Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.   

Stemma Famiglia di Somma

Famiglia di Somma

Arma: d’oro a due torri d’azzurro merlate, sorgenti del mare d’azzurro ondato d’argento(1).
Motto: Famam extendere factis
Dimora: Napoli, Roma e Circello

© Proprietà Casa di Somma
© Stemma Famiglia di Somma dei principi del Colle

Incerte sono le origini della famiglia di Somma: per Biagio Aldimari le radici sono da ricercarsi in Lombardia in quanto nel 1239 due cavalieri lombardi, OBERTO e PERCIVALLE di Somma Lombarda, furono confinati in Basilicata per ordine dell’imperatore Federico II di Svevia; per altri storici, il casato è originario delle Terre di Somma, vicine al Vesuvio.
Di certo, il capostipite fu Nicola di Somma, consigliere e maestro razionale della corte di re Carlo II d’Angiò,  marito di Beatrice d’Aquino nel 1305.

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© Napoli - Stemma Famiglia di Somma

Godette di nobiltà a Napoli ove fu aggregata al Patriziato napoletano del Seggio di Capuana e, dopo l’abolizione dei sedili (1800), fu ascritta al Libro d’Oro napoletano con TOMMASO, marchese di Circello.
Vari sono stati i titoli concessi a questa famiglia, fra questi:
baroni di Miranda (~1500)

conti di Bisaccia (1580)
marchesi di Circello (1607), in provincia di Benevento

duchi di Miranda (1601), in Molise
principi del Colle (1607), in provincia di Benevento

Ebbe numerosi feudi tra cui: Avignano, Mottagioiosa, Petruso, Reino, S. Felice. Vesani, ecc.
Vestì l’abito di Malta nel 1582 col cavaliere Fabrizio di Somma e fu insignita di prestigiose onorificenze tra cui l’insigne Ordine di San Gennaro, la Croce di San Ferdinando del merito e il Toson d’Oro.
Numerosi sono i rappresentanti che hanno dato lustro al Casato, tra cui:
COLA MARIA, ai tempi di re Ferdinando V di Spagna e III come re di Napoli detto il Cattolico, fu Sindaco di Napoli.
TROIANO, barone di Miranda, nel 1524 fu uno dei benefattori della Santa Casa dell'Annunziata.

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© Napoli - Elenco benefattori della Santa Casa dell'Annunziata

SCIPIONE, valoroso capitano dell’esercito dell’imperatore Carlo V d’Asburgo-Spagna, liberò le Terre di Otranto e Bari occupate da francesi e veneziani e ne divenne vicerè e vicario generale; successivamente fu nominato governatore di Teramo e liberò Castro e Ugento dall’occupazione turca. In Calabria Citra, acquistò col patto di retrovendita, le Terre di Luzzi e Rose, con i feudi di Noci, Gaudo, e Scalzati dal principe di Bisignano; sposò Ippolita Monforte, che il 12 luglio 1545 comprò da Francesco Ferrari il suffeudo di Macchia e Pianorotondo.
NICOLA, il 24 gennaio 1554 ebbe significatoria di relevio per le Terre di Luzzi e Rose, ed i feudi di Noci, Gaudo, e Scalzati come erede di suo padre Scipione, queste Terre e feudi sin dal 1552 erano state rivendicate da Pietro Antonio Sanseverino, 4° principe di Bisignano, facendo valere il patto di retrovendita stipulato da Scipione (1bis).
Fulvio, principe del Colle (oggi Colle Sannita), sposò nel 1622 Beatrice Moccia, Signora di Colle d’Anchise. La coppia si trasferì poi in Terra d’Otranto, perché il principe andò a ricoprire la carica di presidente e capitano di guerra della provincia di Lecce. Si narra che nella  notte del 26 luglio nelle stanze dell’attuale palazzo Tamborino a Lecce, dove risiedeva il principe Fulvio, figlio di Francesco e Isabella Sanseverino, e la moglie, riecheggiano le grida della  nobildonna, uccisa nel 1636, dal consorte, per via di bigliettini amorosi, che ella,  cuore gentile, scriveva per conto di Laura Troilo,  analfabeta, figlia (altri testi riferiscono fosse orfana) di Oronzo ricco, ma gretto, mercante pugliese, per Andrea  suo diletto amato.
L’unica figlia della nobile coppia, la principessa Maria, sposò Ascanio Filomarino IV Duca della Torre.

