Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Albertini |
Arma:
d'azzurro all’aquila d’argento coronata d’oro, attraversata da una
fascia rossa caricata da cinque gigli d’oro e accompagnata da un monte
d’oro di sei cime movente dalla punta(1).
Motto: Nulla vi invertitur ordo.
Residenza: Cimitile, Nola, Napoli e Milano. |
© Cimitile (NA) - Arma Famiglia
Albertini Principi di Cimitile
Per gentile concessione dell'Ing. Francesco Albertini |
L’illustre famiglia
Albertini nel 1721
godette di nobiltà in Napoli ove fu aggregata al Patriziato napoletano del
Seggio di Portanova
e, dopo la soppressione dei sedili (1800), fu iscritta nel
Libro d'Oro napoletano.
Un ramo della Famiglia degli Alberti di
Toscana, forse di discendenza sassone,
si trapiantò nel Napoletano ai tempi degli angioini e
il Casato adottò il nome Albertini.
Il capostipite del ramo napoletano fu UBERTINO, discendente
diretto
di Ildebrando (1035-1076), nipote del conte
Albetino insignito dall' imperatore Corrado II dei contadi di Pistoia e Prato.
Il citato Ubertino, con i suoi 300
militi, nel 1266 partecipò sotto i comandi di Guido di Monteforte, primo conte di Nola, attivamente alla conquista del
Regno sotto le insegne di
Carlo I
d’Angiò.
Il sovrano per ricompensa gli regalò vasti
possedimenti nelle terre di Nola (NA); nello stesso anno
nominò Guido di Monteforte, conte di Nola.
CUBELLUCCIO Albertini, sposò Isabella
Orsini, sorella del conte di Nola, e stabili la sua dimora
nella città famosa per “Festa dei Gigli”. |
La Cattedrale di Nola (NA) |
Giovanni Girolamo
“il Reggente” (Nola 1492 † Napoli, 12-XII-1562), Nobile di
Nola, Patrizio Napoletano, Signore di Summonte, San Nicola
della Cava, Cicala, Cisternino e Pimonte; Lettore di diritto
all’Università di Napoli, Avvocato dei poveri nella Corte
della Vicaria, Commissario dei poveri, Maestro della zecca
napoletana nel 1539, Presidente della Regia Camera della
Sommaria dal 1541, Vescovo di Avellino e Frigento nominato
il 19-I-1545 ma rinuncia a favore del figlio
Ascanio
nel 1548, Reggente del Consiglio Collaterale dal 1548,
ambasciatore in Spagna presso l’Imperatore Carlo V,
Consigliere a latere, Generale Prefetto nella guerra di
Siena nel 1554, Reggente del Supremo Consiglio d’Italia a
Madrid, fu tra i fondatori dell’Ospedale
degli Incurabili di Napoli.
Nel 1545 ebbe
l'incarico di dirigere la Zecca di Napoli sino al 1552,
quando la Camera Esecutoriale di Napoli, concesse a Gio:Battista
Ravaschieri,
la nomina di Maestro di Zecca di Napoli e l'Aquila.
Gli Albertini alla caduta della signoria degli
Orsini, si opposero ad una nuova infeudazione e,
grazie all’assenso dell’Imperatore
Carlo V, Nola
divenne città libera. |
GENTILE I
(1469 † 1539), figlio di
Francesco e di Caterina Tomacelli,
giudice della Vicaria nel 1518,
trasferì la famiglia a Napoli e fu lo stipite degli Albertini di Cimitile (NA) per aver acquistato molti beni
nella cittadina alle porte di Napoli.
Felice vestì l’abito di Malta nel 1540.
Il feudo di Chianca, in
Principato ultra,
pervenne nel 1552 ad
Andrea
Albertini della città di Nola.
ASCANIO (Nola, 1526 † 1580), nel 1549 fu nominato
vescovo di Avellino e Frigento, succedendo
al padre Girolamo, che aveva rifiutato la Mitria qualche anno
prima, non ritenendosi degno di questo onore.
