
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
 |
Famiglia Reggio |
Sunto di “La
Storia dei Reggio, Principi di Aci Sant'Antonio e San Filippo” - Parte
II
Copyright ©
Franco Reggio d'Aci,
Principe di Aci Sant'Antonio e San Filippo |
Stefano Reggio e Gravina (n. 1700
ca. Palermo
† 13.02.1790 Napoli), figlio primogenito
di Luigi Reggio e Branciforte e di Caterina
Gravina e Gravina, fu 5° Principe di Campofiorito
(03.03.1758), 4° Principe di Aci Sant’Antonio e San
Filippo (27.10.1758), Marchese della Ginestra, Barone di
Valguarnera, di Regali, di Conteraineri e di Vatticani,
Grande di Spagna di 1^ Classe (1758), Cavaliere
dell’Ordine di Malta (15.02.1758). |

Napoli - altare con al centro
l'insegna del S.M.O. di Malta e ai due lati lo stemma
Reggio. |
Nel 1718 fu iscritto alla scuola Reale
dei Guardiamarina fondata in Spagna, su incarico del
Ministro della Marina José Patiño, da suo padre Luigi
Reggio e Branciforte e, all’età di 18 anni, fu il primo
Guardiamarina della “Real Armada” del Regno di Spagna.
Partecipò in tale ruolo alla conquista spagnola della
Sardegna (1719).
Stefano passò poi (anno 1724) dalla
Marina all’esercito di terra. Nel 1727 ottenne il
comando del Reggimento di Fanteria di Parma. Combatté
nella battaglia di Bitonto (25.05.1734) che si concluse
con la completa vittoria del generale spagnolo, Conte di
Montemar, sul generale austriaco Belmonte e quindi con
la conquista del Regno di Napoli da parte di Carlo di
Borbone, figlio di Filippo V e di Elisabetta Farnese.
Partecipò anche alla
battaglia di
Velletri (1744) condotta dal Re di Napoli
Carlo di
Borbone contro gli Austriaci, in difesa del Regno di
Napoli (minacciato di riconquista da parte degli
Austriaci). |

Napoli - Rappresentazione
battaglia di Velletri |
Sposò in prime nozze, per procura
(15.06.1740) nella chiesa di S. Paul a Parigi, Jeanne–Romaine
de La Châtre1 (n. 25.02.1726
† 03.12.1743, Madrid) figlia di Louis
Charles marchese de La Châtre (nobile di nazionalità
francese). Ella, che lo seguì prima a Napoli (dove fu
nominata dama di corte della Regina) e poi (giugno 1743)
a Madrid, diede alla luce il 11.08.1742 la figlia
unigenita Filippa Isabella, che fu battezzata
avendo come padrino Filippo V Re di Spagna. Jeanne–Romaine
morì inaspettatamente a Madrid il 03.12.1743, il giorno
dopo l’aborto di un figlio di sesso maschile, a seguito
di un forte spavento, causatole
dall’improvvisa comparsa di un gatto inferocito (perse
contemporaneamente il figlio e la vita). |
Fu ambasciatore a Madrid dei Regni di
Napoli e di Sicilia (consecutivamente per 18 anni, dal
28.06.1743 al 29.06.1761) presso i Re di Spagna
Filippo V e poi Ferdinando VI.
Anche Stefano Reggio e Gravina, come il
padre, fu un amante delle arti, della bella musica e
della vita di società: in occasione delle nozze di
S.A.R. l’infanta di Spagna Maria Teresa con il Real
Delfino di Francia, fu rappresentata nel 1744 nel suo
palazzo di Madrid una Serenata a 5 voci, opera del
famoso compositore napoletano Leonardo Leo.
Il 01.05.1745 firmò in Spagna (ad
Aranjuez), per conto del Regno di Napoli, il trattato di
Aranjuez, un’alleanza militare tra i Regni di Spagna,
Francia e Napoli con la Repubblica di Genova, con il
quale si stabiliva la difesa di quest’ultima dagli
attacchi del Regno di Sardegna e dell’Impero d’Austria,
nell’ambito della Guerra di Successione austriaca,
allora in corso. |
Sposò in seconde nozze (nel 1747 ca.)
Anna Moncada e Di Giovanni figlia di Guglielmo Principe
di Calvaruso (fu dama di corte della Regina di Napoli
nel 1758 e morì a Napoli il 21.09.1804), che gli diede
tre figli: Fernanda, Luigi e Guglielmo,
dei quali i due maschi entrambi deceduti ancora
fanciulli. Questa fu considerata dalla voce popolare una
punizione divina per la sua attiva partecipazione nella
cacciata dei Gesuiti dai Regni di Napoli e di Sicilia
nel 1767. |

