
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Schipani
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Arma:
di azzurro al braccio di carnagione movente dalla sinistra dello
scudo tenente una spiga di grano d’oro
(1).
Alias: di azzurro al braccio vestito di rosso movente
dalla sinistra dello scudo tenente nella mano sei spighe di
grano d’oro, sormontato da una fascia e una cometa entrambe
d’oro
(2).
Dimore: Taverna, Catanzaro, Napoli. |

© Napoli - Stemma Famiglia Schipani |
La Famiglia Schipani di origini
calabrese godette di nobiltà in Monteleone (attuale Vibo
Valentia) dove fu ascritta al primo Ordine civico della città
con Giovan Tommaso, in Cosenza, dove Carlo Leonardo o
Leonardo, vissuto nel Cinquecento, fu allievo degli umanisti
cosentini Aulo Giano
Parrasio e di
Aulo Pirro
Cicala,
Ignazio, canonico cosentino, nel 1588 fu Commissario della
Camera Apostolica per la Colletta in Val di Crati, in Stilo(3), Roccella, Squillace, Nicastro,
Catanzaro, e Taverna, e da quì si diramò a Napoli, dove godette
la nobiltà
fuori seggio,
possedeva due cappelle gentilizie, due imponenti palazzi e vari
appezzamenti di terreni. Del ramo di Taverna fu Filippo
Schipani, nel 1497 ottenne da re
Ferdinando II
d’Aragona l’esenzione fiscale per sé ed i suoi eredi.
Padre Giovanni
Fiore
da Cropani, elenca le famiglie che facevano parte del Sedile
Nobile di Taverna nel Seicento: Anania, Blaschi,
Caraffa,
Carpanzano,
Catizone,
Cirillo,
Ferrari, Filante,
Iozolino, Madotto, Mandella,
Marincola,
Masella, Mazza, Morrone, Munizza, Pistoia,
Poerio,
Ricca,
Rocca,
Rotella, Schipani, Teutonica,
Veraldi. |

Taverna (Catanzaro), Chiesa di Santa
Barbara, Oratorio del Santissimo Salvatore, si noti il
soffitto dipinto a cassettoni con lo stemma reale di
Casa Borbone. |
Dal cartiglio del dipinto sappiamo da chi
fu commissionato: Reverendo Don Antonio Schipani
Arciprete di Zagarise Pro Sua Devozione Feci Fare
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Coletta,
sposò una figlia di Virgilio
Poerio,
U.J.D., e di Veronica De
Paola, ed
ebbero per figli: Luzio, il quale ebbe per figli
Mario e Giovan Tommaso;
Innocenza,
sposò Cesare Preti ed ebbero per figli Gregorio e
Mattia, celeberrimi pittori; Orazio, fu Vescovo
di Belcastro dal 1591 al 1596, anno del suo decesso
(oggi diocesi soppressa ricadente nell'arcidiocesi di
Crotone-Santa Severina), fu sepolto nella Chiesa degli
Agostiniani di Napoli, nella Cappella di San Francesco
di Paola che gli fece erigere il nipote Mario che dettò
l'epigrafe. Mario, nato a Taverna, si laureò a Napoli
nel 1601 e lavorò prima come lettore privato di medicina
e poi come protomedico, amante della poesia e delle
scienze, conoscitore del greco e studioso dell’arabo, fu
amico di Tommaso Campanella.
Nel 1616 fu nominato Linceabile da Federico Cesi,
fondatore dell’Accademia, fu membro
dell’Accademia degli Oziosi, visse a Napoli. Con
Giovan Tommaso, per essere scampati alla
peste nel 1656, l'anno successivo come voto
commissionarono una tela della Madonna con Santi detta
della Madonna di Costantinopoli al loro
cugino Mattia Preti, da collocare in una Cappella
priva di patronato nella Chiesa degli Agostiniani di
Santa Maria della Verità, detta Sant'Agostino degli
Scalzi, di fronte alla Cappella Schipani. |

Mattia Preti, tela della Madonna di Costantinopoli
con i Santi: Gennaro, Rocco,
Giuseppe, Nicasio e Rosalia, oggi custodita nel museo di
Capodimonte |
Don Mario Schipano acquistò nel 1633 da Tommaso
Caracciolo nella qualità di tutore di Francesco Marino
Caracciolo, figlio di Marino principe di
Avellino, duca di Atripalda, marchese di Sanseverino e
conte di Torella, per ducati 17.000 il feudo di
Capriglia in
Principato ultra. Detto feudo passò l’anno
dopo a Giovan Tommaso Schipani (†
24.01.1668), quindi al figlio Marino (†
03.07.1690), poi a Nicola (o Niccolò) figlio primogenito di
Marino.
