Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
Armi(1):
ramo dei Baroni di Montecorvino:
d'azzurro, a due leoni contro rampanti d'oro sormontati da un Cappello di
Prelato di Fiocchetto con dieci fiocchi rossi collegati da un
cordone dello stesso(2);
ramo dei Marchesi di Spinete:
d’azzurro,
inquartato da un filetto d’oro: 1° a due leoni affrontanti tenenti
una corona d’oro, 2° alla gemella d’argento posta in banda con tre a
stelle, 3° al leone d’oro coronato, 4° al leone d’oro(3).
Dimora: Napoli |
© Arma Imperato del ramo
dei Baroni di Montecorvino -
Nobili dei Duchi di Valgrado -
Patrizi d’Amalfi e Giovinazzo(4) |
Imperato(5), storica Famiglia Principesca Napoletana:
Consiglieri Imperiali - Baroni di Montecorvino - Feudatari di Monteleone - Familiari di Sua Maestà la Regina
Giovanna II d’Angiò Durazzo
di Napoli - Patrizi di Giovinazzo - Patrizi
Amalfitani, aggregati alla nobiltà Civica de Majori, Nobili
Napoletani ascritti
fuori Piazza (ramo dei marchesi di Spineta) -
di Antica Stirpe (Spagnola di Nobiltà) Germanica
scese in Italia con l’Imperatore Ottone II di Sassonia nel 981,
alcuni dei quali, come GISULFO, fecero parte del consiglio
della Corona Imperiale. Possidenti nel 983 con il Conte GUAIMARO
e il Conte Tesoriere GUAIFERIO, entrambi della linea di
GUIDO(6).
Agli eredi di ARECHISI, nel 997, andò parte dell’ingente
patrimonio. Successivamente, con
Petras
(1014), ramo di questi che rivestì la carica di Capo delle Milizie
Romane, si acclimatarono con GUIPERTO (†
1154 c) quali Feudatari, della Corona Normanna del Regno di Sicilia,
nella Città Stato
di Montecorvino.
SIMONE, Barone di
Montecorvino(7),coniugato
con una Pappacarbone(8) .
La
Famiglia prese parte con proprie truppe alla guerra sacra del 1187
su istanza di Papa Gregorio VIII(9).
Trapiantati poi in costa amalfitana, dando così origine ad altri
rami che da questa terra hanno contribuito alla storia della nostra
penisola, in Agerola prima e Rheginna Major poi, splendide cittadine
di questa costa amalfitana. Quest’ultima, successivamente,
denominata Maiuri ed oggi Maiori che fu elevata nel 1622 da
re Filippo IV
d'Asburgo-Spagna al rango di Città Regia. Sul fronte del loro
palazzo di Maiori alla salita di San domenico, era posta una lapide,
datata 31 luglio 1323, con il nome di "BERUTO Imperato
mercatori de Majori"(10).
SERRI
e PETRUS, eminenti Prelati che rivestirono significative
cariche nell’ambito della Chiesa. Infatti, erano presenti tra i
Vescovi per solennità nell’Antica Repubblica d’Amalfi il 20
settembre 1227(11).
Il
Casato fu aggregato al Patriziato del seggio di Maiori.
ANGELO
e STASIO, ospiti nel 1271 di re Carlo. AMBROSIO,
presente nei capitolo matrimoniali tra Carlo duca di Durazzo e Maria
d’Angiò, sorella della regina Giovanna I di Napoli. ANTONIO,
magnifico († 1387). Dopo le vicende del maremoto del 1343 e della
peste del 1348 nel XV secolo fu presente in Napoli con il Barone del
Regno ANTONELLO Imperato
Familiare e Fedele della Regina
Giovanna II d'Angiò
di Napoli. Inoltre, era anche amministratore ducale per le Provincie
della Corona(12)
nelle quali la regina lo incaricò, fra le altre cose, di reperire
anche i fondi per la Sua prossima incoronazione e, successivamente,
presenti in Barletta con PREZIUSO o PREZIOSO, della
linea del suddetto Principe Antonello di Napoli (in realtà
amalfitano) che fu il cofondatore del primo banco di pietà di
Barletta, istituito poi nel 1578; già aggregati al patriziato di
Giovinazzo(13),
poi a
Ercolano, Portici, Spinete (in
provincia di Molise),
Secondigliano. |
Sempre ai tempi della regina Giovanna II,
FRANCESCO Imperato di
Napoli vendette il casale di San Marcellino d'Aversa a Giovanni
Cossa, Signore di Ischia e Consigliere di Corte
(14).
|
© Napoli - Monumento funebre
di Ippolita Imperato e del marito Sanzio Vitaliano
eretto
nel 1497: di lato le insegne delle due famiglie. |
COLANELLO (Cola Aniello o Aniello) Imperato fu dei
personaggi di maggior rilievo della famiglia, ebbe la
Portolania di Barletta, la Bagliva di Casalorda e di
Troia, i
diritti sulla lanterna del Molo di Napoli e la pesca all'intorno, e
la nomina a vita di Governatore delle Saline di Pozzuoli. |
Nel 1508, stava andando in rovina la chiesa di S.
Pietro a Maiella di Napoli, edificata nel secolo XII da Giovanni
Pipino di Barletta, Conte di Minervino e Maestro Razionale, dedicata
a Pietro Angeleri da Morrone, eremita sulla Maiella, futuro papa
Celestino V (1294).
