Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Ceva Grimaldi

Arma: inquartato, nel 1° e  4° fasciato d'oro e di nero (per Ceva); nel 2° e 3° fusato d'argento e di rosso (per Grimaldi).
Dimora: Napoli.
Titoli:
duca di: Caccuri, Telese (1609), delle Pesche (1793 - per successione casa Pisanelli);
marchese di: Pietracatella (1606), Montorio (1743 - per successione casa Mastrogiudice);
baroni di: Gambatesa;
patrizi di: Genova;
nobili di: Napoli fuori Piazza.


©  Arma della Famiglia Ceva Grimaldi

La nobilissima famiglia Ceva, di origini piemontese, vanta due Vescovi di Tortona: Giovanni dei Marchesi di Ceva dal 1364 al 1392 e Carlo Francesco Ceva (Milano, 1625 1700), dal 12 luglio 1683.

Biblioteca NA- Vescovi di Tortona
Ritratto del Vescovo Carlo Francesco Ceva
Per gentile concessione di Don Ernesto Stramesi, coautore del libro "Stemmario dei Vescovi di Tortona".

Il Casato nel 1390 si diramò con Gherardo, figlio secondogenito del marchese Oddo di Ceva, in Genova dove nel 1528 fu aggregato all'Albergo Grimaldi; da allora tutti i discendenti aggiunsero al proprio il cognome Grimaldi.
Nel 1545 Cristoforo Ceva Grimaldi († 1591) passò a Napoli, ove i discendenti furono ascrittì fuori Piazza
(1) e nel il 4 settembre 1793 furono aggregati al Real Monte di Manso(2), istituzione benefica con lo scopo di assicurare gratuitamente un’istruzione elevata ai figli delle famiglie patrizie napoletane e a quelle nobili aggregate come Montiste.

Detto Cristoforo nel 1566 comprò da Giovanni di Capua, conte di Altavilla, per la somma di 20.000 ducati la terra di Pietracatella, all'epoca in Terra di Capitanata, a pochi chilometri da Campobasso, insieme coi feudi di Caziello e Pisciariello; nel 1574 comprò dalla Regia Corte la portolania della medesima terra(3); nel 1575 acquistò i feudi di Solopaca e Telese, entrambi in Terra di Lavoro.
Giovan Francesco Ceva Grimaldi (Pietracatella, 1559
† 1618), fu creato da Filippo III nel 1606, 1° marchese di Pietracatella; sposò Vittoria del Balzo, figlia di Marcantonio barone di Santa Croce e Casalvatica.
Silvia ( 1592), sorella del citato Giovan Francesco, sposò Ascanio di Capua, patrizio napoletano. Fu sepolta in Pietracatella nella Chiesa di San Giacomo Apostolo.


Pietracatella, Chiesa di San Giacomo Apostolo, lastra tombale di Silvia Ceva Grimaldi


Epitaffio in ricordo di Silvia Ceva Grimaldi (4)


Pietracatella, Chiesa di San Giacomo Apostolo, ciò che resta di uno stemma interzato in palo, di Capua - Grimaldi e Ceva

Bartolomeo Ceva Grimaldi (1591 † 1663), figlio del duca Giovanni Antonio e di Emilia Adorno, 2° duca di Telese alla morte del padre (1616) sposo Adriana Cavallo, nobildonna di Amantea(5).

Giuseppe Francesco Agostino Domenico Andrea Aniceto Ceva Grimaldi (Pietracatella, 1631 1707), figlio di Francesco Aleramo noto come Diego Francesco ( 1678) e di Teresa Ramirez de Montalvo dei marchesi di San Giuliano, 3° marchese di Pietracatella e  patrizio genovese, comprò il feudo di Gambatesa dai creditori di Maria Vincenza de Regina nel 1698 per la somma di 4.500 ducati; inoltre comprò nel 1701 la terra di Macchia (oggi Macchia Valfortore); nel 1667 sposò Giulia Montalto, figlia di Ludovico dei duchi di Fragnito, patrizio napoletano, e di Beatrice Sanseverino dei baroni di Calvera.
Giovan Francesco Maria Niccolò Domenico Pio Antonio (Pietracatella, 1673 1707), figlio terzogenito dei predetti coniugi, sposò nel 1700 Sinforosa Mastrogiudice, figlia ed erede di Luigi marchese di Montorio, e di Beatrice Carmignani ( 1743); il loro figlio Giuseppe Maria (Pietracatella, 1705 1757) ereditò i feudi di Gambatesa, Matrice, Macchia, Bonefro e Mntelongo, e i titoli di marchese di Pitracatella e marchese di Montorio; sposò nel 1731 Angela Pisanelli dei duchi delle Pesche.
La marchesa Sinforosa Mastrogiudice, nell'anno 1726 circa, si unì
 ad altri benestanti e titolati di Toro e del circondario per affrescare il chiostro del Convento dei frati francescani di Toro, in onore di papa Benedetto XIII (1724-1730), arcivescovo di Benevento in carica ed ex signore feudale di Toro. Il dipinto esposto nel chiostro raffigura la beata Rosa da Viterbo (1233 1251) uscire indenne tra le fiamme.


