
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Arcamone |
Arma:
spaccato,
nel primo d’azzurro, all’arco sostenuto da due colonne, coronato
e accostato da due bisanti, il tutto di oro, nel secondo
fasciato
d’oro e
d’azzurro. |

© Napoli - Arma partita con le insegne
delle famiglie Arcamone e Scannasorice.
(Aniello Arcamone sposò Cassandra Scannasurice) |
Le origini
della famiglia Arcamone si perdono nella notte dei tempi; ha
goduto di grande nobiltà in Napoli, ove le prime notizie risalgono al
1150 con Gemma Arcamone, ascritta nei
Sedili di Nido, Montagna, Portanova e Porto.
Agli inizi del XIV secolo si diramò in Barletta, nel 1382 in Bari e poi in Trani ove fu ascritta
al Seggio di Campo; godette di nobiltà anche a Giovinazzo. |
© Varianti dell'arma
della Famiglia Arcamone |
Il Casato
raggiunse il suo massimo splendore ai tempi degli Angioini, fu
padrona di numerosi feudi e decorata di vari titoli, tra i quali:
barone di: Balzano, Binetto,
Bitetto, Canosa, Carbonara, Ceglie, Corleto, Francolise,
Pietramelara, Torrecorneto, Valenzano;
conti di: Borrello
duchi di: San Demetrio. |
I fratelli Rubino, Roberto, Leonardo e
Pietro Arcamone nel 1268 prestarono soldi a
Carlo I d'Angiò per la
conquista del Regno.
Nel 1269 detto Pietro fu custode delle navi della Corte ancorate
nel porto di Baia.
Nel 1272 Leone fu uomo nobile del sedile di Acquario, uno
dei 39 seggi minori successivamente abolito e di autorità
aggregato al Sedile di Porto.
Nel 1275 Federico fu giudice civile della città di
Napoli.
Nel 1381 Bartolomeo fu Regio Consigliere.
Nel 1398
Angelo
fu Luogotenente della Regia Camera.
Nel 1453 re Alfonso
I
d'Aragona
donò la contea di Borrello, feudo in provincia di Reggio
Calabria, ad Ugo d'Alagno,
Gran Cancelliere del
Regno e fratello di Lucrezia;
la contea fu ereditata dal figlio Nicola II.
Nel 1472 re Ferrante
I
d'Aragona la
donò ad Aniello
Arcamone,
famoso giureconsulto, il quale fu poi arrestato per aver congiurato contro il Sovrano.
Il feudo di
Borrello, in
Calabria Ultra, passò al regio
demanio e nel 1487 fu dato in dono a Isabella
d'Aragona per
il suo matrimonio con Gian
Galeazzo Sforza duca
di Milano.
Nel 1501 la
contea passò a Ettore
Pignatelli. |

© Napoli - Sepolcro di
Aniello Arcamone, conte di Borrello |
Il figlio di
Isabella
Arcamone, don Ciro
Mastrilli, al comando di duemila fanti, partecipò nel
1480 alla
guerra d'Otranto
col grado di Maestro di Campo.
Nel 1490
Agnello,
presidente della
Regia Camera della Sommaria e Ambasciatore per
gli Aragonesi presso la Repubblica di Venezia e la Santa Sede,
ebbe il privilegio di portare la Corona nella cerimonia nuziale
tra Ferdinando I d'Aragona e Giovanni d'Aragona, sorella del Re
Cattolico. |

© Napoli - Particolare
della cappella gentilizia della Famiglia Arcamone - Papa Leone
II, probabile avo |
Marcato San Severino (SA), Chiesa di Sant’
Antonio, lastra tombale di Filippo Arcamone
Foto inviate dal collaboratore Matteo Fimiani da
Montoro (Av) |
Nel
1752
Filippo
Arcamone (†
1764), patrizio napoletano, entrò in possesso del feudo di San
Demetrio, oggi San Demetrio nè Vestini, col titolo di duca che
in precedenza apparteneva a Giambattista
Pignatelli, fratello
del duca Fabrizio († 1749); dalla moglie Vittoria
Caracciolo
ebbe Nicola che sposò Cecilia Caracciolo. Dall'unione
nacque il figlio unigenito Vincenzo († 1798),
ultimo duca di San Demetrio, in quanto morì senza lasciare eredi
ed il feudo ricadde nel dominio della Regia Camera. |
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Gli
Arcamone, come si evince anche dalla scheda, si imparentarono
con le piu’ importanti famiglie nobili, ad esempio Lucrezia
Arcamone sposò Annibale
di Capua. I
coniugi vissero a Matrice (Campobasso), uno dei tanti feudi
posseduti da Andrea di Capua, duca di Termoli, conte di
Campobasso e di Montagano e, successivamente, dai suoi eredi. Si
ricorda che re Ferdinando II d'Aragona, durante la
battaglia di Seminara
del 1495, fu disarcionato, Giovanni di Capua, fratello di detto
Andrea 1° duca di Termoli, accorse in aiuto dandogli il suo
cavallo; rimasto a piedi, Giovanni morì in battaglia.
Per approfondimenti su detto stemma partito si consigli di
visionare il blog dell’Arch. Franco Valente: https://
www.francovalente.it/2016/06/09/anche-il-vescovo-pietro-antonio-di-capua-uno-dei-personaggi-piu-sospettati-di-eresia-dalla-curia-romana-fu-feudatario-di--campolieto/. |
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Stemma partito di Capua - Arcamone su una costruzione adiacente
alla chiesa longobarda di Santa Maria la Strada
in agro di Matrice (CB) |
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