Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Veraldi

A cura del dr. Giuseppe Pizzuti

Arma: d'azzurro, all'aquila bicipite al naturale coronata d'oro (1).
Titoli: nobili di Taverna, baroni di Pausino, baroni di Donna Cubitosa, baroni di Cerisicchia.


Taverna, Palazzo Veraldi. Stemma

Rami dei baroni di Pausino

Il feudo di Pausino detto anche di Serralta o Mandragrande, ubicato in Calabria Ultra nella Regia Sila in territorio di Taverna, oggi denominato Posino, con un'estensione di 600 tomolate.
Parisio Veraldi avendo parteggiato per il re Ferdinando II d'Aragona, contro il francese invasore, re Carlo VIII di Valois, re di Napoli dal 22 febbraio 1495 al 6 luglio dello stesso anno, con a capo il Capitano Obegny costretto al ritiro a seguito della costituzione della Lega Santa. Il re Ferdinando attraverso il suo Vicario in Calabria, Giacomo Conte, gli concesse, con privilegio del 10 giugno 1495 dato a Misuraca, i beni confiscati a Clemente Morrone ed ai suoi successori in quanto filofrancesi di lunga data. Inoltre gli concesse, per sé ed i suoi successori, il feudo di Pausino confiscato a Leonardo Marincola per essersi ribellato e tradito il re, la cessione fu confermata il 10 dicembre 1496, e con Diploma del 30 gennaio 1526 dall'Imperatore Carlo V.
Scrisse Padre Giovanni Fiore che Parisio Veraldi, nel 1528, fu a capo di 400 uomini armati dalla città di Taverna per difendere Catanzaro dalle truppe del maresciallo Odet de Foix, conte di Lutrec, incaricato dal re di Francia Francesco I per conquistare la città. Mario Pellicano Castagna dubitò che potesse trattarsi dello stesso Parisio per ragioni cronologiche.
Ferdinando, figlio di Parisio, gli succedette nei feudi, ebbe per fratelli Alfonso e Michele, che unitamente al padre furono nominati familiari della regina Giovanna, detta la pazza, madre dell'imperatore Carlo V, privilegio confermato a Ferdinando dal re Filippo II d'Asburgo-Spagna.
Cola Maria, è indicato nel Cedolario 82, f. 33t. come successore di Ferdinando, nel 1615 vendette il feudo di Pausino a Girolamo Veraldi, nobile di Taverna e suo congiunto, per 750 ducati, seguì il Regio Assenso nello stesso anno. Ebbe per figli Paolo e Ferdinando. Cola Maria fece parte del Sedile Nobile di Taverna sin dalla sua istituzione nel 1604 unitamente a suo fratello Giovan Tommaso († 1616), U.J.D., sposato ad Antonella Jasolini (Jazzolino o Jazzolini), nobile di Taverna, il quale prima di morire lo elesse come suo erede.
Il citato Girolamo seniore U.J.D., barone di Pausino, fu uno dei più celebri giureconsulti del suo tempo, era figlio di Lucio, nobile di Taverna, facente parte del Seggio dei Nobili dal 1604. Ebbe per figli Giuseppe seniore ed il primogenito Alfonso seniore, erede del feudo, che sposando Lucilla Schipani ebbero per figlia Margherita, la quale si intestò il feudo il 7 settembre 1697; sposò Felice Poerio ed ebbero l'unica figlia di nome Rosa. La baronessa Margherita vendette il feudo di Pausino il 20 maggio 1706 a Filippo Dardano, U.J.D., nobile di Taverna, con Regio Assenso del 10 luglio dello stesso anno, figlio di Lopez Antonio Dardano e di Beatrice Veraldi, sposò Beatrice Preti dei patrizi di Cosenza. Filippo Dardano retrocedette il feudo a Margherita Veraldi il 6 aprile 1709, che lo trasferì al cugino, Girolamo juniore, figlio dello zio Giuseppe seniore e fratello del barone Alfonso, il quale ebbe per figli: Alfonso juniore, barone del feudo di Donna Cubitosa e Cerisicchia, e Giuseppe juniore che ereditò il feudo, sposò Elena Galzerano, nobile di Cropani, che gli portò in dote il fondo Nasari detto anche di Antonio Mazza, ebbero per figlio Tommaso seniore († 1790) il quale comprò ufficialmente il feudo da Camilla e Caterina Dardano (sorella e figlia di Filippo) con Regio Assenso del 27 luglio 1733, in quanto i precedenti passaggi non erano stati convalidati con il Regio Assenso. Sposò Edvige Ramirez, nobile di Crotone, ebbero per figlio, tra gli altri, Vincenzo, Sindaco dei Nobili di Taverna nel 1797, sposato a Maria Amelia Toraldo dei patrizi di Tropea generarono Tommaso juniore († Taverna, 1832) il quale successe a suo nonno in quanto suo padre gli premorì, ebbe l'ultima intestazione perchè colpito dalle leggi sull'eversione (abolizione) della feudalità del 1806; sposò in prime nozze Teresa de Nobili, dei baroni di Magliacane, ed in seconde nozze Teresa Marincola Cattaneo.
Vincenzo († Taverna, 1868), figlio di Tommaso e Teresa de Nobili, come figlio primogenito ereditò il titolo, il 21 febbraio 1819 sposò Beatrice Gironda Veraldi, di Cesare e Beatrice Marincola Pistoia, ed ebbero come figlio Paride (Taverna, 1819 † ivi, 1898), sposò a Catanzaro,  l'11 ottobre 1838 Teresa di Francia e generarono Vincenzo (Catanzaro, 1841 † ivi, 1907) che sposò Giuseppa de Caria ed ebbero per figli: Elisa; Marietta, sposata a Pasquale Cinimino; Caterina, sposata a Tommaso Squillace; Beatrice, sposata a Cesare Sinopoli; Maria Antonia, sposata ad Antonio Mannella; Teresa; Pasquale; e Paride, i figli maschi premorirono al padre nel 1891.


