Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Lanza |
Arma:
d’azzurro, alla banda d’argento fusata di due file di rosso,
accompagnata in capo da un giglio d’oro.
Cimiero:
l’aquila sorante di nero.
Dimora:
Capua e Firenze. |
© Capua -
Stemma Famiglia Lanza |
Antica famiglia Patrizia di Capua,
da
essa il 20 Maggio 1815 prese il nome lo storico Trattato di Casalanza,
stipulato nella sua proprietá presso Capua, che reinsedió i Borbone
sul trono di Napoli e destituì Gioacchino Murat.
Dai quattrocenteschi rogiti notarili e dall'albero genealogico dell'archivio del casato
risulta che la famiglia Lanza, il cui cognome era de Buzzettis,
derivante dal nome del suo feudo di Buzzecta presso Reggio Calabria,
dove la stessa
nel
Medioevo
godeva di grande nobiltà, era già presente a Capua,
in
Terra di Lavoro,
alla metà del '400; i suoi rappresentanti ne
furono patrizi e membri del
“Consiglio dei Quaranta” fino all’abolizione dei Sedili, nel 1800.
I Lanza alias de Buzzettis annoverano, tra i loro rappresentanti, un Santo
nato a Reggio Calabria nell’anno 864:
Sant’Elia detto lo
speleota perché scelse di vivere in una grotta. Fu Abate di San
Basilio e morì quasi centenario nel 960;
fu sepolto nel
sepolcro che egli stesso si era scavato(1).
Il
personaggio più antico del periodo in cui la famiglia si ritrova
patrizia di Capua, col diritto di maggiorasco che comprendeva la
casa ancora oggi di proprietà del Casato, fu
Ippolito de Buzzettis
presente tra i settantadue senatori capuani che nel 1452
costituirono il seguito di Alfonso d’Aragona che accoglieva alle
porte del Regno di Napoli Federico d’Asburgo, appena incoronato dal
Papa “Re dei Romani”.
Da quell’epoca inizia la genealogia
ininterrotta e documentata della famiglia fino ad oggi.
La tradizione
familiare, riportata nei manoscritti dell’archivio, racconta che
altro personaggio di cui si ha notizia a Capua alla metà
del ‘400, alla presenza del Re di Napoli
Ferdinando I d’Aragona
vinse consecutivamente, in una giostra, i tre cavalieri ritenuti più
forti, tanto che il Re stesso entusiasta si alzò dal trono e gridò:
“Brava quella Lanza!”, e così fece pure il pubblico più volte. Da
allora il capostipite fu chiamato “Lancea”. I suoi figli e nipoti,
fino a circa la metà del secolo XVI, nei documenti pubblici,
dapprima alternarono il cognome de Buzzettis al patronimico Lanza, per poi
definitivamente sostituire il secondo al primo. |
PIRRO, secondogenito del predetto capostipite e di Agnesella Passarella,
Patrizia
napoletana,
nacque a Capua e nel 1493 figura quale Sindaco degli Eletti
Nobili di Capua; nel
1485 acquistò per la propria famiglia lo jus patronato di una
cappella, dedicata a S. Giovanni Battista, nella chiesa dei PP.
Domenicani, cappella in seguito eretta dal nipote
Lanzillo nel 1542 e
intitolata a S. Marta e S. Lucia. Nel 1504 sposò donna Margherita
Abenavolo, congiunta del noto Ludovico che prese parte alla
disfida di Barletta.
Il predetto Pirro
fu
anche giudice e nel 1494 Regio Capitaneo (Governatore) di Salerno:
ebbe in dote dalla moglie Margarita Abenavolo il feudo di Gajmari,
presso Teano; insieme al fratello primogenito
Carlo, che nel 1507
fu anch’egli sindaco dei nobili di Capua e coniuge di Ippolita
di Transo,
fu poi concessionario del feudo di Casanova dalla contessa di
Caserta Caterina
della Ratta; altri Lanza sindaci dei nobili capuani
furono: Gio:Batta
(1540 -1560);
Giulio Cesare
(1594); Francesco
(1760-1768).
I fratelli
Vincenzo e
Gismondo de
Buzzettis nel 1536 quali Deputati della Piazza nobile di Capua
sostennero il palio sotto il quale venne accolto nella città
l’Imperatore
Carlo V,
di ritorno dalla gloriosa spedizione di Tunisi.
