
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Villani |
a cura del dr. Giuseppe
Villani |
Alcune armi:
la più antica:
troncato d’argento e d’azzurro;
poi:
troncato, nel 1° d’argento alla testa di leone d’azzurro,
nel 2° d’azzurro alla branca di leone d’argento;
e ancora: troncato, nel 1° d’argento alla testa di
leone d’azzurro, nel 2° d’azzurro alla branca di leone
d’argento, con la fascia d’ oro sulla partizione;
ed infine:
d'azzurro alla
quercia sradicata di verde con la banda di rosso
attraversante; al capo d'oro, con il monte di sei vette di
verde cimato da una croce di rosso. |

©
Stemma
del casato Villani che si trova nella Chiesa di San Lorenzo Maggiore
di Napoli, dove
la famiglia possedeva lo jus patronato della
Cappella della Trasfigurazione. |
La famiglia Villani o Villano è
originaria della città di Cava de’ Tirreni, dove probabilmente
giunse dalla città di Amalfi e quì da qualche città della Toscana,
forse Firenze
oppure Pisa, a quei tempi (sec. XII) in contatto per ragioni di
traffici commerciali con la nostra più antica Repubblica marinara.
Già nel secolo XIII (nel 1208) otteneva l’investitura del feudo di Ajello presso
Castel San Giorgio.
Tuttavia le più antiche memorie
della famiglia sembrano derivare dalla Svizzera e più esattamente da
Ginevra, dove si hanno loro ricordi dal 932, così come è riportato
in un manoscritto del monastero dei padri Liguorini in Deliceto (FG).
Addirittura nella sua opera
“Famiglie notabili milanesi” lo storico Felice Calvi, scrive che gli
storiografi fanno risalire al IV sec. d. C. l’origine dei Villani di
Milano e che Bernardino Corio, nella sua storia, parlando di S.
Ambrogio, afferma che “qui seco trasse gente di quattro parentele
romane, cioè,
Grassi, Villani, Matrignani e
Muciani; delle quali famiglie in questa città sono discendenti molti
uomini egregi”.
Ovviamente queste notizie si
perdono nella storia dei tempi e la loro scientificità è tutta da
provare, sicuramente è interessante citare queste fonti per
dimostrare la vetusta nobiltà del casato.
I Villani li troviamo quindi tra i
nobili di Milano ma anche di Lodi, Padova, Pisa, Siena, Pistoia e
Firenze. Nobili in Sicilia, e nobili oltre le Alpi, dove si
ha notizia che un
Pietro
de Villanis, provenzale, fosse ricevuto Cavaliere Stipendiario e che
i Villani fiamminghi ponessero intorno alla loro arma il motto
Vilain sans reproche (motto utilizzato anche dai Villani del
Napoletano).
Il casato, dalla città d’origine, a
partire dal XV sec. si divise in due tronchi, uno si trapiantò
nell’antica città di Nocera de’ Pagani, l’altro in San Severino
(l’odierna Mercato San Severino) da dove, diramandosi ulteriormente,
una parte si stabilì nella città di Napoli, dove fu aggregata al
patriziato del
Seggio di
Montagna già dalla metà del 1500 e, dopo la soppressione dei
Sedili fu ascritta al Libro d’Oro napoletano (1851); un’altra parte
nella stessa città di Nocera.
A Napoli i membri della famiglia
ricoprirono alti uffici di magistratura e don
Filippo Villani fu
scelto da
Ferdinando di
Borbone per istituire il Collegio degli avvocati
e costituirli censori dell’intera classe dei professori legali, e ne
scelse solamente sei “tra i più accreditati per senno, dottrina e
per prudenza”.
Il casato è stato insignito di
numerosi titoli ed ha posseduto altrettanti feudi. Il primo in
ordine cronologico è quello già citato del
casale di Ajello
per il quale ottennero la
baronia, l’ultima a possedere
questo feudo fu
Teodosia,
nipote di Nicola,
Presidente della Real Camera.
E furono
baroni anche
di Saragnano e Baronissi,
di Lanzara,
di Torello
e Campomanfoli,
di Battiferano
e Castronuovo,
di Baselice
in
Capitanata,
della Starza
e del Pizzone,
suffeudi nocerini, a cui
aggiunsero il titolo comitale
e,
sempre nel territorio di Nocera, furono decorati dal Duca Gilberto
Pio di Savoia, nell’aprile del 1747, del titolo di
baroni di Baccari
nel territorio di Piedimonte
Ottennero il marchesato di
Polla (1591),
del Vallo di Diano,
di Gricignano.
Furono infine decorati dei titoli di
duca
sui feudi di Roscigno e Sacco,
titolo concesso a
Giuseppe
Villano nel 1621; detti
titoli passarono
nella famiglia Albito Carafa con il matrimonio di donna Anna Maria
Villani Capace con Luigi Albito Carafa, da qui confluirono nella
famiglia Gattola di Martino (titoli che non furono riconosciuti
legalmente) per il matrimonio di Eleonora (†
1853)
con Paolo, ed infine nella Patroni Griffi
(1). |
 |

