Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.   

A cura del Dr. Gianpaolo Quaranta di Fusara
 

GILIBERTI di SOLOFRA

Baroni di Solofra

(linea antica)

Arma: una mezza luna crescente d’argento in campo azzurro e nel capo tre stelle d'oro a otto raggi.

Motto: “PER IGNOTA PER ÌNVIA”
Questa arma viene considerata generalmente l’arma in uso ai Quarrel Drengot famiglia dalla quale si pretende discendano i Giliberto.

© Immagine proprietà Casa Quaranta di Fusara
© Stemma Famiglia Giliberti di Solofra

La famiglia Giliberti o Giliberto ha origine da Gilbert Quarrel Drengot, il quale ebbe, dal padre, Roberto Quarrel Drengot, primo Signore di Avellino, figlio di Rainulfo I Quarrel Drengot, primo Conte di Aversa, la signoria di Solofra nel XI sec.

Questa origine, oggi comunemente accettata dai genealogisti, fu presentata per la prima volta nel XVIII sec. in occasione del processo di ammissione all’Ordine di Malta istruito in capo Don Gregorio Giliberto da Solofra.

Il processo di Ammissione al prestigioso Ordine di Malta fu curato da un Gagliardi dei Marchesi di Casalicchio e Panaya, già cavaliere di Malta e marito di Donna Vincenza Giliberto sorella del padre dell’aspirante Gregorio.

La famiglia Giliberti, dunque fiorita a Solofra, in Principato Ultra o Ulteriore, in tempi assai antichi, la si ritrova nel XIV secolo tra le famiglie dominanti del luogo e impegnate nel governo dell’Univeritas Solofrana e nei rapporti tra il popolo di Solofra e i Feudatari; in una relazione dell’Universitas Solofrana del XV sec. indirizzata alla Regia Camera della Sommaria la famiglia Giliberto viene indicata come la più ragguardevole di Solofra.

I Giliberti avevano come residenza storica un palazzo al confine con i casali solofrani di Balsami e Sorbo e possedendo, un forno per la panificazione,  e quindi il relativo diritto di panificare, nei loro terreni, tutta la zona fu denominata Forna, nacque così il Casale della  Forna che fu dominato da questa nobile famiglia.

La famiglia Giliberti viene elencata fra le famiglie nobili di Solofra nel tomo XVI dell’Opera di Summonte Historia della Città e del Regno di Napoli insieme ai Fasano, Maffei, Ronca, Pandolfelli, Petrone, Vigilante e altre.

Questa famiglia ha generato parecchi uomini illustri tra i quali si ricordano:
 

  •  Il Miles Jonata Giliberto barone di Solofra crociato in Terra Santa al seguito del Re Guglielmo II.

  •  Il Miles Enrico Giliberto Regio Procuratore e Regio Amministratore della Città di Palermo per volontà del Re Alfonso d’Aragona che ebbe come figlio Federico Giliberto valletto reale di Ferdinando il Cattolico Re di Spagna che a sua volta generò messer Giovan Battista Giliberto, il quale per i servigi resi alla Corona fu creato Barone di San Marco e Poggiomonte d’Aquila baronia che trasmise al di lui figlio, don Camillo Giliberto 2° Barone di San Marco e Poggiomonte d’Aquila (sec.XV).

  • Monsignor Rev.mo Don Francesco Saverio Giliberto Abate di Montevergine dal 17 maggio 1599 al 24 maggio 1607, risulta tra i novizi di Montevergine dal 1581 fino al 1590 anno in cui fu consacrato sacerdote secolare.

Il 28 maggio 1593 divenne monaco perpetuo dell’Abbazia di Montevergine e mantenne questa carica fino a quando l’Abate Perugino diventò generale governatore dell’Abbazia.

Guadagnatosi la stima del nuovo abate generale ebbe la carica di priore del monastero di Casamarciano e divenne professore di Morale presso la scuola dello stesso Monastero.

Il 16 aprile del 1597 la Santa Sede lo elevò alla dignità di Definitore generale e primo assistente dell’abate di Montevergine.

Nel 1598 fu eletto Procuratore generale presso la Curia Romana e infine, quando l’Abate Perugino si ritirò dal suo incarico, fu creato nel capitolo del 17 maggio 1599, Abate di Montevergine.

I suoi collaboratori furono D. Marcantonio Fiordelisi da Mugnano, che fu suo decano e vicario, e D. Vincenzo da Sarno che fu suo assistente.

Nella chiesa di Mercogliano (Av) si conserva un suo pregevole ritratto.
 

