
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Confalone |
Pagina realizzata dal
Commendatore
Angelo Tajani
“Affinché la
gloria di quelli che fecero grande il lustro di casa
Confalone non si perda sempre più col passare del tempo” |
Armi:
più antica (XIVsec.):
d’oro, al leone rampante d’azzurro.
la versione
successiva: d’azzurro, al leone d’oro tenente una banderuola
svolazzante di rosso e astata d’oro.
dal 1578:
d’azzurro, al leone rampante d’oro impugnante con le
zampe anteriori una bandiera spiegata di rosso caricata
nel canton sinistro di l'insegna della Sacra Religione
Hyerosolimitana”.
La croce ottagonata d’argento fu apposta
per l’appartenenza di alcuni componenti della famiglia
Confalone all’Ordine di S. Giovanni in Gerusalemme. |

© Proprietà Casa Tajani - Stemma
Famiglia Confalone
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LE ORIGINI: TRA STORIA E LEGGENDA |
Scala (anticamente Cama) è una deliziosa
cittadina situata sulle colline della costa di Amalfi,
di fronte alla più nota Ravello; circondata da una
natura lussureggiante, con una veduta mozzafiato, è
chiamata il “Giardino della Costa”, ove si respira il
profumo della storia con le sue chiese e i superbi
palazzi.
Pochi sanno che Scala è stata la culla dell’antica
Repubblica Amalfitana. |

Veduta di Scala, località dove
si trovano le radici del Casato Confalone; sullo sfondo la
contrada
Campoleone, oggi S. Pietro. |
In Campoleone, oggi S. Pietro, uno dei cinque casali di
Scala, si trovano resti di un antichissimo palazzo ove,
molto probabilmente, si racchiudono le radici della
stirpe dei Confalone.
Secondo il Camera(1),
alla città di Scala spetta “tra tutte le città
istoriche di questa vaga e magica regione” il
primato, sia per antichità di fondazione che per origine
nobilissima.
In questi luoghi trovarono calda
accoglienza le famiglie romane che nel IV sec. volevano
raggiungere l’Imperatore Costantino nella Nuova Roma,
cioè Costantinopoli, prima chiamata Bisanzio, ma le loro
navi naufragarono per una violenta tempesta. I Romani si
fermarono prima a Ragusa, successivamente a Melfi e poi
ad Eboli ma, in dette città, furono invidiati, odiati ed
oppressi. |

Veduta panoramica di Ravello da
Scala. Al centro della foto, tra i cipressi, il Palazzo
Confalone. |
A
Scala ed Amalfi trovarono stabile dimora, integrandosi con la
popolazione locale che “amarono riportarsi al patriziato
romano e per molti secoli ebbero il privilegio, riconosciuto da
Longobardi, Normanni, Svevi, sino all’evo moderno, di reggersi
jure roman, con leggi dell’Impero Roman, non con quelle dei
conquistatori stranieri”(2).
Il primo rappresentante del casato fu
Costantino, figlio di don LEONE, che nel 1110 portava come
cognome “de COMPALEONE”(3),
divenuto poi COMPALONUS ed in ultimo CONFALONUS, come da
recenti studi effettuati in contrasto con altre versioni.
Il titolo di dominus, attribuito ai
componenti della famiglia, si rileva da un atto di compravendita
del 25.6.1172 redatto in Amalfi nel quale vengono citati, tra
gli altri, LEONE e suo padre dom SERGIO da Tabernata.
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I PERSONAGGI PIU’ FAMOSI DEL CASATO |
NICOLA Confalone, Tommaso
Coppola, Alessandro
d’Afflitto, Niccolò Freccia,
Andrea
Bonito, Matteo Rufolo, Nicola Acconciaioco, Ganizzo
di Palma e Angelo
Pironti, nel
1275, prestarono al re
Carlo I d’Angiò
l’ingente somma di mille once d’oro, ricevendo come pegno la
corona reale tempestata di pietre preziose(4).
