Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Tajani

a cura del Commendatore Angelo Tajani
http://www.tajani.se/

Arma: d’azzurro, al grifone rampante d'oro poggiante sulla vetta di un monte verde di tre cime, attraversato da una fascia di rosso, e guardante una stella d'oro ad otto raggi posta nel canton destro.

Titolo nobiliare: Patrizio Cavense.

© Proprietà Casa Tajani
© Stemma della Famiglia Tajani

Famiglia monogenetica originaria di Vietri sul Mare in provincia di Salerno.
Le prime notizie sull'esistenza di questo casato in terra italica risalirebbero all’XI Secolo.
In tale epoca infatti, da quanto si evince dal volume  “Storia del Duomo di Salerno” di Matteo Bartolomeis, sarebbe esistito un " Mattheus Taijanus ", il quale, tra gli anni 1076 e 1085, durante il principato di Roberto I il Guiscardo (1015 - 1085), avrebbe diretto le opere del Duomo di Salerno e avrebbe pertanto costruito, tra il 1080 e 1085,  la magnifica Cattedrale dedicata a S. Maria degli Angeli e all'Evangelista S. Matteo, le cui spoglie sono tumulate nella Cripta.

Il maestoso Duomo, che fu consacrato da Papa Gregorio VII, morto esule a Salerno nel 1085, è noto per le numerose opere d'arte che custodisce e per il campanile romanico.
Nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista a Vietri, entrando a destra, è ubicata la cappella di S. Antonio Abate. Sulla parete è collocata un’elegante acquasantiera a forma di vasca sorretta da un pilastro, un magnifico lavoro Seicentesco in marmo rosso siciliano sulla cui base emerge scolpito lo stemma della famiglia Tajani.
Su questa acquasantiera vi è la seguente iscrizione: Erga hoc Praecursori teplu Ioanes Leonardus De Simone et Didacus Tajanus pietate fecundant 1667. L’acquasantiera sarà stata certamente rimossa dalla sua collocazione originaria che sarà stata, senza ombra di dubbio, la cappella della famiglia Tajani sul lato opposto della navata(1). La notizia sopra riportata è confermata anche da Alfonso Guarigli (2) che scrive: Un Matteo Tajani ebbe nel 1587 la concessione di una cappella nella Chiesa di San Giovanni Battista in Vietri. Nel 1680 - continua Guariglia - questa concessione era posseduta da Simone Tajani.

© Proprietà Casa Tajani
© Lo stemma Tajani, Foto archivio D. Taiani

La famiglia Tajani – scrive lo storico vietrese Domenico Tajani – tiene pure in Chiesa la sua Cappella Gentilizia ove si legge la seguente iscrizione:

SACELLUM HOC

D. O. M.

IN HONOREM

SANCTAE CATHARINAE VIRG. MARTIRIS

DICATUM

ET A. MATTHEO TAIJANO PATRITIO CAVENSI

CUM LOCO SEPULTURAE

JURE PATRONATUS SIBI SUISQUE

ACQUISITUM ET EXCULTUM

ANNO MDLXXXVII

PHYLIPPUS M. TAIJANUS

ET BONAVENTURA EIUS SOBRINUS

TRITAVI PIETATEM AEMULATI

SPLENDIDIUS EXORNANDUM

CURARUNT     

ANNO MDCCCV

Il titolo di Patrizio Cavense, di cui si fregia Matteo Tajani (1557 † 1626), fu concesso probabilmente dal giovane re Ferrante d’Aragona ad un suo antenato che  aveva partecipato alla celebre battaglia di Sarno essendo rimasto fedele, come tutti i cittadini di Cava de’ Tirreni, al sovrano aragonese. Il monarca fu tanto grato ai cavesi, che con il loro valido aiuto salvarono la sua vita e il trono, che il 4 Settembre 1460 concesse la famosa Pergamena Bianca con la quale l’Università della città di Cava avrebbe potuto ottenere quanto si potesse concedere. I cavesi non ritennero di avanzare alcuna richiesta e per tale motivo Re Ferrante il 22 Settembre 1460 consegnò un diploma di privilegi e franchigie agli inviati dell’Università di Cava.
La famiglia Tajani, presente a Vietri almeno dalla seconda metà del Quattrocento e ridotta ormai come linea maschile soltanto ad un nucleo - scrive lo storico Aniello Tesauro - ha avuto nei secoli scorsi uno spiccato ruolo in tutti i campi della vita economica e sociale e religiosa del casale.