  • Monsignor Rev.mo Don Nicola Giliberto Abate di Castinatello nel XVIII sec.

  • Il magnifico Antonio Giliberto da Solofra giudice della Vicaria.

  • S.E. Monsignor Rev.mo Don Francesco Antonio Giliberto dei Baroni di Celenza e Carlantino, Vescovo di Pompeopoli (fine XVIII sec.) già  Abate della SS.Annunziata di Carlantino.

La famiglia Giliberto baroni di Solofra, dopo l’estinzione del ramo principale dei Quarel Drengot principi di Capua a seguito delle lotte con i d’Altavilla rimase l’unico ramo superstite di questa nobile casata Normanna.
 

GILIBERTI di CELENZA

Baroni di Celenza e Carlantino

Arma: un leone sui monti che regge una lancia in campo azzurro, affiancato a destra da un sole raggiante e figurato al naturale sovrastante un giglio d’oro di Francia.
La stessa arma, ma con campo rosso, appartiene alla famiglia Garzilli.

© Immagine proprietà Casa Quaranta di Fusara
© Stemma Famiglia Giliberti di Celenza  che figurava sul palazzo Giliberto
alla Forna di Solofra per secoli appartenuto alla famiglia Giliberti.

Il Palazzo Giliberto rimaneggiato nel XVIII secolo su un preesistente palazzo del XV secolo, oggi di proprietà comunale, spicca per la maestosità degli stucchi della facciata sulla quale si affaccia un caratteristico balcone padronale di gusto barocco sovrastante il grande portone opera di artigiani locali.

© Immagine proprietà Casa Quaranta di Fusara
© Ingresso di Palazzo Giliberti di Celenza a Solofra

Il Palazzo era dotato di un ampio cortile sul quale si affacciavano i saloni e le stanze del piano nobile ed era tutto affrescato con scene mitologiche e gli stemmi dei Giliberti, Murena, Pandolfelli e Quaranta ovvero le famiglie che lo abitarono.

© Arma Famiglia Murena. A destra: stemma della Famiglia Pandolfelli

Nel palazzo vi era una cappella privata dedicata a Santa Caterina il cui cappellano era nominato dal Capo di Casa Giliberti.

© Immagine proprietà Casa Quaranta di Fusara
© Corte interna di Palazzo Giliberti alla Forna

Questo immobile appartenuto da sempre ai Baroni Giliberti era stato lasciato in eredità dal famoso Onofrio Giliberti alla nipote Livia Murena (quando Onofrio redasse il testamento, imperversava a Solofra la peste, quindi D. Onofrio nel testamento elenca numerosi eredi in successione non sapendo chi sarebbe morto di peste o chi sarebbe sopravvissuto); tuttavia il palazzo non passò ai Murena ma rimase di proprietà dei Giliberti, successivamente fu venduto al Conte Francesco Garzilli.

Palazzo Giliberti Baroni di Celenza e Carlantino, passato poi ai Garzilli.
Si ringrazia l'associazione Culturale di Solofra ASBECUSO.

Oggi completamente abbandonato è del Comune di Solofra.


© Solofra - Arma Famiglia Giliberti

Donna Teresa Giliberti di Celenza e Carlantino, discendente di Onofrio Giliberti, nel 1960 circa diede incarico di asportare lo stemma dal Palazzo Gliberti alla Forna prima di venderlo al conte Garzilli.

Genealogia di Casa Giliberti di Celenza

Onofrio Giliberto u.d.j. drammaturgo e astronomo (1618†1664), sposò Ippolita de Donato

Ebbe come figli:

   1) Il magnifico don Francesco

   2) Il magnifico don Salvatore

   3) Il magnifico don Tommaso

   4) La magnifica donna Laura

   5) Il magnifico don Fabrizio Dott. fisico che sposò Donna Cornelia Giliberti e fu padre di Nicola e Rubinia.

Dal Magnifico don Francesco nascono:
   A) don Tommaso che sposa Donna Caterina Telese
   B) il Reverendo don Orazio
   C)
il Reverendo don
Ciriaco

Dal  magnifico don Tommaso e da sua moglie Caterina Telese nascono:
   1) Il magnifico don Gregorio, causidico napoletano, Barone di Celenza e Carlantino.
  2) Il magnifico don Onofrio II, Antonio, Giuseppe, Pasquale, Nicola, Cesare, Bartolomeo.
  3) S.E. Rev.mo don Francesco Antonio Vescovo di Pompeopoli nato a Solofra il 17 dicembre del 1733, fu convittore nel Seminario Maggiore di Napoli. Consacrato sacerdote il 17 dicembre del 1757. Doctor in utriusque juris. Fu convisitatore del Vescovo di Penne ed Andria e poi Abate col titolo della SS. Assunzione in Carlantino (Foggia). Nominato Vescovo di Pompeopoli il 3 aprile del 1775.
  4) Il rev. don Angelo.
  5) Il rev. don Rinaldo.
  6) Il magnifico don Sebastiano.
  7) La magnifica donna Rachele, suora.
  8) La magnifica donna Rosa.
  9) La magnifica donna Isabell.
10) La magnifica donna Margherita.
 

