
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
d'Alessandro |
Il ‘900. Uno sguardo sulle vicende italiane,molisane ed estere
attraverso ricordi e
documenti d’archivio dei d’Alessandro di Pescolanciano
di Giovanni Maria d'Alessandro
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Allo
scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 1899 il nuovo secolo
veniva salutato con grande enfasi in tutti i paesi del mondo(1).
Gli abitanti della Terra, circa un miliardo e mezzo,
si auguravano un “Buon Novecento” con grandi novità e speranze di un
futuro migliore nel progresso e nel benessere.
Del resto già si contavano diverse conquiste innovative nella vita
delle persone che si affacciavano in questo ultimo secolo del
Millennio. La nuova Era nasceva sotto i simboli del progresso: la
luce e l’energia elettrica. Nei paesi molisani, in questo inizio
secolo, si diffuse un sistema di illuminazione a gas, cui seguì
quello elettrico.
A Pescolanciano, il duca Giovanni Maria
d’Alessandro aveva fatto pervenire da Napoli al suo maniero una
complessa macchina di produzione di energia elettrica, utilizzata
nel suo alloggio.
Verso questo bisogno-desiderio umano di scoperte
scientifico-tecnologiche, il nuovo secolo mosse i primi passi,
percorrendo rapidamente una serie di importanti tappe evolutive. Nel
Novecento prese così l’avvio quel “processo di meccanizzazione” che
si diffuse nelle diverse attività e settori produttivi. |
Nel
campo della locomozione e trasporto, ad esempio, una straordinaria
invenzione determinò l’inizio della fine di tutti quei mezzi
millenari di spostamento, cui era abituato l’uomo. Il treno ormai
diffuso in varie nazioni, tra cui l’Italia, servì anche il Molise,
ad inizio secolo, divenendo importante mezzo di comunicazione per
quelle popolazioni(2)
abituate a muoversi con muli e cavalli. Oltre alla sbuffante
locomotiva a vapore, si aggiunse poi la “carrozza a motore”. La sua
rapida diffusione in tutti i paesi, seppur appannaggio ancora di
pochi facoltosi appassionati, divenne subito il sogno di tutte le
popolazioni, nonostante i gravi incidenti che detto mezzo provocava
con carrozze e pedoni. |

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Tranvia-Pescoagnone -
ANNI 20 |
Dal salone di Torino, in cui nell’aprile del
1900 si inaugurò la prima esposizione internazionale di automobili
per giungere a quella del 1905, ebbe inizio un precoce sviluppo
commerciale di autovetture fabbricate da varie case
automobilistiche, quale la Ford, la Fiat, la Renault in Europa ed in
Italia. Henry Ford fece introdurre nel 1908 la prima “catena di
montaggio” nelle sue fabbriche per produrre la popolare Ford “T” che
invase le strade d’America e d’Europa. Nel corso dei primi anni del XX secolo mentre cresceva il mercato dell’auto, aumentava sempre più
il suo mito presso gruppi di estrosi soggetti, tanto da far
organizzare nel 1906 la prima corsa automobilistica “Targa Florio”.
L’anno successivo un equipaggio italiano, al comando di Scipione
Borghese, giunse perfino a vincere per la prima volta la gara di
12.000 chilometri Pechino-Parigi.
Questa crescente domanda di auto anche in Italia, portò il governò
di allora, Zanardelli, a far emanare il primo “Regolamento per la
disciplina della circolazione stradale”. Quello “status simbol”,
ormai diffuso tra i ceti sociali più agiati ed aristocratici, non
sollevò interesse sui familiari di casa d’Alessandro, che
continuarono a far uso di cavalli e carrozze nel tragitto
Napoli-Pescolanciano fino agli anni della prima guerra mondiale. Il
vecchio duca Giovanni M., rappresentante di un’epoca tramontata,
reagiva all’idea di salire su “nu carruoccio a scoppio” e inculcò un
tale rifiuto anche ai figli e nipoti(3). |
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Torre del Greco - Litoranea. A destra:
Torre del Greco - Villa Ercole |
Con
uno sviluppo analogo e sentita passione contemporaneamente vide la
luce all’inizio del secolo XX il veicolo aeromobile, che passò dal
dirigibile dell’ex generale tedesco Ferdinand Von Zeppelin (il quale
volò sul lago di Costanza nel luglio del 1900) al biplano dei
fratelli Wright-(che riuscirono a volare sul Flyer per la prima
volta nel 1903). Nell’estate del 1909 fu organizzato il primo raduno
aereo europeo a Reims, in Francia, e subito dopo anche a Brescia,
ove parteciparono anche sei piloti italiani tra i quali Mario
Caldera. Il primo volo transatlantico, solitario, fu effettuato nel
maggio 1927, con aereo monoplano, da Charles Lindbergh, da New York
a Parigi, senza scalo. Successivamente, nel 1930-33 Italo Balbo, al
comando di diverse squadriglie di idrovolanti militari affrontò due
trasvolate transatlantiche dall’Italia, dirette rispettivamente ed
in epoche diverse, sia in America del Nord come del Sud tra il
plauso della stampa mondiale per la intrepida impresa realizzata. Il
volo di un mezzo “più pesante dell’aria” rese un sogno umano realtà,
aprendo così una nuova epoca. Né vanno dimenticate, peraltro, le
geste audaci – compiute coraggiosamente su aerei – durante il primo
conflitto bellico mondiale dall’eroico italiano: comandante Baracca.
Il
‘900, inoltre, fu secolo di nuovo progresso scientifico con
importanti rivoluzioni nel campo delle comunicazioni, della fisica,
della medicina.
Nel
1901, un segnale elettromagnetico, inviato da Guglielmo Marconi con
il suo telegrafo senza fili, attraversò l’Oceano Atlantico. La nuova
scoperta portò immediatamente il supremo riconoscimento al suo
inventore , che ricevè il premio Nobel per la Fisica nel 1909. Ben
presto il mezzo di comunicazione di massa, quale il telefono, riuscì
a superare distanze e barriere temporali con rapida diffusione in
diversi paesi. In Italia all’inizio del primo decennio del XX secolo
si contavano già 23.000 abbonati tanto da far inaugurare nel 1906 la
linea telefonica Roma-Parigi.
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Portici (Napoli) Corso Armando Diaz. A destra:
Portici (Napoli) Corso Garibaldi - Gran Caffè |
Nel
clima di queste grandi scoperte si diffuse ben presto una nuova
forma d’arte, figlia del XX secolo, legata all’invenzione del
“cinetoscopio” o macchina da presa. Dopo i primi esperimenti di
elaborare strumenti tecnici di ripresa (come il cinematoscopio di
Sellers del 1860; la macchina da presa e proiettore dei fratelli
Lumière del 1895),si giunse alla messa a punto della macchina
cinematografica dell’americano Thomas Edison, nei suoi laboratori.
Con tale apparecchiatura si potè registrare nel 1903 e poi
proiettare il primo film “L’assalto al treno”, pietra miliare del
cinema. Si ebbe ben presto una corsa alla realizzazione di films nei
primi anni del novecento, quali le affascinanti produzioni di un
altro grande pioniere del cinema, Meliès (celebre suo film “Viaggio
sulla luna” del 1902), o quelli di Griffith (circa 485) o del
regista sovietico Sergy Eisenstein (“La corrazzata Potemkin”). Il
cinema divenne una grossa opportunità economica in tutti i paesi e
molti cineasti si apprestarono a trasformare vecchi teatri in
eleganti sale di proiezione.
La
nascente cinematografia italiana ebbe tra i suoi pionieri il
commendatore Pettine, nativo di Isernia, che fondò una casa di
produzione di films a soggetto storico-religioso a Milano agli inizi
del ‘900. Divenne così costume ed abitudine diffusa il frequentare
questi nuovi luoghi di ritrovo, ove gli spettatori si abbandonavano
alle fantastiche immagini da sogno dei films muti, accompagnate
dalle note strimpellate dei pianisti, posti sotto lo schermo. In
Italia la gente accorreva, in quegli anni, alle proiezioni dei
Kolossal storici di Arturo Ambrosio (“Gli ultimi giorni di Pompei”
del 1916) o a quelli di Gustavo Serena (“Assunta Spina” del 1915 con
la mitica Francesca Bertini), oppure di Giovanni Postrone (“Cabiria”
del 1914). Il film americano, “Il cantante di jazz”, prodotto nel
1927 dalla casa cinematografica Warner Brothers, ove partecipò
l’attore Al Jolson, dette via alla produzione di films sonori. Tra
gli attori, più noti, emersero allora negli Stati Uniti
l’indimenticabile Rodolfo Valentino, i comici Buster Keaton e
Charlot e s’affermò il successo e la fama mondiale per la romantica,
affascinante, sfinge svedese, la diva superstar: Greta Garbo. Molti
di questi “divi” iniziarono ad essere noti al pubblico di Campobasso
negli anni ’20, allorquando fu inaugurato il cinema “Modernissimo”.