Palermo - Fortezza di
Castellammare nel porto della città (come si presenta
oggi, dopo il restauro). Il 15.02.1766 la principessa
Anna Moncada piantò il "primo chiodo" per la costruzione
di un nuovo sciabecco da guerra, che sarà fabbricato
nell'arsenale del Molo. |
Nel 1767 fu decisa dal Re Ferdinando IV,
in accordo con la politica tenuta in Spagna da Carlo III,
la cacciata dei Gesuiti dai Regni di Napoli e di
Sicilia. L’operazione fu affidata direttamente dal Re a
Stefano Reggio e Gravina che l’organizzò e l’eseguì in
assoluta segretezza e con grande efficacia. In
riconoscimento del suo buon servizio gli fu concesso dal
Re di acquistare all’asta (ciò che avvenne, con
pagamento di 41.447 onze) il feudo di Scorciavacche, in
Sicilia, ex proprietà dei Gesuiti, su cui sorgerà poi
parte della nuova cittadina di
Campofiorito, Palermo. |
Nel 1768 (aveva ormai 68 anni), senza
più speranza di avere eredi maschi (il figlio Guglielmo,
nato nel 1758, era morto alla fine del 1768), concordò
con il fratello Ignazio Reggio e Gravina, allora abate
di San Giuseppe a Pisano (Catania, abbazia de jure
patronatus di Casa Reggio), che questi dismettesse le
vesti talari per prendere moglie e dare finalmente un
erede maschio alla linea principesca dei Reggio (Linea
I), per evitarne l’estinzione. Purtroppo le nozze di
Ignazio Reggio e Gravina con Antonia San Martino di
Ramondetta e Reggio non furono coronate da eredi maschi.
Cominciò allora (1768), sul territorio
dei suoi feudi di Vatticani e Scorciavacche, in
provincia di Palermo, la costruzione della nuova
cittadina di Campofiorito (Palermo), inizialmente da lui
chiamata “Santo Stefano di Reggio”. |
Nella sua splendida villa – in seguito
denominata “La Favorita”, dalla Regina Maria Carolina,
in ricordo di un’analoga villa con tale nome, da lei
abitata a Vienna – situata ad Ercolano (Napoli), dotata
di un ampio parco che si affaccia sul mare, Stefano
Reggio dette una sontuosa festa in occasione delle nozze
(1768) di Ferdinando IV Re di Napoli con Maria Carolina
d’Austria, festa che per la sua magnificenza, suscitò
ammirazione anche nell’Imperatore d’Austria, presente ai
festeggiamenti. |

Villa "La Favorita" - Ercolano
(Napoli) - vista dal mare - Incisione del 1777 di
Francesco Securo (1746
† 1827)
In basso le due dediche: "A
S. E. il Sig. D. Stefano Reggio e Gravina, Principe di
Campofiorito, di Aci S. Antonio e S. Filippo, della
Catena, duca di Valverde, marchese della Ginestra,
grande di Spagna di 1a classe, cavaliere del R. Ordine
di S. Gennaro, consigliere di Stato di S. M. cattolica,
capitan generale del R. Esercito delle due corone,
presidente della giunta di guerra, colonnello delle
Reali guardie d’infanteria italiana, gentiluomo di
camera
con esercizio e castellano del Castelnuovo, questo
prospetto da mare [oppure: da terra] della sua Villa in
Resina Francesco Sicuro, Sottotenente
nel R.l Corpo degli Ingegneri, che l’ha delineato ed
inciso, Dedica e Consagra.
In Napoli a V Marzo MDCCLXXVII (l’incisione con vista da
mare) - In Napoli a X Agosto 1777 (l’incisione con vista
da terra)" |
 |
 |
La festa fu talmente sontuosa, tanto
fastose furono l'illuminazione, la copiosità e la
squisitezza dei rinfreschi, che l'imperatore d'Austria,
suocero del Re, affermò con entusiasmo di “non aver egli
cosa simile veduta”(1)
La villa piacque talmente alla Regina che venne
acquistata, alla morte di Stefano Reggio, da Ferdinando
IV, presso gli eredi dello stesso (la moglie e le due
figlie). Essa appartiene ora al demanio pubblico della
città di Napoli.
Il principe di Campofiorito possedeva un altro immobile
in Napoli sul Monte Echia (detto Pizzofalcone). |
Fu insignito da Carlo di Borbone dei
titoli di Gentiluomo di Camera e di Cavaliere
dell’Insigne
Real Ordine di S. Gennaro (1769), nonché
della carica di Comandante generale degli eserciti del
Regno di Sicilia e (nel 1770) di Generalissimo di tutte
le armi del Regno di Napoli.
Stefano Reggio e Gravina era anche zio
di Federico Gravina e Napoli, futuro ammiraglio e
Capitano Generale ed eroe dell’Armata Spagnola,
sconfitta da Horatio Nelson nella celebre battaglia di
Trafalgar (ottobre 1805). Nel 1775, quando Stefano
Reggio e Gravina aveva già 75 anni e Federico Gravina e
Napoli solo 19 anni (era nato infatti nel 1756 e morì
per le ferite riportate nella battaglia di Trafalgar,
nel marzo 1806), Stefano, pur essendo rientrato a Napoli
da Madrid sin dal 1761, grazie ai suoi costanti e
stretti rapporti di amicizia e di stima con la Corte
spagnola, poté raccomandare l’ingresso di Federico
Gravina nell’Accademia Reale spagnola dei Guardiamarina.
Da qui Federico Gravina iniziò la sua fulgida carriera
militare nella marina spagnola. Oggi è sepolto, quale
eroe del mare, nel Panteon dei Marinai Illustri a San
Ferdinando (Cadice), insieme ad Andrea Reggio e
Branciforte, cavaliere dell'Ordine
di Carlo III. |