Il predetto Colaniello Imperato provvide al suo restauro spendendo,
come cita il Summonte, "grossa somma di scudi, come si legge
nell'Archivio di questa chiesa".
I Padri Celestini, a titolo di
ringraziamento, gli offrirono l'altare maggiore come cappella
privata, con diritto per sè ed i suoi alla sepoltura in qualunque
luogo del sacro edificio(15).
|
© Napoli - Chiesa San Pietro a Maiella |
Secondo altri studiosi, Cola Aniello Imperato (o Imparato) fu anche
tesoriere d'Abruzzo dal 1504 al 1505(16) .
Il suddetto Preziuso
fu tra i primi
trentuno fondatori del Monte di Pietà, insieme a tre nobili e ben
ventotto mercanti di diverse provenienze, di cui otto
barlettani, sette lombardi, sette amalfitani o della costa
amalfitana, quattro ragusei, un lacedoniese, e un
cittadino di Montoro, che per affari commerciali dimoravano in
Barletta.
Fin dal secolo XII, numerose famiglie
della costiera Amalfitana si erano trapiantate in Barletta dove,
attraverso il commercio, accrebbero in ricchezza e prestigio. |
Tra di esse figura
la famiglia Imperato nella persona di PREZIUSO,
il
cofondatore del primo Monte di Pietà di Barletta istituito nel
1578, come
già sopra citato,
la
cui tomba gentilizia, del 1587, "di finissimo marmo e d'esquisita
manifattura", è collocata nella Chiesa annessa al Convento di
San Francesco d'Assisi
in Maiori, come di seguito ancora specificato
(17).
Il Casato si divise in tre principali rami amalfitani,detti di
Napoli: Maiori, Ercolano e Spinete.
FERRANTE Imperato
(Napoli,
1550
† 1631),
della terra di Majori, fu Capitano della
Piazza di Nido a Napoli
(1589). Fu anche eminente naturalista, botanico e farmaceutico del
tempo. |
© Ritratto di Ferrante
Imperato. A destra: rontespizio di
Dell'historia
naturale di
Ferrante Imperato, napolitano
|
Grazie ai suoi numerosi viaggi in tutta l'Italia meridionale,
raccolse una moltitudine di esemplari minerali, vegetali e animali;
osservò e studiò gli affioramenti geologici, comprendendo
l'importanza delle acque nel modellamento dei rilievi, definì con
esattezza la salinità del mare e descrisse le serie stratigrafiche
osservate nelle cave di pozzolana.
Ferrante
ebbe
il merito di aver scoperto per primo che la pietra fungaia non è un
sasso ma una produzione vegetale sotterranea, guadagnandosi, dopo
oltre un secolo, l’apprezzamento del botanico svedese Elias Magnus
Fries (1794-1878).
Realizzò un
museo naturalistico, con annessi laboratori, presso il Palazzo
Gravina a Napoli, costruito nel 1513 per Ferdinando
Orsini,
duca di Gravina, all’epoca visitato da numerosi studiosi naturalisti
europei. |
© Napoli - Palazzo Gravina |
E’ ricordato per aver scritto l’opera
“Dell'historia naturale
di Imperato napolitano Libri XXVIII”.
(Napoli 1599), apprezzata in tutta Europa. |
Francesco, figlio del
su citato Ferrante, Capitano del Seggio dell'Ottina Albina di
Napoli, fu creato Barone di Torre Alfia
il 18 agosto 1627 da S.A.I. il Principe Carlo Augusto Amoroso
d'Aragona; titolo è trasmissibile p.p.m.
(17 bis).
Questa linea si estinse nel XVI secolo a Napoli con il barone
Andrea
di Francesco Imperato di Torre Alfia.
SCIPIONE Imperato, frate eremita col nome di Fra Antonio, morì
nella città di Sezze il 28 agosto 1609.
CARLO Imperato, medico, sposò Geronima
de Ponte ed ebbe tre figli. Rimasto
vedovo e morti prematuramente i figlioli, abbracciò lo stato
clericale, divenne prete secolare, vestì l’abito eremitico e divenne
Priore (1580). |
In terra di Majori nella costiera
amalfitana trovasi la chiesa del monastero dei frati Minori in cui
su detto avello in marmo ricorda la famiglia Imperato
dove si citano
oltre al PREZIUSO anche
ANTONELLO, OLIVIERO e MARIO.
Da questa
Gens nasce il 18 marzo 1935, ad Alessano (Lecce), Antonio Bello, detto Tonino, che diventerà
Vescovo.
La figura più importante nella sua vita è la mamma,
MARIA Imperato. Si era sposata l’8 marzo 1934, ma appena 8 anni dopo rimaneva vedova
con tre figli piccoli da accudire: Antonio, Trifone e Marcello.
Il 15 novembre 1627 in una Sancta Visitazione
nella Chiesa di Santa Maria della Pace di Noja (Noicattero) faceva
parte del collegio pastorale il Re.mo Don THOMASO Imperato IUD
neapolitano Vici. Gene. et visitatore Diocesi Barense.
FELICIANA Imperato moglie di Troiano
Capece Minutolo (nobile) - 1560 c.a.
AMALIA Imperato moglie di Giovan Battista
della Ratta, nobile di Capua - 1570 c.a.
Rev.mo Don
TOMMASO Imperato, vescovo di Vico Equense dal 1647 al 1656.