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Il
vecchio Continente, agli albori del ‘900, viveva un lungo periodo di
prosperità, in cui figurava predominante il territorio dell’impero
Britannico con le sue colonie sparse nell’intero globo terrestre.
L’Europa, tra l’altro, manteneva ancora una sua supremazia elevata
su tutte le popolazioni mondiali, derivante dalla crescente
industrializzazione dei suoi paesi e dalla organizzazione della
società civile nonché dalla cultura acquisita attraverso molti
secoli di progresso in settori scientifici, sanitari, letterari. Ma
questo momento così favorevole e di pace, detto “Belle Epoque”,
stava per esaurirsi già nei primi decenni del XX secolo. Infatti,
altri stati non Europei stavano emergendo sulla scena politica
internazionale come nuovi protagonisti, alternativi alle grandi
potenze del nostro continente. Inoltre, poi in vari paesi specie
Europei, si diffondevano a vasto raggio ideologie rivoluzionarie tra
classi di lavoratori e contadini, che sollecitavano riforme sociali
con agitazioni contro la borghesia liberale egoista ed immorale(4). |

Nel 1920 a Napoli entrava in funzione la
prima metropolitana in Italia e le prime scale mobili. |
Queste nuove situazioni avrebbero sconvolto e minato il vecchio
ordinamento degli Stati nazionali Europei, la maggioranza dei quali
era frattanto retta da monarchie secolari, come le dinastie degli
Asburgo, dei Windsor, dei Romanoff, degli Hoellezornen, dei Borbone
e da varie altre casate di minor risonanza.
In
Italia regnavano i Savoia con grosse difficoltà di ordine
politico-sociale. Il secondo regnante, Umberto I di Savoia, cadde
ucciso il 29 luglio del 1900 sotto i colpi dell’anarchico Bresci.
Per quei filo-borbonici, ancora legati alla precedente dinastia
destituita nel Meridione, tra cui si annoverava il duca Giovanni
Maria, l’episodio fece quasi esultare i loro cuori, lasciando aperte
le speranze di cambiamenti profondi. Nella corrispondenza del duca
d’Alessandro con alcuni personaggi notabili di Napoli si cita il
“regicidio del Savoia deve essere quella speranza (…)
(5)”.
Questo clima di violenta ribellione, sentita in certi ambienti
sociali, scaturì da una politica governativa conservativa, quale
quella del ministro Crispi (ex garibaldino ed ex repubblicano)(6)
antisocialista, fervente sostenitore della Triplice Alleanza
(Germania, Austria, Italia) e di una politica coloniale in Africa.
Tale politica pervenne così nell’azione repressiva del 1898 condotta
dal generale Bava Beccaris, che ordinò di far fuoco contro i
dimostranti nelle strade di Milano
(7),
come l’emanazione di leggi eccezionali contro la libertà di stampa,
diritti di riunione e di associazione del governo Pelloux
(1898-1900).
Con
il regno di Vittorio Emanuele III (1906-1946), succeduto al padre
Umberto, e i successivi governi presieduti da Zanardelli, Giolitti
etc., venne promossa una politica di carattere liberal-democratico,
che vide tra i provvedimenti varati anche il riconoscimento del
diritto di sciopero. D’altra parte le masse popolari, del cosiddetto
“Terzo Stato”, in Italia vivevano in condizioni di assoluta miseria
e precarietà, a favore delle quali, forze politiche - collocate a
“sinistra”- rivendicarono riforme e diritti. Giolitti riuscì, nella
gestione della politica interna, ad affrontare i problemi relativi a
riforme sociali(8),
nonché sull’emigrazione. Quest’ultimo fenomeno, estesosi
progressivamente in tutto il Regno, divenne una preoccupante
questione sociale di interesse governativo(9).
Fu
approvata la legge sul “suffragio universale maschile”, nel 1912.
Con questo governo liberale si consolidarono ideologie e movimenti
di estrazione socialista; il numero degli elettori salì ad oltre gli
otto milioni di votanti e nel contempo Mussolini assunse la
direzione del giornale “Popolo d’Italia”.
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Festa a Pescolanciano - 1944. A destra:
Immagini di Pescolanciano - 1950 |
In merito alla politica estera, si profilò un
riavvicinamento dell’Italia alla Francia, a seguito della quale
intesa ebbero inizio le operazioni militari contro l’Impero Ottomano
per la conquista della Libia (1911), conclusesi favorevolmente nel
1912. Per questa importante impresa si preparò l’esercito ad alcune
manovre militari. Alcune operazioni si svolsero in Cerreto Sannita e
furono immortalate da un fotografo amico di casa d’Alessandro. Dette
immagini, datate 1904, ritraggono, tra l’altro una truppa con cuoco
nei pressi di una cucina da campo. Va ricordato che il vecchio duca
Giovanni nutriva una certa passione per la fotografia documentaria
(si fece immortalare con la sua vecchia divisa borbonica, nonché
esiste album di ricordi di personaggi politici e notabili di fine XIX ed inizio XX secolo, immagini paesaggistiche ed archeologiche,
etc), tanto da aver tra i suoi cari ospiti ed amici il ben noto
fotografo di Campobasso, Antonio Trombetta.
In
questo stesso anno fu annotata la notizia dell’affondamento del
famoso transatlantico “Titanic”, nel viaggio inaugurale Londra-New
York.
Al
tramontante romanticismo ottocentesco si sostituiva un continuo
progresso tecnico, con nuovi orientamenti in vari settori, segnando
l’emergere delle masse popolari, sebbene fossero molto diffusi
ancora – ed anche in Europa – l’analfabetismo(10),
lo stato di arretratezza e miseria. Quest’atmosfera di inizio secolo
fu all’improvviso turbata da una funesta tragedia: l’assassinio, nel
1914 a Sarajevo, dell’erede al trono austro-ungarico F.Ferdinando
Asburgo, figlio dell’imperatore Francesco Giuseppe II d’Austria(11).
L’Europa, d’un tratto, venne trasformata in un arroventato campo di
battaglia. Le ostilità tra Austria e Serbia coinvolsero altre
nazioni, cui partecipò successivamente anche l’Italia (24 maggio
1915) ed infine, le truppe USA, nel 1917. Tale spaventoso scontro di
potenze, protrattosi per molti anni, quasi nell’intera Europa,
lasciò sul terreno circa nove milioni di morti, oltre povertà,
distruzioni e dissesto economico. Sul fronte italiano, la disastrosa
sconfitta subita a Caporetto (ottobre 1917), che produsse elevate
perdite tra i nostri combattenti e frequenti casi di ammutinamento
nei ranghi, fu arginata dalla strenua difesa opposta dalle nostre
truppe dislocate lungo il fiume Piave, ove fu bloccata l’avanzata
austriaca. |

Napoli - statua di Armando Diaz |
Sotto il comando del generale A. Diaz, l’esercito italiano
successivamente riscattò la disfatta con una violenta controffensiva
conclusasi con lo sfondamento dello schieramento nemico a Vittorio
Veneto (ottobre 1918), che poi segnò l’inizio del definitivo crollo
delle forze imperiali austro-ungariche(12).
Durante tale periodo risulta che prigionieri austriaci furono
internati anche nel castello ducale, in Pescolanciano, messo a
disposizione – dai d’Alessandro – delle Autorità militari.
Nel 1918 le forze austro-germaniche dovettero arrendersi, stremate
dalla fame, stanchezza e demoralizzate dagli insuccessi accumulati
in una lunga guerra di posizione in trincea. Nel 1919, fu firmata a
Versailles la pace tra Alleati ed Alemanni, con condizioni onerose
per gli sconfitti. Una cartolina di Fulco d’Alessandro, spedita ai
fratelli in Molise, con la scritta “Vittoria!!” preannunciò l’arrivo
della pace ed il ritorno alle proprie dimore. Mentre il suddetto si
stabilì definitivamente in un appartamento del castello, gran parte
della famiglia d’Alessandro fece ritorno a Napoli, per poi tornare
nella dimora molisana nei periodi estivi.
Tra i ricordi si annovera il passaggio- lungo le strade provinciali
e nazionali- delle auto che attraversavano i numerosi paesini locali
tra la curiosità degli abitanti; la immancabile bucatura della
ruota; la merenda-sosta nei pressi della periferica chiesa di
Venafro; l’incidente con un mulo! |
L’arrivo agognato al castello era
confortato da piacevoli tavolate imbandite da Fulco, nonché dalla
visita di amici di famiglia, tra i quali il prelato-scrittore
Gioacchino Maselli,
Arciprete in Pescolanciano.