Detto Nicola Schipani (†
02.04.1734) sposò in prime nozze Agnese Falangola,
nobildonna di Sorrento, con la quale procreò Marino
II, Carlo, Emmanuele, Antonia e
Marina; in seconde nozze sposò Isabella Romano,
dama sorrentina, con la quale generò Domenico,
Tommaso Filippo, Gaetano, Francesco,
Camilla, Beatrice, Teresa e Rosa.
Il citato Marino II Schipani donò due palazzi in Napoli,
alcuni terreni appartenenti al casale di Afragola e il
feudo di Capriglia al fratello Carlo; quest’ultimo nel
1738 vendette per ducati 39.240 a Gaetano Amoretti,
marchese di Arneto, la terra di Capriglia con i castelli
di San Felice, Marzano e Cresta. |

Napoli - Cappella Famiglia Schipani |

Napoli - lastra tombale di Marino Schipani |
Ramo dei
Baroni di Messer Galterio |
Il feudo di Messer
Galterio, ubicato in territorio di Taverna,
denominato anche Frosina o Donna Teodora Frosina, e
successivamente, nel Seicento, Fichicello o Lochicello,
oggi territorio ricadente nel comune di Sellia Mariana
in provincia di Catanzaro. Posseduto sin dal
Quattrocento dalla Famiglia Maniardo, il 19 agosto 1593
ebbe significatoria di rilevio Francesco per la morte
del barone Nicola Antonio Maniardo suo padre avvenuta il
2 luglio 1592. Con atto del 22 marzo 1593, seguito dal
Regio Assenso del 25 giugno 1599, il suo tutore
testamentario Giovan Pietro Rodio, permutò la sua
sezione (l'altra sezione era stata venduta, dagli eredi
di Roberto Maniardo, a Scipione
Poerio di
Taverna) del feudo di Galterio ed il jus pascolandi
nella Calabricata (oggi frazione di Sellia Marina) con alcuni beni dotali di Faustina
Pistoia, sposata a Catanzaro il 23 febbraio 1579 al
nobile di Taverna Domenico Schipani, figlio di
Ignazio e di Lucrezia Maniardo, il quale acquistò
dagli eredi di Scipione Poerio una quota dell'altra
sezione del feudo di Messer Galterio, ebbero per figli:
Elisabetta Maria, suora nel monastero
dell'Annunciata di Taverna, Carlo, Giovan
Battista, Stefano, ed il primogenito
Francesco, con i fratelli successero alla madre nel
possesso del feudo, acquistò un'altra porzione delle
quote dell'altra sezione del feudo in possesso ai Poerio,
sposò Aurelia
Carafa,
nobile di Taverna, ed ebbero per figli: Marco Antonio
(† celibe, Taverna, 23 dicembre 1705), ed il primogenito
Domenico (Taverna, 1612 † ivi, 6 agosto 1680) il
quale ereditò il feudo (probabilmente i suoi zii
rimasero celibi), acquistò le restanti quote dell'altra
sezione del feudo dagli eredi Poerio ed unificò il
feudo, sposato nel 1652 alla zia-cugina Giulia
Schipani ebbero per figlio Francesco († 13 marzo
1695), successe a suo padre, sposò Antonia Mazza, nobile
di Taverna ed ebbero per figli: Ippolita, badessa
del monastero dell'Annunciata di Taverna; Francesca
Vittoria (n. 1879, suora nello stesso convento;
Antonio, morto impubere; Velina Antonia (n.
1682); Porzia (n. 1684); Domenico Antonio,
probabilmente morto infante; e Giulia, la quale
prese intestazione del feudo Messer Galterio il 23
novembre 1708 come erede di suo padre, barone Francesco.