Fece ricostruire il campanile e il coro della Cattedrale; per il suo
carattere molto rigido e severo (fece scomunicare don Fabio
Cioffi)
fu in continua lite con i
Ravaschieri, feudatari di Vico Equense, gli
amministratori comunali e delle altre chiese. |
© Vico Equense - Ritratto del Vescovo
Tommaso Imperato |
GIROLAMO Imperato
pittore Napoletano nel 1600, morto nel 1607. TOMMASO Imperato del
Paone, Cappellano nel 1707 della Reale Arciconfraternita della
Santissima Trinità della Città Regia di Resina (Ercolano)
(18);
Rev.mo Don ROCCO ZACCARIA Imperato, Prelato
Arciprete della Basilica Parrocchiale di s. Maria a Pugliano di
Ercolano, dal 1684 al 1727. D. MARIANO Imperato, Tenente
Colonnello, Cavaliere di
Diritto del Reale Ordine
Militare di San Giorgio della Riunione,
il 7.10.1819. Inoltre,
sono molto copiose le testimonianze documentali Ecclesiastiche
relative all’attività svolta dai molti esponenti della Famiglia nei
vari Ruoli da Essi ricoperti all’interno della medesima Gerarchia
della Chiesa (19),
come dei Confrati laici della Famiglia, nei Ruoli statutari del
Nobile e Venerabile Sodalizio di detta Reale
Arciconfraternita della SS. Trinità
(20),
in obbedienza al Re di Napoli, nella persona dell’Augusta Maestà
Ferdinando II di
Borbone(21),
come al Suo Vescovo e, ancora oggi ai Suoi successori, come nella
persona di S. Em. Rev.ma il Sig. Cardinale Crescenzio Sepe,
già Arcivescovo Mètropolita di Napoli ed oggi, nella persona
del Suo successore, S. Ecc. Mons.
Domenico Battaglia.
Il ramo di
Spinete sembra avere come
capostipite il sopra citato Cola
Aniello che, secondo la tradizione avrebbe avuto
dall'Imperatore Carlo V° il feudo di Spinete, in ricompensa dei
rilevanti servigi resi alle truppe imperiali durante
l'assedio di
Pavia con la fornitura delle sussistenze. |
Stemma Imperato di Spinete |
Cola Aniello sposò Carmosina Piscopo
Alopo famiglia ascritta al
Seggio di Portanova.
Suo successore fu
Scipione
Imperato che nel 1576 acquistò per 7700 ducati anche il feudo di
Baranello, ma in nome e per conto di Giovan Vincenzo
del Tufo.
Nel 1586 Spinete fu in possesso di Lucio
di
Sangro ma, il 16 Aprile 1617, con Diploma di Filippo III d'Asburgo-Spagna
datato Madrid, FRANCESCO Imperato fu creato
marchese di Spinete. Da allora, fino alla eversione della
feudalità, il feudo rimase in possesso della famiglia, e l'ultimo
titolare fu il marchese
Nicola (di Francesco, di Nicola, di francesco 1° Marchese) che fu anche Presidente del Consiglio
Generale del Molise nel 1829. |
Liborio Imperato, notaro nel 1748, eletto sindaco del popolo in
Ravello.
FORTUNATO Imperato autore di un libro sulla navigazione nel 1894. |
Reggia di Portici |
RAFFAELE Imperato nato a Lecce nel 1895, trasferito a Milano,
scrittore.
Il ramo di Ercolano è annoverato
per essere il più antico,
come per la sua articolata e arcaica storia di vita,
scientificamente provata, come la sua inopinata esistenza storica,
araldica e nobiliare, tuttora fiorente(22)
che lo porta, sin dagli albori, a pienamente vivere gli eventi della
Storia nel corso dei suoi molti tempi e in più città e Stati,
superando ogni sorta di avversità umana, politica e di calamità
naturali, come per le controversie politiche dei loro tempi, le
guerre di fazioni fra i Signori Governanti(23),
la
partecipazione alle Crociate, al Risorgimento fino al coinvolgimento
nelle due ultime Guerre mondiali e, pur sempre, fedeli ai Valori è
dello Stato è della religione.
Dalla comprovata e rigorosa genealogia di Famiglia risulta essere
presente in Ercolano dal XVI secolo con: |
MARCO nato a Ercolano il 15 ottobre del 1575(24),
figlio di
D.
Silvestro, 1550
(naturalista),
e di Maria Scoglio, dal di cui ramo i Nobili di Catanzaro
(titolari del Palazzo Alemanni)(25)
del ramo di GALASSO Imperato, 1500 ca(26),
Titolare Feudo della regia corte nel 1532, di MARCO
Imperato,
Commissario regio del sacro Consiglio di Bari(27),
di PREZIOSO.
In Portici la famiglia è documentata dal XVIII secolo circa con Don GIOVANNI
BATTISTA che fu primo Parroco dopo il 1692. LAURA di Portici,
proprietaria,
già vedova nel 1695 di MARCO di LORENZO Imperato.
D. NICOLA che nel 1787
era ancora
proprietario di un palazzo sito
in località Granatello.
Dal 1811 al 1813, fu Sindaco della Città Regia di Portici NICOLA Imperato.
D. MARIANO Imperato, Priore (1866) e Consultore
(1863) del Nobile e Venerabile Sodalizio della Reale
Arciconfraternita della SS. Trinità del Città Regia di Ercolano.
