Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.   

Famiglia Pignatelli

Arma dei Pignatelli di Monteroduni: d'oro a tre pignatte di nero, disposte 2 e 1, sormontate da un lambello rosso di tre pendenti(1).

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© Dipinto dello  stemma Famiglia Pignatelli dei duca di Monteroduni
su volta ingresso omonimo palazzo.

La Famiglia Pignatelli di Monteroduni è una delle tante linee dell'antica ed illustre famiglia napoletana (vedi: origini casato) ascritta al Libro d'Oro Napoletano e aggregata al Patriziato napoletano del Seggio di Nido
GIOVANNI (1633 † 1693), discendente di Stefano, secondogenito di Tommaso, detto Masello e di Agostina d’Anna, fu Signore di Monteroduni e nel 1653 sposò Ippolita di Somma dei marchesi di Circello. Dal matrimonio nacque FABRIZIO (1655 † 1699), insignito del titolo di barone di Monteroduni nel 1694.
Monteroduni, feudo in Contado di Molise, in provincia di Isernia, appartenne dal 1281 al 1326 alla famiglia d’Evoli, conti di Trivento; passò poi ai De Sus, nel 1333 re Roberto d’Angiò lo donò alla regina Sancia.
Dopo la sua morte Monteroduni pervenne di nuovo ai d’Evoli fino al 1460; dal 1464 al 1475 passò a Giovanni Paolo del Doce, poi il feudo passò a Niccolò Gaetani, nel 1503 pervenne alla famiglia d’Afflitto che lo tennero fino al 1668.
All’interno del castello, scolpita su pietra, vi la pandetta del 1570 che stabiliva le tasse di pedaggio sul vicino torrente Lorda. Nel 1668 il feudo fu acquistato all’asta da Giovanni Pignatelli che il casato tenne sino all'abolizione della feudalità; il castello fu di proprietà della famiglia Pignatelli della Leonessa sino al 1990 quando passò al Comune di Monteroduni.

Monteroduni, castello Pignatelli della Leonessa: ingresso, uno dei soffitti, stemma partito Pignatelli e de Somma
famiglie imparentate, albero genealogico Pignatelli della Leonessa e pandetta del 1570
Per gentile concessione di Aniello Gatta

Monteroduni, castello Pignatelli della Leonessa: scalone che porta al piano nobile e il letto con le armi dei Pignatelli
Sotto: trono e portantina

Una pandetta scolpita nella pietra con i diritti del Passo della Lorda di cui alla relazione fatta il 27 ottobre 1762 dal Sig. Razionale Don Giovanni Bruno è conservata nel Castello di Monteroduni.
Il decreto porta la firma di Annibal Moles e Ioseph Cecero.


Pandetta del 1762

LUIGI, figlio di Ludovico marchese di Casalnuovo nel 1639 e Signore di Monteroduni nel 1694, fu investito del titolo di principe di Monteroduni nel 1702.
Nel 1700 sposò Anna Maria Sances de Sotomayor Iveglia Ohmuchievich (Napoli, 1649 ivi, 1715), duchessa di Castoria e contessa di Tuhegl, ed ereditò i titoli alla sua morte; nel 1717 sposò in seconde nozze donna Maddalena Mormile dei duchi di Carinari. Nel 1721 acquisì il feudo di Gallo, in Terra di Lavoro.

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© Napoli - Ingresso Palazzo Pignatelli di Monteroduni

GIOVANNI (1803 † 1865), principe di Monteroduni, sposò nel 1834 Donna Carolina Ruffo della Leonessa (1814 † 1870), e i Pignatelli aggiunsero al loro nome quello dell’estinta famiglia della Leonessa, la cui arma: di rosso alla croce d'argento e nei riquadri 5 gigli di Francia (Angiò).


© Arma Pignatelli della Leonessa

I titoli di principe di Sepino, duca di Ceppaloni e barone di Roccabascena e Terranova passarono quindi dalla famiglia della Leonessa, in antiquo de la Lagroniere e poi della Lagronessa, in Casa Pignatelli.
ALFONSO Pignatelli della Leonessa (1851 † 1924) ereditò il titolo di duca di S. Martino e sposò Donna Giulia Marulli.
LUIGI (Napoli, 1885 † Roma, 1930), principe di Monteroduni, conte di Tuhegl e barone di Gallo, fu cavaliere e rappresentante del S.M.O. di Malta presso la Santa Sede.
GIOVANNI Pignatelli della Leonessa (n. a Napoli, 1876), dei principi di Monteroduni, cavaliere del S.M.O. di Malta,  nel 1929 fu insignito del titolo di duca.
CARLO Pignatelli della Leonessa (1908 † 1956) sposò Melina (Carmela) Matarazzo (1917 † 2002).
Il duca Giovanni Pignatelli della Leonessa è oggi un o dei componenti dell'Eccellentissima Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro.
 

