
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia d'Alena |
Arma:
d'azzurro, alla colonna
d'argento, cimata da un'aquila d'oro, armata di rosso, accompagnata
in capo da cinque stelle di sei raggi d'argento male ordinate,
sostenuta da due leoni controrampanti d'oro, armati e lampassati di
rosso, il sinistro trafitto da cinque frecce. |

© San Pietro
Avellana (Isernia) - Stemma d'Alena |
Famiglia
feudale
molisana, le
cui origini più antiche risalgono al XIII sec. nell’Italia
Meridionale e precisamente nel Cilento. Due personaggi storici,
Matthaeus e Maynus de Alena, testimoniano, infatti, la
presenza della famiglia in Italia Meridionale e precisamente nel
Cilento. Al primo, Matthaeus,
Carlo d’Angiò, nel
1269, restituì i beni che gli erano stati sottratti, probabilmente
dopo la
battaglia di Benevento, e gli concesse
la custodia del castello di Valva(1),
nonché il feudo di Campora in provincia di Salerno. Il castrum
di Valva venne poi restituito da Matteo de Alena alla regia
curia, in cambio di altri beni feudali intorno a Salerno, per i
quali era tenuto a rendere i ¾ del servizio di un cavaliere(2).
Il nome di Matteo è ancora
presente negli elenchi dei baroni del regno, provenienti dalla
cancelleria angioina, che costruirono e misero a disposizione del
sovrano, navi da guerra “…Matthaeus de Alena teridam unam et
vacettam 1 similiter cum Milone de Galatho…”(3).
Il nome di Maynus de Alena miles, invece, appare tra quello
di altri 55 feudatari nell’elenco stilato in seguito all’executoria
del 26 dicembre 1292(4),
ordinata da Carlo d’Angiò per accertare i singulis baronibus et
feudatariis della provincia di Principato. Da questi documenti
risulta che era tenuto al pagamento di unicie 2 per il
possesso di beni feudali.
Capostipite dei d’Alena del Molise fu
Berardino, medico, originario di Apricena, che si trasferì a
Frosolone negli anni a cavallo tra la fine del 1500 e l’inizio
del secolo successivo. I suoi discendenti ricoprirono incarichi
di rilievo nel governo di Frosolone con Donato (sindaco nel 1692
e 1698), altro Donato, nipote del predetto (sindaco dal 1798 al
1799), Pasquale, figlio del precedente (sindaco negli anni
1831-34, 1838-41, 1844-47), Francesco, fratello di Pasquale
(sindaco nel periodo 1841-44), Pompeo, figlio del precedente
(sindaco nel periodo 1873-77). Un altro figlio di Francesco,
Donato, rappresentò Frosolone al Consiglio Provinciale negli
anni dal 1866 al 1874.
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© Palazzo d’Alena a Frosolone (Isernia)
e Porta S.Pietro |
I d’Alena di Frosolone dettero molti personaggi alla
Chiesa, altri si applicarono nel campo del diritto (fra essi si
ricorda Luigi, 1802-1881, Presidente della Corte di Cassazione) e
della medicina (fra cui Francesco le cui capacità furono esaltate
dal Dr. Filippo Colaneri, con una dedica nel suo libro Philippi
Colanerii Medici et Philosophi Frusinonensis Novissima methodus
curandi morbos acutos et chronicos inedia et aqua. Dissertatio.
Neapoli 1747 apud Alexium Pellecchia).
Nella prima metà del 1700, la famiglia acquisì i
feudi, tutti in capite Regia Curia, di Vicennepiane
(1733), Bralli (1741), S.Martino (1743), Macchia d’Isernia (1748) e
Valle Ambra (1748), feudi che conservò fino all’eversione della
feudalità, e ben oltre, conservando la proprietà di buona parte di
essi, ancora oggi. Primo Barone di
Vicennepiane fu Domenico Antonio (1687†1764) che dette vita
al ramo dei baroni di Vicennepiane, Bralli e
S.Martino, mentre suo fratello, Nicola (1689†1768) fu il
capostipite dei baroni di Macchia d’Isernia e
Vallambra. Questo ramo è oggi rappresentato dai de Jorio
Frisari, discendenti dall’ultima dei d’Alena di Macchia, D. Celeste
(1851†1938), che sposò il Conte Giulio Frisari di Bisceglie.