A Portici il 21 settembre 1931 muore l'ultimo garibaldino CIRO Imperato,
anch'egli collaterale del ramo di Ercolano
(28). |
|
_________________
Note:
1) - Diccionario Heraldico y
Genealogico de Apellidos Espanoles y Americanos por Alberto y
Arturo Garcia Carraffa - Tomo Cuarenta y Tres - Madrid - Nueva
Imprenta Radio, S. A. - Magallanes, 21 - Litografia M. Casas -
Cabeza, 2 - MCMLIV - P. 90; Edgardo Noya di Bitetto - membro
della R. Accademia araldica italiana - Blasonario Generale di
Terra di Bari - Ed. Arnaldo Forni, p. 95.
2) -
Ramo Napolitano; Patrizi di Giovinazzo e Patrizi
amalfitani di Maiori, riconosciuti Iure Hereditatis della
qualifica nobiliare di Baroni di Montecorvino (unitamente
alla proprietà e al legittimo possesso del connesso Stemma)
con Sentenza Accertativa di Primo Grado del 14 Aprile 2012;
Esecutiva con Decreto del Presidente del Tribunale Ordinario di
Massa l’11 Maggio 2012. Inoltre, per l’accertata Germanica
Nobiltà di SubCollazione Pontificia, riconosciuti,
nell’Ordinamento giuridico canonico, con delibera dichiarativa
del Tribunale Ordinario della Magistratura Ecclesiastica del
Vicariato di Roma (Organo della Santa Sede), il 23 Maggio 2017;
Omologata, altresì, dalla competente autorità diplomatica in
Italia.
3) - Ramo di Città Sant’Angelo
(PE), riconosciuti Marchesi di Spinete con D.M. del 29 gennaio
1930: cfr. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana , Vol. XXV,
Edizione XXII del Collegio Araldico di Roma (2000-2004), pag.
849.
4) - Alberto y Arturo Garcia
Carraffa: “ Diccionario Heraldico y Genealogico de Apellidos
Espanoles y Americanos ” , Tomo Cuarenta y Tres, p. 90, Ed.
Madrid - Nueva Imprenta Radio, S.A. - Magallanes, 21 -
Litografia M. Casas. - Cabeza, 2- MCMLIV -: En Italia.
IMPERATOR, Son sus ARMAS : De azur, con dos leones rampantes de
oro, sosteniendo con la mano derecha un capello de gules con
cordones de lo mismo, v.: Bibliografia << Universal de Solares
Nobles >>, de Villanueva, M., Tomo XI, Folio 102. - Obras de
Miguel de Salazar, M., Tomo III, folio 30).
La Famiglia è Ascritta: nel Catalogus Baronum - Nel Registro
Araldico e Genealogico di Spagna - Nell’Elenco Storico del
Patriziato e Nobiltà Civica del già Reame di Napoli - Nel
Blasonario Generale della Terra di Bari - Nel Registro delle
Cariche Ecclesiastiche della Reale Arciconfraternita della SS.ma
Trinità - Nel Registro Internazionale di Nobiltà e Cavalleria -
Nelle Famiglie Nobili dell’Archivio Storico e del Registro
Araldico di Catania - Nella Categoria di Giustizia dell’Istituto
Internazionale di Diritto Nobiliare, Storia e Araldica -
Nell’Elenco delle Famiglie Nobili e Titolate del Napolitano -
Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 12
febbraio 2011, parte II pag. 9.- (Castello di Valgrado: cfr.
Francesco Pansa “ Istoria dell’Antica Repubblica d’Amalfi”,
Napoli, per Paolo Severini, 1724, I, p. 209; cfr. Giovanni
Antonio Summonte “ Historia della Città e Regno di Napoli ”, III,
Napoli, a spese Raffaello Cessari, nella stamperia di Domenico
Viventio, 1748, p. 548; cfr. F. Visentin:“ I diari di Marino
Sanuto”, Ed. 1901.: << […] è uno castello in ditto Delamezo; el
vicebassa chiamato Glubueich a sunado assa zente a cavalo e a pè
[…] >>). -
5) - Legittimamente
accertata, in Capo al rappresentante della Famiglia, la linea
del Preziuso (Prezioso), la qualità generosa di Patrizio di
Giovinazzo, come da ulteriori disamine ove, nel caso specifico,
è probatoria la diramazione del ramo. A tal fine, nell’opera
“Patriziati e Nobiltà Civiche nel già reame di Napoli” di Luigi
Volpicella (Volume I, pagg 268/269), viene riportato che,
secondo il Lumaga in “Teatro della Nobiltà in Europa”, in
Giovinazzo figurava quale famiglia patrizia la Famiglia
Imperato. Il Volpicella, nell’opera “Gli Statuti per il Governo
Municipale delle città di Bitonto e Giovinazzo ora per la prima
volta pubblicati” (Napoli, Francesco Giannini 1881), riporta
nuovamente la famiglia, ma fra quelle che “godono e che godevano
nel nostro Seggio le quali, diramate in molte città,
costituiscono non ordinario numero di nobili; scritti
postumi alla seguente opera “Memorie Istoriche di alcune
famiglie nobili della città di Giovenazzo scritte
compendiosamente dal Signor D. Luigi Sagarriga e drizzate all’istesso
Signor Antonio Paglia del 1648, riportata da Luigi Volpicella in
“Patriziati e Nobiltà Civiche…” (Volume IV), chiarendo in
tal modo quanto emerse nel corso dei vari confronti