Toro (Campobasso), chiostro dei frati francescani, affresco raffigurante la Beata Rosa
Si ringrazia il collaboratore Aniello Gatta per aver inviato le immagini


Dedica della marchesa di Pietracatella, stemma partito Ceva Grimaldi e Montalto

Teresa Orsola Clara Agnese Agata Rosa (Pietracaletta, 1669 1732), sorella di detto Giovan Francesco Maria Niccolò Domenico Pio Antonio (1673 1707), nel 1689 sposò Tiberio Brancaccio, patrizio napoletano e 3° barone di Corropoli.


Napoli, stemma partito Brancaccio e Ceva Grimaldi

Nel 1678 Antonio e Tommaso Ceva Grimaldi, e nel 1680 il già citato Giuseppe (1631  1707), 3° marchese di Pietracatella, furono confratelli dell'Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce, prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel 1290 con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al secolo Giovanni Gaetano Orsini (1216 1280), ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72). L’istituzione che fin dalle origini ha operato per il bene della collettività, assistendo i più bisognosi, vanta tra i suoi membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e il fior fiore della nobiltà, con innumerevoli  togati, uomini d'arme, pubblici reggitori, esponenti delle lettere e delle arti, tra i quali spiccano Jacopo Sannazaro (1455 1530),  i Cardinali Rinaldo Brancaccio (nel 1384 fece erigere la prima navata della chiesa) e Astorgio Agnese, e il duca di Maddaloni  Domenico Marzio Carafa, Priore dell’arciconfraternita nel 1724.
Nel giardino dell'Arciconfraternita si riunirono nel 1485 i nobili per cospirare contro re Ferrante I d'Aragona.
Nel 1723 aderì all'Arciconfraternita anche il duca di Tolve, Marcello Ceva Grimaldi; nel 1853 fu confratello anche Francesco Ceva Grimaldi (Napoli, 1831
† Roma, 1899), nobile napoletano e patrizio genovese, duca delle Pesche, 7°marchese di Pietracatella e di Montorio, Gentiluomo di Camera con esercizio di S.M. il Re delle Due Sicilie, Senatore del Regno d'Italia dal 1876 e Cavaliere dell'Ordine Costantiniano. sposò Costanza Statella dei principi di Cassano.


Il duca Francesco Ceva Grimaldi

Il duca Francesco, figlio del marchese di Pietracatella e cavaliere del Real Ordine di San Gennaro e del Real Ordine di San Ferdinando e del merito Giuseppe Ceva Grimaldi (Napoli, 1777 † ivi, 1862), abitò prevalentemente a Napoli nella villa, un tempo adornata con giardini, statue e fontane, che nel 1760 la sua ava Angela Maria Pisanelli, duchessa delle Pesche e moglie del marchese di Pietracatella Giuseppe Maria Ceva Grimaldi (1705  †  1757), l'aveva restaurata e ingrandita. Il senatore morì a Roma ma fu sepolto a Napoli nella cappella di famiglia.


Napoli - Villa Ceva Grimaldi, oggi Istituto scolastico

Alla villa, suddivisa da quattro edifici, si accedeva mediante un lungo viale che divideva il fondo con circa 40.000 alberi e due giardini all'inglese(6).

A seguito di matrimonio tra Raffaele Petra (Napoli, 1798 † ivi, 1873) e donna Rachele Ceva Grimaldi, duchessa di Caccuri († 1853), il titolo di duca di Cuccari passò in casa Petra.

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e per Francesco Maria, Giuseppe e Rachele Ceva Grimaldi il Registro della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà” – Archivio di Stato di Napoli.

 Fonti:
- Archivio di Stato di Napoli - Serra di Gerace, Alberi genealogici manoscritti
- Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana.
-
Giovanni Mascia, Affreschi per il Papa, Arte, fede e storia nel chiostro e nel convento di Toro, Campobasso 2008.

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Note:
1) Francesco Bonazzi di Sannicandro, "Famiglie nobili e titolate del Napolitano"
2) Vincenzo di Sangro, "Genealogie di tutte le famiglie patrizie napoletane e delle nobili fuori seggio".
3) Lorenzo Giustiniani, "Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli".
4) -
Traduzione di Franco Valente (https://www.francovalente.it/2013/12/31/silvia-grimaldi-vedova-a-pietracatella/ ): “Qui giace Silvia dei marchesi Ceva-Grimaldi della cui vita si ammirarono fino a ora la bontà d’animo, l’eleganza, la purezza e la pietà.
5) - Manoscritto 469121 - "Notices sur les principales familles du Royaume des Deux Siciles", Parigi 1858, pag. 70.
6) Maria Mautone, "Ville al Vomero".


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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