Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.  

Famiglia Moles

Arma: d'azzurro a tre macine (1) d'oro disposte 2, 1.
Dimore: Napoli, Caserta e Turi.

V.d.V.
© Napoli - Arma della Famiglia Moles dipinta sulla volta d'ingresso del Palazzo nobiliare.

La famiglia Moles, di origine spagnola, dalla città di Girona passò in Napoli, dove fu ascritta al Patriziato Napoletano del Seggio di Portanova, con Francesco  Moles ( 1563) nel 1512 che militò agli ordini di Raimondo di Cardona, Capitano Generale della Lega e poi sotto re Ferdinando il Cattolico. Nel 1548 comprò la terra di Turi, in Terra di Bari, per 17.000 ducati; detta terra l’ebbe in feudo la famiglia Acquaviva, che la vendette a Isabella Caracciolo. Nel 1547 passò alla famiglia Nava e da questa alla famiglia Moles, dalla quale fu poi venduta nel 1752 alla famiglia Venusio.
Edificò in Napoli il palazzo a Santa Maria della Nuova, che fu venduto al duca di Bovino e poi a Giuseppe dè Medici, principe di Ottaviano, e quello baronale in Turi, passato poi alla Famiglia Venusio.

© foto proprietà Casa Longo de Bellis
Turi (BA) - Palazzo Moles, poi Venusio
© foto: Carlo Longo de Bellis

© foto proprietà Casa Longo de Bellis
Turi (BA) - Palazzo Moles, Venusio
© foto: Carlo Longo de Bellis

Detto Francesco, primo barone di Turi, sposò Beatrice Tolosa della famiglia nobile di Barcellona; per figli ebbero:
1) Gabriele che comprò la terra di Montesano, Terra di Lavoro.
2) Annibale ( Napoli, 1595) che nel 1561 fu inviato in Calabria per stroncare l’eresia dei valdesi, confiscò loro molti beni parte dei quali, pari ad un valore di 5000 ducati, furono donati alla Confraternita della Redenzione dei Captivi. Nel 1566 fu nominato presidente della Regia Camera della Sommaria, nel 1573 svolse anche le funzioni di luogotenente, nel 1579 fu nominato Reggente del Supremo Consiglio d’Italia. Rientrò a Napoli nel 1585 con la carica di Reggente di Cancelleria, carica che sarà ricoperta nel 1595 da Giovan Francesco de Ponte.
Sposò Giovanna Ortega Carrion da cui ebbe Federico (morto in tenera età), Maurizio e Tommaso (
1609). Quest’ultimo  nel 1607 fu uditore di Principato Citra e poi giudice di Vicaria.
Annibale morì a Napoli nel 1595 e le sue ossa riposa in pace nella chiesa dei padri predicatori di S. Spirito di Palazzo.
3) Diego, Presidente della Regia Camera.
4) Vittoria.
5) Marcantonio (
† Napoli, 1619), valoroso militare, partecipò attivamente alla battaglia di Lepanto del 1571, nel 1594 fu maggiordomo dell’Arsenale di Napoli.
6) Giulio (
1608), arciprete di Altamura, fu protagonista nel 1584 d’una disputa giurisdizionale che coinvolse i vertici del governo spagnolo.
7)
Laudomia impalmò nel 1560 Giovan Ferrante 1° Zunica.
In Napoli nella chiesa di Santa Maria delle Grazie Maggiori a Caponapoli, sul pavimento della cappella Zunica, vi è la lastra con le armi delle famiglie Zunica e Moles, con il seguente epitaffio:

IOANNI FERDINANDO DE SUGNICA LAUDOMIA MOLES CONIUX
UNANIMIS ED OTTAVIUS FILIUS PIETISSIMUM MONUMENTUM HOC
COLLACRIMANTES POSUERIT AN. SAL. MDLXXXIII
.

Da detto Diego (vedi punto 3) nacque Francesco Moles († 1707),  decorato nel 1645 col titolo di duca di Parete, feudo in Terra di Lavoro, e cavaliere di Calatrava, patrizio napoletano del Seggio di Portanova, nel 1666 fu nominato giudice della Vicaria, nel 1677 presidente di Trani, nel 1682 gran cancelliere del Senato di Milano. Fu ambasciatore di re Carlo II di Spagna presso la Serenissima Repubblica di Venezia e nel 1698 ambasciatore a Lisbona; confratello nel 1692 dell' Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce, prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel 1290 con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al secolo Giovanni Gaetano Orsini (1216 1280), ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72).
Sposò Maria Orsini dei conti di Oppido. Ebbero:
1) Giovanni, duca di Parete, sposò Maddalena Trivulzio, figlia del Conte Carlo (
1689), patrizio milanese, capitano nell’esercito spagnolo, che generano il marchese Carlo Francesco Moles, Grande di Spagna;
2) Caterina sposò Fulvio di Costanzo, principe di Colle d’Anchise.


Napoli, Palazzo Moles, esterno


Napoli, Palazzo Moles, interno

Il Casato annovera tra i suoi rappresentanti:
Frà Federico Moles, cavaliere Gerosolimitano,
Leonardo Moles, Cavaliere di S. Giacomo e Maestro di Campo in Catalogna.
Frà Francesco Moles, Gran Croce dell’abito di Malta e Priore di Barletta.

Ch. S-A-d-L
Napoli, sepolcro di Fabio Barattuccio e della moglie Violante Moles, realizzato da
 Antonio Barattuccio (1486 † 1561) e dalla moglie Beatrice Martina

Nel 1752  Maddalena Moles, figlia ed erede di Carlo Francesco duca di Parete e di donna Cecilia Petra dei Duchi di Vastogirardi , già vedova di Nicola Caracciolo di Avellino, sposò in seconde nozze Tommaso 2° Caracciolo Venato, 2° marchese di Capriglia e 3° marchese di Villamaina dal 1756.
Giuseppe Moles (n. 23 febbraio 1812) dei baroni di Turi, figlio del nobile Annibale (1790
† 1853) e di Emmanuela Venusio dei marchesi di Turi (1796 † 1856), sposò nel 1856 Eleonora Filo della Torre dei conti di Santa Susanna (n. 1821).
Francesco, fratello di Giuseppe, nato a Napoli 1820, cavaliere di giustizia dell'Ordine di S. Giorgio della Riunione fu capitano dell'esercito napoletano.
Giulia (n. 11-2-1822), sorella di Francesco, sposò Salvatore Minei (n. Napoli, 5-6-1826) dei baroni di S. Elena (2).

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e gli Affari della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.

______________
Note:
(1) - Dette volgarmente mole.
(2)
- Annuario della Nobiltà Italiana – Anno 1882.


Casato inserito nel 4° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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