probabilmente assunti dalla ricerca degli esperti di
quell’epoca. Nondimeno, con la stessa perita passione degli
odierni ricercatori che godono però di maggiori conoscenze e
strumenti accertativi e finanche perfezionati dal contributo
scientifico e tecnologico quali, per esempio, l’analisi
genealogica del D.N.A. Ad ogni buon conto, la Famiglia è
Ascritta nel Registro Ufficiale del Patriziato di Giovinazzo
che, tra l’altro, da sempre riporta il proprio stemma (in
questo sito anche ordinatamente blasonato), come indicato a
p.95 del “Blasonario Generale di Terra di Bari”, come, altresì,
nel Registro Araldico e Genealogico di Spagna. Tutt’oggi,
nella persona del Suo rappresentante,
Ascritta: Albo del Direttivo della
International Nobility Association (Malta/1972 -
Principe Alliata) - Albo Consulta dell’Unione della
Nobiltà Napoleonica, posto sotto la Presidenza d'Onore dell’Attuale
Capo
di Nome d‘Arme, S.A.R. Principe
Gioacchino Luigi Napoleone Murat,
VIII Principe Murat
https://it.wikipedia.org/wiki/Murat
-
Registro del già Colegio Heraldico
Antoniano de Lisboa, 19 Ottobre 2015 -
Registro Generale di Madrid, 31 Ottobre 2017,
come da conforme Notifica di riscontro del Ministero della
Giustizia del Regno di Spagna del 22 Novembre 2017 -
Registro Benemeriti del Comune di Montecorvino Rovella, 6 Maggio
2018 - Registro dell’Unione della Nobiltà d’Italia (UNI),
28 Gennaio 2019
http://www.uninob.it/
- Nelle Edizioni del Collegio Araldico Romano
(2015-2019), autorizzate dal Ministero per i Beni e le Attività
Culturali (ora Ministero della Cultura) e registrate ai
sensi dell’Art. 103, Legge 633/1941 (Reg. N° A119418, il 28
Gennaio 2019) cfr : a) Libro d’Oro della Nobiltà
Italiana; b) Calendario Pontificio; c) Elenco
Ufficiale della Nobiltà Italiana
https://www.collegioaraldicoromano.it/news
- Registro dell’Accademia Araldica Nobiliare Italiana, il
12 Febbraio 2019
https://accademiaaraldicanobiliare.com/
- Registro del Cronista de Armas Castilla y Lèon, l’8
Aprile 2021 https://it .wikipedia .org
/
wiki/Alfonso_de_Ceballos-Escalera_y_Gila
- Nell’Annuario della Nobiltà Italiana (Ed. XXXII/XXXIII)
https://www.annuario dellanobilta.com/
- Libro d’Oro della Nobiltà della Sovrana Casa Angelo
Comneno di Tessaglia ed Epiro (2013)
https://angelo
comnenodotcom.wordpress.com/
non che
fra gli insigniti (Reg. N° 74/a) dei Benemeriti di Medaglia
d’Argento della Medesima, il 14.6.2014 - Nei seguenti
Ruoli (Rango di Giustizia) degli Ordini Dinastico Non
Nazionali (e Benemeriti):
1) della Casa Reale
Portoghese
https://www.almanachdegotha.org/id28.html
di S.A.R. l’Infante Don Duarte di Braganza; a) di
Cavaliere Onorario e, b) di Cavaliere dell’Ordine di San
Michele dell’Ala, (Reg. N° 1676), il 29.9.2013; (ora Ordine di
San Michele Arcangelo)
https://it.wikipedia.
org/wiki/Ordine_reale_di_San_Michele
2)
della Imperiale e Real Casa di S.A.I.
e R. la Granduchessa Maria I° di Russia
https://www
.almanachdegotha.org/id222.html;
Cavaliere di III Classe dell’Ordine di San Stanislao di Russia
(Reg. N° 14/CIII – 2014), non che fra gli insigniti di Medaglia
d’Argento (I°, Reg. N° 0128 - II°, Reg. N° 0337) e Medaglia
d’Oro della Medesima, come al Registro del Cronista d’Arme di
Mosca (Reg. n° 1638/2013) della Imperiale e Real Casa di Russia
https://it.wikipedia.org/wiki/Ordine_di_San_Stanislao
- Registro Araldico Russo (N° 1638/2013)
www.heraldic_service.kz:/http://gerbovnikrgk.ucoz.ru/index/tom_11_1501_1650/0
- Registro Membri Onorari
(N° 472) dell’Unione dei Nobili Armeni
https://www.almanachdegotha.org/id204.htm
e dei Decorati dell’ “Honor and Glory”, a firma del Granduca
G.P. Pirumyan, 25.7.2013; l’Ente, è riconosciuto dallo Stato
Armeno e vige sotto la protezione della Chiesa Armena nella
persona di Sua Santità, il
Supremo
Patriarca e Catholicos di tutti gli Armeni,
Karekin II° https://it. wikipedia. org/ wiki/ Karekin_II
-
Registro Membri Onorari (N° 941) della Nobiltà dell’Asia
Centrale (2014)
www.heraldic.service.kz
- Cav. Gr. Cr. dell’Ordine di Santa Maria d’Ivrea,
l’8
Settembre 2013
https://www.registroaraldicoitaliano.it/di-san-martino-lorenzato-di-ivrea-luis-roberto/
- Registro Benemeriti di Medaglia d’Argento del Militare
Ordine Equestre Costantiniano di San Giorgio (Borbone Due
Sicilie e Regno di Spagna), 30 Novembre 2020 - Nei
Ruoli dei Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di
Gerusalemme, 21 Settembre 2011; (Santa Sede e S.C.V.)
