista (1522), patrizio napoletano del Seggio di Nido, nel 1486 fu nominato Conservatore Generale del Real Patrimonio e Consigliere Uditore da  re Ferrante I d’Aragona; con Regio Privilegio del 20 febbraio 1505 fu decorato col titolo di  conte di Cariati.
Nel 1509 prese in affitto per 60 scudi annui dai padri Certosini di San Martino dei terreni posti in Napoli,  località Poggio delle Mortelle (oggi Corso Vittorio Emanuele – Piazza Cariati), dove furono piantati un gran numero di alberi di gelsi bianchi.
Nel 1518 riscuoteva i diritti fiscali su Casoria, nel 1522 fu decorato col titolo di
duca di Castrovillari, ricoprì la carica di Consigliere in guerra e pace del Regno di Napoli.

Chiese - Via Toledo - Bas. dello Spirito Santo

Chiese - Via Toledo - Bas. dello Spirito Santo

Napoli - Sepolcro di Paolo Spinelli († 1572). A destra: stemma Spinelli di Seminara

Paolo Spinelli ( 1572), patrizio napoletano, figlio di Carlo ( 1540) 1° conte di Seminara e di Eufemia Siscara dei conti di Aiello, impalmò Cornelia Claver baronessa di Cosoleto; le sue figlie Diana ( 1621), moglie di Giovanni Antonio Caracciolo principe di Santobuono, e Vittoria ( 1612) moglie di Marzio Carafa duca di Maddaloni, gli eressero il monumento funebre in Napoli.

Chiese - Via Toledo - Bas. dello Spirito Santo

Chiese - Via Toledo - Bas. dello Spirito Santo

Napoli - stemma partito con le armi de Caracciolo e Spinelli. A destra: stemma partito con le armi Carafa e Spinelli

Sul terreno acquisto dal predetto Giovan Battista, gli Spinelli, divenuti principi di Cariati con Privilegio datato Madrid 15 novembre 1565 concesso a  Carlo Spinelli ( 1568), patrizio napoletano del Seggio di Nido, duca di Seminara, conte di Santa Cristina, edificarono, non si sa in quale anno, il maestoso Palazzo Cariati, oggi sede dell’Istituto Pontano.

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© Napoli - Palazzo Spinelli dei principi di Cariati


© Napoli - Una sala di Palazzo Cariati, oggi Istituto Pontano

Dal barone  Giovan Vincenzo Spinelli († Napoli, 1576), patrizio napoletano del Seggio di Nido, figlio di Troiano ( 1528), barone di Summonte e di Laura Carafa, marito di Virginia Caracciolo, discendono:

Ferrante ( 1589), barone di Calopezzati dal 1576,  comandante dell' esercito spagnolo in Fiandra, morì eroicamente in battaglia; sua sorella Maria sposò nel 1594 Carlo Spinelli, marchese del S.R.I. e barone di Buonalbergo.

Giuseppe Vespasiano ( 1618), barone di Calopezzati dal 1589, patrizio napoletano, acquistò il feudo di Tarsia con Terranova e Spezzano per la somma di 12.500 ducati da Pietrantonio Abenante. Con Privilegio del 1612 fu insignito del titolo di principe di Tarsia; sposò Ippolita di Capua, figlia di Giovanni, Gran conte di Altavilla.
Don Ferdinando (
1654), principe di Tarsia dal 1623 sposò nel 1624 Isabella Spinelli, figlia del citato Carlo ( 1568), principe di Cariati, e di Giovanna di  Capua dei Principi della Riccia ( 1674).
Nel 1638
Carlo Spinello, principe di Tarsia, fu uno dei fondatori, insieme ad altri 37 cavalieri Napoletani, tra cui Tommaso Filangieri, Scipione Filomarino, Carlo Dentice delle Stelle, Placido Dentice del Pesce e altri, del MONTE GRANDE DE’ MARITAGGI di Napoli, istituzione benefica con lo scopo di assicurare una cospicua dote alle fanciulle aristocratiche che si sposavano(2).