© Proprietà Casa Tajani
© Lo stemma trafugato nel 3º Millennio dalla
cappella funeraria di Vietri sul Mare


©
Monografia del Casato Tajani di Vietri
sul Mare - di Angelo Tajani

I Tajani si distinsero quali valenti imprenditori nell’ambito della produzione della ceramica,  e della fabbricazione carta.  Già nel 1634 un Giovandomenico ha interessi in diverse aziende e il Magnifico Giuseppe Tajani, uno dei personaggi più facoltosi e in vista della città, proprietario di una “faenzera”, vive nobilmente  con un reddito di lordo 819 once e casa palaziata.
Nel XVIII secolo, il Magnifico Gennaro Tajani e i suoi fratelli danno vita ad una delle aziende più note del meridione, in modo particolare per la pavimentazione in ceramica di numerose chiese del meridione d’Italia. Dalla fabbrica dei fratelli Tajani provengono gli embrici maiolicati che ricoprono la bellissima cupola della chiesa parrocchiale di Vietri e i pavimenti della navata del coro e del presbiterio.

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© Vietri sul Mare

Durante la Rivoluzione del 1799 i Tajani di Amalfi si schierano contro i Borbone a favore dei francesi, organizzando i moti che dovevano favorire l’ascesa al trono partenopeo prima di Giuseppe Bonaparte, poi del Vicerè Gioacchino Murat. Con la Rivoluzione inizia il tracollo economico della famiglia che, al ritorno a Napoli dei Borbone, è privata i tutti i suoi beni.
Don Giuseppe, Capitano e poi Maggiore Graduato dell'esercito borbonico, con Real Decreto del 7 ottobre 1819 fu nominato Cavaliere di diritto del Real Ordine di S. Giorgio della Riunione.

Nel 1854 un don Gaetano Tajani risiede a Bari con mansioni di Direttore della Provincia di Terra di Bari.
Nel 1860 Emanuele Tajani comanda la fortezza di Termini Imerese in Sicilia.
Raffaello Tajani, avvocato, fu Consigliere Comunale a Napoli e Soprintendente dell’Albergo dei Poveri nonchè deputato al Parlamento per il collegio di Montecorvino Rovella per una legislatura.

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© Lapide di Raffaello Tajani

Simone Tajani è amministratore generale della Regia Dogana delle sete e cassiere della Regia Dogana della Marina di Vietri.
A Vietri sul Mare si distinguono intanto gli ingegneri Tajani, tra i quali emerge Filippo, professore del Politecnico di Milano e giornalista, autore di numerosi e tuttora validissimi testi. Filippo Tajani descrive, nei volumi e negli articoli che appaiono sulle riviste di tecnica dell'epoca, l'evoluzione della tecnica, delle industrie e dei mezzi di trasporto. Oltre ai molteplici testi sulle ferrovie, Filippo Tajani, ha scritto un interessante trattato sull'automobile.
I
l figlio, ingegnere Gaetano, ha raccolto in un volume gli articoli scritti da Filippo Tajani commentandone il contenuto.
Alla sua memoria l'amministrazione civica di Milano ha voluto dedicare una delle vie del centro della città.
Francesco Tajani di Vietri, autore di testi di Storia Patria quali  “L’antica Marcina” nonché di un volume dal titolo "Le istorie Albanesi".

