Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Il 2 dicembre 1804 Napoleone Bonaparte (n. Ajaccio 1769 † Isola di
Sant'Elena, 1821) nella cattedrale di Notre-Dame prese dalle mani di
papa Pio VII la corona e se la pose sul capo autoproclamandosi
imperatore di Francia. Subito dopo incoronò la moglie Giuseppina.
Seguirono le grandi vittorie militari, la più importante fu quella di
Austerliz del 1805 che impose all'Austria la soppressione del Sacro
Romano Impero.
Ritratto di Napoleone Bonaparte in abito di
incoronazione |
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Il cosiddetto “Decennio francese” cominciò il 14 gennaio 1806 con
l’occupazione di Napoli da parte di Giuseppe Bonaparte (1768 † 1844),
fratello maggiore di Napoleone Bonaparte.
Il giorno 15 del mese successivo il Bonaparte entrò a Napoli e donò a
San Gennaro una collana di diamanti dopo aver ascoltato la Messa
officiata dal cardinale Luigi
Ruffo.
Ferdinando IV di Borbone sapeva bene che il suo esercito non
avrebbe potuto tener testa alla più forte armata dell’epoca in Europa e,
su suggerimento degli inglesi che segretamente avevano delle mire
sull’isola siciliana, si ritirò in Sicilia. |
Il marchese Michelangelo
Cianciulli fu reggente del Regno di Napoli nel 1806
in seguito alla partenza del Sovrano per Palermo e affidò la
corona del Regno a Giuseppe Bonaparte dopo aver trattato per
un’occupazione pacifica della capitale, essendosi ritirate a sud
anche le truppe di Francesco di Borbone, Principe Ereditario.
L’avanzata dei francesi lungo tutta la Penisola continuò,
sbaragliando la resistenza degli insorti a Campestrino, il 6
marzo sconfiggendo i soldati comandati dal colonnello Sciarpa al
passo del Noce, entrando a Lagonegro dove i francesi si
abbandonarono a violenze inaudite; il 15 marzo l’esercito di
Napoleone giunse a Cosenza, dopo aver saccheggiato Morano e
catturato il marchese Rodio, colonnello borbonico, e il duca di
Ceserano con trenta dragoni sulle montagne di Pomarico.
Il 30 marzo 1806 Giuseppe Bonaparte fu nominato re delle Due
Sicilie; trono che tenne sino al 15 luglio 1808 col nome di
Giuseppe Napoleone, per poi diventare re di Spagna
dal 1808 al 1813.
In realtà la Sicilia era ancora saldamente nelle mani di
Ferdinando IV, le cui coste erano sorvegliate dagli alleati
inglesi. A capri e Ponza (occupata dagli inglesi), Civitella del
Tronto, a Gaeta sventolava ancora la bandiera borbonica. |
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Giuseppe Bonaparte - Re di Napoli dal 1806 al 1808. A destra: il generale Andrea Massena |
L’8 e 9 agosto 1806 le truppe di francesi agli ordini del
generale Andrea Massena rasero al suolo Lauria (Potenza), dopo
aver travolto la generosa resistenza di un’intera Comunità. Un
abitante su sette, donne e bambini compresi, fu passato per le
armi. I vincitori infierirono anche sui cadaveri(1).
Per far fronte alle numerose richieste di denaro per tenere in
piedi l’esercito di Napoleone Bonaparte, fu disposta la
soppressione di molti ordini religiosi con la chiusura di 1322
monasteri e relativa confisca dei beni.