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©
Napoli - Stemmi della famiglia
Villani, posti nella cappella di famiglia nella chiesa di San Pietro
Martire.
Lo scudo è quello adottato dal ramo ducale di Roscigno appartenente al
Seggio di Montagna e la parte superiore dello stesso richiama lo
stemma della nobile famiglia Villani della Croce di Firenze. |

D . O . M .
BARTHOLOMÆO . ET .
PASCHALI . ANTONELLI . VILLANI . FILIIS .
VITÆ PROBITATE . ET FIDE . INTEGRITATE .
CLARIS . EORUM .
MEMORIAEÆ . CONSULENTES . JO . ANT . ET .
IOSEPH . BARTHOLOMÆI . FILII .
PATRI . ET . PATRUO . BENEMERENTIBUS .
DECESSIT . BARTOLOMÆVS . ANN. M . C . LXIII .
iij
KAL . JULII . ET . PASCHALIS . FRATEM .
SEQUUTUS .
ANN . M . C . LXXV . SEXTO . NON . MAJAS . |

© Napoli - Chiesa di San Pietro Martire, con
i sepolcri e gli epitaffi posti nella Cappella Villani
|

D . O . M .
IOANNI ANTONIO VILLANO .
VIRO . SPECTATA . FIDE . SUMMA
. INTEGRITATE .
ET . SINGULARI . PRUDENTIA . ORNATO .
MORUM . SUAVITATE . ET . RELIGIONE . INSIGNI .
JOSEPHUS . VILLANUS .
FRATRI . OPTIMO . ET . BENEMERENTI . POS .
MORITUR . M . D . C . II . ANN . AGENS . LV
|
© Napoli - Cappella
Villani, sepolcro di
Giovanni Antonio Villani - Anno 1602. A destra: Cappella Villani,
duchi di Roscigno,
appartenenti al Sedile di Montagna - Epitaffi |

© Napoli - Arma della famiglia Villani di
Napoli |
Nella città di Nocera la famiglia è
sempre stata parte integrante della storia della città stessa, i
suoi figli sono sempre stati appellati magnifici e signori, facendo
da sempre parte del patriziato locale occupando spesso incarichi
politici diventando sindaci, decurioni, amministratori. Ricca è
stata la presenza di uomini di chiesa, tra cui ricordiamo
Angelo, dottore
nell’una e nell’altra legge, figlio del dr.
Sabato del villaggio
Pareti, Canonico Arcidiacono ed Ufficiale Sinodale, venne eletto
Vicario Capitolare alla morte del vescovo Gabrielli nel settembre
1684,
il Rev.
Nicola del dominus
Sabato,
il Rev. Don
Gaetano
del magnifico
Giuseppe
e i Revv. Nicolò e
Felice del magnifico
Decio del villaggio
San Clemente, l’Arcidiacono
Giovan Battista Villani che occupò la cattedra episcopale per
tre anni dal 1806 in mancanza del Vescovo, ed altri sacerdoti ed
uomini pii che hanno retto per secoli le parrocchie delle varie
università, dando quasi un’impronta familiare alla vita religiosa
della città.
|