Altra ingente somma di denaro fu prestata allo stesso re,
quale dote per la figlia da dare in moglie all’Imperatore di
Costantinopoli.
ANTONIO Confalone
(1342 † 1395) sposo di Caterina
Frezza di Ravello fu nominato
capitano di re Ludovico nel 1370(5).
ANIELLO, detto Saggese,
nel 1389 sposò in prime nozze Tiziola (o Caterina)
Muscettola
e si trasferì a
Ravello, in quell'edificio del rione Toro conosciuto ancora
oggi come "Palazzo Confalone". Da lui discendono
i Confalone di Maiori, unico ramo ancora in vita, che risiede
sulla Costa d'Amalfi.
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Ravello - uno dei tanti
viali di Villa Cimbrone, considerata una delle più belle
d'Italia. |

Ravello - Palazzo Confalone
- XII sec. - oggi Hotel Palumbo -
http://www.hotelpalumbo.it/
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PRIAMO Confalone, giudice di Ravello nel 1454
e nel 1476,
è riportato nelle cronache per aver aggredito e percosso Menichiello Rufolo alla presenza del Viceduca Pirro
Blanco.
Nel 1527 NICOLA MATTEO Confalone con Annibale
Pignatelli fu nominato procuratore
dei nobili napoletani del
Seggio di Nido.
Nel 1535 e nel 1539 ALFONSO fu giudice di Ravello.
Don ORAZIO, incluso tra i patrizi che portavano l’asta del
pallio, servì da giovinetto la splendida corte dei
Piccolomini, Duchi di Amalfi e
conti di Celano e, per i servigi resi, divenne molto caro
alla duchessa Costanza Piccolomini ricompensandolo con
consistenti privilegi:”nel 1565 gli
donò 500 scudi colla concessione a vita della castellania
del forte di Celano(6)".
Nel 1583 ALESSANDRO Confalone venne delegato quale
rappresentante dei nobili per il riscatto del ducato di
Amalfi dal dominio feudatale dei Piccolomini. |
GIOVAN BATTISTA, sposo di Artemisia di
Tiberio
del Giudice, era addottorato in entrambe le leggi;
nel 1615 fu eletto giudice della
gran Corte della Vicaria e,
nel 1621, giudice criminale; successivamente fu promosso
Presidente della Camera della Sommaria. Fu strenuo difensore
dei diritti dello stato amalfitano e si oppose alla volontà
del
re Filippo IV di Spagna (1621-1664),
liberando il ducato
di Amalfi dall'infeudazione dei
duchi Piccolomini (Ottavio); famoso il suo
scritto del 1644, Summarium defensae sive pro tuitione
Status Amalphiae.
NICOLA Confalone, alcuni
anni dopo insieme a F.A.
de Ponte, difenderà nel 1653 gli
stessi diritti dinanzi alla Camera della Sommaria. |

©
Napoli -
Regia Camera della Sommaria |
FERDINANDO, erudito in diritto civile e canonico, fu
nominato da papa Paolo V nel 1613, Referendario delle Due Signature; nel 1617 divenne abate commendatario perpetuo del
Monastero di S. Pietro della Canonica di Amalfi;
nel 1621 divenne
Vescovo di Nicastro:
“Resasi vacante la diocesi calabrese, il 12 aprile 1621 il
card. Sforza propone che essa venga provvista di un nuovo
vescovo e lo fa nella persona di Ferdinando Confalone,
nobile napoletano e dottore utroque jure. Il lunedì 19
aprile 1621 nel Concistorio segreto, referente lo stesso
card. Sforza, la proposta viene accettata...”
(7).
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© Napoli - Stemma della
Famiglia Confalone, Marchesi della Petina
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©Monografia del Casato Confalone, stampato su pregiata carta
a mano della Cartiera Ferdinando Amatruda di Amalfi, di Angelo Tajani
http://www.tajani.se/
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Il suo congiunto, PIETRO Confalone u.j.d.(8),
laureatosi a Napoli nel 1606, fu nominato Protonotario
Apostolico il 12 febbraio 1622, con tutti i diritti e i
privilegi che la nomina stessa comportava.
