Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
|
Pisani
Massamormile |
Arma:
dei Pisani:
d'azzurro alla banda rossa accompagnata da cinque rose del
medesimo,
tre in capo e due in punta
(1);
dei Pisani Massamormile:
d'azzurro alla banda d'oro accompagnata da cinque rose rosse,
tre in capo e due in punta
(1).
Dimora: Napoli
Titoli: marchese di Pascarola, Nobile (mf). |
© Napoli - Arma Famiglia Pisani |
La Famiglia
Pisani da Venezia si trasferì in Tramonti (Amalfi) ed ottenne il
feudo Pascarola in
Terra di Lavoro
col titolo di marchese e fu ascritta alla nobiltà napoletana
fuori Seggio.
Don Ferdinando, barone di Pascarola, sposò donna
Feliciana
Carafa della Stadera
dei conti di Santa Severina; la loro figlia Anna andò in
sposa a don Lutio Boccapianola, Maestro di Campo nello stato di
Milano.
Nel 1386 Otto
Pisano fu uno degli otto uomini del buon governo della
città di Napoli insieme a Giovanni
de Dura, Giuliano
di
Costanzo, Martuscello dell'Aversana, Andrea
Carafa, Tuccallo
di Toro, Paolo Boccatorto e Stefano Marzaro. |
Giovanni
Pisano fu Vescovo di Lettere (NA) dal 1392 al 1403, data
della sua morte. |
© Lettere - Elenco dei Vescovi
|
Nel 1730 fu riconosciuta nobile dal Tribunale di San Lorenzo,
nel 1743 vestì l'abito di Malta e nel 1760 aggiunse il cognome
Massamormile a seguito di matrimonio celebrato tra Lelio Pisani
e Arcangela Massamormile.
I Pisani possedevano la cappella gentilizia in Napoli dedicata a
San Gennaro dove tra gli altri fu sepolto Luca Pisano
nel 1611. |
© Napoli - Cappella gentilizia
della Famiglia Pisani, oggi Pisani Massamormile |
Vari
rappresentanti del Casato risultano confratelli
dell’
Augustissima Compagnia della Disciplina della
Santa Croce, prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel
1290 con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al
secolo
Giovanni Gaetano
Orsini (1216
†
1280),
ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72). L’
istituzione che fin dalle origini ha operato per il bene della
collettività, assistendo i più bisognosi, vanta tra i suoi
membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e il fior
fiore della nobiltà, con innumerevoli togati, uomini d'arme,
pubblici reggitori, esponenti delle lettere e delle arti, tra i
quali spiccano Jacopo
Sannazaro (1455
†
1530), i Cardinali Rinaldo
Brancaccio (nel
1384 fece erigere la prima navata della chiesa) e Astorgio
Agnese,
e il duca di Maddaloni Domenico Marzio
Carafa, Priore
dell’arciconfraternita nel 1724.
Nell’oratorio
vi sono le insegne delle famiglie aggregate alla Compagnia della
S. Croce decorate nel pavimento in piastrelle di ceramica e
sugli scudi ovali in legno inseriti nel fregio del cassettone
ligneo del soffitto. |
|
|
Napoli - Arma dei Pisani Massamormile dipinta
su piastrella maiolicata. A destra: particolare del
Chiostro della Augustissima Compagnia della Santa Croce |
Nello storico giardino della Compagnia, un
tempo decorato con grottoni d’agrumi e pergola, con fontane e
viali ammattonati, nel 1485 i nobili si riunirono per cospirare
contro re
Ferrante I d’Aragona.
Michelangelo Pisani Massamormile è oggi primo governatore
della Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce;
negli elenchi dei cavalieri della Croce, i Pisani risultano sin
dal 1657 con Prospero, barone e poi
marchese di Pascarola, nel 1677 con Cesare Nicola,
Regio Auditore in Chieti, nel 1743 con don Lelio, nel
1793 con don Antonio dei marchesi di Pascarola, nel
1852 con don Carlo. |
© Napoli - Epitaffio con il nome
del Cavaliere della Croce Antonio Pisani Massamormile
dei marchese di Pascarola |
Stemma Pisani
Massamormile |
______________
Note:
1) - Il marchese Vittorio Spreti così descrive
le armi:
Pisani: "D'azzurro alla sbarra d' argento caricata da un'altra
di rosso accostata da cinque rose al naturale, tre sopra e tre
sotto".
Pisani Massamormile:
"D'argento alla sbarra di rosso accostata da cinque rose del
medesimo tre sopra e due sotto". |
|