Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
|
Famiglia Ferrillo
|
Arma:
d’oro al capriolo di rosso col capo di azzurro caricato da tre
stelle d’oro.
Cimiero: un drago.
Residenza: Napoli |
© Napoli - Stemma famiglia Ferrillo. Si
noti la stella centrale capovolta (1) |
La famiglia Ferrillo risulta ascritta al Patriziato napoletano
nel
Seggio di Nido sin dai tempi di re Carlo I d’Angiò
con Rogerio e Filippo Ferrillo.
Nel 1345 Nardo Ferrillo fece parte della Deputazione,
insieme a Bartolomeo Carafa, Roberto d'Arminio, Andrea di Toro,
Filippo
Coppola,
Giovanni
Barrile e Mastro Leonardo Terracciano, convocata
da
Luigi re d’Ungheria che era giunto a
Napoli col suo potente esercito per vendicare la morte del
fratello
Andrea, assassinato dalla moglie Giovanna I d'Angiò. I
Deputati, subito dopo aver ascoltato l'elenco dei riscatti e
balzelli che il re d'Ungheria voleva imporre, fecero armare la
città i cui abitanti, venuti a conoscenza che tra le file
nemiche vi erano alcuni ammalati di peste, erano determinati ad
uccidere e dare fuoco a tutti gli ungheresi per evitare che il
morbo si diffondesse anche in città. Il re nemico si impaurì a
tal punto che fuggì precipitosamente.
Niccolò Ferrillo, presidente della Regia Camera, sposò
Angela
Moccia,
figlia di Tommaso cavaliere del Seggio di Nido.
Dragonetto Ferrillo nel 1442 fu tra gli uomini d’arme di
re
Alfonso I d’Aragona. |
Mazzeo Ferrillo nacque verso la metà del secolo
XV, da Giacomo Andrea Luogotenente del Gran
Camerario nel 1440 e da Caterinella
de Majo;
fu
Camerlengo di re Ferdinando I d’Aragona e nel
1468 precettore di Alfonso II, duca di Calabria e futuro
re di Napoli. Nel 1463 ottenne un vitalizio di 100
ducati sugli incassi delle saline di Altomonte in
Calabria; nel 1466 armò a sue spese una galea, nel 1474
fu castellano di Caramanico in Abruzzo e poi castellano
di Capri. Il 10 marzo del 1477 acquistò dalla Regia
Corte per 10.000 ducati il feudo di Muro (oggi Muro
Lucano), in
Terra di Basilicata, ed ottenne in data 8
aprile 1483 su detto feudo il titolo di
conte. Nel 1479 acquistò
per 12.000 ducati i feudi di Genzano ed Acernza, sempre
in Terra di Basilicata; nel 1480 per la
guerra di Otranto armò a sue spese un’altra
galea comandata da Alessandro di Capri. L'8 maggio
1494, quale eletto del seggio di Nido, partecipò
cerimonia di incoronazione di Alfonso II d'Aragona,
reggendo l'elmo del sovrano. Nello stesso anno comprò la
terra di Ruoti e nel 1495 riscattò la città di
Spinazzola per 5.000 ducati.
Sposò Maria Anna Rossi e quando rese l’anima a Dio fu
sepolto in Napoli nel sepolcro fatto da lui stesso
costruito nel 1499. |
|
|
Napoli - monumento
funebre di Mazzeo Ferrillo, Conte di Muro |
Per figlio ed erede ebbe Giacomo
Alfonso Ferrrillo (†
1530 circa) che si trovava in Grecia
quando fu cacciato dai Turchi e ritornò a Napoli insieme
al despota de Larta, ad Andronica Cominata moglie di
Scanderbeg, e ad una fanciulla di sette anni:
Donna Maria Balsha (discendente del ramo montenegrino
dei
de
Balzo), figlia del despota di Serbia e
sorella di Andronica. Quando Maria fu in età da marito
fu data in moglie al suddetto Giacomo Alfonso Ferrillo.;
quest’ultimo nel 1518 acquistò da Giovan Berardino de
Azzia il feudo di Montefredano, in Principato ultra, che
successivamente donò alla figlia secondogenita
Isabella.
I coniugi generarono due figlie:
- la primogenita Beatrice fu data in moglie a
Ferdinando
Orsini duca di Gravina; alla morte del padre
Beatrice ereditò il Contado di Muro con Acerenza. Nel
1544 Paolo Antonio
Poderico vendette per ducati 30.000 la terra
di Vallata a Beatrice Ferrillo, contessa di Muro e
duchessa di Gravina che rivendette a Paolo
del
Tufo per ducati 25.600 nel 1572.