Nel 1640 gli Albertini, principi di San Severino di
Cammorata, acquistarono da Sigismondo Ladislao, Re di
Polonia,
il casale di Cimitile per 6400 ducati, elevato a principato nel 1643.
A Nola nella
chiesa di S. Biagio vi è la splendida cappella gentilizia degli
Albertini; al centro, al di sotto del bassorilievo
dell'Adorazione dei Magi del XVI secolo, la statua del guerriero rappresenta il valoroso
Fabrizio
(Nola, 1536 † ivi 1564), figlio di Gentile e Francesca
della Tolfa, fu fatta scolpire dal fratello
Girolamo. Sul finire del Cinquecento don Matteo
Albertini fu sindaco di Nola. |
Nola (NA) - Cappella degli
Albertini
© Per gentile concessione del dr. Prospero Albertini |
Statua di don Fabrizio Albertini
© Per gentile concessione del dr. Prospero Albertini |
Alla destra dell'altarino vi è la tomba col ritratto marmoreo di
Giacomo (1448
† 1508),
eminente studioso di diritto e Giudice a Napoli della Magna
Curia della Vicaria. |
Giacomo Albertini |
Gentile Albertini |
Alla sinistra del sepolcro di Fabrizio, vi è il monumento
funebre col ritratto marmoreo del già citato Gentile I
(1469†1539), figlio di Giacomo, eretto nella metà del XVI
secolo per volere della moglie Francesca della Tolfa.
Altre importanti memorie storiche degli Albertini si trovano a
Napoli nella cappella gentilizia della famiglia, ove sono
sepolti, tra gli altri:
Francesco
(† Napoli,
1557), giureconsulto, marito di
Caterina
Tomacelli che eresse, in sua memoria, una
lapide sepolcrale ornata da una Tavola dei Magi.
Giovan Battista II
(n. 1716
† Napoli,1788), principe di San
Severino e Cimitile, Ministro di Stato, Ambasciatore in Inghilterra e
Portogallo, nel 1780 fu nominato Cavaliere del
Real Ordine di San Gennaro. |
Napoli - Cappella Albertini.
A destra: Lastra con le insegne degli Albertini e dei Tomacelli
© Per gentile concessione del dr. Prospero Albertini
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Nella cappella
vi è la splendida tela di Marco Pino da Siena rappresentante
l'adorazione dei Magi; il personaggio con la barba di profilo,
sul lato destro in basso della tavola è probabilmente
Girolamo Albertini detto il Reggente. |
FABIO
(Napoli, 9
febbraio 1775 † ?, 5 marzo1848), principe di Cimitile, principe di
San Severino di Cammarota, marchese di san Marzano, prese parte
alla
Repubblica Napoletana del
1799 e durante il periodo costituzionale del
1820/1821 fu ambasciatore plenipotenziario presso le corti di
Pietroburgo e Londra al fine di perorare la causa del governo
costituzionale contro le ingerenze della Santa Alleanza. Fu
anche alle Corti di Parigi e Vienna e intrattenne relazioni sia
diplomatiche che di privata conoscenza con il Principe di
Metternich.
Dopo la
soppressione dei moti rimase in esilio a Londra per quasi 20
anni frequentando i patrioti che ivi giungevano da tutta Europa.
Fondò, insieme a Guglielmo Pepe, al principe
Spinelli di Cariati, al Conte Porro Lambertenghi ed
altri, il comitato segreto "I fratelli Costituzionalisti
d'Europa". Alla morte del Foscolo finanziò la costruzione del
suo sepolcro londinese.
Nel 1814 fu nominato Ciambellano di S.M. Gioacchino Murat
ricevendo attestati “in
considerazione delle prove di fedeltà, che Ella ha dato in
difficili circostanze dello Stato".