Nel
1920 fu istituita la “Società delle Nazioni”(con sede in Svizzera),
organismo che doveva assicurare, in futuro, la pacifica convivenza
tra gli Stati in caso di vertenze. L’Europa usciva, da questo primo
conflitto internazionale, indebolita nel suo ruolo di guida
mondiale, mentre si rafforzava la supremazia degli Stati Uniti su
tutte le potenze del “vecchio continente”.
Nel
1917, in Russia, prese il potere la sanguinosa rivoluzione
bolscevica, capeggiata da Lenin, instaurandovi il nuovo ordine
proletario ed annientando tutti i componenti della famiglia
Romanoff, dinastia regnante.
Alla guida di un opposto movimento fascista, il 28 ottobre 1922, fu
designato -con assenso reale- Benito Mussolini all’incarico di capo
del governo italiano, dopo la incontrastata “marcia” su Roma delle
sue formazioni “camicie nere”, diffondendo sollecitamente un suo
lapidario messaggio operativo, basato su “economia, ordine,
disciplina”. Nei primi anni di governo mussoliniano, violenti e
frequenti furono gli scontri tra miliziani fascisti e manifestanti
antifascisti. Gradatamente, però, il potere del Partito Nazionale
Fascista (P.N.F.), sorretto anche dalla Milizia Vol. Naz.le
(M.V.S.N.) –istituita nel 1926 – si consolidò, specie dopo l’esito
delle elezioni 1924, favorevoli per il partito fascista. Disposto lo
scioglimento di altre formazioni politiche e col divieto di
scioperi, il Regime autoritario adottò, poi, vari provvedimenti
(Riduzione salari; consolidamento moneta con cambio sterlina a £ 90;
esecuzione diffusa di Opere Pubbliche; miglioramenti sociali per la
collettività meno abbiente; controllo radio e stampa nazionale), che
favorirono la crescita del consenso interno, ma anche la stima
all’estero da parte di importanti Stati stranieri. In quel clima di
propaganda fascista, senza interpellare i componenti della famiglia
d’Alessandro e su probabile disposizione dell’allora federale di
Campobasso David Lembo, fu posta la scritta, a carattere cubitale,
“Roma Doma” sulla facciata del castello, prospiciente il lato
stazione ferroviaria. In Molise la campagna elettorale delle liste
politiche fasciste fu sviluppata, tra l’altro, con l’ausilio di
alcuni organi di stampa locali, quale il periodico “Il Foglietto”.
Dalle pagine di tali giornali si apprese nel ’24 la schiacciante
vittoria dei fascisti sulle liste di opposizione, tra cui quella del
Presutti (percentuale di voti pari a 85,9%). In quel clima di
conquiste politiche, non mancarono episodi di intolleranza contro le
opposizioni ed i loro giornali quali “Il Guardio”.
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Il
Duce, con la conquista dell’Etiopia, nel 1936, e la proclamazione
dell’Impero, con una situazione politica stabile internazionale ed
ordinata all’interno, raggiunse allora l’apice del consenso popolare
tra gli italiani. Questi sempre più invitati a partecipare a raduni
e parate organizzate dal partito(13)!
Gli slogan diffusi dalla propaganda fascista, indicavano però segni
di megalomania:“(…) i nostri otto milioni di baionette!…vogliamo un
posto al sole! (…)”, che indussero il capo del governo ad
intervenire nella rivoluzione franchista, in Spagna, e ad allearsi
poi col nazista Hitler (Patto d’Acciaio; Asse Roma-Berlino), evento
che fatalmente lo condusse a partecipare al secondo conflitto
mondiale (1940), senza avere, in Italia, una seria, adeguata
organizzazione, né preparazione idonea militare-logistica che,
invece, i tedeschi possedevano a livello elevato, in misura enorme
ed abbondantemente. |

Castello di Pescolanciano |
Tra l’altro, con le leggi razziali egli fece
allontanare dall’Italia ebrei anche di spiccata cultura ed affermati
scienziati.
All’epoca nel campo letterario italiano emersero: d’Annunzio,
Pirandello, Svevo, Papini, Verga, Ungaretti, Gadda, ecc.. Nella
medicina, si distinse un valente esponente in materia e fu
l’indimenticabile molisano, prof. Cardarelli, mentre dall’attiguo
Abruzzo arrivò un eminente filosofo e storico, Benedetto Croce. In
campo musicale si affermarono i tenori: Gigli, Schipa, Caruso,
codesto applauditissimo nei teatri nordamericani.
La
produzione industriale-commerciale americana in grande espansione,
dopo il crack del 1929 della borsa di New York, arrecò una grave
crisi nel sistema liberal capitalistico anglosassone, con riflessi
economici su tutti i mercati mondiali, creando difficoltà anche nei
paesi europei.
Intanto, nel clima della depressa Germania, il Presidente
Hindemburg, nel 1933, affidò l’incarico del Cancellierato ad Adolf
Hitler, il cui partito nazional-socialista delle “camicie brune”
vinse le elezioni.
A
questo punto si poté affermare che il destino d’Europa era stato già
approntato: il mosaico fatale delle future, disgraziate vicende del
“vecchio continente”, era stato completato!.
Giunto al potere, costui proclamò il III Reich, ordinò la
soppressione degli altri partiti, indisse la prima giornata
antisemitica. Volle il riarmo delle forze armate germaniche; stipulò
con l’Italia le citate alleanze ed incorporò alla Germania, nel
1938, la contigua Austria annettendovi poi anche parte della
Cecoslovacchia (questione Sudeti).
Accampando, in seguito, altre rivendicazioni territoriali anche
sulla città di Danzica, e forte di un patto di “non aggressione”
contratto con l’URSS nel 1939, egli non esitò ad ordinare alle sue
Divisioni Corazzate l’invasione dell’inerme Polonia, la cui
resistenza durò appena qualche settimana, in quanto
contemporaneamente, dal versante orientale, le truppe dell’URSS
invasero quel paese. Gran Bretagna e Francia, alleate della Polonia,
si mossero in armi contro la prepotenza teutonica. Nel settembre
1939 iniziarono le ostilità(14)
con rapidi e veementi “blitz” delle forze armate germaniche.
In
Europa, dopo una tregua di soli 21 anni, si ripeteva un’altra
rovinosa guerra: il secondo conflitto mondiale bellico. Il popolo
tedesco, ubbidiente come fossero tanti “automi”, avallò le decisioni
del Fhurer, considerando, forse, l’intervento motivato da “giusta
causa” e confidando in una probabile “revanche” sulle odiate
demo-plutocrazie alleate, impersonificando, quel novello Sigfrido,
il loro teutonico e valoroso condottiero! A tale marasma, peraltro,
dovette anche influire lo scontro ideologico ed economico tra regimi
nazional-fascisti e democrazie liberali, al fine di conseguire una
più elevata posizione egemonica nel mondo. Circolava, inoltre, la
convinzione, osservando i successi in campo ottenuti dal potente
esercito tedesco, che questa sarebbe stata una “guerra lampo”.
Stavolta, però, la nuova micidiale bufera avrebbe investito –
diversamente dal passato – anche il “fronte interno”; quindi, oltre
gli obiettivi militari, città e paesi esponendo così le popolazioni
civili ai duri bombardamenti e disagi della guerra.
Ai
devastanti ed intensi bombardamenti aerei effettuati dagli “stukas”
sull’isola albionica- ove erano asserragliati gli inglesi –
risposero la popolazione ed il loro premier W.Churchill con una
tenace, coraggiosa resistenza. Nel giugno 1940 (con una Francia
invasa dai tedeschi ed agonizzante), Mussolini convocò nelle piazze
masse di italiani, adunati in camicia nera, proclamando, con la sua
roboante voce attraverso gli altoparlanti EIAR, la dichiarazione di
guerra contro i Paesi Alleati, accolta con tripudio dalla folla e
con rumorosi applausi. Nel 1941, dopo l’attacco proditorio aereo dei
giapponesi su Pearl Halbour, la guerra si estese pure in Asia,
provocando l’intervento delle Forze Armate Statunitensi.
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Napoli - Corso Vittorio Emanuele - le
rotaie. A destra:
Napoli - Corso Vittorio Emanuele
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Esposta sinteticamente la situazione dei belligeranti, senza
addentrarci nella particolare citazione delle varie fasi di questa
guerra - durata ben 6 anni fino al 1945 -, sembra opportuno
pervenire alla conclusione, direttamente, di detto conflitto
mondiale.
