
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Sannazaro |
Arma:
scaccato
di rosso e oro.
Motto: in aeternum |

© Napoli - Stemma
Famiglia Sannazaro - Secolo XVI |
La
Famiglia Sannazaro oggi Sannazzaro (olim
Sancto Nazaro)
è originaria di Pavia e proprio dal Comune di Sannazzaro de Burgondi,
identificati meglio come una gens, domus Sanazaria ed in alto stato
già nel 1100.
La consorteria Sanazaria radicata tra
Lomellina, Oltrepò e Monferrato, nel ‘300 si imponeva su tutte le
parentele pavesi, disponendo di ampi possedimenti feudali e
castelli, radicando la sua nobiltà in antichi privilegi imperiali(1).
Nel 1395 rinnovò ancora privilegi dal Re Venceslao dando prova di
coesione politica e vitalità militare.
Il primo membro di questa antica e illustre famiglia, di cui si ha
notizia è Ferdinando di Sannazzaro, dal suo ultimo figlio Assalito
discenderebbero i nobili Sannazzaro dell'Oltrepò pavese, questi
parteggiando per il Barbarossa furono destinatari di un ampio
privilegio imperiale nel 1163.
G. B. di Crollalanza(2),
li indica di antica origina Ispanica e scrive: “Di origine spagnuola,
venuti in Italia, si stabilirono in Pavia nel cui territorio
fabbricarono il castello di S. Nazaro di cui presero il nome. Hanno
posseduto in Lombardia e nel Monferrato i feudi di Cicognola, Ricca
Valigia, la Pietra, Bregalino, Corneliano, Pozzolo, Ernisio,
Mursasco, Tore del Monte, Nazzano, Retarbio, la Piazza dei Marazzi,
Camagna, Ozzano, Farrara e Giaorle”. Si illustrò di prelati, fra'
quali son da notare un Uberto Vescovo d' Ivrea, consacrato dal
Pontefice Urbano II nel 1089; un Rainero Vescovo di Manisper nel
1240; ed un Carante Vescovo di Pavia nel 1323. Sono da ricordare un
Borgonzo che insieme a tre nobili pavesi fu destinato ad
accompagnare dalla Sardegna a Pavia il re Barassone, il quale il 3
Agosto 1164 venne nella cattedrale di quella città solennemente
incoronato dall' Imperatore re di Sardegna; un Assalito podestà di
Cremona nel 1216 poi consigliere del marchese di Monferrato; un
Guido podestà di Bergamo nel 1246, quindi di Modena; un Bonifacio,
sindaco e procuratore di Casale nel 1319, cedette la città al
marchese Teodoro I; un Moretto, il quale ebbe il comando di un corpo
di uomini scelti nell'assedio di Caravaggio, e quindi prese parte
all'assedio di Tortona nel 1449 e l'anno appresso fu da Francesco
Sforza creato cavaliere aureato; un Giacomo, nel 1675 governatore
di tutto il Monferrato in assenza del marchese Gonzaga ; un
Giambattista creato conte e questore del magistrato di Casale, vice-presid. di quel Senato ed ambasciatore a Milano per Carlo II
Gonzaga duca del Monferrato; un Filippo comandante del presidio
della città di Alessandria col titolo di feld-maresciallo, ebbe poi
il governo della provincia di Mondovì, e nel 1737 fu fatto
governatore di Cuneo col titolo di generale di battaglia, e quindi
con quello di generale di artiglieria venne insignito dal Re di
Sardegna Carlo Emanuele del Collare della SS. Annunziata.
Furono ammessi all’Ordine di Malta dodici membri di questa famiglia,
de' quali son da notare Giovanni-Antonio gentiluomo e consigliere
marchionale, tesoriere generale del Monferrato e magnate di
Guglielmo IV
Paleologo, e Guglielmo ricevitore della sua religione
in Siracusa, il quale all'assedio di Ceuta tolse due bandiere ai
Turchi.
Fra i discendenti di Assalito, rivestì un ruolo di particolare
importanza per i Sannazzaro, Guglielmo Sannazzaro detto "della
Pietra" che fu, dal 1269 al 1290, Podestà di Pavia. Guglielmo,
guelfo, fu protagonista di lunghe lotte con Giovannone Beccaria,
ghibellino. Celebre è l'assedio da parte dei ghibellini pavesi nel
1277 al castello di Pietra (oggi de' Giorgi) dove Guglielmo si era
rifugiato e da dove riuscì a far retrocedere i nemici.
Nonostante gli sconvolgimenti politici che si svolsero nel
tormentato territorio padano, Cigognola rimase in possesso dei
nobili Sannazzaro per alcuni secoli.
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© Napoli - Arma dei
Sannazaro con le insegne
delle famiglie imparentate |