 


© Napoli - Monumento di Giovan Vincenzo Spinelli († Napoli, 1576)

Don Ferdinando Vincenzo (1691 1753), patrizio napoletano, dal 1732 principe di Tarsia,  principe di Oliveto, duca d Aquara, marchese di Vico e Grande di Spagna di prima classe, sposò a Portici nel 1715, in prime nozze, Nicoletta di Capua, figlia di Giambattista principe  della Riccia.
Nel 1734, in seconde nozze, sposò
Domenica Maria Sanseverino, figlia di Giuseppe, principe di Bisignano. 
Agli inizi del Seicento gli Spinelli vendettero l'avito palazzo alle suore veneziane che lo trasformarono in monastero, passato in seguito
 ai Padri Barnabiti, con l'annessa chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, trasferendosi in altro vicino palazzo di loro proprietà.
Dopo circa un secolo, il citato Ferdinando Vincenzo, principe di Tarsia, fece ristrutturare il palazzo, che così venne descritto da Giuseppe Sigismondo nel 1789: "...trovasi a destra un arco, pel quale s'entra in uno spazio, ch'è dinanzi al Palaggio del Principe di Tarsia Spinelli, situato in faccia al mezzodì, e circondato di vastissime logge. Sotto l'arco verso occidente vedesi la porta di una magnifica Biblioteca raccolta dal Principe Ferdinando Vincenzo Spinelli, il quale nel 1746 la consacrò alla pubblica utilità, aprendosi la medesima tre giorni per settimana."

Napoli - Chiesa di S. Giuseppe delle Scalze. A destra: Palazzo Spinelli di Tarsia


"Prospetto del Gran Palazzo di Sua Eccelenza il Signor Principe di Tarsia" - Incisione su rame

Detto Ferdinando Vincenzo era figlio di Carlo Francesco (1668 1732), patrizio napoletano, principe di Tarsia, Principe di Oliveto, duca di Aquara e  marchese di Vico, Grande di Spagna di prima classe, sposò nel 1688  Giulia Spinelli Barrile, figlia di Tommaso Francesco, marchese di Fuscaldo e di Silvia Barrile, principessa di Sant' Arcangelo.
Nel 1651 Vincenzo, dei marchesi di Fuscaldo, fu capitano di galera.
Troiano Spinelli (
Laurino, 1712 Napoli, 1777), patrizio napoletano, figlio di Giuseppe (1693 1764) e di Giovanna Caracciolo, sposò a Napoli nel 1750, in seconde nozze, Ottavia Tuttavilla, figlia di Vincenzo, duca di Calabritto. Nel 1764 ereditò dal padre i titoli di duca di Laurino, barone di Forniello, di Castelluccio, Fogna, Piaggine Soprana e Sottana; e col denaro avuto sempre in eredità ristrutturò l'avito palazzo sito in Napoli alla via dei Tribunali, appartenuto a Francesco Guevara, marchese di Arpaia. Don Troiano studiò nel seminario dei nobili tenuto dai Padri Gesuiti in via Nilo, divenne ingegnere ed economista; scrisse delle "Riflessioni politiche sopra alcuni punti della scienza della moneta" e progettò lui stesso l'ampliamento del suo palazzo.


© Napoli - Palazzo Spinelli dei duchi di Laurino

© Napoli - Palazzo Spinelli - le statue di Livia e Giovanna Caracciolo, le ave materne di
Troiano Spinelli
(1712 1777), duca di Laurino

Il feudo di Paola, in Calabria Citra, appartenne prima ai Ruffo, poi agli Sforza nel 1418 e quindi a Marino Marzano, che avendo partecipato alla congiura dei baroni del 1485, perse tutti i beni confiscati da re Ferdinando I d'Aragona. Sul finire del XV secolo Paola fu acquistata dagli Spinelli di Fuscaldo che nel Santuario di San Francesco di Paola ebbero la cappella gentilizia dove fu sepolto, tra gli altri, Salvatore Spinelli († 5 ottobre 1586), patrizio napoletano del seggio di Nido e primo marchese di Fuscaldo, nell'aprile del 1565, per ricompensa avendo valorosamente combattuto nel 1559 per reprimere la rivolta dei Valdesi; nel 1571 acquistò il feudo di Paola da Francesca Spinelli

© Paola (CS) - Sepolcro di Salvatore Spinelli († 1586) eretto dal figlio Giovanni Battista ( 1602), 2° marchese di Fuscaldo alla morte
del padre, patrizio napoletano, marito di
Giulia Orsini, figlia di Antonio duca di Gravina.

Ferdinando, fu vescovo di Policastro dal 1581 al 1605, anno del suo decesso; gli successe Filippo Spinelli, il quale il 6 giugno 1605 venne nominato vescovo di Aversa, dove restò in carica fino al 1616, anno del suo decesso.

Torre Orsaia (Salerno), insegne ecclesiastiche del vescovo Spinelli.
Sotto, lapide commemorativa del vescovo Filippo.
Si ringrazia la Signora Rossana Milite per averci inviato le foto

Emanuele Spinelli d'Acquaro, C.R., vescovo di Catanzaro dal 1713 al 1727.


