Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Stemma Sances o Sanchez Stemma Sances o Sanchez de Luna

Famiglia Sanchez

Arma Sances o Sanchez: d'argento a tre bande di rosso al leone d'azzurro attraversante sul tutto.
Arma Sances o Sanchez de Luna: inquartato, nel 1° e 4° le insegne dei Sances;  nel 2° e 3° spaccato d'azzurro al crescente rovesciato d'argento, e d'argento pieno.

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© Napoli - Stemma Famiglia Sanchez o Sances su riggiola di fabbricazione napoletana.

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Le insegne delle famiglie nobili venivano apposte un pò ovunque: sugli ingressi o le volte dei palazzi, sulle porte delle carrozze, sulle piastrelle dei pavimenti, su i servizi di porcellana, sulla biancheria. Le riggiole (piastrelle) napoletane sono l'espressione di un'antica arte decorativa delle maioliche, con differenti caratteristiche iconografiche a seconda gli stili artistici, sorta nel 1450 con l'impulso dato dal primo re aragonese di Napoli Alfonso il Magnanimo e, grazie alle raffinate doti creative di numerosi e valenti artigiani quali Massa, Giustiniani, Mosca e Campagna, vive e prospera tuttora. 
Il Museo Artistico Industriale Palizzi, sito in Napoli alla piazzetta Salazar, voluto da Gaetano Filangieri principe di Satriano e da Gaetano del Pezzo duca di Caianiello, non solo come museo ma principalmente come sussidio per gli studenti dell'annesso Istituto d'Arte "Filippo Palizzi", ha circa 6.000 manufatti di ceramica, metallo, oreficeria e di ebanisteria. Di grande interesse sono le riggiole (mattonelle) di maiolica, vasi dipinti a mano e notevoli bronzi, realizzate da Filippo Palizzi.

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 © Napoli - Museo Palizzi

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La famiglia Sanchez (italianizzata in Sances) fu una delle più potenti e ricche del regno di Aragona tanto da possedere un proprio piccolo ma agguerrito esercito; annoverata tra i Grandi di Spagna, forse anche con discendenza reale. Grazie al loro sostegno  militare e finanziario, gli ispanici riuscirono a cacciare i Mori dalla penisola.
Il capostipite del ramo napoletano fu Don Alonso Sanches, regio Tesoriere Generale (Ufficio paragonabile al Gran Camerlengo) del Regno di Napoli, ambasciatore presso la Serenissima di Venezia, discendente di Don Pedro Sanchez sposo di Donna Francesca de Luna. Da allora le insegne dei Sances furono accoppiate a quelle dei de Luna.
Nel 1382 Don Giovanni Sanchez fu nominato Grande Ammiraglio.
Don Giovanni Luigi, per aver servito fedelmente in guerra re Ferdinando (detto Ferrante) I di Napoli, nel 1467 ebbe i feudi di Vico Equense e Massa Lubrense.
Don Luigi, cugino del capostipite Don Alonso Sanchez de Luna, fu ferito nella guerra contro i francesi e, per il valoroso comportamento, fu nominato da re Ferdinando il Cattolico Tesoriere Ganerale del Regno di Napoli.
Il Casato fu aggregato al Patriziato napoletano del Seggio di Montagna e, dopo l'abolizione dei Sedili (1800, fu iscritto nel Libro d'Oro napoletano.
Nelle floride terre di Puglia, i francesi infierivano imponendo la dogana delle pecore, per soddisfare il fabbisogno alimentare del loro esercito. Gli spagnoli con i migliori cavalieri del Regno di Napoli contrastarono tale sopruso; grazie anche all'audacia di  Francesco Sances, Cavaliere dell' Abito di S. Giacomo.

