
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Mastellone |
Arma:
d’azzurro al bastone al naturale accollato di un serpente
piantato sulla vetta di tre monti verdi e sostenuto da due
leoni, il tutto al naturale
Cimiero: Il leone uscente posto in maestà tenente con
la destra una spada e con la sinistra il motto: Nisi lacessitus.
Dimora:
Napoli |

© Arazzo
con lo stemma della Famiglia Mastellone. Per gentile concessione di
Andrea Mastellone |
Le radici dell’antica famiglia feudataria Mastellone o Mastelloni
sono in Sorrento
ove nel
1274, sotto il regno di
Carlo I d’Angiò,
MATTEO Mastelloni fu sindaco; godette di nobiltà
anche in Monopoli ai tempi di
re Alfonso I
d’Aragona. Alcuni storici sostengono che
la famiglia è originaria di Amalfi con GIORGIO, capostipite,
armigero di
re
Ladislao di Durazzo nel 1400; da GIORGIO III,
barone di Santo Stefano
in Calabria, discendono i rami dei marchesi di Capograssi e duchi di
Limatola e di Salza (in
Principato
Ultra).
Vari furono i titoli concessi tra cui:
Baroni di:
Santo Stefano
Marchesi di: Capograssi
(seu S. Nicola dei Capograssi),
Ripalimosano, Pannarano.
Duchi di:
Limatola, Castelpagano, Lauriana, Salza.
I Mastellone hanno inoltre posseduto
molti feudi, tra i quali: Campochiaro, Albibona, S. Angelo Radiginese, Serramezzana, San
Giovanni di Guarrazzano, Buonafede, Morrone. |
Nel 1580 fu insignita della Regia
Familiarità; nel 1725 PIETRO PAOLO Mastellone fu decorato da
Carlo VI
d’Asburgo-Austria col titolo di marchese di Capograssi.
Nel 1734, alla morte del duca Francesco
Gambacorta, GIOVANNI Mastelloni, marito di Luisa
Caracciolo duchessa di Lauriano, acquistò il feudo di Limatola col
castello,
in
Terra di Lavoro,
sul quale ottenne il titolo di duca di Limatola;
detto titolo passò per successione in Casa Lottieri d’Aquino, avendo
la figlia primogenita ed erede impalmato Antonio
Lottiero, principe
di Pietrastornina. Limatola poi
passò alla Corona Reale. Nel 1856
Ferdinando II di Borbone assegnò detto titolo a NICOLA
Mastelloni (n. 1838), discendente del ramo secondogenito.
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Particolare del Castello di Limatola |

Arma della famiglia Mastellone |
Si
deve al duca Giovanni Mastelloni il completamento della
ristrutturazione iniziata dal duca Carlo Gambacorta della chiesa
consacrata a S. Biagio annessa Castello di Limatola, come si legge
dall'epigrafe che, tradotto in italiano, recita: "A
Dio Ottimo Massimo Giovanni Mastelloni Marchese di S. Nicola e
Aurora - Dattilo de Alimena Marchese di S. Caterina di Limatola
proprietari della chiesa di San Biagio. Per l’ingiuria dei tempi
fatiscente con ammirevole munificenza e pietà la fecero
restaurare e ornare nell’anno 1736" |

Limatola - frontespizio Chiesa di S.
Biagio |
Nel 1732 il Casato acquistò in
Napoli il palazzo oggi denominato Mastelloni; vi abitò il marchese
Emanuele Mastelloni di Capograssi, illuminista napoletano ed
appartenente ad una setta massonica favorevole ai moti repubblicani.
Instaurata la
Repubblica Napoletana del 1799, il marchese ricoprì la
carica di ministro di Grazia e Giustizia nel governo provvisorio
nominato dal generale Championnet. In questo palazzo abitarono
Andrea e Luisa
Sanfelice. |

