
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Pironti |
Arma:
d’azzurro al pero nodrito nel terreno erboso al
naturale, sostenuto da due leoni controrampanti d’oro. Corona e manto di
duca. |

© Napoli - Stemma
Famiglia Pironti |
L'antica
famiglia Pironti di Ravello, ascritta a quell’insigne patriziato, a quello di
Barletta, Bari, Trani e Napoli
fuori Seggio.
Il
Cristianesimo giunse a Ravello (Salerno), probabilmente, tra il IV ed il VI
sec. dopo Cristo. A villa Rufolo è conservata la fronte di un sarcofago
rappresentante l’adorazione dei Magi che, per caratteri stilistici ed
iconografici, può essere datata intorno alla metà del IV sec. mentre un
intero sarcofago, con la croce al centro, si trova nel museo del Duomo.
Alcune
famiglie dell’aristocrazia romana, per sfuggire alle incursioni
barbariche, trovarono rifugio nella Costiera Amalfitana.
Tra i
discendenti di quelle gentes si sono formati, verosimilmente,
gruppi familiari che all’inizio del primo millennio sono assurti ad una
posizione di rilievo, fino a formare un ceto predominante. Fra di loro i Pironti, le cui prime memorie documentate risalgono l’anno 1018 quando
Mauro ed Orso, figli di Sergio Pironti, insieme con altri patrizi
ravellesi (Muscettola, Rogadeo, Rufolo, Russo ecc.), fondarono la chiesa
di San Giovanni del Toro di Ravello, tuttora esistente, dove possedevano
una cappella gentilizia: “vi è anco un’altra tribuna ed una cappella
pittata tutta alla greca et l’armi della famiglia Pironti molto
benefattrice di questa cappella e di tutta questa Chiesa”.
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©
Ravello - Villa Cimbrone. A destra: Ravello - particolare Duomo |
Affermatasi la religione cristiana, Ravello divenne sede vescovile nel
1086 per interessamento di Ruggero Borsa (1060 - 21-22/2/1111); da
notare che la sede dipendeva direttamente dalla Santa Sede. Il 4°
Vescovo di Ravello (1210 o 12-1220) fu Pantaleone Pironti (XII-XIII
sec.), consacrato dal grande Pontefice Innocenzo III (1198-1216) Lotario
dei Conti di Segni; egli
ottenne, per sé e per i suoi successori, ampia conferma dei privilegi di
cui avevano goduto gli altri vescovi ravellesi suoi predecessori.
Pantaleone fu inviato al IV Concilio Lateranense (11-30/11/1215) dal
medesimo Pontefice. Pantaleone morì nel 1220, e fu tumulato in un
sepolcro marmoreo con quest’epitaffio: |
PANTALEO
PRÆSUL VENERABILIS HIC REQUESCITEST NUMERO QUARTUS CŒLESTI SEDE LOCATUS
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(Qui riposa il venerabile presule Pantaleoneche fu il quarto a riposare nella
celeste Sede). |
Un’altra antichissima testimonianza la troviamo nelle porte di bronzo
del Duomo di Ravello, del 1179,
donate da Sergio Muscettola, marito di Sigilgaida Pironti.
Nella formella centrale della terza fila del battente sinistro si legge: |
ANNO
MILLESIMO CENTESIMO SEPTUAGESIMO NONO
INCARNACIO IES XPO DNO NRO MEMENTO DNE
FAMULO TUO
SERGIO MUSETULE ET UXORI SUE SICLIGAUDE ET FILIIS SUIS
MAURO
ET IOHES ET FILIA SUA ANNA QOT ISTA PORTA
FACERE AGIT AD HONOREM DEI ET
SANCTE MARIE VIRGINIA |
(Ricorda, o Signore, il tuo servo
Sergio Muscettola e sua moglie Sigilgaida e i suoi figli Mauro e Giovanni, e sua figlia
Anna, poiché egli fece fare questa porta nell’anno 1179 dell’Incarnazione di nostro
Signore Gesù Cristo, per l’onore di Dio e della Santa Maria Vergine). |
Papa Urbano IV
(1261-1264) Giacomo Pantaléon, creò Giordano Pironti (XIII sec.)
Cardinale Diacono del titolo dei SS. Cosma e Damiano nel maggio del
1262; egli fu Vice Cancelliere di Santa Romana Chiesa e morì nel 1269
durante il Conclave di Viterbo (1268-1271). |
Papa Urbano IV (1261-1264)
al secolo
Jacques Pantaléon |
Mauro Pironti (XIII sec.) fu Collettore del denaro
fiscale presso il Giustiziere di
Sicilia Citra nel 1268, sotto
Re
Carlo I d'Angiò
(1266-1285. Angelo (XIII sec.) fu uno dei
mutuatari di mille once d’oro a Re Carlo I, nel 1275, insieme con altri
patrizi ravellesi (Tommaso
Coppola, Alessandro
d’Afflitto, Niccolò Frezza, Andrea
Bonito, Matteo Rufolo, Nicola Acconciagioco, Gannizzo
di
Palma,
Nicola Confalone “…ricevendone in pegno la
sua corona reale adorna di varie pietre preziose”;
da questo sovrano
fu poi nominato, nel 1278, Secreto di Puglia.