Nel 1555 Beatrice acquistò per ducati 7500 la terra di
Solofra; donò nel 1558 ad Ostino Orsini, suo
quartogenito, la terra di Solofra, e a Flaminio Orsini,
suo quintogenito la terra di Vallata.
- la secondogenita Isabella, Signora di
Montefredano, sposò Luigi
Gesualdo, conte di Conza e Signore di
Villamaina e di Santangelo all’Esca dal 1546.
I Ferrillo edificarono a Napoli la Chiesa di Santa Maria
delle Anime, dedicata a S. Margherita, accanto all’avito
palazzo di famiglia, acquistata dalla famiglia Piatto.
La chiesa nel 1586, per disposizione dell’Arcivescovo
Annibale
di
Capua, fu concessa per il culto alla nazione
tedesca. |
Napoli - Arma della
famiglia Ferrillo - anno 1499 |
Durante il periodo aragonese molti componenti della
famiglia Ferrillo erano cavalieri dell'Ordine del
Dragone (o del Drago), un ordine militare istituito
dall'imperatore del Sacro Romano Impero Sigismondo di
Lussemburgo (1368 † 1437),
per contrastare il potere dell'Impero Ottomano.
Appartenevano a detto Ordine, oltre ai re Aragonesi, i
Castriota Scanderberg, i
Cicinelli, Sigmund di Lusserburgo, Vlad Tepes
(in rumeno Vlad l'impalatore) principe di Valacchia,
meglio noto col nome di
Dracula, ed altri. |
Un gruppo di ricercatori composto da Giandomenico Glinni
docente dell’Università di Tallinn, Raffaelo Glinni
studioso di Storia e da Nicola Barbatelli direttore
scientifico del museo delle Antiche Genti, affermano che
“nel 1476 il conte Vlad Tepes Dracula, che appartenne
all’ordine del Dragone come il re di Napoli Ferrante
d’Aragona, scomparve durante una battaglia contro i
turchi e venne dato per morto. Una delle sue figlie,
Maria, all’età di sette anni venne adottata da una donna
napoletana e condotta nel Regno di Napoli
(2).
Qui in seguito sposò un nobile napoletano della famiglia Ferrillo. La coppia ottiene in ”regalo” i territori di
Acerenza in Basilicata ma era legata a Napoli, tanto
che, alla morte, i coniugi vennero seppelliti nella
città partenopea”. |
Vlad Tepes (Conte Dracula) |
Eika Stella, una studentessa napoletana, che per la sua
tesi di laurea studia a fondo il sepolcro dei Ferrillo,
coinvolge via mail gli studiosi, anche quelli estoni,
che giungono alle seguenti conclusioni: ”1) il conte
Dracula non morì in battaglia ma venne fatto prigioniero
dai turchi; 2) la figlia Maria riscattò il papà
prigioniero e lo portò in Italia. Alla morte lo fece
seppellire a Napoli”.
Spiega Glinni: “Guardate i bassorilievi, la
rappresentazione è lampante. Ricordate che il conte si
chiamava Dracula Tepes: vedete che qui c’è la
rappresentazione di un drago, Dracula appunto, e ci sono
due simboli di matrice egizia mai visti su una tomba
europea. Si tratta di due sfingi contrapposte che
rappresentano il nome della città di Tebe che gli
egiziani chiamavano Tepes. In quei simboli c’è scritto
Dracula Tepes, il nome del conte.” |
Napoli - Sepolcro della
Famiglia Ferrillo |
Alle spalle della tomba vi è una iscrizione di difficile
interpretazione di probabile matrice balcanica;
Giuseppe Reale ha chiesto sostegno ai docenti
dell’università Orientale di Napoli che hanno iniziato a
studiarla. Nel frattempo è partita la richiesta per
poter esaminare il sepolcro all’interno.
La notizia ha suscitato molto scalpore e conquistato le
pagine di molti quotidiani. |
______________
Note:
(1) - Giusta
osservazione di Maurizio Mariani di Tivoli.
(2)
-
Accanto la tomba dei Ferrillo ce n’è
un’altra appartenente ad Andronica Comnena, la donna che
ha ospitato Maria a Napoli; alla base è inciso
chiaramente il nome di Maria. |
|