Nel 1645
Fra Carlo Confalone,
Cavalier Gerosolimitano non professo, sposò Donna Anna
Mormile
e, per aver ben servito l’Ordine, fu nominato nel 1659 da
re Filippo IV d'Asburgo-Spagna,
Marchese di Petina e
Luogotenente in
Capitanata
col titolo di
Vicerè della Provincia di Lucera.
Verso la fine del XVI secolo gran parte della famiglia
Confalone si trasferì a Maiori. |

La residenza estiva dei
Confalone in località Selecerchie di Maiori
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Suor ANNA e suor VITTORIA, nella visita pastorale
effettuata il 25 maggio 1661 dall’arcivescovo
Stefano Quaranta(1649 † 1678), risultano essere rispettivamente badessa e
vicaria del Monastero delle Clarisse di S. Maria della Pietà in
Maiori.
Dalla stessa visita rilevasi anche che, in quello stesso anno
1661, il Prevosto della Collegiata ed i maestri ANDREA Confalone
e Giuseppe
Mezzacapo furono
incaricati di procedere alla revisione dei conti, con
l’assistenza del Superiore del Minori Osservanti dello stesso
monastero.
La famiglia Confalone tenne l’Ufficio del Peso e del Mezzo
peso della Dogana e Fondaco di Maiori, comprato da NICOLA in
data 7 settembre 1732.
Durante la
Rivoluzione Napoletana
del 1799, Don GIOVANNI Confalone organizzò la difesa
della Torre Marittima di Maiori, che armò con cannoni e
spingarde per respingere gli assalti delle navi inglesi.
Il patrizio FILIPPO era titolare di cospicue
proprietà a Ravello: cinque cartiere, un mulino ad acqua ed
un trappeto in Maiori. Fu lui che, molto probabilmente,
rivolse nel 1805 un’accorata supplica al
re Ferdinando IV di
Borbone, affinchè non venisse soppressa la Diocesi di
Ravello.
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© Ravello - Stemma Confalone
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©
Don Giovanni Confalone, un nobile imprenditore cartario
d'altri tempi. |
Don GIANFORTUNATO Confalone, industriale cartario in Amalfi,
agli inizi del 1800 apportò alla propria fabbrica
innovazioni ritenute rivoluzionarie che consentì all’antico
opificio di produrre carta di elevatissima qualità.
Il tenente GIUSEPPE Confalone si distinse durante la prima
guerra mondiale e, dopo un encomio solenne, fu decorato con
medaglia d’argento per aver il 14-16 agosto 1916 a Nad-Logen
“...
con mirabile coraggio, coraggioso contegno guidava
la propria compagnia a successivi attacchi ed alla conquista
di vari appostamenti nemici, fortemente difesi da fucileria
e mitragliatrici...”. Fu nuovamente decorato perchè il 6
novembre 1916 a Urtoce "...
intrepidamente
usciva dalla trincea non ostante la quasi
certezza di essere colpito dal fuoco nemico, per occupare un
trinceramento antistante. Ferito a morte incitava ancora i
soldati a perseverare nella lotta”
(9)
.
Con
Regio assenso del 26 giugno 1920, per successione Citarella
della Posta, VINCENZO PAOLO Confalone, nato a Salerno il 3
novembre 1849 e sposato con la nobildonna Immacolata Gironda
dei principi di Canneto, fu autorizzato ad assumere e
trasmettere il titolo di Duca
di Grottaminarda
(mpr).
Nel 1940 RAFFAELE, Tenente Colonnello medico in servizio
presso la X Armata nell’Africa settentrionale, fu
pluridecorato al Valore Militare perchè “...
seppe promuovere in tutti i dipendenti, con la parola e con
l’esempio, i più nobili sentimenti di solidarietà umana,
innalzando così il dovere a dignità di apostolato...”.
