Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Armi:
Ramo di Monopoli, di Lecce e Ostuni: d’azzurro a tre rami
di palma al naturale impugnati e accostati da due stelle
d’argento a sei raggi. Alias: di azzurro a tre rami di palma
d’oro accompagnato da due stelle d’oro.
Ramo di Napoli: d’azzurro al ramo di palma accompagnata
da due stelle d’oro, una nel cantone sinistro del capo e l’altra
nel cantone destro della punta. Alias: d’azzurro alla
palma terrazzata di verde, fruttata d’oro, accostata da due
leoni al naturale affrontanti e contro rampanti al tronco.
Alias: d’azzurro al leone d’oro tenente tra le branche un
ramo di palma d’oro. Alias: di azzurro al palmizio di
verde fruttata d’oro, accostata da due leoni al naturale,
affrontanti e contro rampanti al tronco, con la filiera
d’argento.
Motto: Iustus ut Palma florebit |
© Napoli - Una delle armi della Famiglia Palmieri |
La famiglia Palmieri, di origine francese, passò in Italia dove
si diramò in molte città: Barletta, Bologna, Capua, Cava,
Firenze, Lecce, Lucera, Milano, Monopoli, Napoli
fuori Seggio, Ostuni, Pisa e Siena.
I Palmieri ottennero numerosi feudi, tra i quali:
Cassano, Castelli, Castelluccio superiore e inferiore (terre in
provincia di Basilicata che erano in possesso di Gio: Antonio
Palmieri che essendo morto senza eredi, furono vendute a
Camillo
Pescara di Diano), Cerreto, Colledonico, Collelongo,
Cusano, Latronico (nel 1488 apparteneva al milite Giulio
Palmieri; il ramo dei baroni di Latronico si estinse in casa
Barbaro a seguito di matrimonio tra Aurelia Palmieri,
ultima baronessa, con Giovannantonio Barbaro), Merine (feudo in
Terra d’Otranto venduto insieme
al feudo di Vorte nel 1613 da Girolamo Montenegro, marchese di
Marigliano, a Mario Palmieri per ducati 20.500),
Monterosso, Stiffe (feudo in Abruzzo ultra pervenuto ai Palmieri
nel 1615 per acquisto fattone da Pietro Carafa), Trecchina.
Furono decorati coi titoli:
marchesi di: Martignano
(feudo in Terra d’Otranto acquistato da Mario Palmieri nel 1612
da Leonora
Brancaccio per ducati 21.500),
Monferrato al Vesuvio (1741),
San Secondo (feudo rustico in Abruzzo ultra). |
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Napoli - Cappella Palmieri. A
destra: busto di Antonio Palmieri - 1568 |
La famiglia
Palmieri era presente a Napoli sin dai tempi angioini: nel 1268
Filippo e Giovanni furono feudatari di Sujo,
Iacopo fu tra i Baroni di Terra di Lavoro, Giovan
Gismondo fu milite della città di Capua nel 1272 come lo fu
Cervo nel 1278.
Antonio Palmieri, nobile napoletano, cavaliere
dell'Ordine di Alcantara, fu professore all'Università di Napoli
e Ambasciatore a Venezia e a Roma per incarico di re
Ferrante I d'Aragona; infine fu nominato Presidente
della
Regia Camera della Sommaria. Fu sepolto in Napoli
nella cappella gentilizia della famiglia. |
Napoli - Stemma Famiglia
Palmieri. A destra: epitaffio in ricordo di Fabrizio
Palmieri - 1615 |
Stefano
Palmieri, Governatore delle armi di Brindisi, nel 1317
si stabilì in Puglia e fu il capostipite dei Palmieri di
Monopoli e Lecce.
I Palmieri dettero molti uomini alla Chiesa, tra i
quali: Vincenzo fu Arcivescovo di Acerenza e
Matera, Andrea Matteo fu creato Cardinale
da Papa Clemente VII e resse le chiese di Conza e
Lucera; fu nominato dall'Imperatore
Carlo V d'Asburgo-Spagna Governatore del
ducato di Milano, Leonardo Vescovo di Molfetta.
I Palmieri si imparentarono con prestigiose famiglie,
tra le quali:
Mattia Palmieri della città di Capua sposò ai
primi anni del 1500 Tommaso de Ponte alias Sanframondi,
barone di Ponte, feudo in
Principato citra.
Aniello Palmieri (1612
†
1679), comandante di una compagnia di fanti, nel 1652
sposò Diana Rossi, figlia ed erede di Fabrizio,
marchese di Monferrato e di San Secondo; nel 1741 fu
concesso al suo omonimo discendente il titolo di
marchese su un feudo da acquistare.
Antonia Palmieri del ramo dei marchesi di
Monferrato impalmò Giovanni Battista
Capece Galeota,
fratello di Fabio 1° duca di Regina nel 1643.
Riccardo Palmieri (Napoli, 1831
† ivi, 1902),
marchese di Monferrato al Vesuvio, cavaliere dell'Ordine
di Francesco I,
capitano dell'esercito napoletano, sposò Caterina
Marigliano
(Napoli, 1840
† ivi, 1922)
dei duchi del Monte. |
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Napoli - Stemma partito con le
insegne dei
de Rubeis e Palmieri, famiglie imparentate. A destra:
epitaffio in memoria di
Geronimo
Palmieri, figlio di Annette de Rubeis - Anno 1722 |
Giuseppe Palmieri (Napoli, 1805
† ivi, 1884), figlio di Luigi marchese di Monferrato,
intraprese la carriera militare; nel 1824 fu nominato
sottotenente di cavalleria, nel 1841 fu promosso
capitano, nel 1857 fu colonnello e comandante della 2°
Compagnia Ussari. Con il grado di generale di brigata
partecipò alla difesa di Messina e alla sfortunata
ritirata sul Garigliano; nel 1861 fu arrestato e
condotto a Torino dove gli fu proposto di passare nelle
file sabaude. Rifiutò non potendo dimenticare le
tradizioni di famiglia. Sposò in prime nozze nel 1829
Anna
Maresca
di Cesa. |
Napoli, lastra tombale di
Caterina Persici, marchesa di Monferrato, madre di
Federico e Giuseppe Palmieri |
Luigi Palmieri (Napoli, 1830 † ivi, 1900), figlio
di Giovan Antonio e di Enrichetta Angolia, entrato
nell'esercito borbonico, fu promosso alfiere nel 1854 e
poi 1° tenente della Compagnia Granatieri. |
Generale Giuseppe Palmieri
(Napoli, 1805
†
ivi, 1884). A destra:
Tenente Luigi Palmieri
(Napoli, 1830
† ivi, 1900) |
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