Lo
sbarco militare statunitense, nel 1942 a Casablanca (Marocco),
contribuì ad accelerare la resa in Tunisia, nel 1943, delle truppe
italo-tedesche, disfatte dagli inglesi ad El Alamein (1942).
Successivamente, sempre nel luglio del 1943, ricongiuntesi le due
armate anglo-americane(15), dall’Africa sbarcarono in Italia, creando un nuovo fronte contro i
tedeschi, sul territorio europeo, costringendoli ad arretrare poi
gradualmente verso il Nord della penisola. Ciò determinò, inoltre,
la caduta del regime fascista, sostituito dal governo del gen.le
Badoglio che, successivamente firmò l’armistizio (8 settembre
1943)con gli Alleati, lasciando però il paese e l’esercito italiano
nel caos, per trasferirsi celermente in Puglia, unitamente al re
Vittorio Emanuele III. Dopo lo sbarco di truppe americane a Salerno
(settembre 1943), le forze tedesche, intervenute tempestivamente in
Italia, evacuata la città di Napoli, si trincerarono su una prima
linea difensiva (Gustav) sviluppantesi tra la Campania ed il basso
Molise, con epicentro Montecassino, ove si verificarono sanguinosi
scontri e violenti bombardamenti aerei.
In
quel periodo, anche a Pescolanciano sostò un ridotto presidio di
militari tedeschi che, ritirandosi verso il settentrione,
requisirono dal castello un’automobile e dei vecchi fucili a tromba.
Don Fabio d’Alessandro ricordò quei momenti nei suoi racconti
autobiografici, lasciando scritto quanto segue: “Il paese ed il
castello furono invasi dalle truppe tedesche che razziavano uova,
ogni bestiame, farina e legumi. La vita, quindi, cominciò a rendersi
difficile, massima per i vecchi ed ammalati. I bombardamenti si
susseguivano, saltavano case, ponti, ferrovie, gallerie e stazioni,
si fracassavano finestre e si aspettava di giorno in giorno che,
cacciati dal nostro bel castello, lo avessero fatto saltare!”
(16). Nel
giugno del 1944, a seguito di un ulteriore massiccio sbarco delle
truppe statunitensi ad Anzio (V armata), fu conquistata Roma dai
liberatori “Americani”, ovunque accolti festosamente, mentre le
forze tedesche dovettero retrocedere posizionandosi a difesa
sull’arco dell’appennino Tosco-Emiliano (linea gotica). Nella
circostanza le truppe “Alleate” della VIII Armata sostarono, nel
corso della loro avanzata, anche a Pescolanciano collocando
temporaneamente nel castello il loro comando ospitato dalla famiglia
d’Alessandro, già rifugiatasi colà per sfuggire ai bombardamenti
sulle città. Gli ufficiali solevano allora ritrovarsi la sera
intorno al pianoforte, nell’appartamento ducale, allietato dalle
note musicali alquanto strimpellate, essendo la linea del fronte in
zona più lontana dal paese.
Nella primavera del 1945 questo fronte fu sgominato e travolto
dall’avanzata delle truppe “Alleate”, pervenute nella pianura
Padana.
Il
25 aprile 1945, Mussolini lasciò Milano a causa dell’incombente
arrivo di reparti anglo-americani ed, abbandonata la Repubblica
Sociale di Salò, con altri suoi fedeli collaboratori si pose in
viaggio verso il confine italiano. Catturato da una formazione
partigiana comasca, il Duce fu dichiarato colpevole e fucilato sul
posto.
Nel
1944, altro massiccio sbarco “Alleato” sulle coste francesi della
Normandia, malgrado la resistenza opposta, costrinse le formazioni
germaniche a retrocedere dalla Francia, donde furono respinte per
difendersi entro i confini della propria patria.
Intanto, sempre nel 1943, dopo la sconfitta subita a Stalingrado,
l’esercito tedesco doveva ritirarsi dal fronte orientale-russo,
ripercorrendo a ritroso la steppa sconfinata, precedentemente
percorsa da vincitori arrivando fino ai dintorni di Leningrado e
Mosca nonché vicino al Caucaso (territorio ricco di giacimenti
petroliferi). Cosicché a fine 1944, proseguendo l’offensiva della
Russia, si registrò che le Armate Rosse, nella loro travolgente
avanzata, stavano dilagando nei territori del centro-europa e nei
paesi balcanici.
Nel
settore occidentale, invece, le forze “Alleate” erano rimaste
bloccate sul confine germanico, da una difesa “ad oltranza”, attuata
dagli alemanni. Finalmente però gli Alleati, superato il fiume Reno
(marzo 1945), iniziarono la rapida invasione dal territorio nemico.
L’incontro tra militari russi ed Alleati avvenne infine sulle sponde
del fiume Elba.
La
Germania, distrutta, piena di macerie, con la gente affamata e
smarrita, chiese la resa nel maggio 1945. Con la fine contemporanea
del regime nazista, ammainato il vessillo con la svastica, su
Berlino sventolò la bandiera “rossa”. Hitler ed altri suoi gerarchi
si suicidarono nel bunker sotterraneo, sito nella capitale tedesca
arresasi.
Sul
fronte Asiatico, dopo gli iniziali, brillanti successi delle truppe
del “Paese del Sol Levante”, nel 1944, le forze americane passarono
al contrattacco, che fu inarrestabile, conseguendo – a metà del 1945
– un enorme sopravvento sui combattenti nipponici. La decisione
dell’America di porre fine, rapidamente, al lungo conflitto si
realizzò ricorrendo all’uso di un nuovo ordigno bellico, segreto e
micidiale. Pertanto, nell’agosto 1945 furono sganciate, da aerei
statunitensi, due bombe atomiche sulle città di Hiroshima e
Nagasahi, obbiettivi nemici, provocando danni catastrofici e
migliaia di vittime civili. Iniziava, così, la nuova “era atomica”,
serio ammonimento, in tutto il mondo, contro i guerrafondai!
L’America, però, allora era l’unico Stato depositario di siffatta
terribile arma.
Al
termine di detto conflitto mondiale, in Occidente, si era affermata
la supremazia della Potenza Statunitense, mentre ad Oriente il
secondo temibile vincitore della tenzone era rappresentato
dall’Unione Sovietica, di impronta “stalinista”. Quest’ultimo
colosso, con la guerra, si era espanso oltre i propri confini
naturali, instaurando nei paesi centro europei liberati, regimi a
sfondo comunista. Ad Occidente del Vecchio Continente, gli Stati
Europei, si riorganizzarono in libere democrazie, autonome, ma
sfiancate dallo sforzo bellico ed impoverite dalle distruzioni,
arrecate nel loro territorio dagli avversi contendenti.
Nell’Estremo Oriente, dopo la resa nipponica, emergeva e si
organizzava la popolosa Cina, retta dal capo comunista Mao Tse Tung.
L’Europa del dopoguerra offriva un quadro desolante, con un’economia
dissestata, mercati e fabbriche fermi od inefficienti, gente
affamata (viveri soggetti a razionamento o borsa nera), in miseria e
molte persone in lutto o ferite. Vinta la guerra, si evidenziò
eclatantemente un problema prioritario: vincere la “Pace”! La
situazione delle popolazioni europee, coinvolte nel conflitto,
appariva tragica oltre misura. Gli USA, esultanti per la vittoria,
si apprestarono ad intervenire. Cessata prontamente l’intensa
produzione bellica (che avrebbe, di colpo, portato sconquasso anche
in casa americana), fu approntato e varato, in breve tempo, il
“Piano Marshall” allo scopo di fornire aiuti economici (dollari,
vettovaglie etc.) ai paesi europei occidentali, vinti o vincitori,
ma tutti impoveriti dalla guerra. Grazie a tali aiuti l’Europa
lentamente si avviò alla ripresa per uscire dal baratro provocato
dal flagello bellico. Alle repubbliche popolari, site nell’Europa
centro-orientale, cioè oltre la “cortina di ferro” in zona di
influenza sovietica, vi provvide scarsamente l’URSS.
Alla fine del conflitto bellico, nel mondo, imperavano queste due
ultime potenze, costituenti due blocchi antitetici. Da un lato le
istituzioni liberal-democratiche e sull’opposto versante, i regimi
totalitari, “popolari” e rossi. Questo nuovo assetto internazionale,
fu concordato tra le potenze vittoriose nel corso delle conferenze
interalleate, tenutesi tra i tre “big” politici, a Mosca (1944) ed a
Jalta (1941-45). La divisione dell’Europa in due opposte zone
d’influenza (Occidentale ed Orientale) fu preludio a numerose
tensioni tra contrastanti schieramenti ideologici ed ordinamenti,
dando adito alla fase della pericolosa “guerra fredda”.
