Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Colonna

Arma: di rosso alla colonna d'argento con base e  capitello d'oro, coronata dello stesso(1).
Per cimiero una sirena bicauda.
Residenze:
ramo di Stigliano: Napoli.
ramo di Paliano: Roma e Napoli.

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© Napoli, stemma di Fabrizio Colonna - inizio secolo XVI

L'illustrissima famiglia Colonna godette di grande nobiltà in Roma e Napoli ove fu aggregata al Seggi di Porto e Capuana e, dopo l'abolizione dei sedili (1800), fu iscritta nel Libro d'Oro napoletano nella persona di MARCO ANTONIO ( 1853), maresciallo di campo dell’esercito napoletano. Vestì più volte l'abito di Malta.
Il 13 novembre del 1486 fu decapitato Francesco Coppola per aver partecipato alla congiura dei Baroni e la contea di Sarno passò quindi a Girolamo Tuttavilla, poi ai Colonna di Zagarolo, quindi ai Barberini principi di Palestina e, infine, alla famiglia dè Medici principi di Ottaviano.

Fabrizio Colonna (1455-1520), duca di Marsi e di Paliano, marchese di Manopello e gran conestabile del Regno di Napoli, per le sue valorose imprese, destò la fantasia di artisti e scrittori, fu l'eroe nel dialogo "dell'Arte della Guerra" di Niccolò Machiavelli.
Nel 1512, insieme a Ferrante d'Avalos, al quale aveva dato nel 1509 in moglie la propria figlia Vittoria, partecipò alla battaglia di Ravenna, guidando le truppe napoletane, unitamente alle truppe spagnole-pontificie dell'imperatore Carlo V d'Asburgo-Spagna, contro l'esercito francese di re Luigi XII.

Prospero, duca di Traetto, e Fabrizio Colonna informarono Ettore Fieramosca della sfida lanciata dai francesi che si concluderà nel 1503 con la vittoriosa Disfida di Barletta.

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© Napoli - stemma con le insegne delle Famiglie Colonna dei principi di Stigliano e
Vandeneynden
Lo scudo è posto sul portale d'ingresso del palazzo fatto costruire dal nobile Giovanni Zevalos (sec. XVII).

Filippo I Colonna (1578 1639), 6° principe e duca di Paliano, Gran Connestabile del Regno di Napoli dal 1611, 4° duca di Tagliacozzo, conte di Ceccano, marchese di Cave, nobile Romano, patrizio Napoletano e patrizio Veneto, sposò nel 1597 Lucrezia Tomacelli (1580 1622), figlia ed erede di Giacomo Signore di Galatro e di Ippolita Ruffo dei duchi di Bagnara.

Vedi Gatta
Cerro al Volturno (IS), Castello Pandone, stemma partito Colonna Tomacelli ed
epitaffio in ricordo di Lucrezia Tomacelli moglie di Filippo I Colonna

Don Lorenzo Onofrio Colonna (1637 † 1689), duca di Paliano e Tagliacozzo, principe di Castiglione e di Avella, Gran Conestabile del Regno di Napoli sposò nel 1661 Maria Mancini del ramo di Nevers (Roma, 1640 Pisa, 1715), nobildonna romana primo amore del Re Sole.
GIULIANO (1671 † 1732), figlio di Filippo (1642 † 1686) e nipote di Marcantonio (†1659), fu insignito del titolo di principe di Galatro cambiato in principe di Aliano da Carlo VI d'Asburgo-Austria nel 1715; fu decorato nel 1716 col titolo di principe di Stigliano, titolo appartenuto Nicola Filippo Maria de Guzman, morto senza lasciare eredi.
Detto Giuliano sposò nel 1668 sposò Giovanna Vandeneynden († 1716), figlia di Ferdinando e di Olimpia Piccolomini, ed acquisì per maritali nomine il titolo di marchese di Castelnuovo. I Vandeneynden era ascritti alla nobiltà napoletana fuori Seggio.


Napoli - Palazzo Colonna Zevalos di Stigliano

Marcantonio (n. 1535 † 1584), Principe di Tagliacozzo e Paliano, fu Gran Connestabile del Regno di Napoli, partecipò alla battaglia di Lepanto del 1571, fu nominato cavaliere del Toson d'Oro nel 1599.
MARCANTONIO ricoprì l’incarico di vicerè di Sicilia ed ottenne nel 1764 l’onorificenza  il grande di Spagna di 1^ classe.

Palermo, Palazzo Reale, dipinto del principe Marcantonio Colonna, Vicerè dal 1774 al 1779

ANDREA († 1820) fu Gran Ciambellano.
PROSPERO († 1743) e NICCOLO’ († 1796) furono Cardinali.
GIULIANO Colonna (1769 † 1799) dei principi di Aliano partecipò attivamente alla costituzione della Repubblica Napoletana del 1799; fu condannato e decapitato, appena trentenne,  il 20 agosto 1799.

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© Marisa Luisa Colonna di Stigliano. A destra: Stemma con le insegne dei Pignatelli e dei Colonna

Donna Maria Luisa, figlia del principe Andrea Colonna di Stigliano (1796 † 1.1.1855), sposò il principe Diego Pignatelli di Monteleone.

