Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.  

Baldacchini Gargano

A cura del dr. Giuseppe Pizzuti

Arma: inquartato, nel 1° e nel 4° d’azzurro all’albero di quercia al naturale nodrito sulla pianura di verde, sormontato da un crescente tra due stelle (8), il tutto d'oro, ed accostato ai piedi da due ricci affrontati del secondo (Baldacchini); nel 2° e nel 3° d'argento a tre bande di rosso al capo d’oro con tre tortore ferme di nero ordinate in fascia (Gargano).
Titoli: patrizi di Amantea, patrizi di Barletta.
Dimora: Napoli

© Immagine proprioetà www.nobili-napoletani.it (M.-V.O.)
 © Napoli - Stemma della Famiglia Baldacchini Gargano.

La Famiglia Baldacchini, originaria di Cortona (Arezzo), tra le altre prerogative ebbe la Signoria di Castel Gherardo, si trasferì nel Napoletano agli inizi del XV secolo dove godette la nobiltà in Calabria Citra, nella Città Regia di Amantea, la cui Famiglia godette gli onori del Sedile di San Basilio sin dalla sua istituzione nel 1501.
Giovanni, fu milite e Regio Familiare sotto i d'AngiòNicolò, Ambasciatore della sua Città presso re Ferdinando II d'Aragona detto Ferrantino del quale fu Regio Familiare, il 25 marzo 1495 gli faceva riconoscimenti per i servizi prestati in tempo di guerra, espressi con speciale diploma, ottenendo l'ufficio di Secreto della Città Regia di Cosenza. Sposato a Geronima d'Amato dei patrizi di Amantea, ha avuto come figli: Giulia, e Giovanni Andrea (n. 1522), U.J.D., sposato, in prime nozze ha avuto come figli Luigi Antonio, U.J.D., Giudice di Reggio, Auditore di Principato Citra, sposato a Cornelia d'Amato, ha avuto come figli Fabio, Beatrice, e Laudonia, sposata a Fabrizio Mirabelli; Prudenzia (n. 1552); Lavinia (n. 1555), sposata a Carlo d'Amato, Signore di Molendino. In seconde nozze Giovanni Andrea aveva sposato Violante Marino, dei patrizi di Amantea, ha avuto come figli: Ottavio (n. 1578); Fabrizio (n. 1571); Costanza, sposata ad Orazio Spina; Diana; Scipione (n. 1561), la sua linea verrà descritta di seguito; e Sertorio (n. 1568), U.J.D., sposato a Prudenzia Cerasia, ha avuto come figli: Alberico, e Michele, ricevuti rispettivamente nel 1631 e nel 1638 come Cavalieri di Giustizia nell'Ordine di Malta; Pietro; Giovan Domenico; Mario (n. 1612), U.J.D., celebre avvocato in Napoli dove viveva, sposato a Vittoria de Barberiis ha avuto come figli Giulia (n. 1633), Ippolita (n. 1635), Cesare (n. 1636); e Giovan Battista (n. 1609), Giudice di Reggio, Auditore della Calabria Ultra, sposato in prime nozze a Giulia Carratelli, in seconde nozze con Isabella Buongiovanni di Tropea con la quale ha avuto come figli: Prudenzia, sposata prime nozze a Francesco d'Amato, in seconde nozze a Francesco Carratelli; Felice (n. 1640), sposato ad Antonia Galzerano figlia di Giuseppe, patrizio di Tropea, non ebbe prole; ed Antonio (n. 1637), sposato a  Laudonia Baldacchini, figlia di Luzio, ha avuto come figli: Geronima; Anna (n. 1669); Domenico (n. 1670); Isabella (n. 1673); e Matteo (n. 1672).
Linea di Scipione (n. 1561), sposato a Livia d'Amato, ha avuto come figli: Jacovo Giovanni (n. 1599), U.J.D., sacerdote; Giulio (n. 1604); Giovanni Andrea (n. 1614); Orazio, Ambasciatore della Città di Amantea presso Re Filippo IV d'Asburgo-Spagna, il quale ottenne la conferma dei privilegi con cedola data in Madrid il 17 dicembre 1631, ha avuto come figlio Ottavio (n. 1626); Dezio, sposato, ha avuto come figli Carlo (n. 1627), chierico, e Luzio (n. 1621), sposato, ha avuto come figlie Livia (n. 1651), e Laudonia, sposata ad Antonio Baldacchini.