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La famosa villa di Ravello, appartenuta alla
famiglia Rufolo, dalla quale discendeva quel Landolfo Rufolo,
le cui peripezie descrisse il Boccaccio nel Decamerone,
passò in eredità ai d’Afflitto.
Nel 1460 Eleonora d’Aragona,
principessa di Salerno e duchessa di
Amalfi e parente del re Ferdinando I d’Aragona, con l’aiuto di alcune famiglie del luogo, incitò
alla rivolta le popolazioni di Amalfi, Scala e Agerola,
in favore del duca d’Angiò per la riconquista del Regno
di Napoli. |

Ravello - Villa Rufolo
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Il tentativo fallì e
re
Ferdinando I d’Aragona, per vendicarsi, fece
arrestare tutti i
d’Afflitto e confiscò i loro beni, tra
cui Villa Rufolo di proprietà del ribelle Angelo
d’Afflitto di Scala,
marito di CHIARASTELLA Confalone,
che il Sovrano, con Decreto del 18 settembre 1460, assegnò a
JASELLO Confalone di Ravello,
cugino di detta Chiarostella.
Giorgio
Castriota
Scanderbeg, da poco giunto nel Regno dall’Albania,
convinse il re di Napoli a perdonare i d’Afflitto, che
ottennero la libertà e i loro beni, tra cui appunto Villa
Rufolo.
I Rufolo
mantennero la villa sino al 1800, anno in
cui essa fu venduta al mecenate britannico Reed, il quale a sua
volta la vendette alla Provincia di Salerno che tuttora la
detiene.
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Famiglie imparentate con Casa Confalone |
La famiglia Confalone ha contratto vincoli di
parentela con le seguenti famiglie:
ACCONCIAJOCO: nel 1427
ANTONIA sposò Giovanni Acconciajoco di Ravello
ANFORA
di Sorrento:
nel 1636 SILVIA divenne la moglie di Tommaso
Anfora.
APONTE o de
PONTE: nel 1528 CARDONIA sposò, in seconde nozze, Roberto
de Ponte. LUISA
fu la seconda moglie di Cesare de Ponte. Nel 1608 GIOVAN
GERONIMO fu marito di Giovanna de Ponte. Nel 1609
Giovanni Andrea sposò Maria de Ponte.
d’AFFLITTO:
CHIRASTELLA nel 1453 sposò Angelo
d’Afflitto; nel 1475
CATERINELLA sposò Rainaldo d’Afflitto; VIOLANTE nel 1512
divenne la terza moglie di Domenico d’Afflitto. Nel 1568
VALERIO sposò Prudenza d'Afflitto. Nel 1664 PAOLO sposò
Anna d'Afflitto.
d’ALAGNO:
nel 1485 ANTONIO
sposò Lavinia
d'Alagno
BALSAMO: GIOVANNI LUCA (1724 † 1799) prese in moglie
Agnese Balsamo.
BONITO: CANDIDO sposò
Aquila
Bonito. ALESSANDRO sposò Diana Bonito (fine sec. XVII).
CAMPANILE:
Nel 1430 Eustachio
(Stasio) Confalone, patrizio di Ravello, sposò Cipriana
Campanile di Pasca.
CASTRIOTA: IPPOLITA divenne
la seconda moglie di Cesare
Castriota Scanderbeg (metà
del 1500).
CITARELLA: nel 1845
Giuseppe sposò Marianna Citarella.
CIMINI: nel 1812 Giovanni Fortunato sposò Maria Cimini. |

©
Portici
(NA) - ingresso col viale che conduce all'ex dimora dell'avv. Luigi,
discendente di
Don Giovanni Confalone di Maiori |
de CURTIS: PIETRO GERONIMO
sposò Ferrandina
de Curtis.
FREZZA: ANTONIO (1342†1355)
prese in moglie Caterina
Frezza di Ravello. MEDESSO (~1500) sposò Cyalla Frezza.
di FUSCO: ALFONSO sposò
Cornelia di Fusco. CATERINA fu la seconda moglie di Orazio
di Fusco.