I Colonna di Stigliano furono anche nobili di Giugliano in Campania.
In precedenza, una parte del feudo fu proprietà dei d'Aquino, successivamente passò a Ettore Pignatelli, conte di Fondi.
Nel 1495 Carlo VIII di Francia, dopo aver conquistato il Regno di Napoli, lo donò al conte Michele Riccio, cui venne tolto con la disfatta dei francesi.
Nel 1542 i Carafa vendettero una quota del feudo a Cosimo Pinelli, la cui famiglia amministrò Giugliano per circa un secolo.
Nel 1545 Cosmo Pinelli, duca di Acerenza, edificò a Giugliano un maestoso palazzo-fortezza con torri per la difesa.
Il palazzo subì nel corso dei secoli numerose trasformazioni.
Nel 1631 Galeazzo Francesco Pinelli chiamò Giovan Battista Basile (Giugliano in Campania, 1566 † ivi,  1632) a ricoprire la carica di governatore di Giugliano.


© Giugliano in Campania - Interno Palazzo Pinelli, poi Colonna, targa in ricordo della Cappellania fondata da
Ferdinando Colonna, principe di Stigliano

Con Bolla del 13 gennaio 1596, papa Clemente VIII elevò in principato il feudo di Sonnino.
Nel 1639 Galeazzo Pinelli vendette a Cesare d'Aquino le quote a lui spettanti. In seguito la famiglia Mancini fu investita della baronia di Giugliano con Domenico Nicola II, marchese di Fusignano e Vice Gran Cancelliere del Regno di Napoli nel 1626; suoi eredi furono:
Giovanni Battista, Domenico Nicola III, Pasquale, Francesco Saverio, Pasquale Stanislao Mancini, sino al 1888.
Nel 1691 il Feudo passò a Francesco Grillo.
Nel 1775 Marcantonio Colonna, principe di Stigliano, acquistò il palazzo appartenuto ai Pinelli e nel 1778 il feudo di Giugliano.

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Giugliano in Campania - Affresco arma dei Colonna di Stigliano e piano nobile del palazzo appartenuto ai Colonna di Stigliano

Ritratto di Marcantonio Colonna, principe di Stigliano, dipinto di Giuseppe Pascaletti (1688 1737)

Nel 1775 Marcantonio Colonna, principe di Stigliano, acquistò il palazzo appartenuto ai Pinelli e nel 1778 il feudo di Giugliano.
I Colonna di Stigliano, in detto palazzo, fecero erigere una cappella privata, dove si trovano le spoglie di San Feliciano Martire, un teatrino, un giardino monumentale e un museo delle cere.

Da vari anni al piano nobile dell'immobile, oggi conosciuto come Palazzo Palumbo, dove detto Giovan Battista
Basile scrisse “Lo cunto de li cunti” definito da Benedetto Croce “il più bel libro italiano barocco”, una raccolta di racconti dai cui gli autori Perrault e i fratelli Grimm trassero l’ispirazione per le famosissime fiabe Cenerentola, Il gatto con gli stivali, La bella addormentata nel bosco, si svolge la manifestazione dell'importante "Premio Letterario Minerva - Letteratura di Impegno Civile". 
Giovan Battista Basile fu uno degli intellettuali  dell' Accademia degli Oziosi fondata nel 1611 dal marchese Giambattista Manso.


© Napoli - Arma dei Colonna principi di Sonnino e di Stigliano

Marzio Colonna, duca di Zagarolo e principe di Gallicano, nobile romano e patrizio napoletano del seggio di Capuana, figlio di Pompeo e di Orinzia Colonna contessa di Cicoli e Marieri, nel 1601 fu insignito da  Filippo III d'Asburgo- Spagna del Toson d'oro. Ricoprì le cariche di Sindaco di Napoli e  componente del Consiglio  collaterale del Regno di Napoli; ebbe l’incarico di festeggiare la nascita di un figlio del re. Nel maggio del 1606  accolse nei suoi feudi il Caravaggio, che era fuggito da Roma avendo commesso un omicidio.
Il duca di Zagarolo impalmò Giulia,
figlia ed unica erede di Sciarra Colonna di Palestrina, con la quale generò Pier Francesco ( 1633) che sposò Maria Lucrezia Tuttavilla, contessa di Sarno, Pompeo, Gian Francesco, Oddone, Prospero, Margherita che sposò Francesco Caracciolo 7° duca di Martina, Raimonda, Clarice, Francesca e Orinzia.

Ch. S Pietro a M.

Ch. S Pietro a M.

Napoli - Cappella Famiglia Colonna di Zagarolo e stemma Colonna di Zagarolo

La sede dell'Augustissima Arciconfraternita ed Ospedali della SS. Trinità dei Pellegrini e Convalescenti fu danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il principe Stefano Colonna di Palliano, insieme al marchese Giovanni Sanfelice, al conte Giovanni Statella, al barone Piero Compagna ed altri, fu uno dei sovventori per la ricostruzione.

Ospedale Pellegrini

Stemmi Bentivoglio e Colonna. Dal portale di palazzo Bentivoglio di Milano custodito nel Castello Sforzesco.
A seguire gli stemmi Grifo e Visconti scolpiti sui caminetti e custoditi nel medesimo Castello

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e gli Affari della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.

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Note:
1) - Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli - Sezione Diplomatica.


Casato inserito nel 3° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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