Jacopo Sannazaro
(Napoli, 1458 † ivi, 1530)
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Chiaramente la cita anche il prof. A. Amati(3):
“antica è l’origine di questo paese.. il nome.. lo ebbe dalla nobile
famiglia dei Sannazaro che vi esercitarono giurisdizione...di
questo comune fu originaria la famiglia Sannazaro che si trasferì
in Napoli, dove nacque l’Arcadico Poeta Jacopo Sannazaro..”. Il
D’Afflitto(4)
nella sua guida alla città di Napoli scrivendo della Chiesa di S.
Maria del Parto, denominata comunemente di Sannazaro scrive:
“Giacomo Sannazaro..nacque in Napoli nel 1458 e la sua nobile
famiglia era ascritta al
Seggio di Portanova...caro a Federico
d’Aragona, figlio di Ferrante, acquistò il luogo (n.d.r. dove sorge
l’attuale chiesa edificata nel 1529) dai PP. Benedettini dei SS.
Severino e Sossio..”. |

© Napoli - il luogo
dove dimoravano
i Sannazaro con la Chiesa di S. Maria del Parto |

© Targa fondazione
chiesa
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Pertanto concorde a molti altri accreditati
autori ed in particolare di letteratura, la famiglia è di
nobilissima ed antica origine in Pavia, passata in Napoli con gli
angioini nel 1380
con i
fratelli Nicola e Benedetto, capitani d’arme
di
Carlo III di Durazzo,
con ed in vista anche con
Ladislao ricevendo privilegi e feudi, ascritta al seggio di Portanova, decadde economicamente per volere di Giovanna II d’Angiò.
Nel
1415
Jacopo
Sannazaro,
capitano d’armi, Signore di Mondragone, patrizio napoletano, che aveva avuto dal Re
Ladislao la Baronia delle Serre
confiscata ai
Sanseverino, sposò Cicella
d’Anna,
figlia di Saverio, che
portò in
dote molti beni e terre, che costituirono la parte più
importante delle possessioni dei Sannazaro.
Dal
figlio di Cicella e Jacopo nacque Nicolò († 1469),
detto Cola, dal quale e da Massilia Santomango, nobile
salernitana, nacque il famoso poeta Jacopo Sannazaro
(Napoli, 1458
† ivi,1530).
Nel
1499 il sovrano Federico d'Aragona donò al poeta una sontuosa dimora
a Napoli nel quartiere Mergellina, poco
distante dal sepolcro di Virgilio, comprendente una torre, una villa
e una chiesa; la chiesa venne successivamente donata ai Frati di
Santa Maria dei Servi e intitolata alla Vergine del Parto dal nome
del poema del Sannazaro: De partu Virginis.
Vittorio Spreti(5)
fuga ogni dubbio sull’ascendenza dei Sannazaro napoletani e scrive:
“ Grande famiglia originaria da Sannazzaro de' Burgondi in Lomellina,
già in fiore nel secolo XII all'epoca delle lotte del Barbarossa