©
Battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore (VI sec. d. C.),
con la Cappella pubblica di Santa Caterina de' Villani e sede
dell'omonima confraternita. La cappella venne costruita nel 1672 per
volere di Nicola Villani e ristrutturata alla fine del XIX secolo
grazie a Monsignor Domenico Ramaschiello, nocerino, Vescovo di
Sant'Agata dei Goti. Il battistero è stato, fino alla fine del XIX
secolo, la sede della principale parrocchia di Nocera Superiore,
all’interno della quale la famiglia Villani, già dal 1700, possedeva
lo jus patronato della cappella di San Nicola.
|
Da Nocera, dal nobile
Giantommaso, si
ramificò un altro importante ramo che giunse nelle Puglie e che
diede a quel territorio famosi reggimentarii, mastrogiurati e
giureconsulti e medici illustri.
Attualmente la famiglia trovasi iscritta nell’elenco ufficiale
nobiliare italiano con i titoli di
marchese della Polla,
barone
di Battiferano,
nobile
e patrizio napoletano.
Il ramo nocerino è insignito del
titolo
di nobile. |

©
Stemma Famiglia Villani di Nocera, che è uguale a quello dei
signori del
seggio di Montagna
della città di Napoli. |
L’insegna del casato aveva
lo scudo, in origine, troncato d’argento nella parte superiore e
d’azzurro in quella inferiore. Per concessione di
Carlo d’Angiò,
vennero aggiunti la testa di leone d’azzurro nella metà d’argento e
la branca di leone d’argento nella metà d’azzurro.
Tuttavia nell’ambito dello stesso
casato furono molte le brisure adottate per l’arma, taluni
trafissero la testa di leone, guardante un giglio d’oro, con una
freccia d’oro; nel ramo nocerino alcuni utilizzarono lo stesso
stemma, altri inquartarono lo scudo con quello della famiglia Carafa,
altri ancora lo divisero da una fascia d’oro, altri ancora
utilizzarono la stessa troncatura d’azzurro e d’argento ma caricando
lo scudo di stelle, conchiglie e bande, un altro ramo sulla fascia
d’oro di partizione aggiunse tre croci di rosso, per evidenziare i
religiosi e la fede della famiglia stessa.
Il casato annovera tra i suoi figli
numerosi militi, già a partire da epoche antiche.
Ricordiamo:
Rinaldo Villano di
Siena nel XIII sec., capitano della città di Napoli e familiare del
Re;
GUIDO, detto il Vecchio, che negli
anni intorno al 1320 era Capitano di
Carlo d'Angiò,
duca di Calabria e figlio di Re Roberto. (Il Mazzella pone questo
personaggio come capostipite dei Villani del Regno. E’
utile, tuttavia, tener presente che le memorie della famiglia
risalgono già ad epoca precedente, si pensi al Liber Familiarum
della Badia di Cava dei Tirreni nel quale si fa riferimento ad un
certo Ioannes, qui dicitur Villanus, filius Petri de Rocca
abitanti nel territorio del cenobio nel 1179);
GIOVANNI, Real
familiare e Maestro Giurato (1268 ca.);
Andrea d’Amalfi
che nel 1269 presta denaro alla corte;
GUGLIEMO, senese, Giustiziere di Principato e Terra di Lavoro e
Camerario di Re Manfredi nel 1257;
Nicolò, valletto del
Duca di Calabria in Toscana nel 1327;
Nicolò, familiare e
ostiario del Re nel 1346;
il giudice
Tommaso di Cava,
giustiziere del
Principato Ultra e Vicereggente della Basilicata sul finire del
XIV sec.;
GIOVANNI,
Annibale e
Fabrizio, capitani
dell’Imperatore
Carlo V,
il secondo dei quali perse la vita in presenza del sovrano nella
battaglia del Piemonte contro i Francesi nella seconda decade del
1500 mentre l'ultimo seguì l'Imperatore nella sua
spedizione a
Tunisi. Al ritorno in Italia Fabrizio, nella stessa galea del
Sovrano, con il Principe di Salerno Ferdinando
Sanseverino
d'Aragona, con Luigi
Dentice, G. Cesare
Brancaccio ed altri
cavalieri napoletani, allietò il viaggio prendendo parte con costoro
ad alcune rappresentazione drammatiche;
i real continui
Scipione,
barone di
Roscigno
e Carlo, quest’ultimo
si segnalò nella memoranda
battaglia di
Lepanto;
Francesco,
del Real Governatore di Cava Giulio Cesare; suo figlio
Claudio, che
partecipò
alla difesa di Orbetello;
Cesare e
Vincenzo, figli di
Antonio ed Anna de
Sio, nocerini, uno capitano nelle reali milizie, l’altro, entrando
nell’esercito francese, vi conseguì grado di ufficiale superiore e
fu decorato da Napoleone Bonaparte della medaglia di S. Elena.
FEDERICO, del
nocerino Nicola e Caterina Cardamone figlia del Real Consigliere
Domenico, intraprese la carriera militare sino a Tenente Colonnello
nel Reggimento
Nazionale Basilicata;
Carlo III di Borbone in premio dei servigi gli concesse nel 14 gennaio 1740
il
titolo di Conte
per lui e per gli eredi.
Ebbero rinomanza per vita e per opere
di culto:
Ferrante, Lucio,
Giacomo e Geronimo, frati cavalieri del
S.M.O. di Malta.
La famiglia
Villani venne ricevuta per giustizia già dal 1586 con
Giacomo e nel 1602
come quarto della famiglia
Pagano, allorquando si dimostrarono i 4/4
di nobiltà di Alberto Pagano, figlio di Achille e Giulia
Antinori, madre della quale era
Marzia
Villano di Nocera de’ Pagani. |