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© Napoli - Stemma Famiglia di Somma con corona comitale

Nel 1638 Francesco Maria di Somma fu uno dei fondatori, insieme ad altri 37 cavalieri Napoletani, tra cui Tommaso Filangieri, Scipione Filomarino, Carlo Dentice delle Stelle, Placido Dentice del Pesce e altri, del MONTE GRANDE DE’ MARITAGGI di Napoli, istituzione benefica con lo scopo di assicurare una cospicua dote alle fanciulle aristocratiche che si sposavano(2).
TOMMASO
, marchese di Circello,
alla fine del 1700 fu ambasciatore del Regno di Napoli a Parigi e a Londra. Fu Ministro Segretario di Stato ad interim, Ministro Cancelliere ad interim,  Ministro degli Affari Esteri, Presidente del Governo provvisorio (15 marzo - 15 maggio 1821), Ministro della Polizia, Gentiluomo di camera di S.M. di entrata, Maggiordomo di settimana, Cavaliere del Real Ordine di San Gennaro, Cavaliere  di Gran Croce del Reale Ordine di S. Ferdinando e del merito nel 1816; seguì re Ferdinando IV di Borbone in Sicilia nel 1806 ed alla restaurazione del Regno fu nominato ministri degli Esteri nel 1815 e nel 1821.
Don CARLO di Somma Principe del Colle è attualmente il vice Presidente della Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro.
Dallo stralcio dell’albero genealogico del ramo principesco di Colle, seconda linea, si evince che Nicola di Somma (Napoli, 8 marzo 1827 Portici, 26 agosto 1903), patrizio napoletano, colonnello, cavaliere dell’Ordine di S. Giorgio della Riunione, zio di Carlo (Avellino, 1928 ivi, 2005), principe di Colle e marchese di Circello, sposò a Napoli nel 1867 Emilia Pignatelli (Crotone, 1840 Napoli, 1913), figlia di Vincenzo, principe di Strongoli. I coniugi ebbero sette figli: Maria Carolina Anna (Napoli, 1868 Roma, 1942) che sposò a Firenze nel 1894 Carlo De Filippi; Gennaro Maria Felice (Napoli, 1872 1874); Vincenzo Maria Tommaso Ernesto (Napoli, 1878 ivi, 1950) che sposò a San Miniato nel 1900 Margherita Sonnino, figlia del barone Giorgio, Senatore del Regno; Stanislao Maria Massimino (Napoli, 1875 1955), cavaliere del S.M. Ordine di Malta, contrammiraglio della Regia Marina, nel 1911 comandò nella guerra italo-turca una delle torpediniere che forzarono i Dardanelli; Carlo Maria Leone Italo (Napoli, 1877 ivi, 1952); Maria Teresa Anna Bartolomeo (Napoli, 1880); Gennaro Maria (Napoli, 1882 Benevento, 1939), Monsignore.

IL FEUDO DI CALI'

Il feudo di Calì o Cola Calì sito in Calabria Ultra in territorio di Simeri in provincia di Catanzaro, a fine Cinquecento era posseduto da MARCANTONIO di Somma, sposato a Camilla Ferrari ebbero per figli, tra gli altri, AGAZIO (Simeri, 1591 † Catanzaro, 1671), Vescovo di Cariati e Cerenzia dal 13 gennaio 1659 al 28 aprile 1664 quando fu nominato Vescovo di Catanzaro dove rimase in carica fino alla sua morte; e PIETRO PAOLO, il quale si intestò il feudo di Calì per la morte di suo padre, ebbe significatoria di relevio il 9 novembre 1623, suo figlio DOMENICO († 28 agosto 1659) gli successe nel feudo, ebbe significatoria di relevio l'11 febbraio 1639, morto improle chiese il relevio per il feudo di Calì sua sorella CATERINA nel 1659.
Simone di Lucro († Catanzaro, 23 gennaio 1722 a 72 anni), il 23 gennaio 1720 si intestò il feudo di Calì come erede per la morte di sua madre Caterina, morto improle gli successe suo nipote Ignazio di Lucro († Catanzaro, 20 agosto 1765)
(3).