GALLICIANO: GIOVAN LUCA,
laureatosi in legge nel 1631, sposò Flaminia Galliciano.
GALLUCCIO.
GIRONDA di Canneto: VINCENZO
PAOLO (n. 3.11.1849) sposò Immacolata Gironda dei principi
di Canneto.
del GIUDICE: GIOVAN BATTISTA
sposò Artemisia
del Giudice.
ALESSANDRO sposò Maria del
Giudice.
GRISONE:
metà sec. XIII, TANDA sposò Mauro, figlio di dom Leone della
nobile famiglia de
Grisone di Ravello; ANIELLO, detto
Saggese, nel 1434 sposò, in seconde nozze, Maria Grisone di
Ravello.
GUERRITORE:
Filippo Confalone sposò Anna
Guerritore, antenata dell'autore del pregevole volume sul
patriziato di Ravello.
MEZZACAPO: DEZIO prese in
moglie Polita
Mezzacapo.
MORMILE: CARLO, marchese di Petina, ebbe in moglie Anna
Mormile.
MUSCETTOLA: ANIELLO, detto
Saggese, sposò, in prime nozze, Tiziola (o Caterina)
Muscettola. PROSPERO fu il marito di Diana Muscettola.
del PEZZO dei principi di San Pio:
nel 1689 Michelangelo prese per moglie Maria
del Pezzo dei principi di San
Pio.
PIGNONE: LUIGI (n. 1782) sposò
Teresa
Pignone.
SASSO: nel 1430 CHIARELLA sposò
Francesco Sasso. CARDONIA sposò, in prime nozze, Gregorio
Sasso. Nel 1517 NICOLA MATTEO (Colamatteo) sposò Manfredina
Sasso.
SERSALE: PAOLO (n. 1742) sposò
Teresa
Sersale.
SPINA: URBANO, figlio di Aniello detto Saggese,
sposò Lucrezia Spina; nel 1392 ANGELO
sposò Sighilgaita, detta Francesca Spina sepolta nella
chiesa di S. Lorenzo a Napoli. Nel 1545 Angela sposò Tommaso
Spina.
STAIBANO di Scala.
VARGAS MACHUCA: donna DIANA, figlia di
Alessandro marchese della Petina e di Anna
del Giudice, sposò Miguel
Francisco
de Vargas Machuca, marchese di S. Vincenzo.
TAJANI: Angela Confalone sposa Michele
Tajani di Amalfi.
VITAGLIANO:
GIANFORTUNATO,
imprenditore cartario di Amalfi, sposa Angela
Vitagliano
(10).
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Sin
dal 1420 la regina
Giovanna II
di Durazzo aveva annoverato i Confalone tra i nobili di
Ravello.
Nel
XVI secolo il Casato risulta iscritto nel libro d’oro
del patriziato di Ravello, aggregata ai sedili di Ravello,
Scala e Napoli, a quello chiamato di
Nido.
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©
Portici
(NA) - Stemma Confalone |

© Napoli - Stemma Confalone |
Fra
CARLO Confalone, Cavalier Gerosolimitano non professo sin dal 21
giugno 1635, per aver ben servito l’Ordine fu decorato il 31
agosto 1659 dal re
Filippo IV
d'Asburgo - Spagna col titolo di Marchese della Petina
(in
Principato Citra), e nello stesso anno Luogotenente in
Capitanata col titolo di Vicerè della Provincia di Lucera.
Con Regio assenso del 26 giugno 1920, per successione Citarella
della Posta, VINCENZO PAOLO Confalone, nato a Salerno il 3
novembre 1849 e sposato con la nobildonna Immacolata Gironda dei
principi di Canneto, fu autorizzato ad assumere e trasmettere il
titolo di Duca di Grottaminarda
(mpr). Patrizio di Ravello (m). Cavaliere di Malta nel 1777.
Per figlio ebbero GIUSEPPE (nato a Napoli il 15.11.1894)
cavaliere d’onore e devozione del S.M.O. di Malta.
