
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Gaetani |
Armi:
la più antica:
d'oro a due
bande ondulate azzurre.
Dal 1297: Giordano
Loffredo Gaetani, duca di Laurenza prende in moglie Giovanna
dell'Aquila, contessa di Fondi e, quindi, l'arma originaria si
inquartò con quella dell'Aquila (un'aquila d'argento su sfondo
azzurro).
Infine: verso la metà del '400, con il matrimonio tra
Onorato III Gaetani, conte di Fondi, con Lucrezia d'Aragona, figlia di
re Ferdinando I, l'insegna degli Aragona occuperà la metà dello
scudo(1). |

© Stemma Famiglia Gaetani
dell'Aquila |
L'antica famiglia napoletana Gaetani o Caetani
godette di nobiltà nel
Seggio di Nido
e fu ascritta al Libro d'oro napoletano nel 1800. Decorata di numerosi titoli e
ricoperto cariche prestigiose in campo civile, militare e religioso, dando
anche un papa col nome di
Bonifacio VIII.
Vi sono più versioni sulle origini della famiglia Gaetani
o Caetani; di certo la si trova in Italia quando ottenne la Signoria di
Gaeta da papa Gregorio II.
Il primo duca di Gaeta,
in
Terra di Lavoro, fu
Giovanni (877 † 915) che riuscì a scacciare i saraceni da Gaeta.
I Gaetani si diramarono in altre città, tra cui Pisa ove
divenne il più importante casato insieme ai
Gambacorta, Anagni e Napoli.
Benedetto Gaetani (Anagni, 1235 † Roma, 1303)
intraprese la carriera ecclesiastica, fu legato pontificio in
Francia e in Inghilterra e, successivamente, fu nominato
cardinale dal pontefice Martino IV.
Secondo alcuni storici, costrinse papa Celestino V, fondatore
del Monastero
di San
Pietro a Maiella a Napoli, con mezzi non leciti, a
rinunciare al pontificato dopo appena quattro mesi dalla sua
elezione; così il cardinale Benedetto fu consacrato papa a
Napoli, in Castel Sant'Elmo, il 24 dicembre 1294 e assunse il
nome di Bonifacio VIII. |

© Anagni - Papa Bonifacio VIII |
Non contento, fece imprigionare Celestino V nel castello di
Frosinone sino alla morte avvenuta nel 1296.
Fu acerrimo nemico sia dei
Colonna che
spogliò dei loro beni che dei francesi arrivando alla scomunica
di Filippo il Bello, re di Francia.
Il re francese inviò un poderoso esercito al
comando di Guillaume de Nogaret che arrestò Bonifacio VIII,
nell’occasione preso a schiaffi da Sciarra Colonna, ad Anagni
mentre stava celebrando la messa. L’episodio è passato alla
storia come “l’oltraggio di Anagni”. Pochi giorni dopo,
gli abitanti misero in fuga i francesi e liberarono il
pontefice.
Il capostipite del ramo di Napoli fu Giordano Loffredo Gaetani,
duca di Laurenzana, che nel
1297 sposò Giovanna dell’Aquila, contessa di Fondi: furono
inquartate le insegne e uniti i due nomi.
Onorato
(1421 † 1479), abile condottiero, nel 1461 fu
Protonotario e Logoteta del Regno
di Napoli.
Onorato III Gaetani dell’Aquila, conte
di Fondi, sposò Lucrezia d’Aragona, figlia di re
Ferrante I
d’Aragona.
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© Napoli - Stemma Famiglia Gaetani
dell'Aquila d'Aragona posto ai lati del portale
marmoreo e sui battenti lignei (sec. XVI) per accedere
alla Sacra Ruota degli Esposti. |
Nel XIV secolo, grazie alle cospicue elargizioni da parte
di numerosi nobili, tra cui nel 1477 vi è anche Onorato Gaetani d'Aragona,
conte
di Fondi, come si legge sulla targa fatta affiggere in memoria dei
benefattori della Santa Casa dell'Annunziata nel 1937 da Enrico Gaetani
conte di
Laurenzana, fu fondata un'istituzione assistenziale per i bambini
abbandonati che venivano lasciati in una specie di tamburo di legno (la
Ruota) e prelevati all'interno dalle balie. |