1) don Gregorio, causidico napoletano, 1° Barone di Celenza e Carlantino, sposa il 15 giugno del 1758 Donna Giovanna Ammone, figlia di Don Michele Ammone, patrizio di Sorrento e di Donna Flavia Antinolfi (Capitoli matrimoniali del notaio Corrado Antignani di Napoli).
E ha per figli:
   A)Il magnifico don Orazio 2° Barone di Celenza e Carlantino
   B) il rev. don Tommaso
   C) il rev. don Sebastiano
  D) la magnifica donna Vincenza sp. un Giliberti di Sant’Arsenio e poi un Gagliardi di Casalicchio
   E) il magnifico cavaliere di Malta Gregorio juoniore sp. Anna Marchesini

Nel 1770 Gregorio di Tommaso e Caterina Telese  acquista da Filippo Donnarumma il feudo di Celenza e Carlantino in provincia di Foggia, diocesi di Lucera, per ducati 108.600 e ottiene il regio assenso il 12 settembre del 1770.  Muore il 2 dicembre del 1772.

 

A) Il magnifico don Orazio, 2° Barone di Celenza e Carlantino, nato il 07/06/1763 sposa il 9 marzo del 1788 Donna Anna Bonito del fu Don Alessandro Bonito, patrizio napoletano e Principe di Casapesenna e di Donna Teresa Toraldo (Capitoli matrimoniali presso il notaio Battista Girardi di Napoli). 
 

2) Il magnifico don Onofrio II, Antonio, Giuseppe, Pasquale, Nicola, Cesare, Bartolomeo n. 24/08/1751 sposa in prime nozze la signora Anna Maria Murena e in seconde nozze donna Ursula Santulli, e ha per figli:
   A di 2) il Regio notaio Magnifico Don Giustiniano
   B di 2) Il Regio Notaio Magnifico Don Saverio
 

Il Regio Notaio magnifico don Giustiniano Giliberti, ha due figli:

  • Michele Arcangelo Giliberti  che sposa Donna Carmela Giliberti (di Don Donato e Donna Teresa Galdieri) ed ha per figli

 a) don Uriele Nicola Antonio Giliberti e Donna Immacolata Autilia Giustiniana Giliberti che sposerà il cugino Don Uriele Quaranta.

  b) Lucia Giliberti che sposa Don Giovanni Antonio Quaranta
 

Il Regio Notaio Magnifico Don Saverio sposa la signora Maria Antonia Di Letto e generano:

   1) Monsignor Antonio Giliberti. Nasce a Vietri sul Mare il 3 ottobre 1809, sacerdote Teologo e Canonico della collegiata di San Michele di Solofra, monsignore ad honorem, e famoso  latinista ed epigrafista, gli viene offerta la Cattedra di letteratura latina presso l’Università di Napoli, offerta che rifiuta a causa delle precarie condizioni di salute. Cameriere Segreto di S.S.il Papa, esaminatore prosinodale della Diocesi di Salerno. Autore di numerose opere è ricordato soprattutto per il Pantheon Solophranum opera di 750 esametri latini, da lui stesso poi tradotti in italiano.

   2) Il magnifico Don Gabriele Nicola Michele Giliberti, che sposa Donna Giuseppina Scarano ed ha per figli Don Orazio e il rev. Canonico della Collegiata di Solofra Don Filippo.

   3) la magnifica donna Anna Giliberti

   4) la magnifica donna Rosa Giliberti
 

La Famiglia Giliberti Baroni di Celenza e Carlantino fu parte attiva della carboneria del Mezzogiorno e subì per questo motivo numerose e pesanti persecuzioni fino alla confisca di tutti i propri beni.
 

