
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Feltria della
Rovere |
L'illustre famiglia Feltria
della Rovere (ramo della famiglia Savonese succeduto ai
Montefeltro nel Ducato di Urbino nel 1508) non è annoverata tra quelle
ascritte al Patriziato napoletano, ma Isabella Feltria della Rovere
(Pesaro,
1554 † Napoli, 6-7-1619)
merita una particolare menzione per la sua grandezza d'animo;
tra l'altro, fu una delle benefattrici del
Pio Monte della Misericordia
di Napoli. |

Napoli, piazza del Gesù - Stemma di Isabella Feltria della
Rovere |
Dell'edificio fatto costruire da Roberto
Sanseverino, principe di Salerno e grande ammiraglio del regno, nel
1470, oggi resta solo la facciata principale fatta di un materiale fortissimo
di pietra lavica; solo pochi abili artigiani erano in grado di lavorare
il piperno, che di padre in figlio si tramandavano i segreti
della lavorazione.
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Napoli, palazzo Sanseverino oggi chiesa del Gesù Nuovo.
A destra: uno dei simboli esoterici |
Si narra che questi
artigiani, su ogni pietra lavorata a forma di piramide, scolpissero un
simbolo isoterico, che sistemati in un certo ordine, formavano una scritta
ovvero una formula magica per allontanare qualsiasi maleficio e
rendere potente e ricca la famiglia che ci abitava. |
Nel 1597 il palazzo fu acquistato dai Padri della
Compagnia del Gesù che trasformarono l'edificio in chiesa lasciando
inalterato la facciata di bugnato.
La chiesa fu eretta grazie alle generose offerte di Isabella della
Rovere principessa di Bisignano e moglie di Niccolò Berardino
Sanseverino (Morano,
1541
†
Napoli 21-11-1606),
principe di Bisignano. |

Napoli, stemma con le insegne
delle famiglie Sanseverino e Feltria della Rovere
su ingresso chiesa
del Gesù Nuovo. |
Sempre grazie alla magnificenza di Isabella l'edificio
monumentale in Piazza del Gesù è in parte utilizzato ed occupato
dall'Istituto Magistrale Statale denominato "Eleonora
Pimentel
de Fonseca". |

Napoli, iscrizione in memoria di
Isabella Feltria della Rovere |

Sui basamenti delle colonne all'ingresso della chiesa
del Gesù sono scolpite le insegne
della famiglia della Rovere |
Isabella, duchessa di Urbino, figlia di Guidobaldo II della
Rovere (Urbino, 1514 † ivi, 1574) duca di Urbino e Gobbio e di
Vittoria Farnese principessa di Parma e Piacenza, e sorella di
Francesco Maria duca di Urbino (1549 † 1631), sposò nel 1565
Niccolò Bernardino Sanseverino (1541 † Napoli, 21-11-1606), 5°
Principe di Bisignano, 7° duca di San Marco, duca di Corigliano,
10° conte di Tricarico, 10° conte di Chiaromonte, 11° conte d’Altomonte,
2° duca di San Pietro in Galatina. Ebbero un solo figlio,
Francesco Teodoro, duca di San Marco (†
27-11-1595). |
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Copie dai
grandi ritratti en grisaille applicati sulla facciata della
Chiesa del Gesù di
Niccolò Bernardino Sanseverino, della moglie
Isabella Feltria della Rovere e del figlio Francesco Teodoro
Sanseverino (oggi
perduti) come apparato effimero per funerali della principessa
di Bisignano (1).
I dipinti "veloci" su tela en grisaille con effetto a
bassorilievo richiamano la narrazione antico classico.
Sotto i ritratti le iscrizioni distiche tradotte da Roberto
Bilotti Ruggi d'Aragona (2).
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Francesco Teodoro Sanseverino |
Altre due sorelle di donna Isabella,
figlie di Guidobaldo II della Rovere, sposarono principi
napoletani: Lavinia sposò Felice Alfonso
d'Avalos e
Virginia sposò Ferdinando
Orsini di Gravina. |
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Note:
(1) -
In Parentalia Isabellae Feltriae Roboreaeque
principis Bisiniani, manoscritto 168, carta 2r Urbino,
Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, Biblioteca Centrale
Umanistica.
(2)
- Isabella Montefeltro della Rovere
principessa di Bisignano:
"L'Umbria
mi ha dato i natali ma non mi trattengono le tenebre emula del
sole tramonto e subito il Cancro mi rapisce e porta fino alle
stelle".
Richiamo all'epitaffio di Virgilio "Mantua me genuit" per la
suddivisione augustea Urbino era in Umbria, era la Regio VI
morta il 6 luglio 1619 sotto il segno del Cancro
- Nicolò
Sanseverino marito di Isabella, Principe di Bisignano:
"O
infelice Imeneo tu unisci bene torce amiche ma Libitina le
sostituisce con torce infauste".
Imeneo
il dio che sovrintende alle nozze, Libitina divinità che
sovrintende ai funerali.
Il distico si riferisce uso pagano delle torce
sia per nozze che per funerali
- Teodoro Sanseverino figlio di Isabella, duca di San Marco:
"Ahi miserando fanciullo fiore che cade all'inizio della
primavera sei dono di Dio, o Teodoro, dolce ma breve" |
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