Un altro
Ippolito († post
1624) fu UJD (dottore in utroque jure), giudice e nel 1576 Regio
Capitaneo(2) di Foggia; in seguito fu deputato della Piazza nobile di
Capua; egli ebbe tre mogli, continuando la discendenza da Claudia de
Stefano, dei baroni di Accadia, patrizia di Salerno, del seggio di
Porta Retese. Tra il XVI e il XVIII secolo numerosi regi Capitanei
di Calvi e Castellamare del Volturno.
Un fratello di primo letto di
Ippolito, Pompeo († 1558), fu UJD
e
Diplomatico di Bona Sforza, Regina di Polonia, che fino al 1554
rappresentò a Bruxelles presso l’Imperatore Carlo V d’Asburgo e dal 1554 al ’56 a Londra, ad
Hampton Court, presso Maria Tudor (“bloody Mary”) e il consorte
Filippo II d’Asburgo;
nel
1556 fu nominato dagli Eletti di Capua ambasciatore della città
presso gli Asburgo con l’incarico di baciare le mani e fare la
riverenza in nome della stessa al nuovo Re di Spagna e della
Fiandre, Filippo II.
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© Una delle lettere autografe scritte nel 1554 da Bona Sforza, Regina di Polonia, a Pompeo Lanza,
Patrizio capuano, suo Diplomatico. Archivio Lanza, di Capua;
epistolario pubblicato dall'Accademia
Polacca delle Scienze in Roma.
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Il 13 Novembre 1552 Pompeo Lanza e i suoi fratelli
Scipione, Pirro,
Giulio Cesare e
Carlo furono nominati Regi
Familiari e Continui Commensali dell’Imperatore Carlo V; egli ritornò in
Italia al seguito di Bona Sforza come avvocato fiscale delle
province di Otranto e Bari, dove sposò la nobile Isabella Pensina;
da quell’epoca un ramo cadetto dei Lanza (da un fratello di Pompeo) divenne
nobile di Molfetta per estinguersi ivi nel sec. XVIII.
Le missive autografe della Regina di
Polonia indirizzate a Pompeo sono oggi custodite nell’archivio
Lanza, a Capua; sorella dei precedenti Ippolito e Pompeo fu
Teodora,
più volte dal 1574 badessa dell’aristocratico monastero di San
Giovanni delle monache, in Capua: ricordata dagli storici per il suo
dispotismo e l’assoluta difesa dei privilegi di casta delle nobili
monache.
Il citato Pompeo (†
1558) e Fabrizio
Lanza vivevano ad Aversa (CE) in un palazzo il cui giardino
confinava con il centro amministrativo delle cospicue proprietà dei
Certosini napoletani. La "domus magnum cum jardeno" fu
acquistata nel 1620 per 1.100 ducati dai Certosini; successivamente
nel 1803 fu comprata da Scipione
della Marra.
Nel 1865 il proprietario era Francesco
Ciccarelli,
marchese di Cesa, nel 1908 l'immobile fu acquistato da Vincenzo
Luciano
(2 bis). |
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© Aversa - l'ingresso
di Palazzo Lanza, oggi di proprietà della famiglia Luciano |
Biagio seniore
(1686 † 1732)
nel 1712 eresse la cappella di S. Anna, alle porte di Capua,
tutt’oggi concessa dalla famiglia al culto pubblico, nella quale il
27 maggio 1729 sostò in preghiera Papa Benedetto XIII (Orsini),
che l’arricchì di indulgenze plenarie annue.
Don Biagio e i suoi discendenti
vennero educati nel Collegio dei Nobili in Napoli, tenuto dai Padri
Gesuiti, nel XVIII secolo avendo
avuto la
famiglia residenza anche a Napoli.
Ignazio
Lanza nacque a Capua nel 1724, nel palazzo Lanza, secondogenito di
Biagio seniore e di
donna Rachele de’ Liguoro, Nobile del
Seggio di Portanova in
Napoli. Fu Capitano del Reggimento di fanteria provinciale di
Contado del Molise, nel 1744 prese parte, al seguito di Carlo di
Borbone, alla
battaglia di Velletri contro gli imperiali. Sposò
donna Maria Santacroce, Nobile di Barletta, risiedendo in Napoli.