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Massa Lubrense

© Napoli - Stemma dei Sances de Luna. A destra: Massa Lubrense - le terre dei Sances

Egli, con un manipolo di abili combattenti, impartì una umiliante sconfitta ai francesi accampati nella città di Cerignola, riuscendo a portare a Barletta oltre cinquemila capi di bestiame.
I capitani francesi, mal sopportando la dura lezione di guerra impartita loro, iniziarono ad offendere gli italiani. Seguì la disfida di Barletta tra 13 francesi e 13 italiani dell'esercito Cattolico; Francesco Sances, insieme ai compagni d'arme Indico de Mendoza (siciliano), Ettore Fieramosca (nobile di Capua), Ludovico Abenevole (nobile di Aversa), Mariano Abigniente (da Sarno), Marco Corollario (da Napoli), Ettore de Pazzis (da Foggia), partecipò al combattimento e fu il primo cavaliere ad ottenere la vittoria contro il proprio avversario.
Rese l'anima a Dio nel 1504 e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria la Nova a Napoli.  

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© Napoli-Epitaffio sul sepolcro di Francesco Sances. A destra: Stemma di Alfonso Sances, marchese di Grottola

AlonSo sanchez de Luna, molto stimato dalla regina Giovanna, sorella del re Cattolico, visse in Napoli nella Casa Reale. Fu inviato dalla Regina dapprima Ambasciatore in Spagna presso suo fratello e poi a trattare il matrimonio di sua figlia con il Duca di Savoia.

L'imperatore Carlo V d'Aburgo-Spagna nel 1521 lo inviò Ambasciatore a Venezia  dove stabilì la pace universale d'Italia. 

Ritornato a Napoli, divenne Tesoriere Generale del Regno, e costruì il sontuoso palazzo passato poi ai Filomarino, ai Giusso ed oggi sede dell'Istituto Universitario Orientale; comprò la terra di Grottola in Basilicata. Il feudo nel 1654 fu acquistato da  Carlo Spinelli, principe di San Giorgio.
Rese l'anima a Dio nel 1564 e fu sepolto in Napoli nella Chiesa della SS. Annunziata.

V.A.
© Napoli - monumento funebre di Alonso Sanchez de Luna, ministro delle Finanze della Corte vicereale spagnola - Anno 1563

V.A.

Don Alonso II († 1607), figlio primogenito di detto Alonso, fu Tesoriere Generale del Regno e Signore di S. Arpino; nel 1574 fu decorato col titolo di marchese di Grottola da re Filippo II d'Asburgo-Spagna. Nel 1569 fu nominato Grassiero della città e sposò donna Caterina de Luna.
Don GIULIO, fratello di Alonso II, acquistò la Castellania perpetua della città di Aversa e fu l'avo di Don GIULIO, marchese di Gagliato (o Gagliati), sposo di donna Giovanna Carafa, figlia del duca di Cancellara; dal matrimonio nacque DOMENICO, cavaliere gerosolimitano.
Don ALONSO III, figlio primogenito di Alsonso II, partecipò nel 1571 alla battaglia navale di Lepanto sotto il comando di Giovanni d'Austria.
I fratelli di don Alonso III furono:
don GIOVANNI, Signore di S. Arpino,  feudo in Terra di Lavoro, nominato Consigliere di Stato da re Filippo III di Spagna; don GABRIELE, Consigliere di Stato e Abate di S. Giovanni Maggiore;
don ANTONIO, Capitano di fanteria spagnola al servizio del Duca di Parma; don GIROLAMO, Cavaliere dell'Ordine di Malta.
GIOVANNI Sanchez de Luna († 1672), 1° duca di S. Arpino, nel 1658 sposò donna Ippolita Muscettola, figlia di Francesco Antonio. Ippolita, morta nel 1728, riposa in pace nella cappella gentilizia sita nella Chiesa della SS. Annunziata di Napoli.