L’8 agosto del 1806 Giuseppe Bonaparte emanò la legge sulla
divisione e l’amministrazione delle province del Regno e il 24
febbraio del 1808 istituì l’Ordine delle Due Sicilie. |
Stemma del Regno delle Due Sicilie sotto Giuseppe
Bonaparte |
DESCRIZIONE DELLE INSEGNE
(vedi
Province del Regno di Napoli e
Feudi del Regno di Napoli)
1) Napoli e provincia: sfondo d’oro, un cavallo nero
sfrenato;
2) Terra di Lavoro: sfondo azzurro, due cornucopie d’oro
legate da corna d’oro;
3) Principato Citra: diviso d’argento, con una stella
polare, e di nero, buffola marittima alata posta tra i due
campi;
4) Calabria Citra: sfondo argento, una croce nera;
5) Calabria Ultra: inquartato in croce di S.Andrea, in
capo e in punta: sfondo d’oro con pali vermigli; ai fianchi
sfondo argento ad una croce nera;
6) Terra di Bari: inquartato in croce di S.Andrea, in
capo e in punta: sfondo azzurro con un pastorale d’oro; ai
fianchi sfondo argento;
7) Terra d’Otranto : sfondo d’oro con pali vermigli, un
delfino d’argento con mezza luna in bocca;
8) Capitanata: di azzurro, un angelo sopra un monte con
spighe di grano, il tutto d’oro;
9) Abruzzo Citra: sfondo rosso, una testa di cinghiale
sormontata da un gioco rosso;
10) Abruzzo Ultra I: sfondo azzurro, un’aquila coronata
assisa sopra tre monti d’oro;
11) Abruzzo Ultra II: sfondo rosso, una banda d’argento
accompagnata da due croci d’argento, una nel capo e l’altra
nella punta;
12) Molise : sfondo rosso, una ghirlanda di spighe di
grano con una stella d’argento al centro;
13) Basilicata: sfondo d’oro, un’aquila coronata uscente
da un’onda;
14) Principato Ultra: diviso, nella parte superiore
sfondo rosso con una corona d’oro, in quella inferiore campo
d’argento;
15) Sicilia: sfondo azzurro, trinacria d’argento (Regno
rivendicato da Napoleone ma di fatto saldamente tenuto dalla
Casa Reale di Borbone)
Al centro uno scudetto con le insegne imperiali della Francia:
sfondo azzurro, un’aquila d’oro con fulmini negli artigli.
Corona imperiale di Francia e mantello dei principi francesi,
d’argento seminato da api d’oro. |
Napoli - Statua di Gioacchino
Murat |
Gioacchino Murat (Labastide-Fortunière, oggi Labastide-Murat, 1767 -
Pizzo Calabro, 1815), cognato di Napoleone Bonaparte avendo
sposato Carolina Bonaparte, sorella minore dell'imperatore,
divenne il 1° agosto 1808, per concessione di Napoleone, re di
Napoli; sostituì così Giuseppe Bonaparte divenuto nel frattempo
re di Spagna. Occupò Capri (1808) e tentò, invano, di sbarcare
in Sicilia (1810); fondò, con decreto del 18 novembre 1808,
presso l’Università di Napoli, il Corpo degli ingegneri di Ponti
e Strade e la cattedra di agraria con decreto del 10
dicembre 1809. Inoltre avviò numerose opere pubbliche sia a
Napoli, come il ponte della Sanità, nuovi scavi ad Ercolano, il
Campo di Marte, che nel resto del Regno: illuminazione pubblica
a Reggio di Calabria, il progetto del Borgo Nuovo di Bari, il
riattamento del porto di Brindisi, l'istituzione dell'ospedale
San Carlo di Potenza, ecc.. |
Ritratti di
Gioacchino Murat e della moglie Carolina Bonaparte con la figlia
Letizia |
Gioacchino Murat ordina di conquistare Capri. A destra: ritratto del Porto di Brindisi |
Collare dell'Ordine delle Sicilie
che veniva indossato da Gioacchino Murat e dai suoi dignitari
durante le cerimonie a corte |
Gioacchino Murat partecipò, nella Grande
Armée, alla campagna di Russia al comando della Cavalleria
napoleonica e di un contingente di soldati del Regno di Napoli,
alla battaglia della Moscova, di Dresda e di Lipsia.
Il 28 aprile l'Austria firmava un trattato di alleanza
con Ferdinando IV di Borbone riconoscendo la sovranità di
quest'ultimo sul Regno di Napoli e di Sicilia.
Murat venne sconfitto dagli austriaci, prima ad Occhiobello e
poi a Tolentino il 2 maggio 1815; il 20 maggio 1815 a tre miglia
da Capua, in località Spartimento di Roma, ebbe luogo il
Trattato di Casalanza, con il quale a seguito del
Congresso di Vienna gli Austriaci restituirono, ai danni del re
Gioacchino Murat, il Regno di Napoli a Ferdinando IV di Borbone,
che da allora si chiamerà Ferdinando I delle Due Sicilie. La
convenzione fu stipulata in un sontuoso casino di villeggiatura
che don Biase Lanza nel 1794 aveva fatto costruire per la prima
moglie. |
Napoli - Lo studio di Gioacchino
Murat |
Murat si rifugiò in Corsica; il 28
settembre 1815 organizzò una spedizione per riconquistare il
Regno di Napoli. Sbarcò nel porticciolo di Pizzo Calabro ma fu
catturato da Gregorio Trentacapilli, capitano dell’esercito
borbonico, l’8 ottobre 1815. Rinchiuso in carcere, fu condannato
a morte mediante fucilazione da una commissione militare
presieduta da Vito
Nunziante,
governatore militare delle Calabrie; la condanna fu eseguita a
Pizzo Calabro il 13 ottobre 1815. |
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Note:
1)
- Antonio Boccia, ”Massacro a Lauria…”, 2006 |
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