© Napoli - portale ingresso della Sacra
Casa dell'Annunziata |
La Sacra Ruota degli Esposti (esposti erano chiamati i fanciulli
abbandonati) è visitabile tutti i giorni; si possono, tra l'altro,
ammirare interessanti reperti risalenti al XVI secolo, i libri su
quali venivano annotate tutte le informazioni sui bimbi abbandonati e
numerose "cartule", ovvero lettere messe insieme a qualche oggetto
in un sacchettino al collo degli esposti. Ad ogni bambino veniva
messo una collanina con una medaglietta recante un numero
progressivo imposto con una punzonatrice; a Roma e Venezia i
bimbi, invece, venivano marchiati a fuoco.
Si riporta il testo di una lettera che accompagnava una bambina
abbandonata nel 1872: |
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Il Casato,
ricevuto nell’Ordine di Malta nel 1416, occupò
ereditariamente l’Ufficio di
Gran Protonotario;
fu insignito di numerosi titoli:
nel 1498
conti di Alife
e duchi di Traetto;
nel
1583,
duchi di Sermoneta e
marchesi di Cisterna, con
Onorato IV (1542 † 1592),
Capitano Generale della fanteria pontificia a
Lepanto
e cavaliere dell'Ordine
del Toson d'Oro;
nel 1641
duchi di San Marco, con
Francesco IV (Napoli,1594 † Roma,1683);
nel 1659
principi di Caserta con don Filippo II (1620 †
1687) e nel 1750 principi di Teano
con Michelangelo I
(1685 † 1759).
Il titolo di
duca di Miranda passò in casa dè Medici a seguito di
matrimonio celebrato nel 1822
tra
donna Anna Maria
Gaetani dell’Aquila d’Aragona (1801 † 1850), duchessa di Miranda
e Giuseppe
dè Medici
(Napoli,1803 † ivi, 1874), principe di Ottaiano e duca di Sarno.
Bonifacio II detto “il Cardinale Caetano”
(Sermoneta, 1568
†
Roma, 1617), patrizio napoletano, figlio di Onorato IV
(1542
†
1592) e fratello di Pietro III (†
1614) 6° duca di Sermoneta e 2° marchese di Cisterna, fu
nel 1588 Priore di San Leonardo di Santa Maria de’
Teutoni, nel 1593 Governatore di Camerino, dal 1595 al
1596 Governatore di Orvieto, dal 1599 al 1612 vescovo di
Cassano, nel 1606 cardinale, nel 1613 arcivescovo di
Taranto. |

Basilica di San Leonardo di Siponto,
stemma del’arcivescovo di Taranto Bonifacio II |
Filippo I (Napoli, 1565
†
Roma, 1614), patrizio napoletano, 7° duca di Sermoneta,
3° marchese di Cisterna, rinunciò alla carriera di
ecclesiastico; fu Cavaliere dell’Ordine di San Jago,
Governatore della Basilicata, Governatore di Capitanata
e Molise dal 1609 al 1611, sposò Camilla Gaetani
dell’Aquila d’Aragona (Napoli, 1578
†
ivi, 1627), figlia di Luigi duca di Traetto.
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Roma, Cappella Caetani,
monumento a Filippo I duca di Sermoneta; a destra lo
stemma |
Alla sua morte, il figlio Francesco IV (Napoli,
1594
† Roma, 1683), patrizio napoletano, 8°
duca di Sermoneta, 3° marchese di Cisterna, Gentiluomo
di Camera del Re di Spagna Filippo
IV, Cavaliere dell’Ordine
del Toson d’Oro, Governatore del Ducato di
Milano dal 1660 al 1662, gli eresse un monumento a Roma;
sposò a Caserta nel 1618, in prime nozze, Anna
Acquaviva d’Aragona,
principessa di Caserta , figlia ed erede del principe
Andrea Matteo.
Luigi (Piedimonte, 1595
†
Roma, 1642), fratello di Francesco IV, studiò teologia e
nel 1608 fu Abate di San Leonardo in Puglia, nel 1622
Patriarca di Antiochia e, dal 1624 al 1627, arcivescovo
metropolita di Capua; fu elevato a cardinale da Papa
Urbano IV e dal 1637 al 1638 fu camerlengo del Collegio
cardinalizio. |
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Capua, Museo Campano,
ritratto di Luigi Gaetani (1595
† 1638) |