Sposò Saverio Piterà, nobile di Catanzaro. |
Ramo dei
Baroni di San Nicola Leporina |
Ignazio seniore
acquistò il
feudo
di San Nicola Leporina in territorio di
Zagarise (oggi comune omonimo in provincia di Catanzaro)
dal barone Carlo Carafa per ducati 9.600, con Regio
Assenso del 21 maggio 1660.
Tommaso († 1717), figlio del precedente,
ereditò il feudo,
Cavaliere dell'Ordine di San Giacomo della Spada,
acquistò dalla baronessa
Giulia
Schipani in Piterà, il
feudo di Messer Galterio per ducati
6.000, con Regio Assenso del 10 gennaio 1714, si
trasferì da Taverna a Catanzaro, sposò Giovanna Poerio,
sorella di frà Bonaventura, Arcivescovo di Salerno,
ebbero per figli:
Cornelia (1689 † 1743), sposata a
Catanzaro nel 1717 a Carlo Ferrari, barone di Pantane;
Gaetano (1699 † 1762), stipite della linea di Taverna
tuttora fiorente, sposato nel 1721 a Catanzaro con
Isabella Ferrari dei baroni di Pantane; ed il
primogenito
Vincenzo
(1692 † 1765), erede dei feudi per la morte di suo
padre, barone Tommaso, nel 1719 sposò Francesca
Marincola dei baroni di San Floro ed ebbero per
figli:
Domenico (nato a Catanzaro, 1731), seguì
la carriera militare, sposato ad Angela Espinosa ebbero
per figlio
Giuseppe,
generale, avendo parteggiato per la
Repubblica Napoletana del 1799,
fu tra i primi ad entrare in Castel Sant’Elmo per
innalzare la bandiera repubblicana. Alla restaurazione
del Regno fu condannato e decapitato all’età di
sessant’anni il 19 luglio 1799; ed il primogenito
Ignazio juniore (1725 † Catanzaro, 20
ottobre 1777), ereditò i feudi per la morte di suo padre
Vincenzo, acquistò il
feudo di Giuda, in territorio di
Catanzaro dal barone Francesco Gattoleo, nel 1725 sposò
la nobile Olimpia Vitale ed in seconde nozze (rimaste
improli) Teresa Ferrari dei baroni di Pantane.
Tommaso (Catanzaro, 1749 † ivi, 1806),
ebbe l'ultima intestazione dei feudi il 28 aprile 1779,
Cedolario 86, f. 220 t. Nel 1785 vendette il feudo di
Giuda a
Giuseppe
Salzano per ducati 8.000, con Regio Assenso del 5
aprile 1785, registrato nel Quinternione 315, f. 412,
intestato il 17 agosto 1786, Cedolario 87, f. 349.
Nello stesso anno, il barone Tommaso, unitamente al
barone Giuseppe Salzano, e don Saverio Laudari, fecero
venire da Messina tre tiratrici di organzino, a loro
spese costruirono le macchine ed introdussero tre
fornelli per avviare l'arte della seta nel loro paese.