contro i Comuni lombardi, illustrata particolarmente da Jacopo
Sannazzaro, l'autore dell'Arcadia, nato a Napoli ma discendente dal
ceppo lomellino, di lui e della sua famiglia è detto largamente
nella pubblicazione di Mario Zucchi, delle origini del nome di
Sannazzaro de' Burgondi in Lomellina e della famiglia di Jacopo
Sannazzaro, miscellanea di Storia Italiana, Torino, 1906 ; III,
XI, 1-47, al quale si rimanda”. Lo stesso illustra anche i
rappresentanti superstiti della linea dei Sannazzaro di Giarole. |
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© Napoli - Chiesa di
Santa Maria del Parto, alle spalle dell'altare il sepolcro di Jacopo Sannazaro.
Per gentile concessione di Fra Attilo Carrella, Superiore del
Convento di Santa Maria del Parto in Napoli.
(
http://www.santamariadelparto.it/index.htm
) |
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Il
poeta, quand'era fanciullo, trascorreva le ore in spensieratezza con
i compagni che abitavano nel quartiere di Portanova; vi era una
bambina di otto anni, Carmosina figlia di Andrea Bonifacio, per la
quale il Sannazaro nutriva un sentimento che andava al di là della
semplice compagna di giochi. Jacopo trascorse alcuni anni a S.
Cripriano Picentino, in provincia di Salerno, dove la famiglia
possedeva alcune ville; al suo ritorno a Napoli, con la madre e il
fratello Marcantonio, seppe dell'avvenuta morte della
fanciulla dei suoi sogni.
A lei, alcuni anni dopo, dedicò l'Arcadia un'opera scritta in lingua
volgare che ebbe grande successo in Europa con varie ristampe e
traduzioni in molte lingue.
Jacopo
fu accolto nell'Accademia Pontaniana col nome "Actius Sincerus".
Scrisse molte opere tra le quali: le Elegie, Epigrammi, Piscatoriae
e De Partu Virginis, ovvero il Natale.
Bernardino
Rota (Napoli, 1509
†
ivi, 1574),
figlio di Antonio e di Lucrezia
Brancia, insigne poeta
e commediografo, scrisse in volgare la
versione delle Egloghe Pescatorie del
Sannazaro. |

L'opera "De Partu
Virginis
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La villa dei
Sannazaro a Mergellina distrutta dalle
truppe francesi comandate dall'Orange. |
Jacopo
si innamorò della bella nobildonna napoletana Cassandra Marchese(6),
moglie di Alfonso
Castriota marchese di
Atripalda. Quest'ultimo si ingelosì sino al punto da
chiedere più volte, a Papi diversi, l'annullamento del matrimonio, contrastato invano dal Sannazaro;
successivamente convolò in seconde nozze con Camilla Gonzaga.
Il poeta dedicò a Cassandra "Le Rime", una raccolta di sonetti e
rime. |