Taverna, Palazzo Veraldi

Ramo dei baroni di Donna Cubitosa o Ciriciglia e Cerisicchia

Feudo appartenuto sin dal Quatrocento alla nobile famiglia Blasco, di origine siciliana, per concessione del re Alfonso I d'Aragona, situato presso Taverna, retto jure longobardorum, era diviso in tre parti, una di esse fu intestata da Alfonso Veraldi († 1770) il 16 aprile 1740 per vendita fattagli da Marcello Poerio il 3 dicembre 1733, era figlio di Girolamo juniore, barone di Pausino.
Nello stesso anno acquistò, per 700 ducati, il feudo di Cerisicchia o Fichicello presso Cosenza.
Giuseppe Antonio (†1798), con istrumento del 3 settembre 1751, ebbe refuta e donazione dei feudi da suo padre, barone Alfonso, come stipulato nei capitoli matrimoniali con Clarice Gironda, ebbe intestazione il 5 dicembre 1760; fu Sindaco dei Nobili di Taverna nel 1782; ebbero per figli: Francesco Gaetano, il quale fu adottato dallo zio materno Cesare Gironda a patto che assumesse il doppio cognome dando origine alla Casata Gironda Veraldi, sposò Giovanna Schipani; ed il primogenito Rinaldo, il quale ebbe l'ultima intestazione dei feudi il 13 maggio 1804.


Taverna, Palazzo Veraldi

Altri Personaggi di Casa Veraldi

Michelangelo (Taverna, 29 settembre 1650 † Martirano, novembre 1702), si laureò in teologia a Roma nel 1677, parroco della chiesa di San Benedetto in Priscinula a Roma, nel 1693 fu nominato da Papa Innocenzo XII Vescovo di Martirano e rimase in carica sino alla sua morte; nel 1702 era stato delegato dalla Sacra Congregazione dei Riti per la causa di beatificazione di frate Umile da Bisignano.
Domenico Felice
, nato a Nicastro, visse nel Seicento, fu avvocato, poeta ed autore di teatro. Accademico degli Arcadi col nome di Calisto Calio. Fu Cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro; scrisse Viaggio d'Italia, ed Isole adiacenti.
Rodolfo
Veraldi-Gargano, abate, teologo, chierico della diocesi di Catanzaro, canonico della Cattedrale di Belcastro. Da un atto del notaio Sebastiano Corfì del 7 agosto 1739 è riportato un dissidio tra la Commenda di Belcastro dell'Ordine di Malta e la Curia Vescovile: Sia noto a tutti qualmente Io don Ignatio Astorini Frà Cappellano della Sacra et Inclita militare Religione Gerosolimitana hò havuto notitia che la Curia Vescovile della Città di Belcastro, e proprio quel Reverendissimo Signor Vicario Generale Canonaco don Ridolfo Veraldi, ed il Reverendo don Angelo Gualtieri Promotor Fiscale di quella Curia et il Reverendo Cancelliere don Gio. Baptista Scheri hanno animosamente havuto ardire relassare alcuni Cedoloni e quelli affigerli, e farli affigere nelli luoghi di quella Diocesi contro la mia persona nonostante che avendo i sopradetti e la Curia medesima più volte pubblicato et affisso molti monitori, et anche fatti notificare quelli a me nella mia propria abitazione che tengo nella terra di Andali luogo della medesima Diocesi, dove stanno situati tutti gli effetti dellla mia Commenda sotto il titolo di San Giovanni Gerosolimitano, alli quali monitorj Io sempre mi sono opposto con l'eccettioni della mia esentione in virtù delle Bolle Pontificie e Privilegj Apostolici con i quali vengo dichiarato nullius Diocesis, et Immune et libero di qualunque aliena jurisdizione... .
Rodolfo rinunziò all'incarico di canonico della Cattedrale di Belcastro nel 1744 e gli successe Tommaso Policastrese.
Possedette il fondo Vasenza in territorio di Belcasto che poi lasciò a suo fratello Tommaso. Nel 1796, nacque un contenzioso per la succesione dei beni dell'abate Rodolfo tra i fratelli Tommaso, Giuseppe Antonio e Diego che si placò solo con l'intervento del Vescovo di Catanzaro, monsignor Giambattista Marchese.
Giuseppe, fu Sindaco dei Nobili di Taverna nel 1720.
Antonio, fu Sindaco dei Nobili di Taverna nel 1726.
Tommaso, mastrogiurato nel 1731 nel mentre era Sindaco Antonio Carpanzano-Angiovino.
Fedele, fu Sindaco dei Nobili di Taverna nel 1774.
Alfonso e Bernardo presero parte alla Repubblica Napoletana del 1799.
Giuseppe, pronipote dei precedenti, fece parte della Lega dei Cavalieri Tebani, associazione che tra il 1815 ed il 1821 aveva la sede delle sue riunioni nel Convento della Stella di Catanzaro. Fu carbonaro del 1821.
Mansueto († Taverna, 12 novembre 1855), frate Cappuccino, insegnò filosofia e teologia, fu poeta.