Battaglia di Trafalgar - 1805 |
Stefano Reggio e Gravina costituì, con
Giuseppe
Beccadelli, 5° marchese della Sambuca e con il
Viceré Fogliani, un triumvirato informale per
l’allontanamento, nel 1776, di Bernardo Tanucci dalla
carica di primo ministro, secondo i desideri della
Regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV, che
intendeva svolgere una politica filobritannica e
filoaustriaca anziché filo spagnola, come accaduto sino
ad allora secondo i desideri di Carlo III Re di Spagna,
cosa che infatti fece.
Fu infine nominato Presidente della Giunta siciliana,
che rappresentava a Napoli presso il Re Ferdinando IV il
parlamento del Regno di Sicilia (1783), costituito dai
nobili siciliani.
Nel 1783, dopo la nomina a Presidente della Giunta
siciliana, fu colpito da un ictus che lo rese infermo e
gli impedì di svolgere validamente le alte funzioni a
cui era stato preposto dal Re.
Morì il 13.02.1790 senza eredi maschi e fu sepolto – il
giorno successivo, con imponente corteo (composto da
Autorità militari e civili, tra cui il primo ministro
Acton, di origine britannica, nominato da Maria
Carolina) e con solenne cerimonia funebre – a Napoli
nella basilica (o Chiesa) del Santo Spirito,
probabilmente nel cimitero dell’adiacente Cappella della
Real Compagnia ed Arciconfraternita dei Bianchi dello
Spirito Santo (di cui era presidente il Re Ferdinando IV).
Con la morte di Stefano Reggio e Gravina si estinse
anche la Linea I dei Reggio. |
 |
 |
Napoli -
Basilica dello Spirito Santo. Qui fu celebrata la
cerimonia funebre di Stefano Reggio e Gravina |
Dopo la morte del marito, negli anni
1792–93, Anna Moncada frequentò il salotto della
poetessa, simpatizzante per i princìpi della rivoluzione
francese,
Eleonora Pimentel Fonseca, nel quale si
leggeva e commentava il giornale "Monitore" di Parigi,
contenente le nuove idee rivoluzionarie ed
antimonarchiche propugnate dalla rivoluzione francese e
condivise anche da Anna Moncada. |
Ella entrò pertanto nel mirino della
polizia borbonica, come sorvegliata speciale per le sue
idee libertarie. Avvertita del pericolo incombente, la
Principessa chiese il passaporto per Madrid, che le
venne negato.
Imbarcatasi di nascosto a Sorrento nel
tentativo di fuggire in Spagna, venne arrestata a poche
miglia dalla costa. Riportata a Napoli, fu lasciata otto
ore dentro un battellino, a riva, oggetto dei lazzi
degli scugnizzi. Venne poi segregata in un convento di
clausura di Napoli (Monastero della Trinità dei Sette
Dolori). |

Napoli - Chiesa S. Maria ai Sette
Dolori, facente parte del Monastero della Trinità dei
Sette Dolori. Qui pregò la principessa Anna Moncada |
Solo l’energico intervento del Re di
Spagna Carlo III presso il Viceré di Sicilia Francesco
d’Aquino, Principe di Caramanico, le permise di
trasferirsi definitivamente alla Corte di Madrid, dove
aveva già soggiornato nel periodo in cui il marito,
Stefano Reggio e Gravina, era stato ivi ambasciatore del
Regno di Napoli e dove aveva conosciuto personalmente i
Reali di Spagna ed in particolare la regina Elisabetta
Farnese. |
_____________________
Note
1)
- Come
riferisce il Celano nel suo libro “Notizie del bello
dell'antico e del curioso della città di Napoli”,
Edizioni Libreria Neapolis - Napoli
|
Casato inserito nel terzo
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
Copyright © 2007 www.nobili-napoletani.it
-
All rights reserved
|
|