Ignazio è menzionato dallo storico Monsignor Granata, nella sua
Storia civile della fedelissima città di Capua (Napoli, 1756),
tra gli Ufficiali che a Velletri mostrarono pel loro Sovrano un
sommo coraggio, essendosi ben distinti e segnalati nel valore e
nella gloria.
Il Barone CARLO
(1720 † 1784),
Nobile di Capua e fratello primogenito di Ignazio, sposò Maria
Damiani,
Nobile di Bisceglie e di Pozzuoli; ospitò a casa sua
S. Alfonso Maria de’ Liguori, suo parente in quanto sua
madre, donna Rachele de’ Liguoro, era una cugina del santo.
Fu eletto nel 1771 Capocedola nobile
del Governo economico di Capua e, negli antichi documenti, si
firmava “Carlo Lanza Liguoro”.
Il titolo di Barone,
secondo l'uso napoletano, pervenne al ramo primogenito dei Lanza,
oggi fiorente, per successione alla famiglia della Ratta, poiché donna Beatrice
della Ratta (1661 † 1742),
moglie di altro Carlo
Lanza (1654 † 1709),
ultima dell’ultimo ramo nobile dei della Ratta antichi conti di
Caserta, che era quello dei patrizi di Capua, lasciò
in càpite al più sopra detto nipote
ex filio Carlo Lanza Liguoro (1720 † 1784) i quattro feudi nobili di Luisi Consa, Murato, Chiattuni, Zaccuni, in Terra di Lavoro, con
iscrizione in quel cedolario. |
©
Capua -
interno cortile palazzo Lanza
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Nel 1756 Monsignor Francesco Granata
scrive nella sua opera Storia civile della fedelissima città di
Capua, sulla famiglia Lanza: …della Ratta…famiglia
cospicuissima, e molto commendata nelle Storie, che si estinse
ultimamente in persona di D. Beatrice della Ratta, morta qui
nell’anno 1742, vedova di D. Vincenzo Lanza [rectius di Carlo
suo fratello], di prosapia oltremodo illustre, venuta da più secoli
nobile in Capua: la quale oltre allo splendore del suo antichissimo
lignaggio, oltre ai parentadi con tante dame di cospicui Napoletani
Sedili, e del Regno, gode il bel pregio di avere due Santi... |
Biase
Lanza iuniore, figlio del barone Carlo e di Maria
Damiani, nacque nel 1746 a Capua nell’avita casa di corso Gran Priorato di Malta; fu
2°
barone di Luisi
Consa,
del Murato,
di Zaccuni,
di Chiattuni,
feudi nobili
posseduti in càpite fino
all’eversione della feudalità,
siti
nell’agro Caleno, territorio di
Sparanise,
in Terra di Lavoro:
ne resta oggi traccia nel parco Lanza
e nel rio Lanzi.
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Don
Biase Lanza, nell’uniforme da cavaliere di Malta, che il
20 maggio 1815 ospitò nella sua villa agreste alle porte
di Capua
i Generali napoletani Carascosa e Colletta e quelli
austriaci Bianchi e de Neipperg, che firmarono il
Trattato di Casalanza |
Nel 1771 sposò, in prime nozze, Giuseppina dei baroni Cameriero,
dalla quale non gli restarono figli; nel 1786, 1787 e 1802 fu eletto Capocedola
nobile del Governo economico di Capua e il 5 ottobre 1796
fu ammesso nel S.M.O. di Malta quale
Cav. d’Onore e Devozione,
con prove in grado di Giustizia(3), sotto il
Gran Maestro Fra’ Emanuele de Rohan.
Durante la
Repubblica Napoletana
del 1799 il suo palazzo fu occupato dai soldati del giacobino
MacDonald;
la casa fu saccheggiata e don
Biase lasciò una cronaca manoscritta di quei mesi di disagi,
pubblicata nel 1999 per il bicentenario della rivoluzione dal Comune
di Capua.
Nel 1802 sposò, in seconde nozze, Eleonora
de Capua
Capece, dei
duchi di San Cipriano, Nobile di Capua, dalla quale ebbe l' erede
Carlo.
Nel 1806 palazzo Lanza di Capua fu nuovamente
occupato, questa volta
dal maresciallo di Francia
Louis-Alexandre Berthier, perché scelto quale alloggio dei Generali
napoleonici.