Grande
studioso ed erudito, così lo ricorda Scipione Volpicella nella
sua memoria, Giovanbattista
del Tufo
illustratore di Napoli del secolo XVI: "Ho conosciuto nella vita
nuova un vecchio venerando e magnifico, il quale aveva nome
Fabio Albertini Principe di Cimitile. Le volte, ch'io mi faceva
a rendergli ossequio, il trovava col corpo accasciato dentro il
suo seggiolone in una ampia stanza cinta, siccome altre
contigue, d'adorni scaffali, in cui stavano scelti esemplari di
stampe rarissime, e manoscritti e codici rarissimi, molti dei
quali apparivano riccamente e bellamente legati. Questi, che fu
dei pochi risplendevoli avanzi dell'ordine aristocratico
napoletano, ed ebbe a rappresentare molto onoratamente al 1820
la monarchia costituzionale della sua patria, si piacque,
secondo che l'indole nobile e la squisita cultura il movevano,
di comprare e di mettere insieme, ove l'opportunità gli si
porse, quanto valse a formare la sua mirabile libreria.”
La moglie Marianna
Guevara Suardo
(Napoli 3-IV-1774 † 12-III-1857) era figlia di Don Prospero 9°
Duca di Bovino e di Donna Anna
Cattaneo della
Volta dei Principi di San Nicandro.
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Donna Maria Anna Guevara, moglie
del principe Fabio Albertini
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Nel 1736 D. Girolamo
Albertini acquistò il palazzo in Cimitile, località Santa
Maria lungo l'ex strada Regia, da D. Giovanni La Fenice, il
quale l'aveva ereditato da D. Francesco Ottavio
Tuttavilla,
duca di Calabritto. |
© Cimitile (NA) - Palazzo
Albertini |
Il Principe fece
edificare il cavalcavia per congiungere il palazzo alla chiesa
di S. Maria degli Angeli, esercitando così il diritto di
coretto. La famiglia si trasferì nella nuova dimora nella
seconda metà dell'ottocento. dopo aver venduto il palazzo
baronale,
situato nella piazza
principale della cittadina, ai Conti
Filo della Torre.
Di fronte all'androne di Palazzo Albertini e ad est del predetto
cavalcavia vi è l'Arco Santo, che era uno degli originari
accessi all'area sacra del Complesso Basilicale Paleocristiano.
Gli Albertini nel 1512 ottennero da Papa Leone X lo jus
patronato di dette basiliche che tennero sino alla metà del XVII
secolo. |
© Cimitile (NA)
- complesso delle Basiliche Paleocristiane, costituito da sette
edifici di culto di età paleocristiana e medioevale
dedicate ai
santi Felice, Giovanni, Stefano, Tommaso e Calionio ed alla
Madonna degli Angeli. |
Sul lato
destro del predetto Arco Santo, l'Arcidiano
Francesco
Albertini fece apporre nel XVI secolo una epigrafe marmorea in
latino, invitando i fedeli ad entrare nel Santuario delle
Basiliche per pregare sulle tombe dei Santi |
Cimitile, arma dei
Principi Albertini e, a destra, l'Arco Santo |
La scritta
tradotta in italiano, recita: |
Fermati, o viandante,
sebbene tu abbia fretta, suvvia fermati.
Ti spinga la devozione e la religiosità del luogo.
Entra e con gioia spargi gigli a piene mani sul cenere di
Felice,
domanda e troverai la strada.
E quel cenere che Agostino, Paolino e Beda esaltano con
parole,
tu veneralo stando in ginocchio.
Entra ma con animo puro e nel contempo a piedi scalzi,
dal momento che cammini sui corpi di mille Santi.
Francesco Albertini, Arcidiacono, e il Preposto furono
curatori.