©
Frà Giacomo Villani, cappella di famiglia nella chiesa di San
Giovanni in Palco in San Severino. |
Suor
Dorotea, figlia del
Real Consigliere M.se Camillo e Isabella Santomango, che fondò in
Napoli nel 1593 il monastero di San Giovanni Battista delle Monache
in via Costantinopoli; |

© Napoli -
Chiesa di San Giovanni Battista delle Monache, via Costantinopoli |
Suor
Giovanna che da suor
Maria
Carafa, sorella di Papa Paolo IV, fu scelta come compagna e
cofondatrice del monastero della Sapienza in Napoli nella prima metà
del 1500.
Il d’Engenio, nella sua “Napoli
Sacra” scrive che
“ella
divenne esempio di perfezione con gesti straordinari e spesse
visioni di Cristo, della Madonna SS., di San Francesco e di tutta la
Corte del Cielo; e morì lasciando di sé opinione di santità”; |

© Napoli -
Chiesa Santa Maria della Sapienza |
Suor
Maria, al secolo
Beatrice, figlia del 2° marchese
Giovanni, fondò nel
palazzo avito (acquistato per ducati 18000 dalla nipote Maria,
principessa di Colubrano) il monastero del Divino Amore nel 1638. Fu
donna colta e di pietà rara, scrisse più volumi con profondissima
dottrina ed è considerata tra le donne mistiche della Chiesa che,
alla sua morte, avvenuta nel 1670, la noverò tra i Beati.
Il suo corpo riposa ora nella Chiesa
del monastero della Sapienza dove fu portato dalla sue consorelle
dopo che esse lasciarono il loro convento nel 1825; |

©
Portale del monastero del Divino Amore in via San Biagio dei Librai
in Napoli, già Palazzo Villani,
ora ci sono all’interno del grande edificio anche uffici pubblici
del comune.
|
Giovanni, figlio di
Francesco ed Eleonora
Spinelli, marchese della Polla e del
Vallo di Diano, rimasto vedevo della moglie Emilia Giovane Cardone
Bologna dei principi di Castiglione,
entrò nell’ordine dell’Oratorio vestendo l’abito dei Teatini di S.
Paolo Maggiore in Napoli. Egli concorse alla fabbrica dell’anzidetto
monastero con i coniugi Marcello
Pignatelli
e Camilla
Sanfelice, col duca della
Salandra Revertera (Eleonora, sua sorella, andò in sposa al duca
Francesco
Revertera) e con altri nobili. |

Immagine
detta Pala Villano, trovasi nella chiesa di San Nicola a Polla e
rappresenta la famiglia
Villani al completo con il marchese Giovanni
già in abiti teatini. |
Andrea, di
Giandomenico ed
Eleonora dell’Abbadessa, nato nel 1709 a San Severino, vicario
generale della congregazione del SS. Redentore e padre spirituale di
S. Alfonso Maria
de’ Liguori, nonché
Rettore generale dell’Ordine alla morte del Santo. Morì in Pagani
nel 1792 e fu sepolto nella chiesa del suo ordine, in cui fu messa
un’epigrafe che ne ricorda le virtù. |