- Nei Ruoli (N° 1118 Vol. III) della Reale Arciconfraternita
dei SS Giovanni Battista ed Evangelista dei Cavalieri di Malta
ad Honorem di Catanzaro, 30 Maggio 2010
https://www.cavalieridimaltaadhonoremcz.org/
(Santa Sede, Real Casa Borbone Due Sicilie e Regno di
Spagna) - Registro Soci Onorari (N° AH 992)
dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, 22°
Cavalleggeri di Catania, (2012)
https: // www.assocavalleria.eu/
- Registro Senatori Accademici (N° 230) dell’Accademia
Costantina, 4 Gennaio 2013
http://www .accademiacostantina.it/
-
Registro Accademici di Merito (N° 1078/A)
dell’Accademia Angelica Costantiniana di Lettere Arti e Scienze,
16 Novembre 2014 https://www.accademiaangelicocostantiniana.org/
- Registro dei Senatori Accademici Onorari (N° 37) della
Fondazione Internazionale “Papa Clemente XI Albani”, 31 Gennaio
2021 https://fondacionipapaklementi.com/
- Albo d’Oro (Reg. N° 321) degli Accademici d’Onore
della Nobile Accademia Carolingia, 10.06.2014
http://www.sovranacasadiheristal.it/accademia%20carolingia/
accademia.htm
- Registro dei Soci Ordinari (2020)
dell’Associazione Docenti Italiani di Filosofia (ADIF)
http://adif-italia.org/ html /it/home.html
- Albo dei
Membri Onorari dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci
Garibaldini, 20 Ottobre 2021 (Ente Morale, D.P.R. n° 1060
del 23.03.1952 ; Decreto del Ministero della Difesa del
10.05.1993 (G. U. N° 243, del 15.19.1993)
https://anvrg. org/
organico/ - Et cetera, etc etc.
6)
-
Cfr.
Paolo Peduto, “Salerno nel XII secolo: Istituzioni, società,
cultura”, Atti...- Biagio Aldimari: “Memorie historiche di
diverse famiglie nobili”, Napoli, stamperia Giacomo Laillard,
MDCXCI, pp. 36 e 287.- Monumenta Onomastica Romana-Media Aevi (X-XI):
Pat. Z. - Archivio della Regia Società romana di Storia Patria,
Vol. 1-25, p. 57. Cfr.
AA.VV. “Città e Vita cittadina nei paesi
dell’area mediterranea: sec. XI-XV”. Atti del Convegno
internazionale in onore di Salvatore Tramontana, a cura
di Biagio SAITTA; 18 Novembre 2003, Ed. VIELLA, p. 788 e p.
808.
7) - Francesco Zazzera:“della
nobiltà dell’Italia”, Parte II, dato in Napoli per Ottavio
Beltrano, MDCXXVIII; (questo Testo riporta, tra l’altro, gli
estratti angioini, ovvero che, […] Simone Imperato Barones
Montiscorbini, et postea milites […], v. Registro di Carlo III
del 1322 L. A. f. 33, scritture dei Duchi di Puglia: fol. 13 di
detto Registro, fino al fol. 63).- Evelyn Jamison:“Catalogus
Baronum”- Commentario a cura di Errico Cuozzo - Sede
dell’Istituto Palazzo Borromini - Roma, 1972 - Soggetti: Regno
di Sicilia. 1130-1815 Storia, 1150-1168. (pp.168-169-497-
498-512 […] ). - Errico Cuozzo:“Catalogus baronum”. Commentario,
Roma 1984 - Carlo Borrelli:“Vindex Neapolitanae nobilitatis”
Napoli, 1653 (appendice: Catalogus Baronum Neapolitano in Regno
versantium, pp. 54 e 60) : - […] IMPERATO : Baroni di
Montecorvino, della Casa Reale Normanna del Regno di Sicilia).
8) -
Nobilissima Famiglia Longobarda di Salerno; ramo
di S. Alferio Pappacarbone, questi, nato verso la metà del 900 e
deceduto il 12 aprile 1050, fu inviato dal Principe di Salerno
presso l’Imperatore Enrico II, nel 991 si fece monaco
benedettino nell’Abbazia di Cluny e, tornato a Salerno su invito
del Principe Normanno Guaimario III, nel 1011 fondò l’Abbazia
della SS. Trinità di Cava dei Tirreni. Morto in odore di santità
e venerato per secoli fu canonizzato da Papa Leone XIII nel
1893. Cfr. AA.VV. “Città e Vita cittadina nei paesi
dell’area mediterranea: sec. XI-XV”. Atti del Convegno
internazionale in onore di Salvatore Tramontana, a cura
di Biagio SAITTA; 18 Novembre 2003, Ed. VIELLA, p. 650
9) -
Cfr. Ediz. 2002-2004 del Libro della Nobiltà
Italiana; vol. XXV, pag. 849.
10) - Beruto, nome fenicio e
accadico, deriva da Bêrūt, significa "pozzi" o "sorgenti
d'acqua", lo si confronti con بئر, biʾr in arabo e באר, be'er,
plurale בארות, be'erot in ebraico. - Archivio di Stato di Napoli
: Luigi Volpicella « Patriziati e Nobiltà civiche di Majori »Vol.