Questo io volevo, che tu, passando attraverso luoghi tanto
sacri, li onorassi e ne
tenessi coscienza. Addio viandante. |
La chiesa
del Corpus Domini di Maddaloni, essendo diventata insufficiente
ad accogliere i fedeli, fu ricostruita dalle fondamenta; i
lavori iniziarono nel 1721. La chiesa fu consacrata dal Vescovo
di Caserta, Gennaro Albertini, amico di
Sant'Alfonso Maria dei
Liguori, nel 1765 alla presenza di numerosi fedeli,
dei Governatori e degli Eletti dell'Università di cui la chiesa
era compatrona. |
© Maddaloni - interno chiesa del
Corpus Domini e targa ricordo del Vescovo Gennaro Albertini
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© Napoli - Stemma Albertini-Carafa.
A destra: lastra in memoria di Filippo Albertini |
Nel corso dei secoli il casato si è diviso in più rami: il
primogenito dei principi di Cimitile (Napoli), dei
principi di Faggiano (Taranto),
dei baroni di San Barbato
(Benevento), dei baroni di
Castelcicala (Nola), dei baroni
di Franchino (Catanzaro).
Gli Albertini di Cimitile, patrizi napoletani, ebbero i
titoli di:
Signori di: Grottola,
Foresta, Ortoli, Saccaccio, Infermeria, Canonica, Starza di
San Paolo e Fabbrica.
Baroni di: Camposano, Tufino,
Vignola, Sirignano
Conte Palatino e di Prato
Marchesi di
S. Marzano
per successione Casa Mastrilli nel 1612.
Principi di: Loverano nel 1627,
S.
Severino
di
Cammarota nel 1643,
Cimitile
concesso nel 1643.
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Famiglie imparentate con Casa Albertini |
Alcune parentele contratte dagli Albertini:
GIANNUZZI: Carlo, marchese di
S. Marzano (n.7-1-1837) sposò nel 1875 Giulia Giannuzzi.
GUEVARA:
Fabio
(Napoli, 9
febbraio 1775, † 5 marzo1848), principe di Cimitile, principe di
San Severino di Cammarota, marchese di san Marzano, sposò
Marianna
Guevara Suardo
(Napoli 3-IV-1774 † 12-III-1857, figlia di Don Prospero 9°
Duca di Bovino.
MEDICI dè:
nel 1801 Maria Isabella Albertini (Napoli,1784
† 1819), figlia
di Gaetano, principe di Cimitile sposò
Michele
dè Medici
(1771 † 1832),
principe di Ottaiano e duca di Sarno.
MILANO FRANCO d'ARAGONA:
donna Maria Teresa
Albertini, figlia
di don Giovanni Battista, principe di Cimitile e di donna
Francesca Carafa dei Duchi di Noia, sposò nel 1780
il conte Giacomo
Milano Franco d'Aragona (1762
†
1786), patrizio napoletano, figlio di don Giovanni Maria
Loreto , principe d Ardore, e di Donna Giovanna d'Evoli
ORSINI: Cubelluccio Albertini sposò Isabella
Orsini, sorella del conte di Nola.
PAPPACODA:
Porzia, figlia di Don
Giuseppe, Principe di Cimitile, e di Isabella dei Marchesi
Lomellini, sposò
Francesco
Pappacoda (1689 †
Napoli,1763), Principe di Triggiano, di
Mesagne e di Bitetto.
Virginia Albertini, figlia di Giovanni Battista Barone di
Matonti, Montecorice e Novella, sposò
Carlo
Pappacoda, Barone di Lacedonia, verso la metà del XVI
secolo.
della TOLFA: don Gentile Albertini sposò donna
Francesca della Tolfa. |
© Napoli - Palazzo Albertini dei
Principi di Cimitile, successivamente passato alla Famiglia Calabria,
esterno, interno e giardini. |
In Napoli nel monumentale palazzo dei Principi di Cimitile erano
conservati tutti gli atti della
congiura di Macchia. |
© San Giorgio a Cremano (NA) - Capella
della Famiglia
Albertini dei Principi di Cimitile
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Note:
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica. |
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