 Melina Pignatelli della Leonessa
(da opuscolo realizzato dalla Fondazione Mondragone di Napoli)

La duchessa Melina Pignatelli della Leonessa merita una particolare menzione per la sua grandezza d'animo.

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 © Duchessa Melina Pignatelli della Leonessa

"Melina fin da Giovanissima mostrò il suo interesse per le arti. All'età di sedici anni, suo padre Peppino Matarazzo di Licosa, grande amante dell'arte, collezionista e mecenate, le fece fare un ritratto dallo scultore De Veroli; il Maestro non riuscendo a far star ferma la ragazzina, le mise della creta in mano per tenerla occuputa, così nacque la sua passione per la scultura che a fasi alterne coltivò fino agli ultimi anni della sua vita. Donna molto schiva, solo negli anni Settanta espose le sue sculture a Positano, spinta dal maestro Girosi che era stato invitato dall'ente per il Turismo e che la volle con lui. Nel '92 fu un altro amico, Max Vajro a convincerla ad esporre le sue opere alla Casina Pompeana in Villa Comunale.
Infine per festeggiare i suoi ottant'anni nel '97, poichè non amava i clamori mondani, anche se spesso ne fu protagonista, si organizzò al Suor Orsola Benincasa, una mostra delle sue sculture ed un concerto. Al Suor Orsola Benincasa negli ultimi anni si era molto legata, tanto da fare in modo che la famiglia Pignatelli donasse all'Istituto Universitario la chiesa di S. Maria dei Pignatelli che fin dal trecento le apparteneva.
Giovanissima si sposò con Carlo, matrimonio d'amore tra due persone che più diverse non potevano essere. Il matrimonio le fece scoprire S. Martino Valle Caudina, ex feudo della Leonessa, dove il marito possedeva delle terre che lui stesso amministrava, un palazzotto, dove passavano parte dell'estate, ed un castello medievale in abbandono.

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© Napoli - sfilata delle carrozze con la duchessa Melina Pignatelli della Leonessa - Anno 1954

S. Martino fu per lei amore a prima vista, le dette grandi delusioni e alcune soddisfazioni. Dopo la guerra, quelle zone erano economicamente molto depresse e soggette al fenomeno dell'emigrazione.
Melina, sempre impegnata nel sociale ed un vero vulcano di idee, pensò di realizzarvi un laboratorio di tessitura. Voleva raggiungere due scopi: dare lavoro ad alcune ragazze e nello stesso tempo valorizzare un artigianato in via di estinzione. Dal laboratorio, dotato di nove telai semiautomatici uscirono tessuti di grande pregio.
La sua grande passione fu il castello. Cominciò subito, nonostante l'incredulità del padre e del marito, con pochi capitali, il "suo" restauro. Lavorò per circa trent'anni, seguendo personalmente i cantieri, istruendo operai ed artigiani trascinati dalla sua passione. In tale veste si interessò della valorizzazione dei castelli di Napoli, non fruibili ed in pessime condizioni, fino ad ottenere per merito dell'indimenticabile On. Francesco Campagna la Legge speciale per Napoli, che finanziò il restauro prima di Castel dell'Ovo e poi di S. Elmo.

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Napoli - Castel dell'Ovo

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Napoli - Castel Sant'Elmo

Melina amava molto la sua Napoli, e si impegnò a farne conoscere ed apprezzare le sue bellezze. Nel 1971 fu nominata Ispettore Onorario della Soprintendenza ai Monumenti della Campania, nomina di cui ella andava molto fiera.
Altro amore furono i giardini, lavorò per creare in Campania una sezione del Garden Club, di cui fu a lungo presidente e fino alla fine presidente onoraria; collaborò con il dott. Landi per far nascere Napoli Flora. Con Rivetti organizzò una stupenda mostra di orchidee a Villa Pignatelli e con la Società Italiana della Camelia, realizzò nel 1980 la prima mostra delle camelie
(2), che ancora oggi si organizza con cadenza biennale.
La Giunta Camerale dell'Industria, Artigianato e Agricoltura la nominò componente della Consulta Economica Provinciale.
La musica fu un interesse prioritario durante tutta la sua vita. Diplomatasi di nascosto dai suoi genitori al Conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli (in violino a 18 anni ed in canto a 22) sotto la guida di Rachele Marigliano-Mori, partecipò ai concerti di musiche trobatoriche curate dal dal prof. Ugo Sesini. Come concertista, carriera ostacola prima dai genitori e poi dal marito, si dedicò alla musica da camera italiana, tedesca e francese.
Cantò con l'orchestra Scarlatti al Conservatorio di Napoli (1953) ed a Parigi per la Radio Tele Diffusion Francaise (1954). Nel 1945 fondò, con il maestro Vincenzo Vitale e Galeazzo Imperiali l'Orchestra da camera di Napoli divenuta in seguito Orchestra Scarlatti."
                                                                                           
Fabio Pignatelli della Leonessa

"Per volontà di Fabio Pignatelli e dei fratelli Gianni e Ornella(3), gran parte del corredo personale di Melina Pignatelli è stato donato alla Fondazione Mondragone.