IV, pp. 307-308-409 e, vol. I, p. 369.
11) - Francesco Pansa “Istoria
dell’Antica Repubblica di Amalfi”, Tomo II, Napoli, Per Lailardo
1724, p. 39).
12) - Francesco Pansa: “Istoria
dell’Antica Repubblica d’Amalfi,” Vol. I Ed. in Napoli, per
Paolo Severini MDCCXXIV p. 105 - 209, ( in quest’ultima pagina è
pubblicato il testamento della Regina Giovanna II di Napoli, nel
quale Ella stabilisce che, in attesa della venuta di Renato
d’Angiò, il Regno fosse governato da 16 suoi Familiari e
Consiglieri fra i quali figura Antonello Imperato) -39 e Vol. II
, Ed. Napoli, per Lailardo, MDCCXXIV pp.
38-39-103-104-105-125-127-134-140-186).
13) - Edgardo Noya, barone di
Bitetto: membro della R. accademia araldica italiana, autore del
“Blasonario Generale di Terra di Bari”, p. 95: IMPERATO: patrizi
di Giovinazzo - Arma: D’azzurro, a due leoni d’oro, sormontati
da un cappello vescovile dello stesso e affrontati - Arnaldo
Forni Editore - (Ristampa dell’edizione a cura del Comune di
Mola di Bari, 1912).
14) - Biagio Aldimari - "Delle
Famiglie Nobili.....", Libr. II, pagg. 286-287.
15) - Cfr G. Masciotta: Il
Molise; vol. II pag. 371.
16) - Cfr. AA.VV.: Storia di
Napoli; vol. III pag. 275.
17) - Cfr. Matteo Camera: Memorie
della Città e Ducato di Amalfi; vol. 2 pagg. 512-513-522 e 523.
17 bis) -
Carlo Padiglione:
"Libro d'Oro della Nobiltà dell'Imperial
Casa Amoriense" , Vol. I .
18) - Ercolano: storia dello
scavo: << […] principale documentazione sulla storia dello
scavo […] >>, notizia dell’Architetto Giuseppe Stendardo,
pubblicata sul Giornale dei letterati d’Italia, t.V. 1711: <<
[…] una relazione manoscritta del parroco della vicina chiesa di
Santa Maria a Pugliano (trattasi, in realtà, dell’ancora attuale
Cappella della Reale Arciconfraternita della Santissima Trinità)
dell’epoca, Imperato del Paone […] >>
19) - Fondo “Sacra patrimonia”
dell’Archivio Storico diocesano di Napoli, : Galasso G. e Russo
C. : L’Archivio di Napoli; pp. 31,47,52,74,190,195,291.
20) - Don Ciro Parisi: La “Reale
Arciconfraternita della SS. Trinità” in Resina oggi Ercolano,
nella sua storia (dal 1600 ad oggi) -
Giovanni Alagi: Le Estaurite - “Chiese
Parrocchiali zona vesuviana secolo XVI”; Estratto da ≤≤ Asprenas
≥≥ Anno VII, N° 1, 1960 Edizione AGAR.
21) - Real Decreto del 14
dicembre 1850.
Prelato di Fiocchetto, si intendevano quattro particolari
prelati della Curia Romana. A far parte di questa carica erano:
1) il vice camerlengo di Santa Romana Chiesa, fino al XIX secolo
anche governatore di Roma. 2) l'uditore generale della Camera
Apostolica. 3) il tesoriere generale della Camera Apostolica. 4)
il maggiordomo del Papa. L'appellativo di "Fiocchetto" deriva
dal fiocco che veniva posto sulla testa dei cavalli che questi
prelati cavalcavano durante parate o processioni. Inoltre,
questo appellativo rimanda anche alla tradizione dell'araldica
cavalleresca, ovvero, prevedeva che il cavallo fosse decorato
con i simboli del nobile che lo montava. Questa carica è stata
tuttavia abolita (rimane quella di vice camerlengo, oggi
ricoperta da un cardinale) da Papa Paolo VI con il motu proprio
Pontificalis domus del 1968. lo Stemma del Prelato di Fiocchetto
era costituito da un Cappello Paonazzo con dieci Fiocchi Rossi
collegati da un Cordone dello Stesso colore rosso; v. Prelati di
fiocchetti, in: Gaetano Moroni, “Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica”, Vol. LV, Venezia: Tipografia emiliana.
Alto Barone ò Barone Major, era una carica di Alta giurisdizione
di Governo, adottata dalla Corona Normanna nel Regno di Sicilia
(XII sec) e l’unico Grado della gerarchia nobiliare che, per il
di cui rango, era prossimo solo al Re. Infatti, nel caso
specifico, governava in qualità di Suo viceré.