Nel 1808 don Biase junore fu membro del
primo consiglio provinciale di Terra di Lavoro insieme a
Lucarelli,
di Palma e d’Arezzo, in rappresentanza rispettivamente di Capua, di
Aversa, Nola e Gaeta; fu poi membro del Consiglio generale degli
ospizi di Terra di Lavoro, istituito da Murat nel 1809. I
consiglieri venivano nominati direttamente dal Re su proposta
dell’Intendente e scelti tra i proprietari del capoluogo di
provincia distintisi per l’atteggiamento benefico verso i poveri.
Il 20 maggio 1815 a tre miglia da Capua, in località Spartimento di
Roma, ebbe luogo il
Trattato
di Casalanza, con il quale a seguito del Congresso di Vienna
gli Austriaci restituirono, ai danni del Re
Gioacchino Murat, il Regno
di Napoli a
Ferdinando IV
di Borbone, che da allora si chiamerà Ferdinando I delle Due
Sicilie. |
© Casa di campagna a Pastorano – alle porte di Capua- in cui fu firmato nel 1815 il Trattato di Casalanza:
nell'Ottobre 1943 fu minata da militari tedeschi in ritirata. |
La convenzione fu stipulata in un sontuoso casino di villeggiatura
che don Biase nel 1794 aveva fatto costruire per la
prima moglie.
Rese l’anima a Dio nel 1832 e fu sepolto nella cappella di jus
patronato della famiglia, sita nella chiesa di S. Maria Maddalena,
in Capua. E’ ricordato come uomo filantropo, amante dell’arte;
allevò sin dalla nascita, nella propria casa, Andrea De Simone
(1807 † 1874), insigne musicista capuano,
figlio di mastro
Nicola, sartore, mantenendolo agli studi.
Il figlio di don Biase,
Carlo, nato nel 1809,
fu decurione del governo di Capua, amministratore della Beneficenza
della città, caporettore dell’educandato della Confraternita della
S.S. Concezione, Camerlengo dell’arciconfraternita dei Bianchi della
S.S. Carità. Nel 1844 egli sposò la napoletana
Maria Maddalena
de’ Rossi delle Onde,
figlia di Giuseppe Nicola, Marchese di Castelpetroso, dalla quale
continuò la discendenza. |
©
Capua -
palazzo Lanza |
©
Capua -
particolare Cappella Lanza |
Il Casato per secoli ha governato la
Reale Illustre Arciconfraternita de’ Bianchi della S.S. Carità,
aristocratico sodalizio che possedeva anche un Monte di Pietà
e che, oltre ad avere sin dal ‘500 quale scopo
precipuo l’assistenza spirituale dei condannati alla forca,
provvedeva di una dote le giovani fanciulle orfane ospitate in un
conservatorio, a Capua, detto “delle trentatre”; infine un’altra
cappella gentilizia della famiglia (oltre
quella dedicata a San Giuseppe, tutt’oggi esistente nella chiesa
della Maddalena) di jus patronato è stata fino al ‘700 nella chiesa
di S. Caterina -in Capua- e intitolata alla SS. Vergine di Loreto.
Il 19 Giugno 1858 dalla Real
Commissione dei titoli di Nobiltà la famiglia Lanza, di Capua,
venne dichiarata ammissibile -per la sua antica nobiltà generosa-
nelle Reali Guardie del Corpo a Cavallo dei Borbone.
Con decreto ministeriale n. 5499 del 27 maggio 1923
furono riconosciuti a
Vincenzo Lanza
(1851 † 1931) il titolo di
Nobile di Capua (mf.)
e lo stemma, custodito presso l’archivio centrale dello Stato a Roma
EUR.
Il ramo secondogenito della
famiglia Lanza –dei Lanza Ginori Conti- risiede in Toscana,
mentre il ramo primogenito, attualmente alla quindicesima
generazione, abita ininterrottamente dalla metà del XV secolo
nella stessa dimora di Capua.
La famiglia è stata nuovamente ammessa nel Sovrano
Militare Ordine di Malta - Gran
Priorato di Napoli e Sicilia - nel 2014.
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© Stemma
Lanza, riconosciuto con D.M. 5499/1923 |
Alcune parentele contratte dai Lanza:
d’Azzia:
nel 1739 il marchese Alessandro d'Azzia, patrizio di Capua, sposa
Anna Lanza, patrizia di Capua;
de
Capua:
nel 1802 Eleonora (1779 † 1835)
de Capua, patrizia di Capua, dei duchi di
San Cipriano, sposa il barone Biase Lanza (1746 † 1832),
patrizio di Capua e cavaliere di Malta;
Cattaneo:
nel 1826 Ignazio
Cattaneo
(n. 1794), patrizio napoletano, dei
Principi di Sannicandro, sposa Maria Teresa Lanza
(1802 † 1866), dei baroni, nobili di Capua.
