Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.   

Piscicelli o Capece Piscicelli

Armi:
dei Piscicelli del Seggio di Capuana:
di rosso alla banda cuneata d’oro e d’azzurro (girello).
dei Piscicelli
: di rosso alla banda cuneata d’oro e d’azzurro (girello), accostata nel capo da un lambello d’oro a tre pendenti.
dei Capece Piscicelli: partito, nel 1° di nero al leone d’oro (Capece); nel 2° di rosso alla banda cuneata d’oro e d’azzurro(girello), accostata nel capo da un lambello d’oro a tre pendenti (Piscicelli)
Dimora: Napoli

 (CH.Duomo c.)
© Napoli - Stemma Famiglia Piscicelli

Le origini della nobilissima famiglia napoletana Piscicelli o Capece Piscicelli si perdono nella notte dei tempi; godette di grande nobiltà a Napoli nel Seggio di Capuana e, dopo l’abolizione dei sedili (1800), fu iscritta nel Libro d’Oro napoletano.
Dai Piscicelli derivano le famiglie Zurlo e Aprano che dimoravano nel quartiere dei Capece sito nel Seggio di Capuana e innalzavano le stesse insegne senza il lambello.
Il capostipite della famiglia Zurlo fu Giovanni Piscicelli detto Zurlo († 30.9.1381), figlio di BERARDO Piscicelli e Giovanna Caracciolo.
Il capostipite della famiglia Aprano fu Marino Piscicelli detto Aprano (†15.7.1323).

I Piscicelli si aggregarono al Monte dei Capece istituito nel 1584 e per goderne dei benefici anteposero il cognome Capece al proprio, inquartando anche le armi.
Dante Alighieri, volle nominare alcune delle più nobili famiglie d’Italia e scrisse: “…e questa è l’una questione, l’altra è, che potrebbe dire dè Sannazzari di Pavia, e quella dè PISCICELLI di NAPOLI, che sono e gli uni, e gli altri nobilissimi nelle loro patrie…”
Il primo personaggio che si incontra negli scritti è LEODORO Piscicelli, generale della cavalleria dell’imperatore Basilio il Magno nell’anno 977.
LEONE e CESARIO, ai tempi di re Ruggiero I detto il Normanno, misero in mostra tutto il loro valore militare combattendo contro i Saraceni.
RICCARDO fu Consigliere e capitano dell’esercito di re Guglielmo II detto il Buono.


Napoli , sepolcro del Cavaliere Riccardo, morto nel 1331

NICCOLO’ nel 1182 fu arcivescovo di Salerno.


Salerno, sarcofago, sostenuto da virtù cariatidi (Fede, Carità e Speranza), sul quale è deposto il gisant 
dell'arcivescovo Niccolò Piscicelli, commissionato nel 1471 da Ettore Piscicelli
Foto inviata dal collaboratore Matteo Fimiani da Montoro (Av)

GIACOMO fu maggiordomo del palazzo imperiale di Enrico VI di Svevia.
ALBERTO, cavaliere del Seggio di Capuana, partecipò, insieme ad Eleuterio Valignano, Cataldo e Iacopo Protontino di Taranto, Stefano Brancaccio, Atenato Poderico, Matteo della Porta, Riccardo della Leonessa, Guglielmo d’Evoli, Pietro Abenavolo, Simone de Sangro, Sarro Antignano, Odoardo Maramondo, Lorenzo Torta, Rienzo Falcone ed altri, alla giostra organizzata in Barletta da re Manfredi di Svevia in onore dell’Imperatore di Costantinopoli Baldovino II (Costantinopoli, 1217  Napoli, 1273).
Nel 1272 tre cavalieri e baroni tutti di nome GIOVANNI seguirono re Carlo I d'Angiò nell’impresa di Romania
.
ALBERICO fu familiare e cameriere di re Carlo I d’Angiò; fu nominato barone di Grotteria ed ebbe in dono le terre di Cinquefrondi e di Mossuto.
Marella Piscicelli è tra le dame della  sfarzosa corte  di Roberto II d’Angiò, che Boccaccio, innamoratosi  di Maria d’Aquino, che si disse fosse stata figlia naturale di Re Roberto,  fece partecipare  alla caccia  allegorica, insieme, tra le altre, a Zizzola Barrile, Principessella, Lariella e Marella Caracciolo, Letizia Mormile,  Caterina, Serella e Vannella Brancaccio,  Sobilia Capece,  Zizzola d’Alagna,  Beritola e Biancola Carafa, Vannella Bulcano, Giovannola Coppola, Alessandra e Covella d’Anna,  Berita e Costanza Galeota,  Peronella e Covella d’Arco, Tuccella Sersale, tutte citate con i loro nomi nel poemetto in terzine dantesche
.