Stemma Carratelli di Amantea


Stemma Carratelli

Matteo Baldacchini (n. 1672),  sposato a Camilla Cordova, ha avuto come figli: Rosa (n. 1700), monaca; Ippolita (n. 1699), monaca; Antonio (n. 1694); Giulia (n. 1693), sposata a Carlo Cavallo; e Mario (n. 1690), sposato ad Eleonora Cavallo ha avuto come figli: Chiara (n. 1733), monaca; Diana (n. 1731); Costanza (n. 1729); Maria (n. 1728); Felicia (n. 1727); Laudonia (n. 1717); Matteo (n. 1719); e Giuseppe (n. 1715), sposato a Felicia di Francia di Tropea, figlia di Francesco, patrizio delle città di Tropea e Cosenza, e di Caterina Mottola dei marchesi d'Amato, ha avuto come figli: Giuseppe (n. 1742, postumo); Mario (n. 1741); Eleonora (n. 1739), sposata a Giuseppe Barone di Tropea; Giovan Battista (n. 1737); Raffaella Eleonora (n. 1736), monaca; e Francesco Saverio (n. 1738), fece testamento il 26 dicembre 1806 per mano del notaio Filippo Bruni di Serra, possedeva due masserie una detta la Marinella, l'altra Campora,  sposato ad Anna Maria Cavallo ha avuto come figli: Felicia (1776 † 1864), sposata ad Orazio Carratelli; Maria Fortunata (n. 1769), monaca; Maria Eleonora (n. 1766), monaca; e Giuseppe (n. 30 settembre 1762), adottato il 18 dicembre 1771, con atto rogato dal notaio Antonio Rinaldi di Cerignola, da Fabio Gargano († 10 aprile 1781, sepolto nella chiesa dei Padri Domenicani della città di Barletta, nella cappella gentilizia di San Tommaso d'Aquino), patrizio di Barletta, figlio di Donato Antonio e di Candida Naccarelli Capece, figlia del marchese di Mirabella; Fabio, ultimo della sua casata (Famiglia di guerrieri normanni venuti in Sicilia, poi diramata in Puglia sul Monte Gargano, dal luogo si denominò Gargano), fu Regio Governatore in diverse città demaniali del reame, nel 1742 fu mandato a reggere la città di Cosenza, nel 1743 la città di Amantea, dove, il 3 maggio 1745 sposò Felicia di Francia, vedova di Giuseppe Baldacchini, alla fine della sua carriera si ritirò a Barletta al cui patriziato venne aggregato il 28 giugno 1763, aveva avuto un figlio ma gli morì in tenera età, così decise di adottare, nel 1756, Giuseppe Baldacchini (n. 1742, postumo), figlio del citato Giuseppe, di costituzione gracile, nel 1761 volle entrare nell'Ordine dei Gesuiti, a seguito della loro espulsione dal regno, fece ritorno a casa e l'anno seguente, nel 1768, morì; presi dallo sconforto Fabio e Felicia chiamarono a Barletta Giuseppe Baldacchini (n. 30 settembre 1762), nipote del defunto figlio.
Giuseppe Baldacchini (n. 30 settembre 1762), aggiunse al proprio il cognome Gargano per adozione od arrogazione, approvata con Regio Privilegio del 31 marzo 1773, creando la Casata Baldacchini Gargano, trasferitosi in questa città, con tutti i suoi discendenti fu aggregato al patriziato di Barletta, sposato in prime nozze, il 1° maggio 1779, a Margherita Ferrari dei duchi di Parabita, rimase vedovo dopo pochi anni senza prole, nel giugno 1796, in seconde nozze sposò Giovanna Vecchione, figlia di Michele, giureconsulto, ha avuto come figli: Fabio (n. 12 febbraio 1799), morto bambino; Michele (n. 11 febbraio 1803), filosofo e letterato, Accademico Cosentino, il Governo Italiano lo nominò Cavaliere dell'Ordine Mauriziano; e Francesco Saverio Ludovico Michele Ruggiero Raffaele, conosciuto come Saverio (29 aprile 1800 † 13 marzo 1879), patrizio di Amantea, patrizio di