© Padre Andrea Villani dell'ordine dei Redentoristi. |
Padre
Girolamo,
francescano, provinciale dell’ordine, della nobile famiglia del
villaggio Pareti di Nocera che intraprese la costruzione del
monastero di Santa Maria degli Angeli nel
1589,
all'interno del quale
la famiglia Villani godeva del jus patronato della cappella del
Crocefisso. |

Chiesa e
convento di Santa Maria degli Angeli in Nocera
Superiore |

Convento di Santa
Maria degli Angeli in Nocera
Superiore, Chiostro |
Carlo (n. 1757), del
ramo nocerino, Priore del cenobio dei Camaldoli in Napoli e
prescelto a Consigliere ed Amministratore della Real Casa;
Filippo Camillo,
sacerdote, figlio del conte Nicolò della Starza di Nocera, fu scelto
nel 1841 in qualità di cappellano del
Tesoro di San Gennaro;
stessa
sorte toccò a NICOLA, dello stesso ramo comitale, che due anni
prima, nel 1839, fu scelto anch’egli come cappellano del tesoro di
San Gennaro.
Emmanuela, nobildonna
nocerina che alla fine dell’800 lasciò il palazzo appartenuto alla
famiglia sin dal 1519 ed una rendita alle suore Crocefisse di Gesù
Sacramentato, affinché creassero un istituto per accogliere gli
orfanelli. Oggi a ricordo della benefattrice esiste una scuola
materna e l’orfanotrofio ad ella dedicati. |

©
Nocera Superiore,
Palazzo Villani, oggi istituto religioso, edificato nel 1519
dal N.H. notar Pacilio,
e ristrutturato
per il suo nuovo utilizzo.
Lo stemma sottostante è lo stesso posto
sul portale d'ingresso di questo palazzo che è quello donato
da
Emmanuela Villani alle suore. |
 |
Famosi per dottrina o per grado
eminente nelle Magistrature e nel Foro:
Giovanni, figlio di
Bartolomeo e
Alessandra
d’Afflitto, giudice di Vicaria
dal 1499 al 1514;
Fabrizio, suo figlio,
presidente della
Regia Camera
della Sommaria nel 1578;
Camillo, che secondo
il de Blasio ”non ebbe pari nella politica” e secondo il De
Lellis fu “giureconsulto prestantissimo, feudista massimo ed
avvocato preclarissimo”. Ascritto al sedile di Montagna nel 1570,
venne, nel 1612, nominato Consigliere del Consiglio di Santa Chiara;
Francescantonio,
marito di Lucrezia
Brancaccio, fu Real
Consigliere, Presidente della Regia Camera (1542-45) Reggente di
Cancelleria,
Vice Proton. del Regno e
Reggente in Madrid del Supremo Consiglio d’Italia (1552-70). Ebbe,
tra i suoi figli,
Andrea
e Camilla, costei
impalmata da Fabrizio
Carafa dei
Duchi d’Andria;
Filippo, Real
Consigliere, che con i nipoti
Gaetano e
Nicola di Nocera,
furono reintegrati nel 1783 nello jus patronato della cappella di S.
Maria della Rosa in San Domenico Maggiore in Napoli, del quale già
nel 1563 godeva il suddetto
Francescantonio con i suoi fratelli;
|
SACRÆ
. HVIVS . ÆDICVLAE. SVB . NOMINE . DIVÆ
. MARIÆ . DE . ROSA .
VETVSTISSIMO . PATRONATV . A . FAMILIA .
MARRAMALDA . AD . MVSCETTOLAM .
TRANSLATO . DEIN GERMANIS . FRATRIBVS .
FRANCISCO . ANTONIO . SVPREMI .
COLLATERALIS . CONCILĪ
. REGENTI . FABRICIO . REGIÆ . CAMERÆ
. SVMMARIÆ .
PRÆSIDI . ET .
CAMILLO . VILLANO . TERRÆ . POLLÆ
. VTILI . DOMINO .
SEDILIS . MONTANEÆ .
PATRICIS . IOANNIS . FRANCISCI . MVSCETTOLÆ
. LIBERALITATE . ANNO . SALVTIS . MDLXIII . PLENO . IVRE . CONCESSO
. POSTREMO .
PHILIPPVS VILLANVS . SACRI CONCILĪ . DIVÆ .
CLARÆ . REGIVS . CONSILIARIS .
EIUSQ . FRATRIS . FORTVNATI . FILI . COMES .
NICOLAVS . ET . CAIETANVS . CASTRI .
BATTIFERANI . VTILIS . DOMINI . ORTVM . A . CAMILLO . PER . CAROLVM
.
FRANCISCVM
. CÆSAREM . FRIDERICVM . AC . NICOLAVM
. SENIOREM .
RECTA . DVCENTES
. EIVSDEM . OB . MAIORVM
. ABSENTIAM . PENE . INTERMISSO .
POST . MAGNÆ . CURIÆ .
DECRETVM . BINIS . SACRI . REGĪ . CONCILĪ
. SENTENTIS .
CONFIRMATVM . AD . PRIMÆVA
. FVERVNT . IVRA . RESTITVTI .
RICCARDO . CARAFFA . DVCE . ANDRIÆ . ET .
SCIPIONE . DE . SANGRO . DVCE .
CASACALENDÆ . EX . IVRIBUS . CAMILLÆ . VILLANO
. PRINCIPISSÆ . CLVSANI .
REGENTIS . FRANCISCI . ANTONI . FILIÆ .
COMPATRONIS . EXISTENTIBVS .
ANNO . DOMINI . M . DCC . LXXXIX |