Salerno, stemma Piscicelli (Foto inviata dal collaboratore Matteo Fimiani da Montoro (Av)

PIETRO, chiamato Urtante, fu sindaco di Napoli e Vicario generale dello Stato di Filippo, principe di Taranto e figlio di re Carlo I; fu nomato da re Carlo II Giustiziere (supremo giudice) di tutti gli studenti di Napoli.
TOMMASO († 7.12.1334), Signore di Monte Millolo, del Sasso e di Asprano, per aver valorosamente combattuto nella guerra di Sicilia sotto le insegne di Roberto, duca di Calabria e figlio di re Carlo II, nel 1304 fu nominato Vicario generale dello Stato di Salerno. Successivamente seguì re Roberto II d’Angiò nella guerra in Provenza e infine fu nominato Vicerè e capitano di guerra della Provincia di Abruzzo Citra.
TOMMASO, detto Nasello, fu comandante di 100 cavalieri, eletti a guardia personale della regina Giovanna I d’Angiò; in questo periodo tutti i rappresentanti di Casa Piscicelli erano cavalieri dell'Ordine del Nodo.
GIULIANO, fedele vassallo e coraggioso capitano, nel 1382 ebbe in dono da re Carlo III di Durazzo una rendita annua di 20 once d’oro da prendere sulle collette della Terra di Gragnano.
MALEFATTO, ai tempi di re Ladislao di Durazzo, fu cavaliere gerosolimitano del Priorato di Capua.

© Foto proprietà www.napoli-napoletani.it
© Capua - particolare palazzo del Gran Guardia

PISCICELLA, moglie di Giovanni Lagni Signore di Sicignano, per la relazione amorosa col re Ferrante I d’Aragona, dalla quale nacquero due figli naturali: Cesare e Alfonso, ebbe in dono le Terre di S. Angelo, Limosano e Civitavecchia, tutte in Contado di Molise.
GIOVANNI, fratello di Nicolò († 1471) arcivescovo di Salerno, Signore di Sant’Angelo e di Rocca Piemonte,  partecipò con grande maestria alla battaglia di Sarno (1460) e fu nominato Capitano di gente d’Arme; sposò Vannella Acciapaccia.
I Piscicelli furono fedeli a re Ferrante I d’Aragona durante la Congiura dei baroni nel 1485.
SCIPIONE, valoroso milite, combattè sotto le insegne dell’imperatore Carlo V d'Asburgo-Spagna contro i Turchi; nel sposò 1535 Cicella Dentice.
Alfonso, figlio di Berardo ( 1528) e di Beatrice Mariconda, patrizio napoletano e cavaliere dell’Ordine di San Jago, uomo di grande cultura, fu accademico dei Sereni, fu al servizio dell’Imperatore Carlo V nel Ducato di Milano, sposò Adriana Tomacelli,  vedova di Salvatore di Sangro barone di Lucito e Calcabottaccio;  comprò i feudi del primo marito alla figlia di primo letto Vittoria di Sangro, ma li lasciò in eredità al figlio primogenito Giovanni Francesco.
Il citato Giovanni Francesco (
1580), patrizio napoletano, barone di Lucito e Calcabottaccio per successione materna, fu familiare di re Filippo II di Spagna; sposò nel 1570  Adriana Muscettola, figlia ed erede di Roberto Signore di Belvedere, San Giorgio Jonico, Faggiano, Pasone e Carosino.