Napoli - chiostro della chiesa di Santa Maria la Nova
© Napoli - chiostro chiesa di Santa Maria la Nova

Il titolo di marchese di Grottola passò in casa Caracciolo. 
Nel 1700 Anna Maria Sances de Sotomayor Iveglia Ohmuchievich (Napoli, 1649 ivi, 1715), duchessa di Castoria e contessa di Tuhegl, sposò Luigi Pignatelli, principe di Monteroduni.
Il feudo di Gagliato, piccola terra in Calabria Ultra,  fu venduto nel 1740 da don Giovanni Battista Sanchez de Luna a don Francesco Maria Castiglione Morelli, marchese di Vallelonga.

Don Gabriel Sanchez de Luna, dei baroni di Sant’Arpino, I° duca di Gagliati dal 1727, fu Giudice Perpertuo della Vicaria nel 1701 e Regio Consigliere di Filippo V; sposò D. Beatrice d'Anna, sorella di Giuseppe (1673 † 1754), II Duca di Castelgrandine e I Duca di Laviano.
Isidoro (al secolo Antonio) Sanchez de Luna (Napoli, 1705 † ivi, 1786), Patrizio Napoletano, figlio del citato Gabriele duca di Gagliati e di Beatrice d’Anna, intraprese la carriera ecclesiastica e nel 1728 divenne sacerdote. Fu nominato nel 1748 vescovo di Ariano, nel 1754 arcivescovo di Taranto e nel 1759 arcivescovo di Salerno.

SA

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© Altare con il busto di Isidoro Sanchez de Luna e i suoi stemmi

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Don Giovanni Sanchez de Luna (13/02/1642  10/04/1714), III Marchese di Gagliati e Patrizio  Napolitano [di Giulio, II Marchese di Gagliato e Patrizio Napoletano, e di Donna Giovanna Carafa (di Don Alfonso Duca di Nocera e Cancellara e di Donna Caterina Gambacorta Principessa di Frasso), morta 21/05/1704. Il matrimonio avvenne il 23/02/1637], sposò nel 1702 Anna Rizzo dei Ritii, figlia di Luigi e Adreana Seripando.
Nel 1798 i Sanchez de Luna ottennero il titolo di duca sul cognome.
NICOLA, vescovo di Nola dal 9 aprile 1764 al 23 aprile 1768 a causa del suo decesso.

Alonso Sanchez de Luna, duca di Sant’Arpino dal 1789, Consigliere di Stato, fu nominato Commendatore dell'Ordine delle Due Sicilie con decreto de 19.05.1808.
Don Errico Sanchez,
Maresciallo di Campo, fu nominato Cavaliere di Diritto del Reale Ordine Militare di S. Giorgio della Riunione con Decreto del 7.10.1819.
I titoli di duca di S. Arpino e di Casal di Principe passò in casa Caracciolo Pisquizi a seguito di matrimonio celebrato tra Carlo Luigi Caracciolo (n. 1801
1873), duca di San Teodoro e di Parete, marchese di Capriglia e di Villamaina, patrizio napoletano e Maria Teresa Sanchez de Luna, duchessa di Sant'Arpino e di Casal di Principe.

Benedicto Sánchez de Herrera (Navas de Jorquera, 1598 Pozzuoli, 16-6-1674) fu nominato, per volere di Filippo IV,  vescovo di Monopoli il 17 ottobre 1653, nel 1652 fu nominato Cappellano del Re e il 18-1-1654 vescovo di Pozzuoli, carica che tenne sino alla sua morte.

Vescovo Benedicto Sánchez de Herrera (1598 1674)

Altro spagnolo succeduto a Carlo de Palma, vescovo di Pozzuoli, fu Diego Ibáñez de la Madrid y Bustamante. Quest’ultimo il 17-2-1674 fu ordinato sacerdote, il 24-10-1678 vescovo di Trivento, il 2-10-1684 vescovo di Pozzuoli e il 9-6-1687 vescovo di Ceuta in Spagna.

Vescovo Diego Ibáñez de la Madrid y Bustamante; lo stemma è accollato alle insegne
dell'Ordine di San Giacomo della Spada

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e gli Affari della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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