IL FEUDO DI MIRANDA

Nel 1455 Alfonso I d'Aragona assegnò Miranda, terra in Contado di Molise, compresa nella diocesi di Isernia, a Nicola di Somma con i casali inabitati di Uxsano e Previcoli. Il feudo passò di padre in figlio a Giovanni e poi nel 1493 a Troiano ( 1525). A quest’ultimo subentrò Silvia, nipote di Troiano, la quale venne privata del feudo per fellonia nel 1528 che dal principe di Oranges fu assegnato a Luigi Seriviano.


Miranda (Isernia), stemma di Somma

Nel 1542 Miranda con i predetti casali fu venduta a Cola Maria di Somma, patrizio napoletano,  per ducati 9.000.
Nel 1601 Gio: Battista di Somma ottenne il titolo di Duca su detta terra; morto senza prole il feudo venne ereditato da Pietro Antonio Crispano, figlio della sorella, a costui morto senza eredi succedette nel 1640  il fratello Marcello,  
il quale vendette nel 1655, il feudo di Miranda, a  Francesco Leonardo Caracciolo (1613 † 1695), patrizio napoletano, che aveva sposato  nel 1650 Feliciana Crispano, figlia di Marcello, patrizio napoletano.
 

Famiglie imparentate con casa di Somma

MASTRILLI: il marchese Carlo (1856 † 1929) sposò donna Amalia Mastrilli dei duchi di Gallo.
MILANO:
Nicola di Somma, principe del Colle, sposò nel 1612 Clarice Milano (1590 1672), figlia di Giacomo marchese di San Giorgio e di Isabella del Tufo
PIGNATELLI: don Nicola (1827 † 1923) sposò donna Emilia Pignatelli dei principi di Strongoli.
Nel 1653 Ippolita di Somma dei marchesi di Circello sposò
Giovanni Pignatelli (1633 † 1693), Signore di Monteroduni.


Monteroduni, castello Pignatelli della Leonessa, stemma partito Pignatelli e de Somma

In Napoli, nella chiesa di S. Giovanni a Carbonara vi è la cappella gentilizia della famiglia.

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© Napoli - Monumento sepolcrale di Don Scipione di Somma - Anno 1566 circa

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e gli Affari della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.

______________
Note:
1) - Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli - Sezione Diplomatica.
1bis) - Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Vol. III, a cura di Umberto Ferrari,  Editrice C.B.C. 1999, pag. 38.
2) - Istituirono il Monte Grande de’ Maritaggi 38 nobili, essi furono: Tommaso (detto anche Giovan Tommaso) Filangieri figlio di Luigi barone di San Lorenzo e Filetto dei duchi di Laurino, Scipione Filomarino Mastro di Campo, Carlo Dentice delle Stelle, Pacido Dentice del Pesce, Carlo Cavaniglia marchese di San Marco, Landolfo d'Aquino, Giovanni d'Aquino, Alfonso del Doce duca di Cufriano, Giulio Caracciolo, Carlo Andrea Caracciolo marchese di Torrecuso, Ettore Caracciolo marchese di Barasciano, Giovan Francesco Caracciolo, Giuseppe Caracciolo principe di Torella, Marcantonio Carafa, Carlo della Leonessa principe di Sepino, Donato Coppola duca di Cassano, Fabrizio de Silva, Federico Pappacoda marchese di Pisciotta, Orazio di Gennaro, Francesco Galluccio, Ottavio Guindazzo, Giovan Battista Brancaccio di Cesare, Ferrante Brancaccio di Rinaldo principe di Ruffano, Paolo Marchese marchese di Camarota, Giovan Francesco di Sangro principe di Sansevero, Scipione di Sangro duca di Casacalenda, Giovan Battista di Sangro principe di Viggiano, Goffredo Morra marchese di Monterocchetta e Principe di Morra, Vincenzo Mora, Ottavio Monaco, il Consigliere Tommaso de Franchis, Andrea de Franchis marchese di Taviano, Francesco Maria di Somma, Carlo Spinello principe di Tarsia, Giovan Battista Pisanello, Antonio Castigliar marchese di Grumo, Orazio Suardo e Vincenzo del Tufo.
3) - Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Vol. I, Frama Sud 1984, pagg. 336-337.


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI

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