Carafa
di Maddaloni:
nel sec. XVII Francesco
Carafa
sposa Beatrice Lanza, patrizia di Capua;
de Franco:
nel sec. XVI Flaminia
de Franco sposa Gio:Batta Lanza, patrizio di
Capua.
Gaetani
dell’Aquila d’Aragona:
nel 1982 il conte Luigi (n. 1922)
Gaetani
dell’Aquila d’Aragona, patrizio napolitano, sposa Maria Teresa
Lanza (n. 1930), dei baroni, nobili di Capua;
Giordano:
nel sec. XVIII Girolamo
Giordano,
patrizio di Lucera, sposa Maria Maddalena Lanza, patrizia di Capua,
dei baroni: i figli assumeranno il cognome Giordano Lanza;
de’ Liguoro:
nel 1717 Rachele (1696 † 1762)
de’ Liguoro, patrizia napoletana del
seggio di Portanova sposa Biagio Lanza (1686 † 1732),
patrizio di capua;
Loffredo:
nel sec. XVI una
Loffredo sposa Ottaviano
Lanza, patrizio di Capua;
della Marra:
nel sec. XVII Giovanna
della Marra sposa
Tommaso Lanza, patrizio di Capua;
di
Napoli:
nel sec. XVII Giovanni di Napoli sposa Zenobia Lanza, patrizia di
Capua;
della Ratta:
nel 1682 Beatrice (1661 † 1742)
della Ratta, dei baroni, patrizia di Capua,
discendente da Francesco II, quarto
Conte di Caserta,
sposa Carlo Lanza (1654 † 1709),
patrizio di Capua;
de’ Rossi delle Onde:
nel 1844 Maria Maddalena (1825 † 1869)
de’ Rossi, dei marchesi di
Castelpetroso,
nipote del Vescovo di Caserta don
Enrico de’ Rossi (1856-1893), sposa il barone Carlo Lanza (1809†1875),
patrizio di Capua;
de’
Tomasi:
nel sec. XVI Ottavio de’ Tomasi, patrizio di Capua, sposa Disetta
Lanza, patrizia di Capua; |
Toraldo:
nel 1924 Maria
Teresa (1887 † 1958)
Toraldo, figlia di Felice, Marchese di
Polignano, Patrizio di Tropea, sposa il barone Carlo
Lanza (1884 † 1954), nobile di Capua e
commendatore dell’Ordine della Corona
d’Italia. |
© Marchese Felice
Toraldo
(Tropea, 14.11.1860
† 28.01.1924) |
di Transo:
nel sec. XV Ippolita
di Transo, nobile di
Sessa e patrizia napoletana del seggio di Montagna sposa Carlo
Lanza, patrizio di Capua. |
© Capua - Palazzo della Gran Guardia con
la statua di Carlo II e sull'archivolto del fornice centrale
le armi della città, del re e del vicerè |
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Note:
1) - Monsignor Granata : “Storia civile
della fedelissima città di Capua” e Archivio Famiglia Lanza.
2) - Sinonimo di Governatore regio,
cioè di colui che deteneva la giurisdizione criminale della città ed
era di nomina regia, mentre l’amministrazione economica restava
saldamente nelle mani degli Eletti nobili della città (“il Governo
economico”).
2 bis) - Giuseppe Fiengo e
Luigi Guerriero, "Il centro storico di Aversa - Analisi del
patrimonio edilizio", Arte Tipografica Editrice.
3) - Il grado di Giustizia era
superiore a quello d’Onore e Devozione, ma esigeva il non essere
sposati. |
Fonti:
Archivio privato Lanza, di Capua (vincolato nel 2001).
Archivio di Stato di Napoli: tavole genealogiche Serra di Gerace e
Regio Cedolario di Terra di Lavoro.
Archivio del Museo Provinciale Campano, in Capua.
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana (ed. VI,
1923-’25), edito dalla Consulta Araldica del Regno d’Italia.
Archivio Centrale dello Stato - Roma. |
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