Barone del Regno, era un Barone con importanza superiore a
quella di un Principe di feudo ed aveva dignità pari a quella di
Vescovo. Per una esegesi storico-araldica v. Stemma IMPERATO:
d’Azzurro,a due leoni affrontati contro rampanti d’Oro
sormontati da un cappello rosso cinto da corona imperiale .-
Scudo: Semitondo spagnolo, come da manoscritto (anonimo) del
seicento - collazione X. A. 41 - Sezione Manoscritti e Rari -
Biblioteca Nazionale di Napoli
22) - Gens provenienti
(15000-10.000 anni orsono) dal Primitivo Oriente: a) Antico
Egitto; b) Marocco, nelle città di Jerico o Tell el-Sultan
popolo che, successivamente, denominato Fenici: popolo semita
dell’antichità che viveva principalmente nell’attuale Libano e
sulla costa mediterranea della Siria in città-Stato,
indipendenti le une dalle altre. Secondo Erodoto i Fenici
discesero dai Cananei e provenivano dal Golfo Persico. Nella
Tavola biblica dei popoli ci si riferisce a Sidone, il
progenitore dei Sidoni, come al figlio di Canaan, discendente di
Noè (cfr. Gn 10-15); quindi in Israele, poi in Egitto con il
Faraone Necho II (600 a.C.), il quale ordinò una spedizione. I
Fenici si arricchirono grazie al commercio, che si basava sulle
loro colonie e i loro punti di appoggio e sulla loro potente
flotta mercantile di cedri del Libano. Eccellenti navigatori,
colonizzarono il bacino del Mediterraneo. In Europa da Cipro,
poi in Sicilia fino alla Spagna ed infine questo ramo della
Famiglia giunse in Italia tra X e XI secolo condividendo l’idea
di Governo dell’Imperatore Ottone II di Sassonia, stanziando in
Roma, poi a Montecorvino, ad Agerola, a Maiori, a Napoli,
Barletta, Ercolano e Secondigliano, come dai risvolti politici
del tempo.
23) - Come nel caso specifico
delle infauste conseguenze della presa dello stato di
Montecorvino da parte di Boemondo il Normanno e la relativa
forzata espropriazione dei beni a causa della sostenuta fedeltà
della Famiglia a re Ruggero, reiterata con ogni pertinente
mezzo. Solo molto tempo dopo lo stato ritornò a Ruggero a
seguito della pace raggiunta con Boemondo, eletto Principe di
Taranto e non Duca delle Puglie che era di diritto del re
Ruggero de Hauteville, per intervento del Papa Urbano II.
Ruggero I era Legato Pontificio di Papa Urbano II, quest’ultimo,
nel suo programma, aveva quello di portare, con l’aiuto del re
Normanno, la Campania e la Sicilia saldamente nella sfera
d'influenza cattolica, dopo generazioni di controllo bizantino e
di egemonia degli emiri arabi in Sicilia. Infatti, nominò suo
agente nelle marche siciliane il Re Normanno Ruggero I. Nel 1098
Urbano conferì a Ruggero prerogative straordinarie, alcuni degli
stessi diritti che venivano negati ai sovrani temporali in altre
parti d'Europa. Ruggero era Libero di nominare Vescovi
(investitura laica), Libero di raccogliere le rendite della
Chiesa e di inoltrarle al papato (una posizione sempre
lucrativa), Libero di avere voce nel giudizio di questioni
ecclesiastiche. Ruggero era virtualmente un legato papale in
Sicilia. Nella ricristianizzazione della Sicilia si dovettero
stabilire nuove diocesi, nonché i loro confini, con una
gerarchia ecclesiastica rifondata dopo secoli di dominazione
musulmana. La consorte aleramica di Ruggero, Adelaide, portò dei
coloni dalla valle del Po nella Sicilia orientale. Ruggero come
governante secolare sembrò una proposta sicura, in quanto era un
semplice vassallo del suo parente Conte di Puglia, a sua volta
vassallo di Roma, perciò, in quanto ben sperimentato comandante
militare sembrò sicuro concedergli questi poteri straordinari,
che in seguito sarebbero giunti ad un confronto finale tra gli
Hohenstaufen, eredi di Ruggero, e il papato del XIII secolo.-
24) - Marco Imperato, del Regio
Casale di Resina, nato il 15 ottobre 1575, di Silvestro: v.
Registro dei battezzati della Basilica Parrocchiale Santa Maria
a Pugliano di Ercolano.
25) - Famiglia Scoglio, nobili di
Catanzaro, v. Testo dell’Architetto Oreste Sergi : Palazzo
Alemanni - I Palazzi - Scheda 11.
26) - Galasso Imperato, del Regio
Casale di Resina (NA): Titolare Feudo della Regia Corte nel
1532: “Archivio Storico per le Province napoletane”- Pubblicato
a cura della Società di Storia Patria - ANNO X - Fascicolo I -
Napoli - R. Stabilimento Tipografico COMM. Francesco Giannini &
Figli - Cisterna dell’Olio, da p. 5 a p. 7 -1885- : Vol. 10 p.
721 e, Vol. 3 da p. 209 a p. 302 e Archivio Storico per le
province napoletane a cura della Società di Storia Patria Anno X
Fascicolo I - Napoli, 1885, Fabio Colonna Linceo 1° (Scritti del
Cardinale Pompeo Colonna), p. 721.
27) - Domenico Porcaro Massafra:
Marco Antonio Imperato,“Archivio della Basilica di S. Nicola” (BA)
- Fondo cartaceo - III Notarile, p. 375 e Archivio di Stato di
Napoli: “L’antico inventario delle pergamene del Monastero dei
SS. Severino e Sossio” - Monasteri soppressi, Vol. 1788 pp.
2005-2012-2021).
28)
- Beniamino ASCIONE, “Portici Notizie Storiche”, Portici
Edizione della Conferenza di S. Vincenzo Dè Paoli dei Circoli
della Federazione Universitaria Cattolica Italiana di Portici,
1968, pag. 506. |
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