Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
d'Alessandro |
Pagina realizzata dal
dott. Ettore d'Alessandro di
Pescolanciano
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Le carrozze del
marchese di Civitanova |
Il marchese Mario d'Alessandro di Civitanova ha
regalato allo Stato le sue splendide carrozze d'epoca, ospitate a
Napoli nel prolungamento della fabbrica
delle antiche scuderie
situate al pianoterra della palazzina Rothschild, all'interno del
parco di villa Pignatelli.
Il Museo delle Carrozze intitolato al
donatore rappresenta, con la sua ricca collezione di finimenti,
bordature e vari accessori, un patrimonio unico. |
Napoli - il viale che conduce al Museo
delle Carrozze
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Quando passava per Posillipo “o
Marchese d’e carrozze”
di Ettore d'Alessandro |
Con l’arrivo delle rondini ed il ravvivarsi dei giardini
con i colori primaverili, il canuto gentiluomo napoletano dai folti
baffi umbertini, don Mario d’Alessandro duca di Pescolanciano, era
solito gradire lo “scarrozzamento” per la collina di Posillipo.
I suoi spostamenti costieri e collinari dalla sua
residenza in Bellavista erano continui su tutto il territorio
partenopeo. Ma i colori solari di Posillipo erano particolarmente
preferiti al d’Alessandro, più noto come “marchese di Civitanova”. |
Carrozze a via Chiaia. A destra:
Napoli - sfilata carrozze d'epoca |
Cercava ad ogni sua uscita in
carrozza di passare inosservato, ma nella Napoli del secondo
dopoguerra, con l’intensificarsi del traffico automobilistico,
una splendida vettura “tirata a lucido” trainata da cavalli con
a bordo un cocchiere “stilé” in livrea e tuba, una leggiadra
dama ed un austero nobil uomo catturava la curiosità dei
passanti.
Chi lo riconosceva, perché ormai all’apice della notorietà cittadina,
con calorosi applausi lo osannava con “viva o marchese”.
Tra le
numerose carrozze raccolte in gioventù, con le quali era solito
passeggiare, il “coupé” dei fratelli Bottazzi (carrozza chiusa a quattro
ruote)
era la sua
amata perché trattavasi di prima vettura acquistata a
soli trentasette anni e simboleggiava i suoi anni gagliardi,
quando alla passione dei cavalli affiancò quella per il mezzo di
trasporto più antico delle moderne autovetture.D’altronde Mario d’Alessandro ebbe i natali da un antico Casato che vanta una lunga
tradizione equestre con un’affermata
scuderia di cavalli, nota nel Regno di Napoli sin dal XVII secolo, giunta alla sua massima espressione nell’opera
settecentesca “Arte del Cavalcare” del duca-poeta Giuseppe
d’Alessandro. |
©
L'Arte del Cavalcare di Giuseppe
d'Alessandro, duca di Pescolanciano - |
Inoltre, il d’Alessandro fu
assistito per questa sua collezione dal suo nonno materno,
Onorato Gaetani dell’Aquila d’Aragona, che fu tra i pionieri dell’ippica
napoletana e titolare di una delle più fornite scuderie del
mezzogiorno.
Incominciò a cercare carrozze prima del secondo conflitto mondiale
girando per diversi capoluoghi italiani e capitali europee,
raccogliendo esemplari francesi, inglesi nonché delle migliori case
italiane.
Nella rimessa della sua villa paterna in
Portici, ove esisteva anche un
galoppatoio, furono così parcheggiate - con le più accorte
attenzioni -
vetture quali la “mail coach” di Laurie and Marner (carrozza adibita al
trasporto della posta), il “bagherino”, il “pony-caise” o il “ragno” di
Lawton e London (carrozza di classe di fine XIX secolo). |
Si tramanda presso la famiglia d’Alessandro che tale dimora
rimaneva poi aperta per incontri di salotto tra appassionati di
corse di ippica e collezionisti di carrozze, noti per famosi
attacchi, quali il Pignatelli, il Romanazzi,
il Sirignano, il
Barracco o il Moliterno. |
Il marchese Mario d'Alessandro nella sua
tenuta
di Portici (NA). A destra:
La famiglia d'Alessandro
a passeggio con
le più belle carrozze dell'epoca. |
Il d’Alessandro invitava, così, la stretta cerchia di
amici ad ammirare ogni nuovo acquisto realizzato: ora l’elegante
“haknel”, oppure il parigino “binder”, ora la pregiata carrozza dei
napoletani fratelli Solano la “poney chaise” o “canestro” (carrozza in
vimini per le passeggiate mattutine) o la “dog-kart” (carrozza scoperta a
quattro posti), discutendo ed analizzandone le caratteristiche
strutturali, i pezzi, i materiali utilizzati. |
Napoli - sfilata di carrozze -Anno 1954
Duchessa Melina Pignatelli della Leonessa |
Oltre
alle carrozze finirono nella collezione del “marchese” decine di
bellissimi esemplari di fruste, dai manici d’avorio o d’argento, nonché
ricchi finimenti, briglie e morsi. All’ingrandirsi della collezione fece
seguito la progressiva crescita della preziosa competenza del
d’Alessandro sull’arte equestre e della guida delle carrozze tanto che
il governo italiano lo incaricò di reclutare equini in Italia e
all’estero per il miglioramento delle razze allevate presso taluni
centri ippici, quali Lipizza, Persano e Fara-Sabina.