Roma, Cappella Caetani,
stemma cardinalizio |

Roma, Palazzo Gaetani |
Nicola Gaetani dell’Aquila d’Aragona (1744
†
1801), patrizio Napoletano e patrizio di Benevento,
principe di Piedimonte, duca di Laurenzana, conte di
Alife, Grande di Spagna, Gentiluomo di Camera del Re di
Napoli nel 1775,
Gran Protonotario
del Regno di Napoli. sposò nel 1770 Teresa
Saluzzo,
figlia di Giacomo, duca di Corigliano e principe di
Santo Mauro e di Maria Giuseppa
Pignatelli
dei Principi di Strongoli. |
Gennaro
Gaetani d’Aragona (Napoli, 1833
†
ivi, 1919) intraprese la carriera militare ed entro giovanissimo
nella Nunziatella; nel 1860 raggiunse Gaeta e, col grado di
capitano, si distinse durante
l’assedio
e, dopo la capitolazione, restò fedele ai Borbone e non volle
far parte dell’esercito sabaudo.
La famiglia Gaetani
dell'Aquila d'Aragona risulta iscritta nel Libro d'Oro della
Nobiltà Italiana coi titolo di
principe di Piedimonte,
duca di Laurenzana e
conte d'Alife
nella persona di Nicola, patrizio napoletano, senatore
del Regno, nato a Napoli il 27.1.1857.
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Napoli, stemma d'Aragona
Gaetani dell'Aquila |
Il conte
Emmanuele Gaetani d'Aragona (†
1908)
dei duchi di
Laurenzana donò tutto l'avito patrimonio all'Arciconfraternita
dei Pellegrini.
© Targa in memoria del conte Emmanuele Gaetani. A
destra: Stemma famiglia Gaetani d'Aragona |
Famiglie imparentate con Casa
Gaetani |
Il Casato
si imparentò con le più prestigiose famiglie del Regno
di Napoli:
ACQUAVIVA D'ARAGONA:
Francesco Gaetani, duca di Sermoneta, sposò nel 1623
Anna
Acquaviva d’Aragona (1596
†
1659), 3^ principessa di Caserta. |

Caserta, Palazzo vecchio, l'antica sede dei conti
e dei signori di Caserta la cui torre venne fatta costruire
da Pandolfo di
Capua nell'anno 862 d.C.; passato poi ai
della
Ratta, agli Acquaviva d'Aragona e infine alla
famiglia Gaetani. |
d’ALESSANDRO:
Carolina (Napoli, 23-1.1859), sorella di Nicola Gaetani
dell’Aquila d’Aragona, principe di
Piedimonte, duca di Laurenzana e conte di Alife,
sposò Nicola
d’Alessandro dei duchi di Pescolanciano.
ALBANI:
Filippo (1758
†
1807) nel 1779 sposa Donna Elena
Albani, figlia di don Orazio, principe di Soriano.
d’AQUINO: nel 1462 Filippo
II, principe di Caserta, sposò in prime nozze donna Cornelia
d’Aquino,
principessa di di Castiglione.
FILANGIERI DI CANDIDA: Giulia, la fondatrice dell’opera
pia “Asilo Ugo Filangieri”, sposò Gaetano
Filangieri di Candida.
dè MEDICI:
nel 1646 Filippo II, principe di Caserta, sposò in seconde nozze
donna Francesca
de’ Medici dei principi di Ottaiano.
MONACO
DI LAPIO:
donna
Teresa Gaetani dell’Aquila d’Aragona, figlia di don Onorato,
principe di Piedimonte, sposò a Napoli nel 1895 don
Roberto
Monaco (Napoli, 1871
†
Roma,
1936),
Ammiraglio, duca di Longano.
SANGRO
di:
donna Carlotta sposò nel 1736 Raimondo
di Sangro (1710 † 1771), principe di Sansevero e di
Castelgrande.
SANSEVERINO: Giovannella sposò Geronimo
Sanseverino, principe di Bisignano, ricordato nella storia
come uno dei partecipanti alla
congiura dei baroni contro Ferdinando I d’Aragona. |

Napoli - Lastra tombale
di Don Andrea Gaetani |
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1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica. Codice miniato di Santa Marta -
Archivio di Stato di Napoli. |
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