Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Scannapieco |
Arma: d’azzurro, al pecoro
(1)
morente, disteso su un prato erboso, trafitto al collo da una
lunga lama
(2).
Titolo:
patrizi di Cava. |
© Stemma famiglia Scannapieco |
Le origini della famiglia Scannapieco, in alcuni testi
detta Scannapecu, si perdono nella notte dei tempi;
godette di nobiltà in Cava dè Tirreni insieme alle
famiglie Anglisano, Ammiano,
d’Anna,
Antinolfi,
Auriglia o Origlia,
Casaburo, Cafaro,
Campanile,
Castaldi,
Crescenti,
de Curtis,
David, di Falco,
Gagliardi,
Genovese,
Giovine,
Grimaldi,
Garofalo,
Jarro, Lamberto,
Loffredo,
Longo, Mangrella, Marino,
Mauro,
della Monica,
Palmiero,
Perrelli,
Pisani,
Punzi,
Quaranta,
Rocco, di Rosa,
Salsano,
Scacciavento,
Sparano,
Tajani, Tesone, Troisio e Vitale.
La famiglia Scannapieco da Cava dè Tirreni si è diramata
in Amalfi, Maiori Minori e in Scala, in
Principato citra,
e in Napoli.
Nel 1348 Filippo Scannapieco e Berardo della
Monica di Cava, entrambi dottori in legge, furono tutori
di Guglielmo Gagliardi.
Nello stesso anno la regina
Giovanna I d'Angiò
nominò Martino Scannapecu tutore di Giovanni e di
Antonella Gagliardi
(3).
Nel 1460 Onofrio, laureato in legge, fu Sindaco
di Cava dei Tirreni.
Giulia Scannapieco nel 1554 (0 1562) sposò
Tommaso de Ponte. |
Gli Scannapieco si imparentarono con le piu’ importanti famiglie
del Regno tra le quali si ricordano i
de Angelis, i
Quaranta, i Capano
(4).
Il 10 maggio 1558 donna Aloisia Scannapieco donò il
palazzo di sua proprietà in Napoli al figlio don Geronimo
Capano
dei
principi di Pollica e baroni di Velia,
quale regalo di nozze avendo impalmato Lucrezia
de
Sangro. |
L’edificio fu costruito nel 1406 su incarico di Antonio
de Penna, segretario e consigliere di re
Ladislao di
Durazzo, come si evince anche dallo stemma presente ai
lati del portale.
Il
palazzo passò alla famiglia
Rocco e successivamente agli Scannapieco e, quindi, come già detto, ai Capano
(5). |
Don
Francesco (†
1676) fu Generale dell’Ordine del
Carmelitani dal 1672 al 1676; fece erigere la facciata
della Basilica di SS. Martino e Silvestro al colle Oppio
sull’Esquilino a Roma nel 1676, ed è ivi sepolto
sull’ipogeo in un sepolcro gentilizio. |
Roma, Basilica di SS.
Martino e Silvestro. A Seguire: particolare facciata
Basilica e sepolcro di Francesco Scannapieco |
Sepolcro di Francesco
Scannapieco, Variante dello stemma Scannapieco |
Avviso esposto a cura di Vincenzo
Scannapieco
del 3 aprile 1783, con il quale si fa divieto di non
prestare arredi e utensili della
chiesa della Madonna dell’Arco a Sant’Anastasia
(Napoli), così come disposto con lettera del 31 marzo
1783 inviata
dal marchese Francisco
Vargas Macciucca,
cancelliere, caporuota del S.R.C. e della Real Camera di
Santa Chiara |
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Note:
(1) -
Variante arcaica di pecoro (montone = maschio della
pecora).
(2) - Biblioteca
Universitaria di Napoli, “Imprese ovvero stemme delle
famiglie italiane” di Gaetano Montefuscoli.
(3) - Erasmo
Ricca, “La nobiltà del Regno delle Due
Sicilie”, Napoli, 1839.
(4) - Berardo Candida
Gonzaga, “Memorie delle famiglie nobili delle Province
Meridionali d’Italia”, Napoli, 1875.
(5)- Aurelio De Rose, “I
palazzi di Napoli”, Newton & Compton Editori, 2001.
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