© Napoli -
esterno palazzo Mastelloni |

© Napoli -
interno Palazzo Mastelloni |
Nel 1752
donna
Vincenza Mastelloni,
figlia di Giovanni,
duca di Limatola, sposò Andrea
Carafa della Stadera (1730
† 1797),
marchese di Tortorella.
Carlo Mastelloni risulta iscritto nell’Albo
degli Avvocati del 1780, istituito
per la prima volta al Mondo, elaborato dal legislatore del Regno di
Napoli.
Don
Luigi
Mastellone, Colonnello graduato dell'esercito borbonico, fu nominato
Cavaliere di merito del
Real Militare Ordine di S. Giorgio della Riunione
con decreto del 7.10.1819.
NICOLA MARIA Mastelloni († 1893) sposò Giustina
Mastrilli
(† 1904) dei duchi di Marigliano;
ebbero MICHELANGELO (1852 † 1896), cavaliere dell’Ordine Costantiniano
e gentiluomo di Camera con esercizio di Sua Altezza Reale il
principe Alfonso di Borbone, conte di Caserta, nel 1881 sposò
Alessandrina
Capecelatro († 1890),
duchessa di Castelpagano e Campochiaro, marchesa di Ripa Limosano.
I titoli di duca di
Castelpagano e marchese di
Ripalimosano
furono conferiti a detto Michelangelo nel 1890; titoli ereditati nel
1896 dal figlio NICOLA.
GENNARO (Napoli,1786 † ivi,1854) sposò
Vincenza Vulcano († 1900) e il figlio
GIOVANNI (n. a Napoli,1839) prese in moglie a Napoli nel 1873 Luisa
Caracciolo Rossi, duchessa di
Lauriano e Marchesa di Pannarano.
Detto Giovanni assunse maritali
nomine il titolo di
duca
di Lauriano; il figlio
GENNARO
ereditò il titolo di
marchese
di Pannarano.
I Mastelloni o Mastellone dei duchi di Capograssi possedevano nel
comune di Barra, oggi quartiere di Napoli, vasti terreni e una villa
con la cappella gentilizia dedica alla Madonna della Rosa,
acquistati da don GIOVANNI Mastelloni(1820 † 1898). |

© Napoli -
cortile Villa Mastellone, il pozzo
in piperno |
Egli fece apporre una lapide con
la seguente scritta:
D.
O. M.
DOMINICUS MASTELLONUS
SUBURBANUM HOC
PRO SE FAMILIAQUE SUA
COMPARAVIT
AT IBIDEM ERUMPENTE
INTER RUDERA
ROSA
IST HOC SACELLUM
AN MDCXCIX
DIVAE MARIA ROSAE COGNOMENTO
NUNCUPATUM
INAUGURATO CONSTRUXIT
INGREDERE
HOSPES ET FLORUM REGINAE
SPARGE FLORES
(1) |
Il nobile, figlio di
Andrea e
Maria Teresa
Pironti, discendente dei
duchi di Capograssi e Limatola, fu sindaco di Barra dal 1879 al
1882.
E' ricordato per aver bene amministrato il Comune che chiudeva i
bilanci in attivo; donò, insieme alla moglie, il terreno ove fu
costruita una nuova strada per il collegamento al cimitero,
introdusse nelle scuole l'insegnamento della ginnastica. Fu il
promotore per la realizzazione delle opere per far giungere nel
comune la meravigliosa acqua del Serino.
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Nell'atto di nascita il suo cognome è Mastelloni ma in tutti i suoi
provvedimenti firmava con Giovanni Mastellone.
Tra le tante opere, si ricorda il
rifacimento, a sue spese di una cappella votiva. |

© Napoli -
Targa in ricordo di Giovanni Mastellone dei duchi di Limatola per
aver rifatto un monumento. |
MARIA Mastellone (n. a Napoli, 1861), figlia di Nicola e Amalia
Genoino,
duchessa di Limatola (titolo riconosciuto con D.P. del
1926), sposò nel 1886 Giuseppe Broggi.
Il titolo di marchese di Salza
(nel 1862 Salza cambiò denominazione in Salza Irpina)
appartenne
a Giovan Vincenzo
Strambone, duca di Salza e principe di Volturara;
nel 1751 passò a Domenico
Cattaneo, principe di Sannicandro, nel
1759 al genovese Gian Domenico
Berio, che divenne marchese di Salza,
nel 1835 venne alla marchesa Luisa Dyllon Strakan. Alla sua morte,
erede universale fu il Conte Arthur Berchtold e, infine,
il titolo passò alla Famiglia Mastelloni.
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Vari rappresentanti della famiglia Mastellone furono
confratelli dell’ Augustissima Compagnia della Disciplina della
Santa Croce, prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel
1290 con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al
secolo
Giovanni Gaetano
Orsini (1216
†
1280),
ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72). L’
istituzione che fin dalle origini ha operato per il bene della
collettività, assistendo i più bisognosi, vanta tra i suoi
membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e il fior
fiore della nobiltà, con innumerevoli togati, uomini d'arme,
pubblici reggitori, esponenti delle lettere e delle arti, tra i
quali spiccano Jacopo
Sannazaro (1455
†
1530), i Cardinali Rinaldo Brancaccio (nel
1384 fece erigere la prima navata della chiesa) e Astorgio
Agnese,
e il duca di Maddaloni Domenico Marzio
Carafa, Priore
dell’arciconfraternita nel 1724.
Nell’oratorio
vi sono le insegne delle famiglie aggregate alla Compagnia della
S. Croce decorate nel pavimento in piastrelle di ceramica e
sugli scudi ovali in legno inseriti nel fregio del cassettone
ligneo del soffitto. |

© Napoli - Arma della
Famiglia Mastelloni |
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Note:
1) Domenico Mastelloni comprò una
villa al di fuori della città per se e la sua famiglia con una
cappella del 1699 rovinata dal tempo intitolata a Maria della
Rosa. I visitatori entrando coprivano di fiori la Regina dei
Fiori. |
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