GENEALOGIA DI ALTRO RAMO DEI GILIBERTI
(Ovvero albero genealogico di uno dei rami solofrani il cui legame con quello principale e nobile non è provato, redatto dall'Ing. Aurelio Giliberti, marito di Donna Teresa Giliberti di Celenza e Carlantino)


 

GILIBERTI di SANT’ARSENIO

dei Signori di Solofra

Sul finire del XVII sec.  fratelli don Nicola udj, don Matteo udj e don Donato Giliberti giudice a contratto si trasferiscono a Sant’Arsenio; del ramo dei Giliberti di Sant’Arsenio si ricordano:

  - Don Pietro Giliberti governatore di Diano nel 1763

  - S.E. Il rev.mo don Don Giuseppe Giliberti letterato e filosofo, nominato vescovo morì prima di poter essere consacrato.

  - Don Luigi Giliberti storico del Cilento e Vallo di Diano.

  - Don Giovanni Domenico Giliberti sindaco di Sant’Arsenio.
 

GILIBERTI  di SAPONARA

Signori di Saponara

Pretendenti al titolo di Baroni di San Severino Cilento

“Estinti”

Arma: inquartato al primo una mezzaluna d'argento in campo azzurro a tre stelle d'oro di otto raggi nel capo, nel secondo d'argento alla banda traversante di rosso, nel terzo al leone rampante contro un pino al natural sui monti in campo azzurro, nel quarto d'azzurro a tre penne d'argento male  ordinate sopra di esse un sole radioso al naturale. Uno scudetto d'azzurro carico dei tre gigli d’oro incassatola centro dell’inquarto

© Immagine proprietà Casa Quaranta di Fusara
© Lo stemma Giliberto di Saponara è collocato sul Seggio Nobiliare che questa Famiglia aveva a Saponara.

Famiglia Giliberto da Saponara:

nobile famiglia di ceppo normanno che possedeva  la chiesa di Santa Maria della Pietà "delli signori Giliberti e Danio" unita al proprio palazzo gentilizio.

In Piazza dei Nobili a Saponara dal 1520 vi erano i Seggi in marmo con nomi ed armi dei Patrizi locali, restaurati nel 1669, tra cui si notano per magnificenza quelli delle famiglie Danio, Giliberto e Palazzo.

La famiglia Giliberti Signori di Saponara aveva lo jus patronato delle chiese di Santa Maria dell’Arco e della chiesa di San Nicola dei Giliberti a Saponara.

   - Il magnifico Francesco Antonio Giliberto da Solofra per atto del notaio Nicola Celso in data 14 aprile 1737 viene nominato governatore di Saponara (oggi Grumento Nova in provincia di Potenza) dal Principe Sanseverino di Bisignano Signore di Cilento. Lo stesso Principe lo nomina Signore di Saponara nel 1747.
- Il rev. don Vincenzo Giliberto, nato a Saponara il 23.03.1562, preposto generale dei chierici regolari, pubblica a Venezia nel 1604 e a Modena nel 1611 "La città di Dio incarnato", opera molto celebrata che gli dà fama e onori. Muore a Saponara il 10 gennaio 1656.
- Il dott. Fisico e Filosofo Dedicato Giliberto,  sottoscrive un certificato di malferma salute del principe Sanseverino di Bisignano di cui fu medico personale, al fine di ottenere una dispensa pontificia.

- Monsignor Don Andrea Giliberto di Saponara  figlio di Francesco Antonio Giliberto Signore di Saponara, arciprete della Collegiata di Solofra.
- Donna Dorotea Giliberto figlia di Francesco Antonio Giliberto Signore di Saponara è madre Badessa e vive a Solofra in un palazzo proprio con sei servitori e un armigero.

- Il Rev. don Vito Giliberti di Saponara Ufficiale della Reale Segreteria di Stato Vaticana.

- Il Magnifico don Giuseppe Giliberto di Solofra, nato a Saponara rivendica l’acquisto del Feudo di San Severino Cilento che era stato acquistato dal Barone Onofrio Quaranta.
- S.E. monsignor Giulio Cesare Giliberti dei Signori di Saponara, Vicario Generale del Vescovo di Trivento e Priore della cattedrale di San Nicola di Bari nominato da S.M. il re Ferdinando II, sepolto nella cattedrale di San Nicola. Acquista il Castello e il Palazzo di Saponara e lo lascia al nipote Don Giulio Cesare II Giliberti unico rappresentante del ramo di Saponara il quale muore con tutta la sua famiglia sotto le macerie del Castello  durante il terremoto del Vulture del 12 dicembre 1857.

© Immagine proprietà Casa Quaranta di Fusara
© Resti del Palazzo Giliberti di Saponara

Con la tragica scomparsa di Don Giulio Cesare II Giliberti e della sua intera famiglia si estingue il ramo dei Signori di Saponara.

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.

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Casato inserito nel 2° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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