Re Ferdinando II d'Argona
in visita a Jacopo Sannazaro |

Napoli, busto di Jacopo Sannazaro |
Nell'Archivio della Regia Camera si legge che Giacomo
Sannazaro ottenne dagli Aragonesi il feudo di Caposele in
Principato citra.
Il feudo di Giarole e Lazzarone sono in famiglia da circa sette
secoli; Valmacca vi entrò nel secolo XVII per il matrimonio di
Federico († 1660) con Antonia dei conti Cavaglià, erede del feudo.
Giarole fu eretto in contea il 4 novembre 1652 a favore di Giacinto
(1628 † 1711), ambasciatore a Milano (1662), generale di
artiglieria (1679), sposato nel 1650 con Flavia, di Ettore Natta
(† 1674), da cui il secondo cognome.
Loro figli :
- Filippo (1660 † 1738), fu cavaliere dell'Ordine Supremo della
SS. Annunziata (19 marzo 1737),
- Federico (1652 † 1690), fu padre di Curzio, che rinunziò alla
primogenitura e fu canonico del Duomo di Casale,
- Giambattista († 1751), eresse in Casale il sontuoso palazzo ove
ospitò, al tempo della guerra per la successione d'Austria, re Carlo
Emanuele III e il duca di Savoia (27-28 settembre 1745) e il duca di
Parma con l' Infante don Filippo (8-25 novembre 1745).
Dal matrimonio di Giambattista (1737) con Maria Lucrezia del conte
Francesco Bellone, nacquero :
- Federico (1746 † 1800),
- Giuseppe, che fu cav. di Malta (29 settembre 1749) in minorità, al
servizio austriaco durante il dominio francese, maggiore generale a
riposo (1815),
- Alessandro, canonico di S. M. di Piazza in Casale.
Dal conte Federico predetto, che alienò il feudo di Valmacca
(Assenso 27 maggio 1785) e sposò una cugina paterna, Giuseppa Amedea
del conte Edoardo Sannazzaro, vennero :
- Giambattista, primogenito
- Vittorio (1772 † 1836)
- Luigi († Londra, 1859)
Il conte Giambattista (1768 † 1822), fu studioso di buone lettere,
gentiluomo di bocca (24 dicembre 1790), ufficiale in Acqui,
autorizzato a provvedersi di un titolo imperiale (14 gennaio 1813).
Sposò Giulia Callori di Vignale († 1876) e ne ebbe, fra altri figli:
- Ferdinando (1816 † 1866), gran viaggiatore
- Giacinto (1814 † 1879), gentiluomo di Camera (4 aprile 1846), che
sposò in prime nozze, nel 1841, Gabriella del conte Celso Carron di
S. Tomaso, e in seconde nozze, nel 1869, Alice di Seyssel d'Aix, del
marchese Claudio
La famiglia è iscritta nell' El. Uff. Nob. Ital. coi titoli di
conte di Giarole
(mpr)- signore di Lazzarone (mpr)- signore di
Valmacca (mpr), in persona di Giambattista, di Giacinto, di
Giambattista
Fratelli : Giuseppe, Jacopo
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Per
approfondimenti si consiglia la lettura del libro "DE SANCTO
NAZARIO" di Giuseppe Sannazzaro Natta di Giarole |
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Note:
1) Poteri signorili e feudali nelle
campagne dell'Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento:
fondamenti di legittimità e forme di esercizio: atti del
Convegno di studi, Milano, 11-12 aprile 2003, a cura di F.
Cengarle, G. Chittolini, G.M. Varanini, pag. 128.
2) G. B. di Crollalanza: Dizionario
storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili Italiane,
Pisa, 1886.
3) A. Amati, Dizionario Corografico
dell’Italia, ed. Vallardi, 1869, vol. VII, pag. 146 – 147.
4) L. D’Afflitto, Guida per i
curiosi e per i viaggiatori che vengono alla città di Napoli,
Napoli, Tomo I, 1834, pag. 123.
5) V. Spreti, Enciclopedia
storico-nobiliare italiana, 1932, vol. 7.
6) Quasi
sicuramente Jacopo e Cassandra Marchese
si conoscevano prima del matrimonio di quest'ultima col
Castriota, come di evince dalla voce nell'Enciclopedia Treccani
di cui si riporto un brano;"In realtà è possibile che
Sannazaro avesse conosciuto la M. prima del suo matrimonio o
comunque prima del 1505, non tanto alla corte di Giovanna
d'Aragona (sulla frequentazione tra Giovanna e la M. sono stati
avanzati molti dubbi, cfr. Nunziante, Un divorzio, pp. 32 s.),
quanto attraverso Paolo Marchese. Sannazaro, infatti,
partecipava al circolo di Federico d'Aragona già prima che
questi divenisse re, nell'ottobre 1496, e a partire da quella
data fu al suo servizio. Nel 1501, in seguito all'occupazione
francese, lo seguì in esilio e tornò in patria solo dopo la sua
morte (9 nov. 1504). Andrebbe quindi letto come un topos
letterario l'incipit del sonetto Se fama al mondo mai sonora e
bella (Opere volgari, p. 138) nel quale Sannazaro si professa
innamorato della M. per fama". |
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