Lucito (Campobasso), stemma tripartito Piscicelli, Tomacelli e Muscettola


Lucito (Campobasso), stemmi dei Piscicelli su colonne

Alfonso ( 1636), figlio di Giovanni Francesco e di Adriana Muscettola, patrizio napoletano, barone di Lucito e Calcabottaccio, sposò nel 1601 Felice Caracciolo Rossi, figlia di Ottavio 1° principe di Forino e di Porzia Capece Galeota. Nel 1655 il feudo di Lucito, che fu separato da quello di Castelbottaccio, passò ai Capecelatro che ottennero il titolo di marchese.


Lucito (Campobasso), stemma partito Piscicelli e Caracciolo Rossi

GIOVANNI VINCENZO nel 1601 fu uno dei fondatori del Pio Monte della Misericordia.

© Foto proprietà www.nobili-napoletani.it
© Napoli -Targa in memoria di don Giovanni Vincenzo Piscicelli, uno dei fondatori del
Pio Monte della Misericordia

FELICE MARIA Piscicelli (1610 † Napoli,1700) sposò a Napoli  nel 1627  Fabio Ricca,  duca di Apollosa, dal quale ereditò beni e titolo.
MARIO (Napoli, 1649 † ivi,1685), duca di Apollosa dal 1679, sposò a Napoli nel 1682 Andreana Brancaccio.
Il titolo di duca di Apollosa passò in Casa Guindazzo, per successione a seguito di matrimonio celebrato nel 1673 tra MADDALENA (Napoli, 1645 † Pomigliano d’Atella, 1713) duchessa di Apollosa dal 1685 sposò Tommaso Guindazzo duca di Risigliano.
BERARDINO (Napoli, 1609 + ivi, 1662), barone di Lucito, nel 1651 restaurò la cappella gentilizia dei Piscicelli di Santa Restituta nel Duomo di Napoli.
ANDREA GIUSEPPE (Napoli, 1646 1684), patrizio napoletano, comprò il feudo di Capracotta e nel 1674 fu insignito del titolo di duca di Capracotta.
GIACOMO (1650 1711), 3° duca di Capracotta, sposò a Napoli nel 1695 Francesca Filangieri.
GIUSEPPE (Massa di Somma, 1696
1755), 4° duca di Capracotta, sposò a Napoli nel 1726 Beatrice Sanfelice dei Signori di Acquavella.
GIACOMO (Massa di Somma,1727 ivi, 1777),  5° duca di Capracotta, sposò a Napoli nel 1756 Maria Anna Capece Zurlo, figlia del principe Giovanni Antonio e di Teresa di Capua dei duchi di San Cipriano.
Il titolo di duca di Capracotta passò in casa Piromallo a seguito di matrimonio celebrato nel 1804 tra la duchessa Beatrice Piscicelli (1781 † 1859), 8^ duchessa di Capracotta dopo la morte del fratello Antonio (1735 † 1839) e Giacomo Piromallo, che aggiunse al proprio cognome quello della moglie.
A Giovanni Pitomallo Capece Piscicelli (Napoli, 1840 ivi, 1906) fu riconosciuto il titoli di 9° duca di Capracotta, per  successione Capece Piscicelli.

Napoli, Palazzo Capece Piscicelli, duchi di Capracotta (nel 1608 apparteneva ai de Leyva)


Napoli, Palazzo Capece Piscicelli, stemma del feudo di Capracotta

Il ramo dei Piscicelli che si trasferì a Sessa Aurunca intorno al XV secolo si estinse nel 1726 a seguito di matrimonio tra Giulia Capece Piscicelli, ultima rappresentante del Casato, con Francesco de Vito.

Duomo

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e gli Affari della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.
 

Indice pagine:
Famiglia Capece
Famiglia Capece Galeota
Famiglia Capecelatro
Famiglia Capece Minutolo
Famiglia Piscicelli o Capece Piscicelli
Famiglia Capece Zurlo

 


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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