Filippo, Giudice Annale di Ravello,
fu Familiare Regio. Giacomo fu Vicemaestro Portolano e Procuratore della
Curia degli Abruzzi. Riccardo (XIV sec.) possedeva il casale di Tinare
nel 1378.
La famiglia era
feudataria
di Gallano e San Benedetto in Puglia fin dal 1391; qualificata con il
titolo di Miles nel 1404; fu compresa nel diploma (1-12-1419)
della Regina Giovanna II
(1414-1435) d’Angiò-Durazzo, di esonero parziale delle tasse in Ravello
a favore del patriziato locale. Fu sempre annoverata tra le famiglie
nobili fuori Seggio di Napoli, dove da antico tempo aveva fissato la sua
dimora e perciò fu reintegrata al patriziato di Ravello con sentenza del
Supremo Tribunale del 23/7/1647 in persona di Giacomo Antonio (XVI-XVII
sec.), con anzianità al 1419. Dopo lo scioglimento dei sedili nobili
(1800), fu ascritta al Libro d’Oro di Ravello.
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Napoli, busto di don Mattia Pironti, eretto da
Andrea Pironti nel 1661. A destra: busto di don Andrea Pironti, eretto nel 1670
da Sisto Maria Pironti, vescovo di Sarno |
Sisto Maria Pironti († 12 agosto 1673) fu vescovo
di Sarno dal 5-5-1666. |
Napoli, cappella Pironti.
A destra: Stemma di
Sisto Maria Pironti, vescovo di Sarno |

Napoli, lastra tombale di
don Andrea Pironti |
Nicola Pironti (1654 † 1726) ebbe la città di Campagna eretta in ducato, con
Regio diploma dato a Madrid il 24 marzo 1694,
esecutoriato in Napoli il 30 aprile dello stesso anno. Insieme a
tutte le prerogative e i privilegi legati al Feudo, fu ancora
concessa la giurisdizione delle prime e seconde cause.
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Campagna (Salerno) |

Campagna, Palazzo Pironti |
Il nuovo Signore volle costruire un palazzo
nel centro cittadino che avesse quelle caratteristiche di
residenza nobiliare degne del blasone familiare, e si adattasse
alle nuove esigenze funzionali della fine del seicento. La
scelta del luogo di costruzione ricadde sull’antico quartiere di
Zappino, nei pressi della chiesa del
SS. Salvatore e S. Antonino e di
fronte a Palazzo Greco. Si configurava così una piazza sulla quale
poteva evidenziarsi la facciata del nuovo edificio ducale, e lo stesso
Duca Pironti fece ribaltare la posizione della chiesa adiacente in modo
da spostarne l’accesso principale sulla piazza stessa.
Il Palazzo
Pironti occupa un’insula quadrangolare e si sviluppa su tre livelli, con
corte centrale rettangolare. |
La
facciata principale presenta sei aperture per ogni piano,
botteghe al piano terra e un portale in pietra. Attraversato
l’ingresso principale si accede ad un passaggio coperto da una
volta a botte lunettata, con affresco centrale, e quindi al
cortile pavimentato con grossi lastroni di pietra e sul quale si vano scala con i
pianerottoli a vista; degli arconi, a sesto leggermente ribassato, e
delle ringhiere in ferro scandiscono i tre livelli. Nell’androne
troviamo una fontana con mascherone in pietra e, ai lati d’accesso
alla scala, due tondi scultorei raffiguranti delle teste, di chiaro
gusto rinascimentale.
In
occasione del matrimonio di Gaetano (1678 † 1741), primogenito di Nicola,
con Giovanna Besozzi di Castelbesozzo, dei Conti di Leggiuno, il
29/5/1713, fu pubblicato un “Mondo d’Amore” da Carlo Scipione Quinto, il
quale recita: “…Non contento l’eccelso Germe de’ Pironti starsene
solamente imparentato in Partenope sua pregiata Patria, colle Prosapie
più Avite, e famigerate di quella, in molte fiate si è spaziato, e
congiunto con stranieri, e nobilissimi lignaggi, che stanca pur è la
Fama in ridirne le grandezze. Lo racconfermino alla recita gli Rossi,
Marchesi del Monferrato; ed i Mendozzi d’Ispagna, ch’in mentovarli solo,
risuonano d’indicibile contezza...".
Gennaro Pironti, duca di
Campagna, fu iscritto sin dal 1748 quale confratello dell’Augustissima
Compagnia della Disciplina della Santa Croce.