Sposato nel 1749 a Maria Marincola dei baroni di San
Calogero ebbero per figli:
Domenico Luigi (1775 † 1823), il suo
ramo si estinse nel 1904;
Olimpia
(1777 † 1868), sposata al barone Emanuele de
Nobili, ciambellano del re Giuseppe Napoleone;
Ignazio
(1783 † 1857), sposato a Maria Antonia Barba dei baroni
di Franchino e di Messer Giovanni il cui ramo è tuttora
fiorente in Catanzaro,
Antonio,
un suo discendente è stato ammesso nei
Cavalieri di Malta, con
Decreto Ministeriale del 23 ottobre 1942 ha ottenuto il
titolo di Nobile e con questo fu iscritto nel
Libro d'Oro
della Nobiltà Italiana; ed il primogenito
Vincenzo (Catanzaro, 1769 † 1826), il
quale successe nel patrimonio araldico della famiglia,
Cavaliere di Malta,
aveva presentato le prove per accedere all'Ordine nel
1795, nel 1799 sposò Brigida
Calà dei duchi di Diano, feudo in
Principato Citra, dal 1807, essendo la casa Calà
estinta con Brigida, portò il
titolo di Duca di Diano
in casa Schipani, avevano avuto la prima concessione nel
1654, e successive investiture nel 1711 e nel 1783;
ebbero per figli:
Maria Teresa
(† Napoli, 1878), sposata a Luigi
Spinelli duca di Laurino;
ed
Ignazio
(Catanzaro, 1801 † Napoli, 1866), sposando Maria Moncada
dei duchi di San Giovanni generarono:
Riccardo
(1836 † 1903), sposato il 13 maggio 1868 a Caterina
Lancellotti di Durazzo,
figlia di Romualdo, e sorella di Carmine, principe di
San Giorgio la Montagna (feudo in
Principato Ultra), avendo domandato di far parte
della Compagnia delle Reali Guardie del Corpo, la
famiglia, nel 1856, nelle prove all'uopo presentate,
venne riconosciuta rivestita di tutti i maggiori
requisiti nobiliari all'uopo richiesti;
Concetta
(n. 2 agosto 1834), sposata il 24 gennaio 1866 al nobile
Tommaso Schipani;
Guglielmo; ed il primogenito
Vincenzo
(1830 † 1867), morto celibe, subentrò
nel patrimonio araldico suo fratello Guglielmo (Sala
Consilina, 1832 † Napoli, 1872), iscritto nell'Elenco
Regionale e, nell'Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano nel 1921 con il
titolo di Nobile, nel 1860 sposò Luisa Ragozzini ed
ebbero per figlie:
Ottavia
(n. 1869);
Maria Giovanna
(n. 1865);
Matilde
(n. 1863); e la primogenita
Giulia
(n. 1862). |

Napoli - i busti dei
fratelli Filippo, Orazio e Niccolò Schipani |
Cavalieri di Malta di Casa Schipani |
Domenico,
di Taverna, nel 1738 Paggio del Gran Maestro Despuig.
Vincenzo,
di Taverna, ammesso nel 1795, con i quarti. Schipani,
Marincola,
Vitale,
Sanseverino.
Tommaso,
di Taverna, duca di Diano, ammesso nel 1809.
Nicolino
ed il figlio Antonio, ammessi nel 1856.
Antonio,
ammesso il 20 marzo 1980, Cavaliere di Onore e
Devozione. |
________________
Note:
1) -
Elenco Storico della Nobiltà Italiana, Sovrano
Militare Ordine Gerosolimitano di Malta, 1950
2)
-
Manoscritto 253886, anno 1635.
3) - Le famiglie della città di Stilo
erano: ARGIRO' - ATTAFI - del BALZO - BONO - BRESCIA - CAPOREALE
- CAPIALBI - CAPUANO - CARNEVALE - CASTAGNA - CONTESTABILE -
COSENZA - CREA - CRISPO - d'ESCOBAR - de FRANCESCO - GIANNOTTI -
GREGORACI - GRILLO – LAMBERTI - LUCANO - MARGIONE - MARINO -
MARULLA - MARZANO - NUCEFORO - ORIGLIA - PASQUALINO - POLITI -
PONS de LEON - PRESINACE - PRESTERA' - PRINCIPATO - de RINALDIS
- SABINIS - SALERNO - SCHIPANI - SERSALE - SIRLETO - TIROTTA -
VIGLIAROLO - VITALE - VUA – ZARZACA.
___________________
Bibliografia:
- Gustavo Valente, “Compendium, dizionario storico, geografico,
biografico ragionato della Calabria” Vol.III, Ferrari editore
2017.
- Gustavo Valente, “Il Sovrano
Ordine di Malta
e la Calabria”, La Ruffa Editore 1996.
- Mario Pellicano Castagna “Le ultime intestazioni feudali in
Calabria”, Effe Emme 1978.
- Giuseppe Maria Galanti “Giornale di viaggio in Calabria”,
sommario, Rubbettino editore, Soveria Mannelli 2008.
- Mario Pellicano Castagna, “La Storia dei Feudi e dei Titoli
Nobiliari della Calabria” a cura di Umberto
Ferrari,
Vol. II-III, Editrice C.B.C. 1996-99.
- Davide
Shamà, “Registro delle famiglie dei Cavalieri di Malta di
giustizia. Prima parte: il Registro”. 2019, Rivista del Collegio
Araldico. Storia Diritto Genealogia. |
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