Nella prima edizione dell'Annuario della Nobiltà
Mondiale e dei Pari, Don VINCENZO PAOLO Confalone vi è incluso
col titolo di Duca e Patrizio di
Ravello.
Il titolo di conte di S. Angelo Limosano,
in
Provincia di Molise,
pervenne alla famiglia di Gaeta per successione
delle
Case Mormile, Confalone,
Capuano
e Trapani(11).
|
Dalla mercatura
medievale all'aristocrazia del tardo medio evo, dalla
notabilità giuridica del rinascimento e dall'elevazione
nell'alta nobiltà del Regno di Napoli all'imprenditoria
dell'Ottocento. In questo modo potrebbe essere descritta la
parabola di questo illustre casato, i cui rappresentanti
raggiunsero l'apice della notabilità nel Seicento. |

©
Per
gentile concessione del Gen. Mario Confalone.
L'antica cartiera Confalone di Maiori. Autorità, maestranze,
musici e proprietari radunati per festeggiare
un evento
solenne.Attività tuttora fiorente portata avanti con maestria e
prodotti di altissima qualità. |
La progenie Confalone
annovera nei propri ranghi marchesi e vicerè, duchi,
cavalieri gerosolimitani, generali, un vescovo, protonotari
apostolici, prevosti, canonici, missionari, sacerdoti,
monaci e monache, insigni giureconsulti e valenti
imprenditori.
Il Comune di Napoli ha
dedicato una strada del quartiere Avvocata alla famiglia
Confalone, ove possedevano case e terreni, in omaggio ai
suoi illustri rappresentanti, tra i quali Alessandro Confalone, figlio di
Giovanbattista, uno dei dodici giudici
preposti alla sorveglianza delle cosiddette
Capitolazioni,
durante la Rivoluzione di Masaniello del
1647.
In detto luogo esisteva un'antica e rinomata osteria
napoletana detta dei Confalone, citata anche dal Doria nella
"Confinazione tra città e borghi di Napoli", dandoci
una impagabile testimonianza di quei pittoreschi punti di
aggregazione che furono le osterie napoletane così legate
alla storia minore, ma non per questo meno importante.
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_______________________
1) M. Camera, Memorie storico
diplomatiche…, Vol. II, Salerno 1881, p. 251.
2) Mons. Cesario
d’Amato,Scala…pag.11.
3) M. Camera: ”Bella fama e
rinomanza acquistaronsi nelle scienze, nelle armi, e nello culto
vari gentiluomo della nobile famiglia Confalone di Ravello,
originaria di Scala. Il primo individuo di questa famiglia che
nelle antichissime pergamene apparisce è un tal Costantino,
figlio di don Leone, che viveva nel 1110 portante lo agnone de
Compaleone e i di lui discendenti Comphalonum e Gonfalone.
Occuparon le prime cariche rappresentative in ambedue di esse
città, ed anco in Napoli e nelle province tennero gli offici di
screti, di portolani e di tesorieri sotto i re svevi ed
angiolini”.
4) C. De Lellis, Discorsi delle
famiglie nobili del Regno di Napoli, parte II, Napoli 1663, pag.
190; B. Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie..., Vol. III,
pag. 89.
5) C. De Lellis, Discorsi delle
famiglie nobili del Regno di Napoli, parte II, Napoli 1663, pag.
190; B. Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie..., Vol. III,
pag. 89.
6) M. Camera, Memorie storiche
diplomatiche, vol. II, p. 147.
7) S. AMICI, Diocesi di Calabria e
presuli amalfitani, in La voce del Pastore, Amalfi nov. 1978,
pag. 4.
8) u.j.d. significa utrioque jure
doctor, dottore nell'uno e nell'altro diritto (civile e
canonico).
9) Dall’archivio privato di
Domenico Tajani.
10) Bisnonni del dott. Angelo
Tajani.
11) Enciclopedia nobiliare del
Marchese Spreti – lettera G – pag. 304 |
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