Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Firrao |
Arma:
d'azzurro, ad una
vite d'oro fruttifera posta in banda. Per cimiero un cavallo uscente
dallo stemma(1).
Titoli:
patrizio di
Cosenza,
patrizio napoletano ascritto al Seggio di Porto
e, dopo l'abolizione dei Sedili (1800), fu iscritto nel Libro d'Oro
napoletano,
barone di
Gazzella,
barone di
Massanova
e
Gariglietto,
barone di
Paparone,
barone di
Fagnano,
principe di
Sant'Agata,
concesso al marchese Cesare Firrao nel 1620 ed estinto con esso,
concesso nuovo titolo di principe di Sant'Agata con privilegio del 5
luglio 1651 a Tommaso Firrao,
principe di Luzzi, con privilegio
del 9 dicembre 1733, concesso a Pier Maria Firrao, principe di Pietralcina
e
duca di Jelsi
dal 27 giugno 1774
(2).
Motto:
EXPRIMIT ARAE |
© Napoli - Stemma Famiglia Firrao |
La
Famiglia Firrao prese il nome da Rahone, famoso capitano ai
tempi dell'imperatore Basilio; i suoi figli vennero chiamati "de
Filiis Rahonis" e, successivamente, Firrao. Ai tempi di
re Guglielmo II
detto il Buono, Roggieri de filiis Rahonis nel 1184 era
feudatario e nobile della città di Cosenza.
Nel XIII secolo Ruggiero Firrao fu nominato giustiziare in Calabria
dall'imperatore
Federico II di Svevia.
Nel 1322 Roberto Firrao era feudatario in Aversa. |
© Napoli - Sepolcro di Dialta Firrao
sposa di Ludovico
Dentice - Sec. XIV |
© Napoli - Palazzo fatto costruire
nel 1500 da Cesare Firrao, principe di Sant'Agata.
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© Napoli - Palazzo Firrao |
Palazzo Firrao fu costruito nel Cinquecento e restaurato
nel primo Seicento per volere di Cesare Firrao,
principe di Sant'Agata, figlio di Antonino e di
Vincenza
Rende di
Bisignano. La facciata fu ideata da Cosimo Fanzago che
mise in risalto lo stemma araldico della famiglia Firrao
e dei sovrani spagnoli. |
A Napoli nella Chiesa di S. Paolo Maggiore vi è la cappella
gentilizia di famiglia commissionata nel 1640 dal principe
Cesare Firrao,
il personaggio che, nella prima metà
del Seicento, sovrasta ogni altro di sua famiglia, trasferito a
Napoli, sposa in seconde nozze una
Caracciolo,
figlia del Mastro di Campo duca della Rocca,
aggregato al
patriziato napoletano
del
Seggio di Porto,
ricopre cariche ed uffici di rilievo, è
Portulano di Napoli e casali,
e dal 1638 Montiere
Maggiore del regno, ed è in
rapporti confidenziali con la corte vicereale e con il re di
Polonia, che lo tratta con deferenza. |
© Napoli - il principe Cesare Firrao.
A destra: cappella Firrao, stemma |
Napoli, Cappella Firrao. A destra: monumento di don
Antonino Firrao |
Napoli, Cappella Firrao,
stemma |
Il Santuario del SS. Crocifisso di Cosenza: Il
complesso detto della "Riforma" fu monastero fuori le
mura fondato dalle Benedettine nell'anno 863.
Terremotato nel 1184, fu riedificato da Federico II che
lo cedette ai frati Francescani nel 1224. Nel 1276 lo
acquistarono le Clarisse, più tardi si trasferirono in
città e lo fittarono agli Osservanti dal 1412 al 1436,
anno in cui lo lasciarono. Rimasto di proprietà della
Clarisse, per circa 170 anni rimase abbandonato tanto da
divenire un rudere. |
Cosenza,
Chiesa del SS. Crocifisso, Portale. A destra: Cosenza, Chiesa di San
Francesco d'Assisi,
Sacrestia, stemmi
Firrao e
Caselli |
Cosenza, Chiesa del SS. Crocifisso, Portale, stemma
Firrao. A destra;
Cosenza, Chiesa di San
Francesco d'Assisi, Sacrestia, stemma Firrao |
Nel 1607 lo comprò il barone Antonino Firrao;
ricostruì convento e chiesa, per sua devozione
commissionò e collocò al suo interno la statua del SS.
Crocifisso, pregiata opera della cerchia di Frate Umile
da Petralia, e donò tutto il complesso ai frati
Riformati nel 1628 i quali vi restarono per circa 240
anni favorendone la devozione; il SS. Crocifisso sin
dalla sua realizzazione si mostrò miracoloso, la
tradizione orale narra l'apparizione del Signore Gesù
al pio scultore, per attestargli compiacimento di quanto
l'immagine fosse conforme al vero, ed assicurare a
chiunque l'avesse pregato attraverso di essa, ogni
grazia e benedizione. |
Cosenza, SS. Crocifisso,
venerato nella Chiesa dei Padri Cappuccini |
Cosenza,
Chiesa del Santissimo Crocifisso, busti del principe
Cesare Firrao e di don Antonino, fondatore della Chiesa.
Per gentile concessione del nobile Roberto
Bilotti Ruggi d'Aragona |
Luzzi (CS), Palazzo
Firrao, Portale e particolare |
Luzzi (CS), Palazzo
Firrao |
Rose (CS), feudo contiguo a Luzzi e
posseduto dai Firrao, palazzo baronale |
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Note:
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
2) -
Livio
Serra di Gerace,
tavola genealogica n° 1455. I titoli di principe di
Pietralcina e di duca di Jelsi, furono portati in casa
Firrao da Giustiniana
Carafa,
sposata a Tommaso Firrao (1667 † 1750), 3° principe di
Sant'Agata.
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Bibliografia:
-
Ivan Pucci "Gli stemmi araldici nel
contesto urbano di Cosenza e dei suoi casali", pag.44.
Edizioni Orizzonti meridionali 2011.
- Luca Irwin Fragale, Microstoria e araldica di Calabria
Citeriore e di Cosenza. Da fonti documentarie inedite,
Milano, Banca CARIME, 2016. |
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