Dopo lunghi, prolungati sacrifici, ritornata la pace e la
tranquillità, ricominciò nel nostro Continente l’opera di
ricostruzione per fabbriche, ferrovie, strade, edifici danneggiati
dai bombardamenti. La vita laboriosa delle famiglie riprese il suo
pacifico corso. In Italia, con gli aiuti USA, arrivarono la
provvidenziale “Penicillina”; il “pop corn”; le scatolette di carne;
la “coca cola”; le sigarette “kamel” o “luky strike”; la musica di
Armstrong e Glenn Miller. Si riaprì, come agli inizi del secolo,
l’emigrazione di “spose di guerra” o di lavoratori italiani, diretti
verso lontani paesi stranieri. All’emigrazione di italiani
all’estero, dal Molise il flusso riprese con andamenti crescenti
verso la Svizzera, Belgio e la rinata Germania, fece poi seguito il
rientro in Italia di numerosi reduci militari, internati o
prigionieri nei campi di raccolta tedeschi, russi e degli Alleati.
Nel
1946 in Italia fu proclamata la Repubblica e nel 1948 si tennero le
prime libere elezioni del Parlamento, vinte dal partito
democristiano- diretto da De Gasperi - contro il fronte popolare. In
quegli anni, infine, fu costituito un nuovo organismo
internazionale, a difesa della libertà e pace nel mondo: l’ONU, con
sede a New York. La prima metà del XX secolo, così burrascosa e
colma di eventi travolgenti, si chiudeva aprendo buone speranze –
alle generazioni vissutevi – in un futuro migliore, fiduciose nelle
loro aspettative con il loro alacre lavoro, per contribuire al
risorgere delle loro città e paesi di appartenenza.
Nel
1949, col Patto Atlantico, si instaurò un’alleanza difensiva tra
Stati Uniti e paesi dell’Europa occidentale, basata su un sistema
difensivo integrato (Nato) a protezione del nuovo ordine
internazionale, quanto della sicurezza degli Stati democratici. Gli
eventi accaduti nella seconda metà del secolo XX, in quanto più
pacifici e recenti, sono meglio e diffusamente noti all’attuale
popolazione italiana. Ne riepiloghiamo alcuni tra quelli più
importanti e memorabili.
Ricostruzione e ripresa delle attività produttive e commerciali
rappresentarono nel 1950, nel periodo postbellico e della
riconquistata “pace”, i motori principali che fornirono maggiori
occasioni di lavoro alla gente favorendo, inoltre, le esigenze delle
popolazioni, assoggettate a miseria, sacrifici e pericoli durante
gli anni di guerra. L’agricoltura, seppur continuò a garantire negli
anni di guerra approvvigionamenti, si trovò in una situazione di
crisi con problemi derivanti da inadeguati sistemi di irrigazione,
da arretrati processi di coltivazione e da obsoleti mezzi tecnici di
produzione. Queste deficienze erano comuni al settore agricolo
molisano, tra l’altro meno produttivo rispetto ad altre realtà
meridionali a causa della carenza di infrastrutture e delle ridotte
vie di comunicazione. Anche le attività tradizionali della
pastorizia e dell’allevamento si trovarono in un progressivo
abbandono in gran parte delle regioni meridionali. Nell’ex ducato di
Pescolanciano, ad esempio, il numero dei capi ovini e bovini che
ammontava a circa 15 mila nel primo dopoguerra si ridusse a poche
migliaia con contrazione dei rispettivi addetti e delle attività
caseari locali collegate. Lentamente, poi, cominciò la “ripresa
economica” con evoluzione del livello di benessere nei vari Stati
democratici, uscendo dal clima di depressione dei precedenti periodi
bellici.
Nel
1953 morì in URSS, il premier Josef Stalin, tra la disperazione e
dolore delle fedeli masse comuniste. In seguito, tuttavia, i meriti
del defunto dittatore furono ridimensionati dal segretario del
Partito comunista, Kruscev, che ne svelò i numerosi crimini politici
(o purghe), attuati da lui nella sua lunga guida del paese.
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Pescolanciano - anno 1954. A destra:
Pescolanciano - Umberto con i nipoti
Ettore, Patrizia, Anna e Biancamaria |
Violente agitazioni contro il potere autoritario del governo
comunista si registrarono nell’anno 1955 in Polonia, nonché una
rivolta popolare contro le istituzioni vetero comuniste eruppe,
nello stesso periodo, in Ungheria ma fu repressa dal duro intervento
sovietico che, con truppe e carri armati, invasero questo paese
ripristinando il vecchio ordine. Un’altra destabilizzante crisi
internazionale, quasi contemporaneamente, sorse per la
nazionalizzazione del canale di Suez, effettuata dall’Egitto; dopo
alcuni mesi la situazione, però, venne risolta ad opera dell’ONU.
A
queste torbide tensioni politiche, invece, nel 1957 fece riscontro
una nuova innovatrice impresa; un evento eccezionale! L’URSS lanciò
nello spazio il primo “satellite artificiale”, lo Sputnik con a
bordo un cane, cui seguirono l’approntamento dei primi “razzi
vettori intercontinentali”.Iniziò così l’era della conquista del
cosmo e della inquietante minaccia nucleare rappresentata dalla
potenza militare sovietica. Quest’ultima preoccupazione si fece
maggiore tra la popolazione americana, che viveva con un discreto
benessere seppur afflitta da seri problemi sociali , quali il
problema razziale dei neri che rivendicavano, in quegli anni,
l’abolizione del “segregazionismo” e la concessione dei diritti
politici. Mentre le due “Superpotenze” si rincorrevano nella corsa
ai lanci spaziali e all’armamento atomico, frutto della
sviluppata “guerra fredda” , in Europa fu istituita tra vari Stati
un primo organismo unitario finalizzato a rendere agevole gli scambi
commerciali; nacque la Comunità Economica Europea (CEE) nel 1957.
In
tutti questi anni del dopoguerra e della “ricostruzione”, in Italia
aumentò la produzione industriale, fatto che richiamò, specie nelle
fabbriche del nord, un’intensa migrazione di lavoratori partiti dal
meridione e diretti verso Torino, Milano ed altri centri abitati del
nord-est in cerca di occupazione. Molti contadini (circa 20
famiglie) occupati nelle terre dei d’Alessandro emigrarono nel nord
Italia ed all’estero, lasciando così quelle terre sempre più
incolte. La rendita agraria in breve tempo divenne irrisoria, mentre
la dimora di Pescolanciano si avviò verso un lento processo di
abbandono
(17).
Si
diffuse, quindi, un graduale benessere anche tra la popolazione
italiana, ridotta quasi alla fame dalla perduta guerra. L’aumentata
produzione delle industrie, nonché i cresciuti consumi di beni di
massa, indussero eminenti economisti dell’epoca a gridare al
“miracolo economico italiano”! Mentre la Piaggio lanciò sui mercati
il mitico scooter denominato “Vespa”, le fabbriche della FIAT
sfornarono veicoli familiari ed economici, quali la “Cinquecento
Topolino” o la “Seicento”, rendendo così i sogni di molti italiani
realtà accessibile. Inoltre, nel 1954, accanto alle diverse
innovazioni, arrivava in Italia la più grande macchina di sogni e
desideri, la televisione pubblica. Da questo apparecchio (a valvole)
gli italiani appresero importanti notizie ed immagini, quali quelle
relative alle scoperte scientifiche (la struttura del DNA; il
vaccino orale antipoliomelitico di Gabin), ad altre nozioni fisiche
ed astrofisiche, nonché sui fatti politici interni
ed
esteri , fino agli avvenimenti sportivi (il Giro d’Italia vinto da
Coppi per la quinta volta; la vittoria mondiale di Ascari alla guida
della Ferrari nella Formula 1) con crescente interesse ai campionati
di calcio italiano ed internazionali.
Ad
iniziare dall’anno 1960 si chiuse l’epoca dei possedimenti coloniali
in Africa, Asia ed altre località, talché tali territori,
decolonizzati progressivamente, raggiunsero l’indipendenza con
propri governi ma purtroppo, poco efficienti. In Medio Oriente,
però, la creazione dello Stato ebraico d’Israele, incontrò ostilità
dai vicini paesi arabi.
Nel
1961, N. Kruscev, premier russo, dispose la costruzione nella ex
capitale tedesca di un muro divisorio tra il settore di occupazione
sovietico da quello delle forze Occidentali, allo scopo di impedire
fughe di cittadini tedeschi dalla sfera di competenza comunista.