Fu durante il periodo in cui Raffaele Tajani fu sindaco di Amalfi, nonchè priore della locale Confraternita dell’Addolorata, che viene riportato alla luce il pregevolissimo chiostro del Paradiso della Cattedrale amalfitana ed effettuati i primi lavori di restauro.
"Domenico Tajani, da noi già citato, è il primo vietrese a dare alle stampe un lavoro storico su Vietri; va osservato che Domenico Tajani si è distinto in particolare per studi di carattere tecnico, agrario ed economico. Basti citare la consultatissima Monografia della Provincia di Salerno (1878), progetti di opere pubbliche tra cui il primo progetto di una linea ferroviaria da Vietri ad Amalfi."
Nella cartiera di Buonaventura Tajani e Francescantonio Fusco di Vietri sul mare che nel 1851 venne prodotta la carta per la prima serie dei francobolli del Regno delle Due Sicilie.
Ma la personalità di maggior spicco del casato è senza dubbio Diego Tajani, patriota, magistrato e uomo politico, nato a Cutro (CZ) l'8 giugno 1827, morto a Roma il 2 febbraio 1921, quasi dimenticato. Diego Tajani era figlio del capitano della repubblica napoleonica Giuseppe. Promosso generale e braccio destro di Gioacchino Murat, Giuseppe Tajani fu uno dei più accaniti fautori della rivoluzione del 1799 e fu inviato in esilio nella cittadina calabrese della Locride, dopo la caduta di Napoleone.
Nel 1858 assunse la difesa, davanti alla Gran Corte criminale di Salerno, dei superstiti della spedizione di Sapri e particolarmente di Giovanni Nicotera.
La conseguenza di questo iniziale e coraggioso patrocinio, ricacciato dai Borbone, lo porterà a rifugiarsi nel libero Piemonte.
Nel 1859 abbandonò l’attività forense per arruolarsi nell’11° Fanteria come semplice soldato e fu poi promosso uditore militare col grado di colon­nello nella seconda guerra d'indipendenza. Appena dopo liberate le terre meridionali, fu chiamato da Cavour ad organizzare i tribunali. Nel 1861, assieme a Silvio Spaventa, si trovò a Napoli per contrastare la camorra e sciogliere il Corpo delle guardie di pubblica sicurezza reclutate fra i camorristi.
Rientrò quindi nella magistratura raggiungendo il grado di procuratore generale tra il 1867 e 1872 presso le Corti d'appello di Catanzaro e di Palermo. Entrò alla Camera come deputato di Amalfi nel 1874 e fu rieletto anche nelle due successive legislature. Ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti dei Gabinetti di Agostino Depretis della XIIIª e XVª  legislatura tra il 1878 e il 1887, propose l'abolizione dei collegi uninominali e fu rieletto nella prima circoscrizione di Salerno. Senatore del regno dal 25 gennaio 1896 fu lo stesso anno nominato Regio Commissario di Napoli. Nel 1875, nel processo Luciani-Sonzogno, difese Raffaele Sonzogno; nel 1878 difese Francesco Crispi accusato di bigamia; l'anno successivo ottenne dalla sovrana clemenza la grazia a Passanante, e si occupò dell'annullamento del matrimonio di Giuseppe Garibaldi con la marchesa Raimondi.
 

Famiglie imparentate con casa Tajani


Bommacaro, Confalone, De Francíscis, Del Becchi, Foresta, Guariglia, Malatesta, Morelli, Pacelli, Ruffo, Sevoulle, Statricò.

Gio: Bernardino Tajani (1490 † 1540) sposa Tommasina della Monica.

Gio: Bernardino Tajani (1535 † 1582) sposa Apollonia Frezza dei Patrizi di Ravello.
Francesca Tajani (1753 † ?), di Simone (1716 † 1780) e Giuseppa de Fusco (del Patriziato di Ravello), sposa Carlo Lancellotti (? † 1798).

Francesco Tajani (1630 † 1732) sposa in seconde nozze Fulvia Quaranta
Domenica “Icka" Tajani nel 1995 sposa il Principe Don Camillo Borghese.
 

EPILOGO


Ancora oggi, quando si parla di personaggi che hanno dato lustro alle città del Meridione, la famiglia Tajani
viene ricordata nelle conferenze che hanno per tema la storia e l'araldica. 

© Immagine proprietà www.nobili-napoletani.it

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© Vietri sul Mare - Villa Carosini - Convegno sul Casato dei Tajani - Anno 2008

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© Napoli - Cappella Palatina del Maschio Angioino - Conferenza sulla storia di Napoli - Anno 2010

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1) Aniello Tesauro, San Giovanni di Vietri, 1997 pp. 133.
2) Alfonso Guariglia - Famiglie Guariglia ed affini - Notizie varie di S. Mauro Cilento e Raito - Napoli 1932

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Casato inserito nel 2° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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