Piazzetta Modragone, 18 Napoli - Fondazione Mondragone  - Museo del Tessile e dell'Abbigliamento
"Elena Aldobrandini" - Argenti e altri materiali

Abiti, accessori, oggetti d'affezione, legati alla storia personale e di quella della propria famiglia percorsa nelle tre generazioni e seguenti. Dai corsetti, ai fazzoletti e dagli ombrellini di Giulia Marulli di San Cesario (Napoli,15/11/1852 † 8/5/1943), moglie di Alfonso (Napoli, 12/11/1851 † 6/3/1924), al corredo personale, degli anni quaranta di Melina ed ai primi del abiti da cerimonia della piccola Ornella, possiamo ripercorrere e ricucire una storia fatta di attenzione, cura e riuso del corredo personale e della biancheria. Una donna, una storia, un percorso di vita, un'epoca e le sue trasformazioni; luoghi, costumi, relazioni, passioni e quant'altro può proporre una nobile figura vissuta in sintonia con il proprio contesto di appartenenza ricco di storia, di tradizioni e di vissuto femminile.
Cura che ben si inquadra nella personalità di Melina, donna estrosa e creativa e, allo stesso tempo, dotata di una spiccata volontà imprenditoriale rivolta al recupero delle giovani generazioni della Valle Caudina, territorio amato e sua residenza, dove ebbe modo di impiantare un laboratorio per la lavorazione di tessuti di pregio e dove, contemporaneamente, affrontò con indiscutibile tenacia il restauro del castello.
Con la stessa grinta si occupò di diffondere il ricco patrimonio culturale locale attraverso la fondazione della sezione campana dell'Istituto Italiano dei Castelli e del Garden Club.



Napoli - piazzetta Mondragone, 18
Polo Regionale della Moda Femminile
Museo del Tessile e dell'Abbigliamento
"Elena Aldobrandini"
Tel. Fax 081.4797.61.04

Orari di apertura:
 dal Lunedì al Sabato dalle ore 10,00 alle ore 13,00  Info
istmondragone@virgilio,it

Tutto questo senza trascurare le proprie inclinazioni artistiche rivolte alla scultura e alla musica nonchè all'attenzione per i suoi tre figli Fabio, Gianni ed Ornella, in ciò senza il conforto del marito presto scomparso.
Con la Donazione Pignatelli si compie, dunque, un primo passo cercato e dovuto per celebrare e rendere omaggio ad una precorritrice dei tempi, ma anche ad una donna d'impresa, mecenate, educatrice, artista , madre e moglie. Il contesto che la accoglie è il luogo giusto, in quanto fondato da un'altra donna straordinaria: Elena Aldobrandini. Si perpetua, seppure con il rinnovamento dovuto per il trascorrere del tempo, una tradizione che vide protagoniste donne aristocratiche e di cultura, che interpretarono e affermarono silenziosamente, con la modestia dell'intelligenza, il proprio ruolo nella società.
La missione della Fondazione Mondragone prosegue e si arricchisce di questo nuovo fondo, rafforzando sempre più il ruolo istituzionale di garante della cultura vestimentaria partenopea, coniugando la storia del gusto e, quindi della moda, con il vissuto, con la pratica artigianale e, al contempo, con la diffusione della storia di quel fare che rese Napoli Capitale delle attività sartoriali passate per porle all'attenzione delle giovani generazioni,"
                                                                                                               Elena Perrella
                                                
                                 Commissario Straordinario Fondazione Mondragone

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e gli Affari della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.

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Note:
1) - Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli - Sezione Diplomatica.
2) - In Italia la prima camelia fu piantata nei giardini della Reggia di Caserta.
3) - Figlio di Carlo e Melina Pignatelli della Leonessa.
 

Indice delle pagine:
Pignatelli (Storia, di Monteleone, di Orta e Toritto)

I Pignatelli di Monteroduni
Pignatelli di Spinazzola, di Lauro e Bisaccia, di Cerchiara
Pignatelli di Strongoli
Pignatelli di Terranova e di Castelvetrano (e Aragona Cortes)
I Rami della famiglia Pignatelli


Casato inserito nel 2° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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