Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

de Vera d'Aragona

Arma: partito, nel 1° d’argento a tre fasce nere controinnestate, con la bordura rossa carica di otto decusse d’oro, 3 in capo, 2 nei fianchi e 3 in punta (de Vera); nel 2° d’oro a quattro pali vermigli (d’Aragona). Lo scudo accollato ad un’aquila bianca, coronata d’oro.
Motto: Veritas vincit
Dimora: Napoli
e Viareggio.


© Stemma famiglia de Vera d'Aragona

La famiglia de Vera d’Aragona, di origine spagnola, discende probabilmente dal sangue dei re d'Aragona, avendo Geloyra de Vera sposato nel 1131 il re Ramiro I d’Aragona e i due figli Carlos e Luis anteposero al cognome paterno quello della madre.
Il Casato si trasferì nel Napoletano verso la metà del XVI secolo, ove fu ascritta tra le famiglie fuori Piazza; ricoprì le più alte cariche in campo militare, civile ed ecclesiastiche.

Vari sono stati i titoli concessi a questa famiglia, fra questi:
Duchi di:  Alvito (1899), Verzino (1693), Carinari                                                  

Principi di: Caposele, Colubrano (1899)
I Vera d’Aragona hanno inoltre posseduto numerosi feudi, tra i quali:  Atina, Belmonte, Campoli, Posta, San Donato, ecc., in Terra di Lavoro; Formicola, Morcone e Coffiano (ribattezzato Colubrano) in Terra di Molise.
Nel 1407 don Garcia de Vera fu giustiziere della provincia di Molise.
Nel 1604 don Pietro de Vera d’Aragona fu presidente del Sacro Regio Consiglio.
Nel 1734 la contessa Maria de Vera d'Aragona fu una delle benefattrice dell'Augustissima Arciconfraternita ed Ospedali della SS. Trinità dei Pellegrini e Convalescenti, insieme a tanti altri nobili tra i quali Domenico Campanile conte palatino, Fulvio di Costanzo marchese di Corleto, Andrea Giovene duca di Girasole, Girolamo de Ponte marchese di Collenise, Rodolfo Acquaviva duca d'Atri, Marcantonio Doria principe di Angri, Vincenzo di Somma principe di Colle, marchese Giovanni Sanfelice, Filippo Albertini principe di Cimitile, conte Emmanuele Gaetani d'Aragona dei duchi di Laurenzana.


© Napoli - targa in ricordo dei benefattori dell'Augustissima Arciconfraternita della
SS. Trinità dei Pellegrini.

Nel 1758 Luigi de Vera d’Aragona fu ricevuto nel Priorato di Napoli del S.M. Ordine di Malta.
Il titolo di duca di Verzino pervenne per successione della famiglia Caropreso.
Il titolo di principe di Caposele, in Principato Citra, concesso nel 1692 a Innico Rota passò nel 1791 a Carlo Ligny che sposò Vittoria Mormile, duchessa di Carinari, in Terra di Lavoro. Entrambi i titoli passano alla loro figlia Domenica ed infine in casa de Vera d'Aragona per successione materna a Giuseppe de Vera d'Aragona (1817 † 1886), figlio Luigi, duca di Verzino, e di detta Vittoria.
Emilio (nato a Napoli nel 1858), principe di Caposele, duca di Verzino e di Carinari, erede e fratello di Luigi (1853 † 1931), e figlio di Giuseppe (1817 † 1866) e della nobile Anna Capomazza, principe di Caposele, duca di Verzino e di Carinari, nacque a Napoli il 28 luglio 1858 e sposò Emilia Ermini.


Caposele (AV) - ricostruita dopo il terremoto
http://www.comune.caposele.av.it/

I titoli di principe di Colubrano e di duca di Alvito (1), nonché i predicati nobiliari di Morcone, Formicola, Atina, Belmonte, Campoli, Gallinaro, Picinisco, Posta San Donato, Vicalvi e Settefrati pervennero in casa de Vera d'Aragona nel 1899 per maritali nomine a seguito di matrimonio celebrato a Lucca nel 1864 tra Ranieri de Vera d'Aragona (nato a Napoli il 13 luglio 1864), tenente colonnello di cavalleria, e Maria Dolorita Proto (nata a Napoli nel 1871), figlia ed erede di Carlo Alberto (1846 † 1875) principe di Colubrano e duca di Alvito, e di donna Sara Starace.
Per figli ebbero: Carlo Alberto,  nato a Bologna nel 1892, R. console di S. M., capitano di complemento del R. Esercito, con R. D. 7 marzo 1929  fu autorizzato ad usare il titolo di duca di Alvito durante la vita della madre; sposò Maria Camilla dei marchesi Mansi (già Orsetti), patrizia di Lucca; Guido (Napoli, 1895
† 1917), capitano degli Alpini, tre volte ferito nella grande guerra e tre volte decorato al valore, morto il 16 dicembre 1917 combattendo sul Grappa; Ugo (Napoli, 1897 † 1917), ufficiale di fanteria, morto anch'egli in guerra, valorosamente combattendo; Anna, nata a Roma nel 1901, sposò nel 1928 Agostino nobile Cavalcabò; Diego, nato a Napoli nel 1904, sottotenente di complemento, sposò nel 1929 Livia Zezza; Inigo, nato a Lodi nel 1907, dottore in chimica industriale; Margherita, nata a Viareggio nel 1914. 
 

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e per Luigi de Vera d’Aragona il Registro della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.

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Note:
1) - Il titolo di duca di Alvito, in Terra di Lavoro, fu concesso nel 1606 a Tolomeo Gallio; nel 1751 era intestato a Carlo Tolomeo Gallio Trivulzio.  Il ramo di detta casa si estinse con Alfonsina Gallio Trivulzio moglie di Miche Carafa principe di Colubrano: Clorinda Carafa (nata nel 1799), principessa di Colubrano e duchessa di Alvito, sposò Donato Proto, duca di Albaneta ed ebbero per figlio Carlo Alberto Proto (1846 † 1875).
 

Fonti:
- V. Spreti, Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana, Vol. VI, Milano 1932;
- G. Mansi, I Patrizi di Lucca, Ed. Titania. Lucca, settembre 1996.

 

Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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