Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Beccadelli o di Bologna |
Arma:
troncato, nel 1° inquartato in croce di sant'Andrea,
con le insegne di Svevia e d'Aragona; nel 2° d'azzurro a tre artigli
alati d'oro. |
© Stemma Famiglia Beccadelli |
La
famiglia Beccadelli, originaria di Bologna, fu espulsa dalla città
nativa dai ghibellini
e si rifugiò prima in Sicilia e poi a Napoli, ove fu chiamata di Bologna
e fu aggregata al Patriziato napoletano del
Seggio
di Nido.
Fu decorata con numerosi titoli, tra i quali:
principi di Camporeale,
duchi di Adragna,
marchesi di Altavilla
e di Sambuca
baroni di S. Giacomo e San
Nicola |
Capostipite del ramo napoletano fu Antonio
Beccadelli Bologna, detto il Panormita (Palermo, 1393 †
Napoli, 6-1-1471), principe di Camporeale, giunto a
Napoli per vivere alla corte di
re Alfonso I d'Aragona.
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Antonio Beccadelli
Bologna, detto il Panormita |
Uomo di grande cultura, giurista, umanista, poeta e filosofo fondò a
Napoli l'Accademia Napoletana insieme al suo più valido allievo Giovanni
Gioviano Pontano. Nel 1455 sposò a Napoli, in seconde nozze, Laura
Arcella
del Seggio di Nido.
L'accademia Napoletana, in latino "Porticus
Antoniana", era situata agli Archi al Purgatorio ed era presieduta da
Antonio Beccadelli.
Qui si riunivano gli accademici napoletani per discutere di storia,
filosofia e poesia, richiamando studiosi da tutta l'Europa.
Successivamente fu chiamata Accademia Pontaniana, in onore di Giovanni
Pontano, poeta e storico, primo ministro dei re Ferdinando I, di Alfonso
II e di re Ferdinando II d'Aragona.
In questa Accademia si sono succeduti illustri personaggi, da Jacopo
Sannazaro
a Vincenzo Cuoco. |
© Napoli - Insegne dei Sassone e dei
Pontano |
Nel 1492 Giovanni Pontano fece
costruire, per il culto e la memoria della consorte Adriana
Sassone, la
Cappella Pontano in stile rinascimentale. |
© Napoli -
Cappella Pontano |
All'esterno vi sono numerose lapidi, una di esse recita: "SERO
POENITET QUAMQUAM CITO POENITET QUI IN RE DUBIA NIMIS CITO DECERNIT"
ossia "Tardi benchè rapidamente si pente colui che nell'incertezza
troppo rapidamente decide".
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© Napoli - Stemma Famiglia di Bologna.
A destra: Napoli - la chiesa dove vi sono più cappelle
gentilizie della Famiglia Beccadelli di Bologna |
Simone
Beccadelli fu arcivescovo di Palermo dal 1445 al 1465.
Palermo, stemma
dell'Arcivescovo Simone Beccadelli |
Beatrice,
figlia di Antonio Beccadelli,
patrizio napoletano del seggio di Nido, sposò Bartolomeo
del Tufo,
barone di Tufo e
di Torrione, verso la fine del
XVI secolo.
Violante,
figlia di Scipione Beccadelli
barone di San Nicola, sposò nel
1611 Giovanni
Capecelatro,
patrizio napoletano del Seggio di Capuana; quest'ultimo acquistò
da detto Scipione il feudo di Ardore.
Maria di
Bologna, figlia di Cesare , patrizio napoletano, e di
Claudia Carafa sposò nel 1649
Giovanni Battista
Milano (Napoli, 1593
† ivi,
1650), patrizio napoletano.
Michele di Bologna fu arcivescovo di Amalfi dal 14
marzo 1701 al 24 febbraio 1731, data della sua morte. |
Cattedrale di Amalfi,
altare con lo stemma dell'arcivescovo Michele di Bologna |
Amalfi, lastra tombale
dell'arcivescovo Michele di Bologna |
Lucrezia fu una delle benefattrici del
Pio Monte della
Misericordia.
Ascanio di Bologna († 1779),
patrizio napoletano e
duca di Palma,
sposò
Maria Rosa
Loffredo, figlia del
principe Carlo e della principessa Maria Anna Giuseppa
Albani. |
© Napoli - Il primo ingresso
della cappella con le insegne del Casato consumate dal
calpestio;
busto di Domenico Beccadelli di Bologna,
principe di Camporeale, tenente
generale
dell’esercito borbonico, morto nel 1850. |
Giuseppe di
Bologna, marchese della Sambuca,
fu primo ministro di re Ferdinando di Borbone. |
La famiglia di Bologna, trasse parentela, tra le altre, con i
Messanelli, marchesi della
terra di Teana in
Provincia di
Basilicata,
concessagli fin dall'anno 1497 in suffeudo da Berardino
Sanseverino
principe di Bisignano. Di seguito presentiamo lo stemma
inquartato con le famiglie imparentate di Nicola
Messanelli: nel 1° Messanelli (di rosso, alla croce
di cinque fusi d'argento), nel 2° Eleonora
Carafa
(madre), nel 3° Beatrice di Bologna (ava paterna,
sposata al marchese Ottavio), nel 4° Lucrezia
Caracciolo (ava materna). In basso si notino gli stemmi di altre famiglie
imparentate: Capece,
Brancaccio, e Pinelli. |
Albero genealogico di
Nicola Messanello -
Immagine tratta da: astebabuino.it |
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