Taverna, Palazzo Veraldi, androne

Benefici e Patronati posseduti dalla Famiglia

A Taverna: nella Chiesa di Santo Stefano, nella Cappella dell'Epifania ebbero la sepoltura nobiliare.
A Belcastro: proveniente originariamente dalla famiglia Gargano, poi passato ai Galzerano e poi ai Veraldi, il Patronato dal titolo Sant'Antonio di Padova, dentro la Chiesa Cattedrale.
A Cropani: provenienti dalla famiglia Galzerano, dal 1758 i Benefici intitolati San Francesco di Paola, Sant'Isidoro, e Maternità di Maria Santissima, dentro la Chiesa Collegiale con propri Altari.
A Nicastro: dalla famiglia Ajello altro Patronato dentro al Cattedrale.

Famiglie imparentate

Oltre a quelle citate ricordiamo: Arcuri e Pallone di Scigliano; Cirillo, Dardano, Ferrari, Monizio, Ricca, e Teutonico di Taverna; Stocco di Decollatura; Chiefari di Stalettì; Salzano, originari di Tramonti, di Catanzaro; Lucà di Zagarise; Mottola di Amato; Ventura di Crotone; Basile, Lo Moro, Rocca, Filino, e Triggiani di Bari; Leone etc. .

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Note:
(1) - Umberto Ferrari in “Armerista Calabrese”. Come si può notare l'aquila ha sul petto un carico araldico che possiamo identificare nel 3° quarto della blasonatura Gironda Veraldi, ovvero di rosso a sei bande di nero, in questo caso di rosso sbarrata di nero?.

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Bibliografia:
- Luigi Accatatis “Biografie degli uomini illustri della Calabria”, Vol II, Cosenza  1870.
- Jole Mazzoleni “Fonti per la storia della Calabria del Viceregno (1503-1734)”, Edisud.
- Cesare Sinopoli- Salvatore Pagano- Alfonso Frangipane “La Calabria, storia-geografia-arte”, a cura di Giuseppe Graceffa, Rubbettino Editore.
- Avv. Vittorio Cafasi “Per il centenario della Congragazione della Carità di Catanzaro”.
- Gaetano Cingari “Giacobini e sanfedisti in Calabria nel 1799”, G. D’Anna Editrice.
- Giovanni Fiore da Cropani “Della Calabria Illustrata, tomo III”, a cura di Ulderico Nisticò, Rubbettino Editore 2001.
- Franz von Lobstein, “Settecento Calabrese”, Voll. II-III, Edizioni Frama Sud, Chiaravalle Centrale (CZ), 1990.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Voll. II-IV, a cura di Umberto Ferrari, Editrice C.B.C. 1996-2002.
- Gustavo Valente, “Compendium, dizionario storico, geografico, biografico ragionato della Calabria” Vol.III, Ferrari editore 2017.
- Gustavo Valente, “Il Sovrano Ordine di Malta e la Calabria”, La Ruffa Editore, 1996.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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