©
Napoli - Basilica di
San Domenico Maggiore, tra gli epifatti della Famiglia Villani nella
cappella
di S. Maria della Rosa |
CLARISSIMARVM . FAMILIARVM . PHILIPPI .
VILLANO . REGI . CONSILIARIS .
EIVSQ . NEPOTVM . E . MARCHIONIBVS . POLLÆ .
ET . DIANI .
RICCARDI . CARAFFA . DVCIS . ANDRIÆ . ET .
SCIPIONIS . DE . SANGRO .
DVCIS . CASACALENDÆ .
COMMVNE .
REQUIETORIVM . |
Camillo, figlio di
Francesco,
barone di Saragnano,
che fu eletto tra i 4 avvocati che costituirono la novella 4° ruota
del S. R. Consiglio.
GIUSEPPE, Giudice Regio, nocerino,
morto nel 1780;
PASQUALE, di Nocera, Governatore
della Terra di Albanella, morto il 30 novembre del 1770;
La famiglia Villani, o Villano,
utilizzando l’antica dicitura degli atti, si è imparentata con
famiglie illustri del napoletano, citiamo in primis i
Carafa della
Stadera, i
Pignatelli e i
Ruffo, i
dell’Abbadessa, gli
Spinelli e i
de Sangro, con i
Coppola di Canzano, i
Correale e gli Olivares, con i Blanco y
Blasco, con il ramo ducale dei
Revertera, con il ramo dei principi
Morra, gli
Antinori, i
Sersale ed altre di altrettanto
chiaro lignaggio.
|
Napoli, altare con lo
stemma partito Sersale e Villani |
© Napoli - Chiesa di San Lorenzo Maggiore con
la lastra tombale di Giovan Battista Villani nella
Cappella della
Trasfigurazione e i sottostanti epitaffi: |
QVOD . SIBI .
SVISQVE . POSVIT . PATRICIA .
FAMILIA . VILLANI . PIETATE . NON .
MINVS . QUAM .
NOBILITATE . PRÆCLARA
.
PER VETVSTVM
. SACELLVM .
INIVRIA . TEMPORVM . AB .
SPLENDORE . SVO . POENE (sic) DELAPSVM .
FRANCISCVS . EQVES . BLANCO .
EX . MATRE . HERES . VIR .
INCOMPARABILIS . TVM .
AD . OMNIA . OFFICIA .
QVA . DIVINA . QVA . HVMANA .
ITA . COMPARATVS .
VT . EIDEM . PAVCI
. PARES .
INVENIANTVR .
RELIGIONI . LITANS .
POSTERITATI . PROSPICIENS .
IN . ELEGANTIOREM . FORMAM .
RESTITVIT . ORNAVIT .
ÆRE . VLGARIS
(sic)
ANNO . MDCCXC |
D . O . M .
FRANCISCO
CLAVDII F. VILLANO
ET NICOLAO ATQ.
IANVARIO CLAVDII N. N
VNI CAMILLVS
F. ALTERI ALEXANDER PARENS
POSTREMO
HIERONYMVS
PATRICII
NEAPOLITANI
POST VETVSTVM
GENTIS SACELLVM RESTITVTVM
IN DISPARI
AFFECTV PARI PIETATE
VNANIMES
MOERENTESQ. B. M. PP.
ANN.
DNI MDCCIII |