Angelo Pironti esercitava la
professione forense in Napoli (catalogo dei
legali del foro
napoletano, 1784). |
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Da "Mondo d'Amore" di Carlo Scipione Quinto
(1713)- L'arma dei Pironti con le insegne delle
famiglie Besozzi, de Rossi e Mendoza.
A destra: Napoli - particolare Palazzo dei coniugi
Don Francesco Pironti di Campagna e
Donna
Carolina del Balzo di Presenzano. |
Diversi membri della Famiglia Pironti furono iscritti nel Registro dei
Cavalieri ammessi ai Reali Baciamani, detta Nota di Palazzo.
L’iscrizione a questa Nota, si otteneva attraverso un Rescritto
Regio, emesso in seguito ad un rigoroso esame dei titoli di nobiltà che
il Re, secondo i tempi, rimetteva alla Real Camera di Santa Chiara poi,
abolita questa, al Ministero della Real Casa ed in fine alla Real
Maggiordomia Maggiore, costituendo vere sovrane dichiarazioni di
nobiltà. Nell’elenco compilato da Francesco Bonazzi di Sannicandro nel
1895, risultano ammessi: Giuseppe (4/5/1819), Gaetano e Giuseppe
(6/11/1829), Francesco (27/12/1858).
I
membri della Famiglia furono reiteratamente ritenuti ammissibili nelle
Regie Guardie del Corpo del Regno di Napoli,
poi delle Due Sicilie, dalla Regia
Commissione per i titoli di Nobiltà.
Raffaele (1805 † 1870), Colonnello di Cavalleria nell’Esercito napoletano,
Cavaliere dell’Ordine di San Giorgio della Riunione, fu insignito della
Medaglia Commemorativa del Volturno e Garigliano.
Michele (1814 † 1885), insigne patriota, Magistrato, Deputato, Senatore,
Ministro Guardasigilli, fu creato Conte da Vittorio Emanuele II nel
1869. Giuseppe (1889 † 1965), fu creato Conte da Vittorio Emanuele III nel
1921.
Vincenzo Benedetto (1830 † 910), fu Tesoriere dell’Arciaugustissima
Reale Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione e Purità di Maria dei
Nobili in Montecalvario; i membri del suo governo erano, di diritto,
Grandi di Spagna di prima classe.
Nicola (1922 † 1989), fu Guardia Nobile Pontificia.
Francesco (1918 † 1999) Cavaliere d’Onore e Devozione del
Sovrano Militare
Ordine di Malta.
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© Napoli - l'insegna dell'Ordine di
Malta |
I
Pironti hanno contratto parentela con le famiglie:
del Balzo
(Don Francesco Pironti
(Napoli, 1918
† Roma,1999), duca di
Campagna, sposò nel 1954 Donna Carlina del Balzo dei
duchi di Presenzano), Besozzi,
Capecelatro,
Caracciolo,
Carafa, Cassani, d’Evoli,
Gaetani d’Aragona,
Garofalo, Giugnano,
de Liguori, Majorano, Maresca,
de’ Medici, de
Mendoza, della Posta, de Piccolellis, de Rosa, de Rossi, Santoro,
Scott-Anzolato, Trionfi-Honorati,
Winspeare, ecc.
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La
Famiglia è stata iscritta nell’Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana
con i titoli di Patrizio di Ravello (m), Duca di Campagna (mpr),
Nobile dei Duchi di Campagna (mf), trattamento di Don e Donna,
RR.LL.PP. di ricon. 14 novembre 1909 e 28 aprile 1912. Conte (mp)
per il ramo di Giuseppe (1889-1965), Nobili dei Conti (mf), R.D.
di conc. 10 mar. 1921 e RR.LL.PP. 5 febb. 1922. Conte (mp) per il
ramo di Michele (1814-1885), Nobili dei Conti (mf), R.D. di conc.
18 nov. 1869 e RR.LL.PP. 19 febb. 1873. |
Napoli,
altare maggiore con lo stemma partito
Lucarelli e Pironti, famiglie imparentate.
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Il conte Michele Pironti (Misciano,
23 gennaio del 1814
† Torre del Greco il 14 ottobre 1885), fu
giudice della Gran Corte Criminale di Terra di lavoro;
avendo partecipato ai moti del 1848, fu arrestato il 3
agosto 1849 e condannato a morte, con pena commutata in
24 anni di ferri a Nisida. Nel 1860 prese parte attiva
alla vita politica napoletana, assumendo le cariche di
Consigliere di Luogotenenza, deputato, presidente della
Corte di Cassazione di Napoli, senatore e ministro di
grazia e giustizia nel governo Menabrea, costituito nel
1869. |
Misciano, una della 15 frazioni di
Montoro (AV), Palazzo Pironti
Foto inviate dal collaboratore Matteo Fimiani da
Montoro (Av) |

Misciano, una della 15 frazioni di
Montoro (AV), antico stemma Pironti su altro palazzo
Foto inviate dal collaboratore Matteo Fimiani da
Montoro (Av) |
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