Barletta, Commendatore dell'Ordine Mauriziano e della Corona d'Italia, Socio dell'Accademia Reale di Napoli, Deputato del Regno d'Italia, ma non prestò giuramento, poeta e letterato, dopo la morte di suo padre si trasferì con la famiglia a Napoli; strinse amicizia, tra gli altri, con Carlo ed Alessandro Poerio, il 22 marzo 1848 era stato nominato membro della Commissione per formare il progetto di riforma dell'ordinamento dell'insegnamento pubblico e per la censura sui metodi e l'abilità dei professori, dalla Provincia di Bari fu eletto per due volte come Deputato al Parlamento Napolitano, nel 1840 sposò Carolina de Curtis († 11 novembre 1869), già sposata in prime nozze con l'avvocato Luigi Bonghi, a lei, Ottavio Serena dedicò la monografia sulla Famiglia Baldacchini, ha avuto come figli: Livia (Barletta, 20 aprile 1800 † Napoli, 14 marzo 1879), sposata a Napoli il 30 maggio 1870 al conte Francesco Bonazzi di Sannicandro, patrizio di Bergamo e di Bari, Cavaliere Gerosolimitano; Olimpia, sposata il 9 settembre 1872 al Cav. Alfonso de Clario di Finocchito, patrizio di Salerno; Giovannina (morta bambina ); Giuseppe (morto bambino); ed il primogenito Mario (17 agosto 1848 † Genova, 19 dicembre 1896), sposato il 30 agosto 1871 ad Isabella de Vito Piscicelli de La Cruz Ahedo († Napoli, 17 giugno 1906), figlia di Antonio e di Carmela di Sangro dei principi di Fondi, ha avuto come figli: Eva [n. in San Maurizio (Svizzera), 23 settembre 1884]; Margherita (n. Napoli, 3 giugno 1778), ivi sposata il 4 ottobre 1900 a Ferdinando Zezza, barone di Zapponeta; Giovanna (n. Napoli, 19 dicembre 1775), sposata a Teano il 28 novembre 1896 ad Ignazio Maria de Vito Piscicelli de La Cruz Ahedo (n. Napoli, 1875); Carolina (n. Napoli, 12 marzo 1774), ivi sposata il 18 luglio 1898 a Walter von Then; Francesco Saverio (n. 22 dicembre 1872); e Michele (n. Napoli, 15 febbraio 1883), patrizio di Amantea, patrizio di Barletta, ascritto all'Elenco Regionale. Sposato il 5 settembre 1904 a Vittoria Giudice Caracciolo dei principi di Villa e Cellammare, ha avuto come figlie: Maria Carolina (n. Napoli, 31 luglio 1905); Isabella (n. Napoli, 28 agosto 1906); Anna (n.  Napoli, 26 ottobre 1909).

Barletta - Stemma di Fabio Gargano, timbrato da corona di patrizio, posto sulla facciata del palazzo di fronte alla chiesa dei Padri Domenicani, lo scudo è partito d'uno e troncato di tre formando otto quartieri: nel 1° di Francia (consorte), nel 2° Naccarelli (madre),
nel 3°
Mottola (madre della consorte), nel 4° Capece (ava materna), sotto di esso Brancaccio...etc.; sul tutto lo scudetto Gargano.
Si ringrazia l'Info Point Turistico di Barletta per averci inviato la foto


Opera di Saverio Baldacchini

Per la genealogia si consiglia di consultare le Tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.

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Bibliografia:
- Gustavo Valente “Dizionario bibliografico biografico geografico storico della Calabria” Vol.II, Frama Sud 1989.
- L'Araldo “Almanacco Nobiliare del Napoletano 1884, 1887”, Enrico Detken, libraio editore, Napoli 1883, 1886.
- Ottavio Serena, “Della Città di Amantea e principalmente di una delle sue nobili famiglie”, Stamperia della Regia Università, Napoli MDCCCLXVII.


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI

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