Questa cruenta demarcazione in due zone di antitetiche influenze,
denotò, nel mondo, l’opposizione vigente tra il totalitarismo
repressivo orientale contro il liberismo, tollerante dell’Occidente.
In
quello stesso periodo, partì sempre dall’URSS, il fenomenale primo
volo orbitale attorno alla terra, trasportante un passeggero umano:
J. Gagarin. Ma solo nel 1969 si realizzò un primo volo fuori
dall’orbita terrestre, con straordinario e strabiliante sbarco
dell’uomo sul suolo lunare. Gli Stati Uniti coronarono quell’antico
sogno tramite l’astronauta N. Armstrong , la cui passeggiata lunare
fu vista da milioni di telespettatori di diversi paesi.
Il clima di “guerra fredda”, alimentato da
fatti di spionaggio, episodi di intimidazione tra truppe di confine,
generò fantasiose storie di sospetti su personaggi e vicende
dell’epoca. Ciò avvenne con lo sconvolgente omicidio, nel 1963, del
giovane presidente J.Kennedy, su cui l’opinione pubblica sospettò
un’interferenza del KGB con la mafia locale.
Alla “guerra fredda” seguì la contestazione giovanile contro la
civiltà consumistica e capitalista, scoppiata a livello
internazionale. Cantanti (dai Beatles a Gino Paoli), scrittori (da
Moravia a Pasolini), artisti si schierarono a favore di questi
princìpi di ribellione , mentre in Italia -nel clima delle crisi del
governo di centro- si verificarono disordini per agitazioni
sindacali (“autunno caldo”). Le forze politiche di sinistra
appoggiarono questa contestazione sessantottina
(18), che scatenò
reazioni terroristiche tra opposte fazioni culminanti in gravi
attentati ed omicidi. Ebbe così inizio l’epoca della “strategia
della tensione”. Ed in questi anni ’60 venne riconosciuta la tanto
desiderata costituzione della regione Molise, distaccatasi dal
vicino Abruzzo, mentre nel 1970 fu costituita la provincia
d’Isernia.
Nel
1971, la Repubblica popolare di Cina, riconosciuto Stato legittimo,
a sua richiesta, una volta risolti i conflitti interni, venne
ammessa all’ONU. Questo vasto e popoloso Stato stava avviandosi a
modernizzare le sue risorse con programmi di pianificazione in vari
settori, già disponendo allora di un esercito ben organizzato. In
questo stesso anno gli USA abolirono gli accordi valutari di Bretton
Woods (1944) e di conseguenza cessò la convertibilità “aurea” del
dollaro, arrecando alquanto scompiglio negli scambi monetari
internazionali. Ma l’anno 1973 divenne, davvero, ferale per gli
stati del “blocco occidentale”. Infatti, a seguito del conflitto
bellico tra Israele contro Egitto e Siria, gli sceicchi arabi
decisero l’embargo del petrolio (oltre al notevole aumento del
prezzo di vendita dei carburanti) verso i paesi Occidentali. Ciò
provocò una profonda crisi economica particolarmente in Europa,
costringendo i governi ad adottare misure di austerità. Solo l’URSS,
disponendo di giacimenti energetici autosufficienti alle sue
esigenze, restò fuori da tale crisi. A seguito di siffatti
turbamenti molti Stati deliberarono di far ricorso all’energia
nucleare, riducendo – nel contempo- le politiche sociali
(“Welfare”), attuando restrizioni anche sul lavoro dipendente.
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Pescolanciano - Festa al Castello - Anno
1972 |
A
Bruxelles, nel 1978, la Comunità Europea decise di varare un sistema
monetario europeo (“SME”), a difesa della situazione monetaria ed
economica dei paesi del “vecchio continente”.
Infine, vanno evidenziati due importanti eventi: dal 1975 partì la
rivoluzione informatica. Il “personal computer”, con un adattato
microprocessore per l’uso, iniziò ad essere commercializzato sul
mercato di massa. L’altra novità, meno esultante, fu l’esplosione( a
scopo sperimentale), negli Stati Uniti nel 1977, della bomba a
neutroni, che riusciva ad evitare danneggiamenti alle costruzioni
coinvoltevi, ma non risparmiava i nemici dalla morte.
Riportandoci all’Italia, nel 1970, in un clima di violente
agitazioni studentesche ed operaie apparve sullo scenario politico
una formazione eversiva, proclamatasi “Brigate Rosse” che, per non
pochi anni, infierì nel Paese con bombe ed attentati a persone, fino
all’omicidio del segretario della D.C., l’onorevole Aldo Moro,
avvenuto nel 1978. Siffatto terrorismo dei brigatisti -forse- era
indirizzato ad una lotta popolare destabilizzante contro un sistema
di governo di centro, prossimo ad un’alleanza eventuale con la
sinistra di Berlinguer (“compromesso storico”). Mentre intere
generazioni, uscite dalle contestazioni di fine “Anni sessanta”,
venivano sempre più politicizzate sia a destra che a sinistra, con
continui episodi di violenza e scontri tra opposte fazioni , altri
giovani preferirono l’assenteismo o rifugiarsi nella droga. In
quegli anni, in Italia, si iniziò così ad assistere alla lunga
sequela di decessi per overdose di eroina. Lo sporco traffico,
remunerativo per la delinquenza, si diffuse tra le masse.
La
droga era tra l’altro un bene prezioso per il suo alto costo, se si
considera, poi, la realtà economica del paese, il cui tasso
d’inflazione monetaria(costo della vita) viaggiava al 19% circa.
Questa pesante crisi economica scaturì, tra l’altro, dall’embargo
petrolifero deciso dagli sceicchi e dalla svalutazione della lira.
A
rendere più gravosa e deprecabile la situazione, nel 1977, venne
alla ribalta uno scandalo per corruzione a carico di nostri politici
democristiani e socialdemocratici, coinvolti per interessi privati
in forniture statali (“tangenti”). Era prossimo l’inizio del caso
“tangentopoli” coinvolgente la classe politica italiana, allora al
potere(19).
Un
merito andò alla scienza, che - nel 1978 in Inghilterra- sperimentò
la nascita in provetta del primo soggetto umano, mentre un malanno
tremendamente mortale fu rilevato in USA, a causa del virus
dell’AIDS.
Il
sistema bipolare delle due potenze mondiali, sostenuto dalle
ambizioni di egemonia e protrattosi per quasi quattro decenni,
comportò una continua e dispendiosa corsa agli armamenti. Siffatta
“guerra fredda” tra schieramenti occidentale ed orientale, faceva
temere – nel mondo – probabili future guerre nucleari. Parte di
questa tensione si manifestò con le guerre destabilizzanti, esplose
in Irak, Iran, Afganistan negli anni ’80. In Polonia, invece,
divampò la clamorosa rivolta contro il potere centrale comunista. Fu
formato un movimento sindacale denominato “Solidarnosc”, espressione
di una contestazione popolare che, tra l’altro, godette della
solidarietà del loro connazionale, Pontefice S.R.C., Woytila.
Addirittura, Solidarnosc riuscì a vincere le prime libere elezioni
parlamentari, svoltesi colà nel 1989.
Per
la riduzione degli armamenti strategici si svolsero anche trattative
tra USA ed URSS, ma senza nulla concludere. Nel 1985 furono ripresi
i negoziati per limitare il ricorso ad armi “atomiche” tra il neo
presidente americano Reagan ed il sovietico Gorbaciov, allora eletto
segretario del PCUS (partito comunista russo). Ulteriori contatti
tesi a realizzare un processo di distensione tra i due colossi
internazionali, auspicato dappertutto, proseguirono anche perché
Gorbaciov riteneva prioritario – per l’URSS – l’obiettivo di ridurre
gli elevati costi, sostenuti per gli armamenti, anzicché in più
necessari ed utili impieghi nel Paese. Mentre questo clima di
distensione si diffuse a livello internazionale, nel 1987, Gorbaciov
volle il varo di nuove riforme democratiche in Russia
(“Perestroika”), seppur osteggiato dal partito comunista e dai
gerarchi vetero-comunisti. Con la sua nomina a Capo dello stato
sovietico nel 1988, Gorbaciov si impegnò maggiormente nel suo
programma politico. Lo stesso, poi, concordò nel 1989 a Malta con
l’allora presidente americano Bush un’intesa sul disarmo delle
rispettive potenze. Gli USA ridussero pure la programmata
costruzione di uno “scudo spaziale” missilistico, con testate
nucleari.