Catanzaro, Museo Diocesano d'Arte Sacra, insegne ecclesiastiche del vescovo Emanuele

Salvatore Spinelli ( 1805), O. S. B., vescovo di Catanzaro dal 12 luglio 1779 al 26 marzo 1792 quando venne nominato vescovo di Lecce sino al 18.12.1797, e quindi vescovo di Salerno.


Incisione settecentesca di Padre Antonio Minasi dedicata al vescovo Salvatore Spinelli
(in alto a sinistra il Convento di S. Francesco di Paola)

Ferdinando ( 1795), creato cardinale da papa Pio VI il 14 febbraio 1785, fu Governatore di Roma, ebbe i titoli di: Santa Maria in Aquiro dall'11 aprile 1785, Sant'Angeli in Peschiera dal 3 agosto 1789, e di Santa Maria in Cosemedin dal 29 novembre 1790 ed ivi sepolto.


Lastra tombale del cardinale Ferdinando Spinelli

Gli Spinelli del ramo di Fuscaldo possedevano in Napoli il palazzo che durante la rivoluzione di Masaniello del 1647 apparteneva a Giovan Francesco Marciani, giudice della Vicaria.

Giambattista Spinelli Barrile (1666 1696), patrizio napoletano, marchese di Fuscaldo, principe di Sant' Arcangelo, duca di Caivano e di Marianella, Gran Giustiziere del Regno di Napoli, che nel 1685 sposò  Maria Imperiali, figlia di Michele, principe di Francavilla.

Via Costantinopoli

Via Costantinopoli

© Napoli - Palazzo della famiglia Spinelli, marchesi di Fuscaldo, una parte del quale oggi è occupato un prestigioso Hotel

Via Costantinopoli

Via Costantinopoli



 

Giuseppe Spinelli (Napoli, 1694  Roma, 1763), patrizio napoletano, figlio di Giambattista e di Maria Imperiali, dottore in legge, fu ordinato sacerdote nel 1724, assistente al Soglio Pontificio nel 1731, arcivescovo di Napoli sino al 1754.
Gennaro Spinelli (Napoli, 1780 † ivi, 1851), principe di Cariati e di Sant’Arcangelo, duca di Caivano e di Marianella, ufficiale di marina, aderì alla Repubblica Napoletana del 1799, nel 1812 partecipò alla battaglia di Moscova, divenne  Maestro delle cerimonie di Giuseppe Bonaparte nel 1808, fu nominato Commendatore del Real Ordine delle Due Sicilie in data 13.08.1810.
I titoli di principe di Montacuto e marchese di Romagnano passarono in Casa Spinelli a seguito di matrimonio contratto Napoli nel 1738 dalla principessa Barbara Caterina Pinto (1717 † 1749) con Troiano Spinelli, duca di Laurino.


Roma, Basilica dei Santi XII Apostoli, lastra tombale del cardinale Giuseppe Spinelli,
patrizio napoletano dei marchesi di Fuscaldo

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e gli Affari della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.

___________________
Note:
1) - Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli - Sezione Diplomatica.
2) -
Istituirono il Monte Grande de’ Maritaggi 38 nobili, essi furono: Tommaso (detto anche Giovan Tommaso) Filangieri figlio di Luigi barone di San Lorenzo e Filetto dei duchi di Laurino, Scipione Filomarino Mastro di Campo, Carlo Dentice delle Stelle, Pacido Dentice del Pesce, Carlo Cavaniglia marchese di San Marco, Landolfo d'Aquino, Giovanni d'Aquino, Alfonso del Doce duca di Cufriano, Giulio Caracciolo, Carlo Andrea Caracciolo marchese di Torrecuso, Ettore Caracciolo marchese di Barasciano, Giovan Francesco Caracciolo, Giuseppe Caracciolo principe di Torella, Marcantonio Carafa, Carlo della Leonessa principe di Sepino, Donato Coppola duca di Cassano, Fabrizio de Silva, Federico Pappacoda marchese di Pisciotta, Orazio di Gennaro, Francesco Galluccio, Ottavio Guindazzo, Giovan Battista Brancaccio di Cesare, Ferrante Brancaccio di Rinaldo principe di Ruffano, Paolo Marchese marchese di Camarota, Giovan Francesco di Sangro principe di Sansevero, Scipione di Sangro duca di Casacalenda, Giovan Battista di Sangro principe di Viggiano, Goffredo Morra marchese di Monterocchetta e Principe di Morra, Vincenzo Mora, Ottavio Monaco, il Consigliere Tommaso de Franchis, Andrea de Franchis marchese di Taviano, Francesco Maria di Somma, Carlo Spinello principe di Tarsia, Giovan Battista Pisanello, Antonio Castigliar marchese di Grumo, Orazio Suardo e Vincenzo del Tufo.

Continua: Spinelli - Parte seconda


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI

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