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© Il castello (costruito in epoca
normanna) di Macchia d’Isernia,
attuale Palazzo Baronale de Jorio Frisari d’Alena |
Oltre questi feudi risulta che
la famiglia fu titolare per qualche periodo anche di quelli di
Castel del Giudice e Petrella Tifernina(5),
oltre il feudo di S. Giovanni di Montemiglio, acquisito dopo
l’eversione dei feudi (1822) per successione del Barone di
Montemiglio, Lorenzo Angeloni.
A Frosolone la famiglia fu
titolare di una delle più importanti cappelle di jus patronato,
quella intitolata a S. Maria del Monte Carmelo, presso la chiesa di
S. Pietro, cappellania che fu fondata da Donato d’Alena (1641†1723),
il 3 ottobre del 1718. Ma la famiglia fu titolare anche di altri
benefici ecclesiastici tra i quali si ricordano il jus patronato
sulle chiese di S. Rocco, S. Biagio e SS. Trinità in Macchia
d’Isernia, e quello di S. Berardino e S. Antonio dè Lazari in
Campobasso.
Domenico Antonio
d’Alena (1771†1837),
dottore in leggi, Bar. di Vicennepiane, già capitano dei granatieri
nel reggimento di fanteria Principe (1796) dall’età di 25
anni, partecipò all’assedio di
Capua (1799), e ricopriva il grado di maggiore nel battaglione
Cacciatori Campani quando le armi francesi conseguirono la
vittoria. Rifiutò di prestare servizio per
Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, rimanendo fedele al
Re Ferdinando IV di Borbone
ed in quello stesso periodo trasferì la residenza della sua famiglia
nel comune di S. Pietro Avellana nel palazzo abbaziale (S. Pietro
Avellana era feudo ecclesiastico, dipendente dall’Abbazia di
Montecassino) che era stato abbandonato dal Padre Rettore e che in
seguito fu definitivamente acquistato con atto del 12 dicembre 1849.
Domenico Antonio sposò D. Teresina Corné, di nobili origini toscane,
figlia del colonnello Giuseppe de Corné. I loro figli si stabilirono
definitivamente in questo centro dell’Alto Molise, mentre i rami
cadetti continuarono a risiedere in Frosolone. |

© L’ingresso del Palazzo baronale
d’Alena a S. Pietro Avellana, come appare attualmente dopo la
parziale ricostruzione dell’edificio in seguito alla completa
distruzione dell’abitato avvenuta nel 1943. |
Attualmente questo ramo è rappresentato dai
discendenti di Ferdinando (n. 1865), di Lorenzo (n. 1867) e dal ramo
originatosi da Giuseppe (1847†1922) che ottenne l’istituzione di
erede universale il 30 agosto 1921 (ramo nat. di Sanza d’Alena).
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©
Sopra:
Lorenzo d’Alena (n. 1867) con le figlie
Cristina e Doristella; di lato:
Giuseppe d’Alena (1847†1924)
Barone di Vicennepiane |

©
Gaetano Alfonso (1887-1968) capostipite del ramo di Sanza d’Alena |
Tra le famiglie titolate con le quali i d’Alena
hanno, nel tempo, contratto legami di parentela si ricordano i
Palmieri Marchesi di Monferrato, i Frangipane Duchi di Mirabello,
gli Angeloni Baroni di Montemiglio e Varavalle, i Mascione Baroni di
Fossalto, i del Monaco Baroni di Pescopennataro e S. Angelo del
Pesco, i Frisari Baroni di Torre Castel Saraceno, oltre a molte
altre famiglie nobili quali i
de Capoa,
Ginetti e de Silvestris di Campobasso, i de Cristofaro ed i Colozza
di Frosolone, i Ricciardelli ed i Coccopalmieri di Pescocostanzo, i
d’Apollonio di Agnone, i Cayro di Anagni. |

© Stemma Famiglia di Sanza d'Alena |
Arma
(ramo di Sanza d’Alena):
inquartato: 1° e 4° d'azzurro, alla colonna
d'argento, cimata da un'aquila d'oro, armata di rosso, accompagnata
in capo da cinque stelle di sei raggi d'argento male ordinate,
sostenuta da due leoni controrampanti d'oro, armati e lampassati di
rosso, il sinistro trafitto da cinque frecce; 2° e 3° d'argento
all'aquila spiegata d'azzurro e linguata di rosso, caricata con uno
scudetto d'argento alla croce gigliata di rosso, traforata del
campo.