Seguirono, infine, in URSS le elezioni libere dei deputati al
parlamento che segnò la grande svolta del paese da un regime non più
totalitario. Vennero ritirate dall’Europa dell’Est le diverse truppe
stanziate nei territori di confine o di occupazione e, con
l’abbattimento del muro di Berlino ne conseguì lo sfascio della
Repubblica popolare della Germania dell’Est. Quest’evento
sensazionale e singolare fu visto quale inizio del crollo
dell’impero sovietico e del suo potere internazionale. Siffatto
nuovo orientamento politico della Russia portò confusione e dissesto
nel paese (disordini sociali, miseria, svalutazione del rublo) e
scombussolamento nelle imprese, tutte statali, poiché nell’esteso
Stato sovietico la transizione ad una diversa organizzazione si
presentò complessa. Nel bicentenario della rivoluzione francese
questa coincidenza di restituire la libertà ai cittadini germanici,
fu un evento di particolare rilievo, cessando l’analoga opprimente
occupazione straniera. Nel 1789 fu abbattuto l’assolutismo
monarchico e dei privilegi ed invece in questo XX secolo fallì
l’utopia del totalitarismo proletario, collettivista ed altrettanto
liberticida.
Nell’occasione vi furono ristrutturazione e modernizzazione di vari
partiti comunisti disseminati dovunque. In tutti i territori
europei, precedentemente retti da governi di ispirazione comunista,
subito molti Stati si tramutarono in democrazie libere, ma
economicamente in grave dissesto finanziario.
In
tale periodo, purtroppo, in Italia proseguirono attentati ed omicidi
mafiosi e le dimostrazioni dei disoccupati nel Meridione. Diversi
fatti di sangue bagnarono il nostro paese: la micidiale bomba alla
stazione ferroviaria di Bologna (1980), l’assassinio a Palermo del
prefetto Dalla Chiesa (1982) oltre ai numerosi e quotidiani omicidi
di mafia, camorra e ndrangheta. Intanto le crisi di governo si
susseguivano continuamente travolgendo esponenti politici di varia
tendenza, tra cui i Fanfani, Spadolini, Craxi, Forlani, Andreotti,
La Malfa, De Mita ed altri personaggi della “Prima Repubblica”.
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L’anno 1989 si annoverò quale tappa iniziale, nel campo scientifico,
la discussa questione sulla salvaguardia dell’ambiente alquanto
inquinato, da più di un secolo, dagli scarichi della società
industriale. Scienziati di numerosi stati si riunirono in Olanda per
trattare la questione “effetto serra”, prospettando misure da
adottare contro la nociva ed eccessiva emissione nell’atmosfera di
anidride carbonica.
E’
ormai vicina la conclusione di questo convulso secolo XX. Sulla
scena politica internazionale, esautorata la potenza sovietica e
ridimensionatasi l’ideologia comunista, prevalse un orientamento
societario liberal-capitalistico negli Stati più evoluti, ad
eccezione di diversi paesi di fede islamica (Africa, Medioriente) e
di altri regimi “popolari”, quali la Repubblica del Vietnam e la
popolata Repubblica Cinese. Nel 1990, a conclusione della guerra
fredda, si pervenne alla riunificazione delle due Germanie, sotto la
guida del cancelliere Kohl dei CDU. In Gran Bretagna, invece, il
premier conservatore, sig.ra M.Tacher, si dimise dal governo, per
dissensi interni, dopo una decennale guida del paese. Costei fu
promotrice di restrizioni sul “welfare state”, nonché di riforme nel
settore del lavoro e di una politica di privatizzazione dei servizi
pubblici.
L’anno seguente, 1991, tra il presidente americano Bush Sr.e quello
sovietico Gorbaciov si concordò anche una riduzione delle armi
strategiche. Nello stesso periodo diverse etnie slave (croati,
bosniaci, sloveni) decisero di distaccarsi dalla Federazione
Iugoslavia di Belgrado (serbi), dichiarandosi Stati indipendenti.
Ciò costituì preludio a sanguinosi casi di “pulizia etnica” in varie
zone, tanto da provocare l’intervento colà delle forze interalleate
ONU (caschi blu) per sedare l’insorta guerra civile. Nello stesso
anno, in Russia, M.Gorbaciov, per contrasti con altri politici
(radicali) si dimise da presidente della Confederazione russa, e gli
successe nell’incarico B.Eltsin.
A
seguito del trattato di Mastriicht, nel 1995, l’U.E. varò il
“Mercato Comune Europeo” (MEC) e l’adozione di una moneta unica,
l’Euro, tra gli Stati aderenti, ad iniziare dal 1999. Fu pure
costituita, poi, la “banca centrale europea” (BCE) nel 1998.
Ma
in questo periodo, e più precisamente nel 1996, fu notizia temuta
l’epidemia diffusasi in Inghilterra tra i bovini allevati, che
comportò l’embargo della carne e la distruzione dei capi infetti.
Iniziò, da allora, il caso, noto alle cronache quotidiane, della
“mucca pazza”. Sempre da questo paese, partì, nel 1997, la scalata
al governo da parte delle forze progressiste “laburiste”, a sfavore
dei conservatori. In Italia, si verificò identico sorpasso politico;
il centro sinistra dell’Ulivo vinse le elezioni politiche
anticipate, sostituendosi alla forza di centro destra del Polo.
Dopo più di venti anni, a Pescolanciano alcuni familiari dei
d’Alessandro hanno dato inizio ad un’azione di recupero del castello
e di sviluppo di attività culturali nel suo ambito(20).
Anno “nero” fu il 1998 per le borse mondiali. La crisi monetaria
partita dal Giappone e dal crollo della borsa di Hong Kong,
coinvolse le economie del sud-est asiatico e della Indonesia,
investendo altresì i sistemi finanziari di Wall Street e della City,
estendendosi ad altre piazze compresa la borsa di Milano.
Il
fine secolo XX è caratterizzato da ulteriori traguardi raggiunti dal
settore scientifico, quali la scoperta del gene della memoria
(1997), la localizzazione dell’ormone regolatore della fame, la
nascita della prima pecora “Dolly” clonata (1997). Le tecnologie
sempre più informatizzate sono diffuse in tutti i settori, da quello
industriale a quello di servizi. Ma è notevole lo sviluppo delle
tele-comunicazioni, quali il satellite e la rete telefonica dei
cellulari (1994), tra la massa dei consumatori.
Nonostante tutto il progresso del genere umano, il male
rappresentato dalla guerra non è stato ancora debellato nel mondo.
Nel 1999 il Kossovo fu sconvolto da scontri tra serbi ed abitanti di
origine albanese. Il presidente USA, Clinton, intervenne nella
questione Iugoslava per le stragi compiute contro gli albanesi e
pertanto le milizie serbe dovettero ritirarsi da quel territorio,
poi presidiato da reparti NATO. Il problema dei conflitti razziali
fu sentito da tutti i paesi europei, che nel frattempo avevano
nominato Romano Prodi presidente della Commissione U.E., per
circoscrivere e limitare l’accresciuto fenomeno migratorio di quelle
popolazioni balcaniche verso l’Europa. Questa prorompente
immigrazione è stato un fatto nuovo per il “vecchio continente”, che
conobbe una simile invasione di popolazioni barbare all’inizio del
passato millennio. Gruppi di clandestini albanesi, kurdi, nonché
africani e cinesi, per sfuggire alla fame ed alle arretrate
condizioni sociali dei loro Paesi, sono emigrati, anche con i mezzi
più disparati, verso quei luoghi del benessere diffuso. Un popolo di
gente povera, con sogni e speranze, ha preferito la vicina Europa
alla consueta meta di molti emigranti: l’America! Un Paese,
quest’ultimo, che nell’anno 2000 con la salita del repubblicano Bush
Jr. alla Casa Bianca, si è arroccato su una sua posizione a difesa
della situazione economica e militare della potenza americana nel
mondo.
In
Italia, nell’ultimo decennio del secolo, si dovette procedere al
risanamento della deficitaria finanza pubblica, connessa alla
politica economica ed agli accordi con la Comunità Europea; i
contribuenti italiani ne risentirono le conseguenze tributarie.
Per
il Vaticano, la ricorrenza dell’Anno Santo – a conclusione del II
Millennio della Chiesa Cattolica Cristiana- fu celebrata con
affollatissime cerimonie giubilari, officiate a Roma in piazza
S.Pietro dall’anziano Pontefice Giovanni Paolo II. Per l’occasione
nelle fonderie di Agnone dei Marinelli è stata prodotta la “campana
per il Giubileo”.