Napoli, sepolcro di
don Claudio Villani |
D . O . M .
SACELLVM HOC
SVB TITVLO
TRANSFIGVRATIONIS D. N. I. X.
DICATVM
ET IN POTESTATE
GENTIS VILLANORVM
EX MARCHIONIBVS POLLÆ
PATRIT. NEAP.
OLIM CONSTITVTVM
DEINDE PERILLVSTRI FAMILÆ DE
ABBATISSA
EX FLORENTINA NOBILITATE
CAROLO II. ANDEGAVENSI REGNANTE
NEAPOLIM
PROFECTÆ
AC SVMMIS REGNIS
MVNIS HONESTATAE
NEC NON OPPIDIS MVLTIS DITATÆ
HÆREDITARIO IVRE OBVENTVM
CAMILLVS DE ABBATISSA
AD PERPETVAM REI MEMORIAM
HOC MONVMENTO
INSCRIBENDVM CVRAVIT
A. D. MDCCXCIII |
I rami nocerini, quelli viventi
nobilmente, hanno sempre contratto matrimoni con i notabili della
zona e a volta con membri della stessa famiglia, tant’è che nel
corso dei secoli spesso i matrimoni contrassegnati dallo stesso
cognome ritornano frequentemente negli alberi genealogici. |

©
Stemma della famiglia Villani di Nocera dipinto nel chiostro del
convento di Santa Maria degli
Angeli in Nocera Superiore, con il quale si rende palese come, anche
questo ramo, così come
quello napoletano, fosse imparentato con la
famiglia Carafa, duchi della stessa città. |

©
Palazzo Villani di San Clemente di
Nocera Superiore
con in primo piano la
cappella di Santa Maria di Loreto, edificata nel 1630 dal N.H.
Fabio Villani. |

©
Particolare
dello stemma posto sul portale di Palazzo Villani di San Clemente di
Nocera Superiore |

© Palazzo Villani di Pareti di Nocera Superiore, in una vecchia
foto con una suggestiva processione. |
L'edificio, costruito nella prima metà del 1700 dai
cavalieri
del S.R.I. della famiglia
Milano, fu
acquistato alla fine del 1800
dall'industriale
Gaetano Giuseppe Villani. |
©
N. H.
Gaetano Giuseppe Filippo Fortunato
Villani di Pareti e la consorte
N.D. Maria Emmanuela
Villani Palumbo |

©
Stemma
dipinto della famiglia Villani di Nocera |

© Napoli - Castel Nuovo - arma dei
Villani tra le insegne di altri nobili Casati. |
Ancora oggi, quando si
parla dei personaggi che hanno dato lustro a Napoli ed al Regno di
Napoli, la famiglia Villani viene ricordata
nelle
conferenze
che hanno per
tema la storia e l'araldica. |
__________________
Note:
1) da Istoria de' feudi del Regno
delle Due Sicilie di qua dal faro: "...Giovan Battista Gattola
de Martino impalmò Eleonora Raffaella Albito Carafa, Duchessa di
Roscigno e Sacco ed unica figliuola di Luigi e di Anna Maria
Villani Capece, ultima duchessa di Roscigno e Sacco; e da'
predetti coniugi nacque Paolo Gattola de Martino 2°, che è
l'attuale Duca di Roscigno e Sacco. II medesimo Duca Paolo con
Anna Gallola della Torre , eh'egli disposava nell'anno 1838,
procreava Concetta, Maria, Eleonora, Francesca, Annunziata e
Filomena. Cinque di queste figliuole sono tuttavia nubili,
imperocché Francesca nell'anno 1867 andava in isposa a Felice
Patroni Griffi, de' Conti di Calvi, Patrizio dell'illustre città
di Trani e Commendatore dell'Ordine Sovrano di S.Giovanni di
Gerusalemme." |
|