E’, anche, famoso l’episodio
del duca d’Aosta, viceré d’Etiopia, che lo interpellò per la
scelta di alcune carrozze da acquistare, le quali sfilarono nel 1937 per
le vie di Addis Abeba. |
Castello e campanile di
Pescolanciano |
Nei
momenti di relax, il “marchese”, rifiutando l’uso della macchina come
passatempo che invece lasciò alla servitù, si godeva queste sue carrozze
in compagnia della moglie, dei familiari o amici coinvolgendoli in
passeggiate lungo percorsi variegati ed anche in qualche impegnativo
viaggio.
Celebre alle cronache il romantico tour da Portici a Campobasso,
organizzato nel 1955 con gli amici barone Iannitti ed il duca
Vasaturo,
nonché con il cocchiere Vincenzo Cavaliere. La diligenza
trainata da quattro cavalli fu equipaggiata con una ghiacciaia,
una toilette e delle brandine smontabili.
L’impresa si concluse dopo tre giorni dalla partenza e dopo aver
raggiunto vari paesi, ove vennero accolti con calorosi
festeggiamenti, tra cui Pescolanciano con l’avito castello
d’Alessandro. |
Napoli - Caffetteria Gambrinus
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Nel
1958 l’ultima passeggiata in carrozza per il “Miglio d’Oro”, con a
seguito la moglie Ernesta Visentini, fu immortalata dalle cronache dei
quotidiani locali e rotocalchi nazionali.
Qualche anno prima, il
d’Alessandro aveva perso il fedele cocchiere Vincenzo Cavaliere, colpito
da infarto durante una sosta in carrozza a piazza Plebiscito in Napoli,
allorquando il “marchese” si era ivi recato in compagnia degli amici
Guido Ruffo e Pierino Rocca, assidui frequentatori del caffè Gambrinus.
L’episodio fu ricordato per il conseguente trambusto provocato tra la
folla dalla carrozza e dai cavalli imbizzarriti. |
L'ultima passeggiata del marchese
Mario
d'Alessandro |
Mario d’Alessandro (Napoli. 10 set 1883
† Livorno 29 apr.1963), 15° barone e 10°
duca di Pescolanciano, Cavaliere Onore e Devozione del
S.M.O. di Malta,
Cavaliere di Giustizia del
S.M.O. Costantiniano
di S. Giorgio, figlio di
Giovanni Maria,
aveva due fratelli Giovanni Maria (Napoli, 1 nov
1881
† Bisignano, 5 ago 1961), Nicola
Maria (10 ott 1894
† infante), e due sorelle Anna Maria
(Napoli, 10 gen 1885
† Bisignano, 20 apr 1960), Antonia
(Antonietta) (Napoli, 20 nov 1887
† Roma, 4 gen 1952). |
Donna Anna Maria
d'Alessandro di Pescolanciano (1885
†
1960)
Per gentile concessione del nobile Roberto
Bilotti Ruggi d'Aragona |
Prima
della morte del “marchese delle carrozze”, avvenuta il 29 aprile 1963 in
Livorno, lo stesso volle lasciare con un atto encomiabile di mecenatismo
alla sua città partenopea un prezioso patrimonio.
Mario d’Alessandro, marchese di Civitanova, donò nel 1962 la sua ampia collezione di 21
carrozze, 60 finimenti e 98
fruste al museo civico di villa Pignatelli alla riviera di Chiaia, che
per l’occasione - diversi anni dopo - inaugurò nell’ex rimessaggio un
padiglione museale delle sue carrozze e quelle di altri benefattori, tra
cui il marchese Spennati (1960), il conte Dusmet (1962), il conte
Leonetti di Santojanni (1973) e lo Strigari
(1979).
L’auspicio dei suddetti gentiluomini fu quello di lasciare
un’indelebile eredità alla moderna società e cioè quella
passione per un’arte antica che entusiasmò le generazioni
passate e caratterizzò un’epoca, ormai scomparsa.
Aprile 2003 (per giornale POSILLIPO). |
Napoli - Don Ettore d'Alessandro,
Duca di Pescolanciano, all'inaugurazione della riapertura Museo
delle Carrozze intitolato
al Marchese Mario d'Alessandro di Civitanova
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