CIMIERO: un volo d'aquila d'azzurro(6).
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Note:
1) Carlo d'Angiò, con una lettera
datata 4 aprile 1269, diretta a Dionisio di Amalfi, Procuratore dei
beni devoluti al Fisco, ordinò di immettere Matteo de Alena nel
possesso dei beni sottrattigli e di affidargli inoltre la custodia
del Castello di Valva per conto del Fisco.
2) cfr. Le eredità normanno-sveve
nell’età angioina. Centro di studi normanno-svevi, Università degli
studi di Bari. Edizioni Dedalo, pag. 128 e nota n. 177.
3) Cfr. Erasmo Ricca, La Nobiltà delle
Due Sicilie, Forni Rist. An. 1978-79, dell’Ed. del 1859-1879 (vol.
II, pag. 214). I due documenti ai quali il Ricca fa riferimento
nella nota n. 139 provengono: " il primo de' citati documenti si
legge nel registro angioino segnato Carolus I 1276, 1277 A. n. 27
fol. 16 a 18, ed il secondo nell'altro registro notato col n. 40 ed
intitolato Carolus I 1280 C, fol 28."
4) Cfr. Codice Diplomatico Barese.
L’elenco era trascritto nei Registri Angioini, vol. XLII, anni
1268-1292.
5) Cfr. Il Molise dalle origini ai
nostri giorni, G. Masciotta
6) Certificazione del Cronista d’Armi
di Spagna, D. Vicente de Cadenas y Vicent del 9 apr 1997; visto del
Ministero di Giustizia del 18 apr 1997: per lo stemma blasonato in
2° e 3° e per il cimiero. |
Fonti
bibliografiche:
Colozza
M. 2002, rist. an.
Frosolone
Isernia, a cura dell'Amministrazione Provinciale;
Di Cicco
P. Il Molise e la transumanza.
Cosmo Iannone Ed. 1997;
Di Ciò L.
Dei feudi e titoli della famiglia d'Alena. Oriente Putaturo,
Castel di Sangro, 1896;
Garzia T.
- 1997 - Tradizioni popolari di Frosolone - Napoli,
Ed. Scientifiche Italiane.
Grano A.
2002. Macchia d'Isernia.
Napoli, Luca Torre Editore.
Jannone E.
1984. San Pietro Avellana.
Storia di una badia multisecolare.
Isernia, a cura dell'Amministrazione Provinciale.
Jannone E.
1987. Tempo che fu....
Castel di Sangro, a cura ella pro loco "AD VOLANA".
Jannone E.
1932 - X, San Pietro Avellana, notizie storiche, aneddoti,
Foligno, Reale Stabilimento POLIGRAFICA F. SALVATI
Masciotta
G. - Il Molise; Circondario di Isernia - rist. Ed. Lampo,
Cava dé Tirreni, 1984.
Ricca E. -
1859-1879 - La nobiltà delle Due Sicilie. Ripr. facs.
dell'Ed. di Napoli, Stamp. A. de Pascale, a cura della Forni Ed.
Settefrati
P. 2002. I documenti storici
e la vita di San Pietro Avellana.
S.Atto (TE), Edigrafital;
Annuario
della Nobiltà Italiana, Ed. S.A.G.I., XXX
Altre
fonti:
Archivio
di Stato di Roma; Archivio di Stato di Napoli; Archivio di Stato di
Isernia; Archivio di Stato di Foggia; Comune di San Pietro Avellana;
Comune di Capracotta; Comune di S. Angelo del Pesco; Comune di
Castel di Sangro; Comune di Vasto;
Archivio
Parrocchiale Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, San Pietro Avellana
(IS); Archivio Parrocchiale Chiesa di S. Egidio, Agnone; Archivio
Parrocchiale Stella Maris, Vasto Marina; Archivio Diocesano di
Trivento, Archivio privato di Sanza d’Alena.
Sito della
famiglia d’Alena:
www.casadalena.it
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