Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia de Regina

A cura di Aniello Gatta

Arma: 
la piu’ antica: di rosso, alla banda di verde filettata d’argento caricata da tre fiorellini dello stesso abbottonati d’oro;
poi: d’azzurro, alla banda d’argento caricata di tre rose di rosso.
Titoli: nobili napoletani fuori Seggio, conti di Castel S. Vincenzo (1741), conti di Macchia di Valfortone (1559), duchi delle Pesche (1634), duchi di Grottolelle ?
(1).
Dimore: Napoli e San Vincenzo al Volturno.


Stemma de Regina duchi di Pesche

Dell’antichissima e nobile famiglia napoletana de Regina, chiamata Regina o della Regina in alcuni testi, si hanno notizie ai tempi di re Guglielmo II detto il Normanno con il capostipite Roberto de Regina.
Fu feudataria di Baja, Carpinone, Castel di Ruvo, Castelluccio, Ferrari, Gambatesa, Latini, Malamerenda, Salcito.
Ricevuta nel S.M.O. di Malta, in Priorato, nel 1664 come quarto materno di Giacomo d’Aquino, e nel 1702, quarto ava materna di Gio. Battista Cioffi, avendone fatta la prova da Orso di Regina, primo stipite, dall’anno 1322.
Nicola Antonio fu creato cardinale dal Pontefice Giulio II, al secolo Giuliano della Rovere (1503 - 1513).
Giovanni Antonio fu Giustiziere di Lecce nel 1577.
Francesco fu Giustiziere di Calabria nel 1596.
Landolfo fu Cappellano Regio e Canonico napoletano.
Il feudo di Macchia (Macchia Valforte), all’epoca in Provincia di Capitanata ed oggi comune in provincia di Campobasso, apparteneva alla famiglia de Regina prima del 1482, poiché, in detto anno, Francesco de Regina ne ebbe rinnovata l’investitura da re Ferdinando I d’Aragona.
Filippo II d’Asburgo-Spagna il 1° luglio 1559 elevò il feudo di Macchia a contea.

Macchia Valforte (Campobasso), chiesa di San Nicola, epigrafe del 1520 in ricordo dei coniugi Gaspare de Regina e Lucrezia Caracciolo
che contribuirono alla realizzazione della Cappella dedicata a S. Caterina d'Alessandria; a destra: stemma partito de Regina e Caracciolo
Si ringrazia il collaboratore Aniello Gatta per le immagini

Il feudo di Salcito, terra in Contado di Molise, in diocesi di Trivento, poco distante da Campobasso, fu concesso nel 1472 da re Ferrante I d'Aragona a Giovanni di Monticello insieme al Castello di Pietravalle, Pietrafendente, Guasto, la metà del casale di Gambatesa e la metà di Malamerenda che erano disabitate, confiscate a Bartolomeo Pietravalle per delitto di fellonia.
Nel 1514 Salcito passò a Gio. Antonio di Regina, barone di Macchia; la famiglia governò Salcito sino all'anno 1652, quindi subentrò la famiglia Francone.
Nel 1585 i de Regina ebbero il possesso della terra di Castel S. Vincenzo, all’epoca in Terra di Lavoro, dal 1799 con la Repubblica Napoletana fu inserita nel dipartimento del Volturno e dal 1861 alla provincia di Isernia.
Ultimo intestatario di Castel S. Vincenzo nel 1788 fu Muzio de Regina.

Anna Maria
de Regina dei conti di Macchia sposò Ignazio Friozzi, patrizio di Capua, ed ebbero per figli: Lorenzo, e Maria Aniella la quale sposerà Luigi Ricciulli del Fosso (Napoli, 1730 † Parenti, 1772) barone di Parenti, feudo in Calabria Citra, il loro figlio Francesco (Napoli, 14 novembre 1766), nel 1773 fu ammesso nel S.M.O. di Malta, con i quarti: Ricciulli, Montalcino, Friozzi, e de Regina; nel processo per l'ammissione le prove della Famiglia de Regina partono da Giovanni Antonio, conte di Macchia (1552) e procedono attraverso le successive generazioni di Isidoro, Ottavio, Giovanbattista, Ottavio, Muzio, ed Anna Maria, ava materna del candidato (2).
Nel 1610 Pietro Spinelli vendette Pesche, terra in Contado di Molise, a Cesare di Regina per ducati 4.500; nel 1624 Giulio ottenne il titolo di duca di Pesche. Il feudo passò in casa Pisanelli a seguito di matrimonio tra Maria Vincenza, figlia di Giulio de Regina e Andrea Pisanelli;  infine il feudo passò alla famiglia Ceva Grimaldi dei marchesi di Pietracatella.
Il ramo della famiglia Macedonio duchi di Grottolelle, feudo in Principato Ultra, si estinse in Eleonora Macedonio, figlia di Domenico e di Maria Francesca Berio dei conti di Salza,  che sposò Nicola de Regina, conte di Macchia (si veda nota 1).
Gennaro de Regina (Napoli, 22-9-1828
ivi, 8-5-1876) fu Alfiere del corpo scelto di fanteria del battaglione Tiragliatori della Guardia Reale dell’esercito delle Due Sicilie.


Tiragliatori della Guardia Reale

La famiglia de Regina risulta iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà italiana, e nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano coi titoli di conte di Macchia, predicato di S. Vincenzo al Volturno, in persona di Nicola (n. Napoli, 22-10-1840), figlio del conte Bernardo (1811 1853) e della contessa Maria Giuseppina Casazza.

Per la genealogia si consiglia di consultare le Tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e per Francesco, Giulio Cesare, Nicola e Raffaele de Regina il Registro degli Affari della Real Commissione dei Titoli di Nobiltà.

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Note:

(1) -
Scipione Macedonio 3° (n. 23-5-1763), duca di Grottolelle, sposo di Marianna Berio, aveva tre sorelle Marianna andata in sposa al marchese di Arielli Costa, Mariantonia che morì nubile, ed Eleonora che sposò il conte di Macchia e generò Nicola de Regina; a quest’ultimo dunque ricadrebbe il titolo di duca di Grottolelle, essendo egli nel 4° grado feudale all’ultimo duca Francesco Macedonio 3° (n. 4-9-1783), marito di Maddalena Imperiale dei principi di Sant’Angelo dei Lombardi, che morì senza eredi.
(2) - Mario Pellicano Castagna, “Processi ai Cavalieri Gerosolimitani Calabresi”, Frama Sud, 1978, pag 85.
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Bibliografia:
- Berardo Candida Gonzaga, “Memorie delle famiglie nobili delle Province Meridionali d’Italia”, Napoli, 1875.
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia storico-nobiliare Italiana”, Arnaldo Forni Editore.
- Erasmo Ricca, “La Nobiltà del Regno delle Due Sicilie”, Napoli, 1839.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti”, Pisa 1896.

- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Famiglie nobili e titolate del Napolitano”, Arnaldo Forni Editore, 2005.
- Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta, “Elenco storico della Nobiltà Italiana”, Tipografia Poliglotta Vaticana 1960.
- Giuseppe Lumaga, “Teatro della nobiltà dell'Europa ovvero Notizie delle famiglie nobili, che in Europa vivono di presente, e che in lei vissero prima ...”, Napoli 1725
- Carlo Padiglione, “Trenta centurie di Armi Gentilizie”, Napoli, 1914.
- Roberto M. Selvaggi, “Nomi e volti di un esercito dimenticato”, Grimaldi & C. Editori, Napoli 1990.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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