A
conclusione del XX secolo, con una popolazione mondiale di circa
sette miliardi di abitanti, un’economia “globalizzata” improntata
sulla “New Economy”, il progresso dell’umanità corre sempre più
velocemente verso importanti ed utili traguardi di miglioramento
delle condizioni qualitative e sociali dell’individuo. Restano però
ancora, quasi insoluti, problemi quali l’inquinamento climatico e
atmosferico-ambientale (“ozono, anidride carbonica”), la fame nei
vari paesi del Terzo Mondo, le guerre, le fonti energetiche,
rinviati peraltro alle prossime generazioni del III millennio.
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___________________
Note:
1) Le notizie raccolte sui fatti del primo
decennio del secolo XX, fanno parte delle annotazioni personali del duca
Giovanni Maria d’Alessandro sui suoi taccuini-diario, redatti
annualmente e conservati dal Centro studi d’Alessandro. Molti
riferimenti del suddetto personaggio sono stati integrati con notizie di
studio.
2) Il citato Giovanni Maria, ai tempi in
cui si iniziarono i lavori per la rete ferroviaria Carpinone-Sulmona,
passante da Pescolanciano-Carovilli, offrì ospitalità nel suo maniero ai
tecnici ed ingegneri ferroviari. A ricordo di tale disponibilità, le
Ferrovie fecero dono di un importante volume, di grandi dimensioni,
sulla storia della rete ferroviaria italiana e dei lavori in cantiere,
quali quelli relativi alla linea Caianello-Isernia. Successivamente nel
1911 fu anche costruita una tramvia elettrificata che collegò
Pescolanciano a Pietrabbondante-Agnone, mentre durante il fascismo si
discusse di un progetto di direttissima Roma-Molise-Puglia.
3) Il primogenito don Nicola Maria III
d’Alessandro(1857-1894), tra l’altro, sposò donna Carolina Gaetani
dell’Aquila d’Aragona dei principi di Piedimonte. Il padre della sposa,
il senatore del Regno Onorato Gaetani, fu titolare di una delle più
illustri e fornite scuderie dell’Italia meridionale. Nicola e famiglia
vissero a Portici nella villa “Pescolanciano” con tenute, galoppatoio e
scuderia. Il di lui figlio Mario (1883-1963), noto alle cronache
dell’epoca quale il “marchese delle carrozze”, coltivò questa tramandata
passione di antica origine per cavalli e carrozze. Vincitore di molti
concorsi ippici del primo dopoguerra, fu tra i collezionisti di carrozze
più rinomati nel Regno, tanto da essere interpellato nella scelta di
ottime vetture per Casa Savoia, nonché a fianco del duca d’Aosta, viceré
d’Etiopia, sfilò per le vie di Addis Abeba nel 1937. Nel 1955 don Mario
organizzò con un gruppo di amici un leggendario viaggio in carrozza
dalla dimora di Portici a Pescolanciano e Campobasso. Infine, nel 1962
donò la sua ampia collezione di carrozze al museo civico di villa
Pignatelli di Napoli.
4) L’ideologia socialista si diffuse anche
nelle provincie molisane. Nelle stesse proprietà dei d’Alessandro, che
con i boschi, gli allevamenti e la coltivazione di cereali davano ancora
lavoro a numerose famiglie di contadini (braccianti ed in enfiteusi), il
duca dovette interessarsi dei malumori di questi lavoratori, sempre più
accorti dei loro diritti, per le precarie condizioni di vita.
5) Archivio Centro Studi d’Alessandro:
Corrispondenza del duca Giovanni M. 1890-1910, Lett.A/14.
6) Il governo Crispi fu caratterizzato da
una politica del “pugno chiuso” contro ogni movimento insurrezionale,
sia operaio che contadino, dell’ordine sociale esistente. Forte fu la
sua battaglia anticlericale, che culminò con l’inaugurazione del
monumento a Giordano Bruno a Roma.
7) I tumulti di Milano scoppiarono il 6, 9
maggio 1898 a seguito del rincaro dei prezzi del pane determinato dalla
guerra ispano-americana. Le sollevazioni popolari, generate dalle più
esasperate condizioni di miseria, scoppiarono in varie parti d’Italia
(Puglie, Marche, Romagna)
8) Il governo Giolitti istituì il Consiglio
Superiore del Lavoro (1906), a garanzia dei lavoratori e a tutela del
lavoro di donne e fanciulli nonché garante delle assicurazioni sociali
dei lavoratori contro infortuni, invalidità e vecchiaia.
9) Venne istituito il Commissario Generale
per l’Emigrazione (1902) per provvedere alle esigenze dei numerosi
emigranti italiani (circa 300 mila emigranti temporanei e 550 mila
quelli permanenti nel 1913). Nel solo Molise le statistiche sui flussi
migratori evidenziarono un evidente incremento: il numero degli
espatriati passò da 177 casi nel 1876 a 14.804 nel 1907, preferendo tra
i paesi di espatrio gli Stati Uniti, l’Argentina e la Francia. (cfr.
Vincenzo Balzano: Abruzzo e Molise, Torino, 1927).
10) In Molise l’analfabetismo era a
livelli elevati rispetto alla media generale del Regno. Nel 1901 la
percentuale si aggirava intorno al 69,8 contro una media nel Regno di
48,4. Nel 1911 si abbassò scendendo al 57,6 contro un 37,6 del Regno
(cfr. Vincenzo Balzano: op.cit.).
11) Molte delle vicende, relative alla
guerra del ‘15-’18 e primo dopoguerra, elencate ed analizzate in questo
contesto sono state attinte dalla corrispondenza del colonnello Fulco
d’Alessandro (operativo in artiglieria sul fronte Carsico) nonché dagli
appunti del di lui nipote avvocato Ettore d’Alessandro, sottotenente di
cavalleria e poi capitano in “riserva” del 9° Reggimento cavalleggieri
lancieri “Aosta”.
12) Corrispondenza e cartoline dal
“fronte” di Fulco ed Ettore d’Alessandro, indirizzate ai familiari
residenti a Napoli e Pescolanciano, testimoniano quei tragici momenti di
sciagure e di morti.
13) Tra gli appuntamenti periodici
dei reduci di guerra, vi fu il 18 maggio 1930 l’adunata dei cavalleggeri
d’Italia a Roma. Alla rivista, presenziata da re Vittorio Emanuele III
nel cortile del Quirinale, partecipò l’ufficiale in congedo ten. Ettore
d’Alessandro in rappresentanza del 9° Regg.to Cavalleria “Lancieri
Aosta”.
14) I riferimenti al secondo conflitto
bellico e al dopoguerra sono tratti da appunti personali e materiale
giornalistico (“Il secolo illustrato”, la “Domenica del Corriere”,
“Osservatore Romano”etc) raccolto da Giovanni d’Alessandro (1921-),
sottotenente del 32° Reggimento Carristi “Ariete” trasferito poi in
Grecia e infine ufficiale di PS della repubblica italiana.
15) In Italia l’VIII° Armata Inglese era
comandata dal gen.le Montgomery e la V° Armata USA, dal gen.le Clark;
dirigeva il Centro Operativo Bellico per le varie operazioni militari
sullo scacchiere europeo il gen.le americano Eisenhower. Il comando
delle truppe tedesche in Italia era affidato al gen.le Kesserling.
16) Archivio Centro Studi d’Alessandro:
Alla Contessa donna Silvia d’Alessandro, di Fabio d’Alessandro, 1944,
p.10.
17) Tra gli anni ‘50-’60 vi abitarono la
famiglia Ruggieri ed i figli del Cav. Ettore d’Alessandro (1892-1974).
18) Gli studenti inneggiavano per le
strade a Castro e Mao Tse Tung, contro l’imperialismo capitalista
americano. Ma da questa categoria sociale non pervenne solo l’azione di
protesta e di rivolta. Va ricordato, ad esempio, il contributo di aiuti
offerto spontaneamente dai giovani e da molti studenti durante
l’alluvione di Firenze nel 1966.
19) Mentre il denaro pubblico veniva così
sperperato, i vari tentativi di possibile cessione o ristrutturazione
del vetusto castello di Pescolanciano, da parte di alcuni appartenenti
alla famiglia d’Alessandro, all’amministrazione pubblica e
Soprintendenze locali non andarono a buon fine. Il progressivo
abbandono, a partire dalla metà degli anni ’70, della dimora molisana,
ormai non più utilizzata neanche per i soggiorni estivi, spogliata degli
arredi ed archivio, non fu supportato da necessarie soluzioni adeguate!
20) Nell’ agosto del ’96 fu inaugurata la
restaurata cappella ducale con cerimonia religiosa, relativa all’antico
culto del martire S.Alessandro, le cui reliquie sono ivi conservate. Fu
istituito da alcuni familiari un Centro Studi d’Alessandro, che iniziava
ad operare con mostre, convegni e presentazioni di libri di vari autori.
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